Il carnevale del bosco
Scritto da Scoiattolina il 12 Febbraio 2010 | 14 commenti- commenta anche tu!
E' Gianduia torinese
Meneghino milanese.
Vien da Bergamo Arlecchino
Stenterello è fiorentino.
Veneziano è Pantalone,
con l'allegra Colombina.
Di Bologna Balanzone,
con il furbo Fagiolino.
Vien da Roma Rugantino:
Pur romano è Meo Patacca.
Siciliano Peppenappa,
di Verona Fracanappa
e Pulcinella napoletano.
Lieti e concordi si dan la mano;
vengon da luoghi tanto lontani,
ma son fratelli, sono italiani.
Il carnevale e un antica tradizione che si tramanda da padre in figlio , il termine carnevale deriva dal volgare= carne levare.
Chiamato cosi perche i nostri antenati iniziavano queste feste e con sfilate per le varie vie e piazze delle proprie città (ogni città aveva una propria origine e carattestistica per festeggiare il carnevale)
Tale festa anticipava la quaresima, durante la quale era assolutamente vietato dare vita a banchetti secondo quanto previsto dalle leggi ecclesiastiche.
il carnevale ha delle origini contadine ed ogni qual volta che questa festività, nata dalla gente campagnola prendeva vita, stava a significare che moriva l'inverno e nasceva un altra stagione.
Datosi che il carnevale prendeva vita a metà febbraio, si dice anche, che quando si
vedeva sfilare un corteo di maschere,la gente dava credito a delle voci in giro, che dietro quelle maschere ci fossero addirittura delle anime di defunti o dei morti che rassicuravano con il loro passaggio per le vie del paese il raccolto per quelle terre e anche quelle limitrofe.
dal 400 in poi il carnevale veniva visto secondo il clero come un attacco infernale di pagani che influivano fortemente sul cristianesimo....giuseppe.pa
http://www.youtube.com/watch?v=OlPg-qWzxk0&feature=player_embedded

Il Carnevale è il periodo di festa tra l'Epifania e il digiuno quaresimale nei paesi a tradizione cattolica. Per molto tempo si è creduto che l'origine del termine Carnevale derivasse da "carne levare", ovvero prepararsi al digiuno quaresimale. Ed il fatto che per 40 giorni si dovesse digiunare per fede e per prepararsi alla Pasqua, doveva risultare non poco pesante per un popolo che già il digiuno lo faceva "forzatamente" per tutto l'anno. Dunque trascorrere un certo periodo prima della quaresima spensieratamente, per forza di cose doveva rappresentare quella valvola di sfogo per evitare che la gente, già in condizioni di estrema povertà, potesse trovare sfogo in rivolte. Il Carnevale è una festa allegra e divertente. Ci si può vestire come si vuole, ma un po’ di tempo fa, le maschere tipiche erano quelle come Arlecchino, Colombina,
Pulcinella, ecc. In questo periodo c'è molta euforia e la gente va per le strade e le piazze divertendosi. I veri giorni in cui si svolge il Carnevale sono il giovedì e il martedì "grasso". In Italia ci sono dei Carnevali molto famosi, ad esempio quello di Venezia, o quello di Viareggio. Durante i giorni del Carnevale, in queste città, si festeggia con maschere, carri che raffigurano personaggi famosi, coriandoli e stelle filanti.
PULCINELLA
Nato a Napoli, è di umore mutevole e pauroso. Ha un carattere poco affidabile e cerca di uscire dalla situazione in cui si è cacciato con ogni mezzo a disposizione. L’unico suo affanno è procurarsi il cibo, per il quale è disposto a raccontare bugie, rubare e farsi prendere a bastonate. Il suo ruolo spesso cambia: servo, capitano, vecchio, o falegname; qualsiasi sia il mestiere, il suo ideale di vita è il dolce far niente. Porta una camicia bianca con lunghe maniche che coprono le mani e un cinturone nero alla vita che mette in evidenza il pancione. I pantaloni sono molto ampi e morbidi. La sua maschera è nera con un grande naso aquilino.
PANTALONE
Pantalone è una delle più antiche maschere veneziane. Piange sempre miseria ed è alla
costante ricerca dei ''bezzi'', come erano chiamati i soldi di quell’epoca. Pantalone è un mercante ricco, avaro e pedante. I suoi servi patiscono la fame, perché ha la strana abitudine di cacciarli proprio quando è il momento di mettersi a tavola. Sulla scena gironzola con le braccia dietro la schiena, infila ovunque il naso adunco senza smettere di chiacchierare. Indossa casacca, pantaloni e calze rosse (tipico colore del mercante veneziano). Il cappello è nero, soffice e senza tesa. Indossa una sopravveste nera, ampia con maniche molto larghe, delle ciabatte senza tacco, con punte rivolte verso l’alto, come si usa in Oriente. La sua maschera ha il naso a uncino e una barbetta.
BALANZONE
Balanzone rappresenta il simpatico dottore che usa un linguaggio apparentemente colto, ma in
realtà insensato. Ha sempre la testa fra le nuvole, come stesse pensando a cose importantissime. E’ molto sensibile al fascino femminile, ma non è mai ricambiato. E’ burbero ma bonario, grande apprezzatore della succulenta cucina della sua città natale, Bologna. Indossa un abito nero, con polsini e gorgiera bianchi. Sulle spalle porta un’ampia toga. In testa porta un grande cappello nero con tesa larga rigirata. Tiene sotto braccio libri e manoscritti. La maschera che porta è nera e copre soltanto la fronte e il naso, quasi a sottolineare la sua grande intelligenza e cultura. Porta gli occhiali.
BRIGHELLA
Nasce nei quartieri ricchi di Bergamo. Il suo nome deriva dal verbo brigare, che definisce un
comportamento dispettoso. Sulla scena è spesso in contrasto con Arlecchino ma si rivela però più furbo, pronto a beffare il padrone, solitamente impersonato da Pantalone. E’ molto abile nel suonare, ballare, cantare e indossa una casacca su ampi pantaloni decorati con nastri verdi. Ha una maschera a mezzo volto che può essere di colore verde oliva, bordeaux o nera. I fori per gli occhi sono ampi, per permettere di cogliere il suo sguardo malizioso.
ARLECCHINO
Nasce in uno dei quartieri più poveri di Bergamo
ed è tra le maschere più conosciute. Rappresenta un servo in cerca di una vita migliore. E' ingenuo e credulone e per non mettersi nei guai non esita a ingannare, tradire, raccontare bugie e fare dispetti. Poi si dispera e si consola con grande rapidità. Si trova sempre in mezzo ai guai mentre è alla ricerca disperata di cibo. I suoi movimenti rapidi, il modo di parlare cantando e il tono stridulo della voce divertono chi lo segue. Indossa pantaloni aderenti e giacca sfiancata con toppe multicolori. Porta, attaccati alla cintura, il "batocio" e la "scarsella". Il "batocio" è un bastone a forma di spatola che veniva utilizzato dai bergamaschi per girare la polenta nel paiolo e per condurre le vacche al pascolo e che usa nelle zuffe. La "scarsella" è una piccola borsa dentro la quale tiene il pane, i soldi e la lettera del padrone da recapitare. In testa porta un cappello di feltro con un codino di coniglio in ricordo di un passato di cacciatore. In viso calza una maschera nera che non toglie mai.
COLOMBINA
E’ la più conosciuta tra le ''servette''. Nata a Siena, sulla scena è spesso moglie o fidanzata di Arlecchino, ma anche se viene corteggiata dal padroncino o dai suoi amici, rimane fedele allo sposo o al fidanzato. Favorisce gli intrighi amorosi della sua padrona, raggirando il padre burbero e severo. Consegna bigliettini segreti e organizza incontri lontani da occhi indiscreti. Talvolta è bugiarda ma sempre a fin di bene. E’ civetta, intelligente, furba e chiacchierona. Veste un corpetto e un’ampia gonna a balze e ha un grembiulino provvisto di tasche in cui infilare i biglietti d‘amore. Sul capo porta una ''crestina'', il fazzolettino tipico delle cameriere, fermato da un nastro.
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Arlecchino
Lombardia |
Meneghino
Lombardia |
Brighella
Lombardia |
Capitan Spaventa
Liguria |
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Gianduia
Piemonte |
Giacometta
Piemonte |
Pantalone
Veneto |
Colombina
Veneto |
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La Bauta
Veneto |
Medico della Peste
Veneto |
Mattaccino
Veneto |
Stenterello
Toscana |
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Dott. Balanzone
Emilia-Romagna |
Sandrone
Emilia-Romagna |
Rugantino
Lazio |
Beppe Nappa
Sicilia |
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Pulcinella
Campania |
Scaramuccia
Campania |
Tartaglia
Campania |
Trappolino
e Beltrame |
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Isabella |
Capitan Spezzaferro |
La Cantatrice |
Il Farmacista |
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25 - Il Notaio |
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Più che una maschera è una caricatura del ricco, saccente e petulante custode della legge. |
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MENEGHINO (Lombardia) - Caratteristica maschera, nata alla fine del Seicento. Ha il tricorno marrone, la parrucca con codino, la giacca pure marrone filettata di rosso, i calzoni verdi e le calze a righe rosse e bianche. Il nome è diminutivo di Domenico («Domeneghin»). Personifica il popolano milanese, con le sue virtù e con i suoi difetti. È un servo facile ai motti aspri e taglienti e pronto alla risposta arguta.
CAPITAN SPAVENTA (Liguria) - Maschera del XV secolo, è una caricatura degli ufficiali di quel tempo e di
ogni vanagloria militare. Il vestito a strisce colorate è completato da un cappello a larghe tese adorno di piume. Porta una spada interminabile, trascinata rumorosamente. Ha lunghi baffi ed un naso spaventevole. E' uno spadaccino temerario, che combatte più con la lingua che con la spada.
GIANDUIA (Piemonte) - Nel 1808 fu chiamato, da G. B. Sales, «Gironi» e poi
«Gioân 'd la duja» giacché nel primitivo nome, portato da Gerolamo Bonaparte, si volle vedere una allusione politica; infine fu ribattezzato dal popolo, Gianduia. Ha in testa il tricorno e la parrucca con codino. Veste un costume di panno color marrone bordato di rosso, con il panciotto giallo e le calze rosse. È un galantuomo, cui piacciono il vino, l'allegria e l'arguzia paesana; è veramente il tipo del buon piemontese pieno di buon senso e di coraggio. Giacometta è la sua fedele compagna. Gianduia prima burattino e poi marionetta, originario dell'Astigiano, trasferito a Torino ne divenne il simbolo e impersonò la passione patriottica durante le guerre di indipendenza.
GIACOMETTA (Piemonte) - E' la fedele compagna di
Gianduia. Come Gianduia è veramente il tipo del buon piemontese pieno di buon senso e di coraggio, così Giacometta non è da meno ed unisce alla naturale grazia del gestire e del parlare un brio ed una vivacità maliziosamente femminile. Sa essere dolce ed appassionata, ma, quando occorre, sa anche difendere i suoi diritti con arguzia e con veemente irruenza. Recita accanto al suo sposo, sia sul palcoscenico del Teatro normale, sia nel Teatro dei burattini.
La BEUTA (da un quadro di Uwe Thurnau) - Maschera veneziana. Il costume è costituito da una mantellina nera con cappuccio su cui si portava il tricorno mentre il volto veniva coperto da una caratteristica mascherina bianca o nera, divenne comunissimo nel sec. XVIII, fino a divenire un abito da passeggio in tutti i periodi dell'anno.
Il MEDICO DELLA PESTE - Maschera veneziana. Le epidemie di peste,
nelle tragiche e più o meno frequenti ricorrenze, mietevano vittime a migliaia. Questo curioso abbigliamento, prima ancora che maschera, era considerato dai medici un'indispensabile precauzione. Durante il dissacrante e cinico carnevale veneziano finiva per avere la funzione di esorcizzare, con il riso, dolore e morte.
MATTACCINO - Si fa menzione di questa maschera fin dal 1268, quando viene proibita per limitare i danni arrecati da giovani patrizi veneziani che si divertivano, travestiti da venditore di uova, a bersagliare le nobildonne con gusci riempiti d'acqua di rose e ....d'altro!
STENTERELLO (Toscana) - Maschera della
seconda metà del secolo XVIII; fu chiamato Stenterello per la figura esile, cresciuta a stento. Il costume prevede: una specie di cappello a barchetta con parrucca e codino, giubba lunga di panno azzurro, panciotto giallo a piselli, calzoni corti e neri, una calza rossa e l'altra rigata di bianco-azzurro. È un tipo ghiottone, scansafatiche, pavido, sciocco, perseguitato dai creditori e dalla sventura.
SANDRONE (Emilia-Romagna) - Maschera emiliana che copre i capelli con un berretto di lana rossa. Porta la giubba
viola, il panciotto bianco con pallini, i calzoni corti fino al ginocchio, le calze rigate. Ha il faccione color del vino, di cui è molto amico; caratteristico tipo del contadino ignorante, ma pieno di buon senso e di furberia; talvolta è falso e bastonatore a diritto o a torto.
RUGANTINO (Lazio) - II nome deriva dal verbo romanesco «ruga», cioè
«protestare con arroganza» e ne designa chiaramente il tipo. Il vestiario comprende cappello alto, tipo gendarme, giacca lunga orlata di giallo, panciotto e pantaloni rossi, scarpe con fibbia. E' attaccabrighe, millantatore, poltrone e brutale; anche quando le busca conserva il suo carattere linguacciuto.
BEPPE NAPPA (Sicilia) - II suo nome, che deriva dal siciliano «Peppi» (Giuseppe) e «nappa» (toppa dei calzoni), indica figurativamente «uomo da nulla «. Non porta maschera, ed è vestito con un abito tutto bianco che si può confondere con quello di Pierrot. Ha uno spiccato amore per le danze e per le piroette. Non è troppo furbo; serve qualche vecchio barone, ma provoca continuamente incidenti a causa della sua dabbenaggine.
SCARAMUCCIA (Campania) - Maschera di origine napoletana, ha per costume il
berretto nero alla basca, la giubba corta cinturata con colletto alla Stuarda; sotto un'ampia casacca, calzoni a metà ginocchio, completati da lunghe calze. È un tipo spaccone, ma, in realtà, vile e silenzioso, incassatore di botte e scansafatiche eccezionale.
TARTAGLIA (Campania) - Maschera della
Commedia dell'Arte di origine napoletana. Prese il nome di Tartaglia dalla balbuzie che la distingueva. Si prestò ad impersonare ora il servo astuto, ora il pedante, ora l'avvocato intrigante, ora lo speziale. E' una maschera spassosa e ridanciana e non riveste mai parti tristi o tragiche.
Celebre Tartaglia fu il comico napoletano Nicola Cioppo, con il quale deve essere ricordato il suo successore Agostino Fiorilli.
TRAPPOLINO E BELTRAME - Trappolino è uno degli Zanni più famosi,
citato nei versi del Raparini come una fra innumerevoli varianti di Arlecchino, di cui ha tutte le caratteristiche. Beltrame è invece, una derivazione del più noto Brighella.
ISABELLA - Come altre maschere femminili della Commedia dell'arte, ricopriva il ruolo di "amorosa" o di pastorella, indossando naturalmente costumi diversi a seconda del ruolo.
CAPITAN SPEZZAFERRO - Maschera
molto popolare, rappresenta una variante di Capitan Spavento e Scaramuccia. Come questi, professa coraggio e valore ma si dimostra vile e pusillanime nei momenti di pericolo.
LA CANTATRICE - Personaggio di contorno della commedia dell'arte, veniva utilizzato più negli intervalli che durante la rappresentazione vera e propria.
IL FARMACISTA - Non è propriamente una maschera,
ma una arguta e spassosa caricatura come quella del NOTAIO e del DOTTORE, tutte professioni mai veramente apprezzate su cui il popolo riversava astio e risentimento, con l'ironia e il sarcasmo.
Nel teatro greco la maschera nascondeva quasi totalmente il capo dell'attore che faceva sentire la sua voce attraverso un'apertura studiata apposta per
un'emissione amplificata. La forte caratterizzazione delle maschera mediante un simbolico impiego del colore (bianco per le parti femminili, bruno per quelle maschili) permetteva allo spettatore di intendere più facilmente il dramma.
Le maschere soprattutto nella Commedia dell'arte trovano il loro grande momento.
Nella commedia dell'arte la maschera è un Tipo o personaggio fisso, con caratteristiche somatiche o psicologiche ben determinate, contraddistinto da un costume, che ritorna in commedie diverse anche con attori diversi, in genere tipico di una particolare regione: Gianduia è la maschera di Torino, Pulcinella la maschera di Napoli, ecc..
Tra le moltissime maschere, si ricordano:
• per i vecchi:
Pantalone e il Dottore (chiamato in un primo tempo Graziano, poi Baloard ed infine Balanzone);
• per gli zanni: personaggio che impersona il servo buffone al quale si
richiede in continuazione la trovata comica, il lazzo. Il termine deriva da un diminutivo di Giovanni, nome del Rinascimento, degli uomini di fatica:
Arlecchino, Brighella, Gianduia, Meneghino, Mezzettino, Pulcinella, Scapino: figlio di Brighella. Una commedia di Molière (Le furberie di Scapino, 1671) rese celebre la maschera, Tartaglia, Trappolino e Beltrame,
Truffaldino;
• per le servette: Colombina, Franceschina, Corallina;
• per gli innamorati: Angelica, Ardelia, Cinzio, Giacometta, Fabrizio, Flavio, Isabella, Lavinia, Lelio, che nel Settecento si chiamarono anche Florindo e Rosaura;
• i capitani, interminabile è la lista, tra i quali Fracassa, Matamoros, Spaventa, Spezzaferro e numerosi sono anche tutti quei personaggi complementari che possono essere ridotti a ruoli generici.
Nadia .rm e Scoooo




































COMPLIMETI SCO SEI UN’ARTISTA
ciao scoiattolina come ti ò sempre detto dalla prima volta che tio conosciuta ai una marcia un piu trovi sempre come sistemare tutto ciao simpaticona e vaiiiiiiiiiiii
Con un immenso piacere ho letto il carnevale perchè oltre alle maschere vi è abbinato la storia del personaggio
tra fantasia e realtà c’è il nostro passato
dal medioevo, con riti catolici e pagani trasmessi fino ai tempi moderni.Interessante il vostro articolo è misto di cultura popolare e credenze.
I colori la fantasia di chi a postato tutto rendono il bosco unico di visitare ogni giorno per renderti la vita meno amara.
Noi siamo i folletti che gioiamo nell’entrare in un bosco incantato
Molto esauriente e bella questa carellata di maschere di tutte le regioni.Anche sul piano storico è utile , perchè molte di esse ormai sono quasi sconosciute o presenti solo nelle loro regioni.Le ho rimirate tutte con piacere e ringrazio chi mi ha dato questa opportunità, credo Scoiattolina
Che bello ! questo articolo spiega bene il carnevale , faccio i complimenti . Mat
ciao sco sempre + brava a gestire il bosco
Sco ti ho già detto che sei brava ma questa passerella di maschere è davvero strepitosa.
che dire come inizio nn è male , ma conoscendola questo è solo un assaggio ahahahahhahha aspetto qua io scoooo
Questo sito è bellissimo complimenti fa vedere tutte le maschere e da anche la storia tipo colombina,la cantatrice che nessuno conosce…
ciaoooooooooooooooooooooooooooooooooooo bello sto sitooooooooooooo
grazie melania vedrai quest’anno parliamo di un carnevale diverso
Bellissima pagina!
le maschere non sono granchè!
GIORGIA SE QUESTE MASCHERE NN TI SEMBRANO GRANCHè …..TI FACCIO NOTARE CHE SONO LE NOSTRE MASCHERE ITALAINAE DI TUTTE LE REGIONI