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Scritto da Scoiattolina il 6 Ottobre 2009 | 8 commenti- commenta anche tu!
dichiarazioni ,voi cosa ne pensate del canone? Va pagato o no? Sono vecchie polemiche che ogni tanto riaffiorano con motivazioni divese.
perdere migliaia di abbonati disposti a seguire. Normale, quindi, che Garimberti si definisca “indignato per la vergognosa campagna contro il
motivazioni diverse, eppure eguali).Una lotta che, ancora più a monte, viene portata avanti da tempo da Beppe Grillo:Da ora fino a novembre si può dare la disdetta del canone. Non paghiamo più per la merda di regime. Per novembre la RAI deve chiudere o cambiare.E a dare un’occhiata ai blog in rete (dal Piovorane di Gilioli a Maralai, passando per Da lunedì cambio e il “blog antifascista e contro la Lega” di Slasch 16, e cosi via) Pare proprio che l’opinione contro il canone Rai sia comune, chi per ragioni “di destra” e chi per ragioni “di sinistra”.Dopo tutto già il 30% circa degli italiani non paga l’abbonamento al servizio pubblico, come denuncia uno studio preparato da Angelo Maria Petroni, consigliere Rai: un ammanco di oltre 500 milioni di euro l’anno nelle casse della TV. Gli stessi che gli italiani pagano volentieri per il satellite e il digitale
terrestre.La stessa RAI nulla fa per incentivare i telespettatori a pagare:ad esempio offre dei canali a pagamento nel pacchetto SKY che potrebbe benissimo far vedere ai propri abbonati, invece niente… allora vediamo come spegnere per sempre il canone.
Una cosa è certa se non si possiede un apparecchio televisivo non si è tenuti a pagarlo. Se i cittadini fossero giustificati a non pagare più il canone per ogni programma che non condividono, la Rai sarebbe costretta a chiudere i battenti in breve tempo’’, osserva il deputato Roberto Rao, capogruppo centrista in commissione di Vigilanza Rai. Per Barbareschi per la Rai serve ben
altro: il canone andrebbe raddoppiato, la Rai organizzata meglio, secondo criteri meritocratici e non di clientela, razionalizzata nei costi il che non vuol dire tagliare il prodotto ma fare meno reality e format di scarso valore culturale e togliere tutto il potere alle multinazionali dell'intrattenimento.