Billy – Una storia triste !!

animali

Ho ricevuto dall’amico Domenico.rc, la storia del suo cane Billy, molto bella, commovente ma, purtroppo, con un risvolto finale triste, ma forse inevitabile, che ho il piacere di sottoporvi.

Chi di voi non ha mai avuto un cane? Almeno una volta nella vita, un po’ tutti abbiamo fatto questo tipo di esperienza. Ricordo, come se fosse oggi, quando mio pastore_belgafratello si presentava in casa con in braccio il trovatello di turno. Accadeva sempre la solita storia: mia madre che gridava di riportarlo indietro e lui, tra mille lacrime, insisteva nel suo capriccio. Queste storie a casa mia si ripetevano con molta frequenza. Comunque, era veramente bello vedere mio fratello con quanto amore si dedicava a quelle creature, inoffensive, era una cosa  veramente commovente osservare con quanta cura cercava di nutrirli, svuotava bottiglie di latte, sporcando dappertutto. Questo, naturalmente, quando mia madre non era in casa ma, puntualmente, al suo ritorno si ricominciava. Purtroppo per lui, e anche per noi, alla classica e famosa frase “quando arriverà tuo padre farai i conti con lui”, suonava il campanello d'allarme, la paura incomincia a farsi sentire con enorme anticipo. Anche se mia madre, temendo  che saremmo stati puniti,  evitava di accennarne a mio padre noi, tuttavia, restavamo  nel dubbio e  finivamo per fare tutto ciò che lei desiderava, tra implorazioni e pianti a dirotto, cercando in tutti i modi di farla desistere dai suoi propositi. Come recita il vecchio proverbio  “chi la dura la vince”. Mio fratello nel tempo ha avuto ragione. Un bel giorno, in punta di piedi, l'abbiamo visto arrivare con un bellissimo cucciolo di Pastore Belga. Un cane bellissimo, dagli occhi vispi  e dal comportamento 19091916_1maestoso. Per farla breve, un bellissimo cucciolo e ne era fierissimo! Alla vista di quel batuffolo delizioso, noi fratelli  facemmo quadrato, questa volta avevamo le idee chiare anche noi: :  diventati ormai grandicelli, pensavamo di essere nella posizione giusta per far valere le nostre ragioni. Amici, che vi devo dire! L’unione fa la forza!  Siamo riusciti  ad averla vinta. Finalmente, anche noi, dopo tante  peripezie, potevamo fare la nostra bellissima esperienza. Non vi dico, non vi racconto che bel periodo abbiamo trascorso, litigavamo  persino per chi doveva portarselo nel proprio letto e giocherellare con lui. Naturalmente, Billy - era questo il nome che mio fratello gli aveva dato  -  cresceva facendosi sempre più forte, più alto e, naturalmente, più esigente. Ciò comportava sacrifici anche da parte nostra. Bisognava  portarlo fuori più volte al giorno e, in un primo momento questo non ci  pesava ma,  più passava il tempo più l’impegno diventava gravoso,  e passammo allora la palla ai nostri genitori, in particolar modo a mio padre, il quale ne approfittava per fumarsi una sigaretta fuori casa. Come ben sapete, almeno credo, i cani riconoscono un solo padrone, pur essendo affezionati a tutti i componenti  della famiglia. Billy aveva eletto come unico e solo suo padrone mio padre, cercando di proteggerlo. Non so bene se era una forma di protezione o di gelosia, in quanto non era un cane aggressivo,  ma a questa particolarità non avevamo mai dato gran peso fin quando, purtroppo, mio padre non fu investito e dovette  rimanere ricoverato in terapia intensiva per circa un mese. Avreste dovuto vedere questo cane, forse non mi crederete!.. Billy è rimasto per tutto il mese sotto il letto di mio padre, mangiando appena.

Ha sentito moltissimo la sua mancanza, soffrendo e piangendo continuamente, una scena straziante, che faceva male  al cuore. Un cane grande e grosso come quello, vederlo in quelle condizioni, non faceva sicuramente piacere, specialmente in quel periodo sventurato per la nostra famiglia.

Il bello deve ancora accadere. Quando mio padre fu dimesso  e ritornò a casa,  ci rendemmo ooconto di ciò che era successo al povero Billy, che ha avuto il solo torto di essersi troppo affezionato a mio padre, di averlo eletto unico e solo suo padrone, tanto da pendere dalle sue labbra.  Aveva stabilito la sua dimora sotto il letto di mio padre, e non faceva  avvicinare nessuno.  Mia madre incominciò ad averne paura, i vicini di casa  diradavano le loro visite di cortesia e noi, per accudire mio padre, dovevamo escogitare qualche marchingegno. Insomma, per farla breve,  la situazione era diventata ormai ingestibile e non fu certamente felice, per nessuno di noi. Ci  guardammo in faccia, tra mille lacrime soffocate, consapevoli che bisognava prendere una decisione, ma nessuno di noi aveva il coraggio di proferire parola, c’era  un’atmosfera  da funerale. Abbiamo alzato i tacchi e ce ne siamo andati. Quando le cose, purtroppo, devono accadere è inutile recriminare. Succedono e basta.  Infatti, una mattina squilla il telefono, era mia madre che,  in preda ad un pianto incontrollato, con  il  timore di essere aggredita, mi disse  che aveva passato tutta la notte 282px-European_Groenendael_malenel lettino perché il cane non voleva che si avvicinasse al  letto e che ciò  non era ormai più sopportabile e  urgentemente occorreva prendere dei provvedimenti definitivi.  Amici, non vado oltre nel racconto perché, credetemi, ci sarebbe tanto ancora da raccontare, ma preferisco fermarmi qui, almeno, chiuderò in semi –bellezza.

Fummo così  costretti ad affidare Billy a dei nostri parenti, che abitavano in campagna, e il nostro dispiacere fu immenso. Chi ha vissuto con un cane a lungo sa bene che cosa voglio dire, e quanto grande sia il dolore doversi staccare da lui, in modo così traumatico.

domenico.rc

GIOVANNA


COMMENTI

  1. il 12 gennaio, 2010 gugli dice:

    Giò bellisa storia, mi sono commosso nel leggere,si potrebbe fare un bellissimo film, lo meriterebbe è talmente piena di una dolcezza e un intensità di sentimento che mi fa molto meditare. Un grazie a Domenico per averci proposto questa bellissima storia di amore e fedeltà.

  2. il 12 gennaio, 2010 lorenzo.rm dice:

    I cani. Se ne raccontano di mirabilie su di loro. Anch’io, come tutti, ho avuto il mio ed era più che un amico. Devo dire che per diversi anni lo preferii agli altri componenti la famiglia. Anch’io quando morì piansi disperatamente e ancora oggi piango quando lo ricordo. Bella la storia, raccontata da Domenico e ripresa da Giovanna. Bravi tutti e due.

  3. il 12 gennaio, 2010 nadia rm dice:

    anche io ho un cane…un bel pastore tedesco,e ha 13 anni. Purtoppo succede che i pastori abbiano dei problemi alle zampe,con tutto cio’ che ne segue.Addirittura mi hanno detto che se continua cosi’ dovremo sopprimerlo……..no no e poi no…nn ci posso pensare,a costo che x fargli fare i suoi bisogni me lo prendo in braccio e lo faccio scendere.Attila nn ha mai dato problemi ,è un cane pulito e ben educato.13 anni fa mi sono battuta..nn lo volevo,ora fa parte integrante della mia famiglia….x me sarebbe un lutto…….nn avrei mai pensato di dire questo……..guai a chi lo tocca

  4. il 12 gennaio, 2010 domenico dice:

    Complimenti Giovanna,in quelle foto mi sembra di riaverlo davanti agli occhi.È passato tanto tempo,ma il suo ricordo è sempre vivo dentro noi, come dice Lorenzo e nadia ,era uno della famiglia che non si dimenticherà mai.purtroppo,con immenso dolore abbiamo dovuto prendere quella decisione che, ancora oggi ,al solo pensiero ,ci fa stare male.

  5. il 12 gennaio, 2010 giovanna3.rm dice:

    Grazie, cari amici, per i vostri commenti, Non ho mai avuto cani, ma gatti, anche se li amo molto, So che cosa significa perdere un grande amico. Quando capita con i miei gatti provo un dolore fortissimo e l’unico modo per confortarmi è di prenderne subito un altro piccino: pensare al nuovo/a venuta permette di superare meglio il trauma della perdita,

  6. il 13 gennaio, 2010 luciano 3 rm dice:

    Domenico, Giovanna,Storia che fa molto riflettere, il cane è la sentinella più attenta oltre che protegger la casa, è un amico per sempre con un legame profondo a un solo padrone. I cani ci insegnano ad amare, a essere fedeli, sentimenti che difficilmente si trovano tra gli esseri umani, eppure devono andare in giro con guinzaglio, museruola e la paura di essere abbandonati. Un saluto.


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