Archive for febbraio 17th, 2010

Racconto di vita vissuta ..parte seconda …..Alba

DISCUTIAMONE

Vita vissuta

Seconda parte

Era una giornata splendida di Maggio quando inizio a salire la scaletta che mi porta alla piccola nave di cabotaggio. Oltre al 018_nave_pirata_02capitano, quattro erano gli uomini d'equipaggio, il mio principale e suo figlio. Io avevo la funzione di fare la cuoca per tutti. Posso dire che il mare l’ho visto poco perché tra pentole e fornelli ero sempre di corvè. Immaginatevi una ragazza che sapeva fare poco o niente a preparare pranzo e cena a dei lupi di mare .La vita di bordo nel mio poco tempo libero mi affascinava. La sera andavo sul ponte.E tra mare e cielo sognavo come può farlo una ragazza della mia giovane età.I miei sogni svanirono quando il datore di lavoro mi disse: “Ti dò mio figlio per marito, lo vuoi?” Mamma! Che paura mi venne, mi sentivo prigioniera, e capii più tardi il perché. Mi aveva voluto a bordo perché: ”sposalo, lui è pieno di soldi “. Anche se non era presente vedevo la faccia del figlio di cui, giuro che non ricordo più il nome. Ma luna20mare20animatoquella faccia con il naso aquilino e le orecchie a sventola mi sono rimaste impresse per tutta la vita. L’amore con la A maiuscola io volevo ! Devo riconoscerlo, gli sono grata per la vita a quell’uomo, un uomo tutto di un pezzo. Un uomo onesto anche se burbero e rozzo come i vecchi di mare. Vivere in mezzo al mare  con 7 uomini. Ho dovuto tirare fuori la grinta. Lui mi ha fatto da padre. E mi diceva: “Tu sei una bella ragazza, hai ragione, mio figlio è brutto. Lo vedo pure io”. Oggi racconto aaquesto perché mi piacerebbe che noi adulti lo raccontassimo ai giovani. Non ricordo quanto tempo di navigazione si fece, ma vedere la terraferma fu una grande emozione. Ho gridato come il marinaio di Colombo: “Terra Terra! “. Un sogno si era aperto. Mai e poi mai i miei occhi avevano visto il paese delle favole. Una luce strana, un mare che si inseriva nei monti (fiordi), piccole case di legno con il tetto appuntito. Era Berger. Io allora non sapevo niente di geografia. Ma ho capito subito che eravamo nel posto giusto per quello che si doveva fare. Filoni come da noi l’uva: erano merluzzi messi ad essiccare al sole. In quel periodo conquistai molta padronanza di me stessa. Tanto è vero che portavo già  i pantaloni, i classici jeans blu marina dei camalli (scaricatori) poi diventati famosi in tutto il mondo ma nati a Genova.Tutto quello che vi ho raccontato è stato come aprire il baule della nonna in soffitta.

colombi che volanoDa Alba, Genova

LORENZO.RM

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