Rudy e sciumy
Scritto da Scoiattolina il 4 Marzo 2010 | 11 commenti- commenta anche tu!
Questo racconto e scritto da Eleonora.lo
e le foto sono di rudy sciumy e birillo
Rudy e sciumy
-Anno 2005 -Lunedì e giovedì notte passa la nettezza urbana a raccogliere i rifiuti.
Una di quelle sere, stavo per prendere
sonno ma sento, come da lontano, un verso continuo; sembra il vagito di un bambino appena nato. Strano, non ho vicini di casa. Mi alzo, esco in strada e noto che il pianto arriva da un sacchetto di plastica che qualcuno aveva appoggiato sopra il mio sacco dell’immondizia. Mi sono fatta prendere dal
panico, non riuscivo a reagire. Avrei dovuto aprire subito quel sacchetto di plastica che si muoveva. Ho telefonato ad un’amica, le ho raccontato cosa stava succedendo ed è accorsa in mio aiuto. Lei ha aperto il sacchetto e, sorpresa, all’interno, dentro un
sacchetto di carta c’era un gattino, tanto minuscolo che era più piccolo della mia mano Lo abbiamo portato in casa, abbiamo tentato di rifocillarlo ma, poverino, non riusciva ne a mangiare, ne a bere. L’ho riscaldato tenendolo in braccio e vegliato tutta la notte. Al mattino ho chiamato subito la veterinaria.
Responso: il micino era troppo piccolo per alimentarsi da solo, era nato sicuramente da meno di 10 giorni. E allora, cosa fare? Di corsa in farmacia a procurarmi biberon, latte in polvere e con tanta pazienza costringere quella boccuccia rosa a schiudersi. Una volta assaporato il latte non voleva più smettere. Quanta fame aveva!
Ma ecco complicarsi il problema. Ho tentato di far adottare il micino ma nessuno lo voleva (perché non di razza). Birillo il cane tentava di aggredirlo come se volesse
mangiarlo, Rudy, il coniglietto, cercava di graffiarlo con i suoi lunghi unghioli. Allora ho deciso per i “separati in casa”. Chiudo Birillo in camera da letto, Rudy in cucina e il micino lasciato libero di gironzolare in sala, in bagno, fuori sotto il portico e nel prato dietro casa per fargli esplorare l’ambiente. Ma lui vuole assolutamente stare in cucina accoccolato addosso al coniglietto. Da allora hanno vissuto in simbiosi, stessa cuccia, stessa sabbiera ma, forse per gioco, continuavano a molestarsi
dandosi zampate o rincorrendosi e facendo tanti danni. Poi, all’improvviso, un mese fa qualcosa è cambiato. Rudy non correva più. Preferiva stare nella cuccia tutto il giorno e il gatto, anziché molestarlo lo accarezzava con le sue zampone e lo leccava come per lisciargli la pelliccia. Ho pensato che forse finalmente iniziavano ad andare d’accordo… ma mi sbagliavo. Il giorno dopo mi accorgo che il coniglietto anziché fare i bisognini nella sabbiera aveva sporcato nella cuccia e il gatto nel tentativo di pulire raccoglieva i pallini con
la bocca ed uno alla volta li portava lui nella sabbiera. Prendo il coniglietto, lo porto in bagno per fargli un bagnetto e mi accorgo solo ora che non riesce a reggersi sulle zampine posteriori. Panico. Chiamo subito la veterinaria che sentenzia: paralisi. Adesso cosa faccio? Mi dice che sicuramente il coniglietto non soffre ma se voglio, me lo porta via. NO, NO lo assisto io. Ho fatto una cassettina su misura per sostenerlo e con lo spazio per la mangiatoia. Ma, aimè, non riesce a bere. Allora mi procuro una siringa e ogni due ore gli faccio bere un po’ d’acqua e il gatto, come una premurosa badante è sempre al suo fianco, giorno e notte, ad accarezzarlo continuamente. Si allontana solamente per cercarmi e farmi capire quando dovevo pulire il coniglietto e cambiargli il
pannolino. Il 21 febbraio, fra l’altro giorno del mio onomastico, il gatto continua a saltarmi addosso e a miagolare furiosamente. Controllo il coniglietto ma mi sembra che sia tutto come negli altri giorni. Verso sera smette all’improvviso di fare il pazzo. Va vicino al coniglietto e comincia a miagolare flebilmente. Ho pensato: questa è
una giornata da ricordare o da dimenticare e in quell’istante il gatto ha emesso una miagolata stridula mentre il coniglietto si accasciava senza vita. Il gatto continuava a strillare e accarezzare il coniglietto. Non
poteva continuare così. Ho adagiato il coniglietto in una cestina avvolto in una copertina e l’ho portato nel box. Il mattino seguente è venuta la veterinaria a portarlo via. Da allora il gatto non si d pace, strilla e corre come un disperato per tutta la casa, nel box e al cancello. Sono sicura che sta piangendo ed io piango con lui di dolore e commozione....ele




Il racconto è dolce e tenero. Testimonia una volta di più la grande sensibilità degli animali, in questo caso del gatto. Bravissima Eleonora.
Grazie Eleonora, che storia commovente e bella! Poi sostengono che i gatti sono amorfi, che non dimostrano le loro emozioni, che non sono affettuosi ecc.
Una volta di più, ecco la dimostrazione della loro sensibilità.
Un caro saluto ele
Bella storia ele, molto commovente…Grazie x avercela raccontata!
Ele, triste come storia ma devo dire molto solidale …. l’amore tra animali di diversa razza , come gatti e conigli …. mi sono riaffiorati i ricordi del mio coniglietto nano quando è morto ..quindi Ele so cosa provi e so anche che queste cose le porti con te nel bagaglio , anche se sono animali alla fine sono di famiglia vivi e vivono le nostre abitudini …baci Ele
Eleonora, grazie di questo racconto, ..spesso mi viene da pensare al mio cagnolino che ho lasciato al paese (lui sta meglio li che non in casa)e mi chiedo se “avesse la parola cosa mi direbbe”..la cosa che vorrei sentirmi dire è ..sei un buon padrone affettuoso!
Un racconto davvero emozionate , complimenti Eleonora , per la bella umanità che leggo nel tuo scritto . Mat
ciao ele bellissima la tua sensibilità che anche i tuoi amici animaletti assorbono e ricambiano, forza ele spiace ma te e il tuo coniglietto vi siete fatti compagnia il bello c’è stato ed è stato piacevole riciao ele da lieta
Ele ho capito da subito ke tu eri una persona speciale, con una forte sensibilità, x questo ti ho sempre ritenuta degna della mia attenzione e della mia ” amicizia”. Il tuo amore x gli animali non si limita ad essi…tu ami kiunque abbia bisogno del tuo aiuto e ci dai spesso lezione di vita. La storia da te raccontata è tanto bella ed è raccontata con una semplicità ed intensità tale ke anke se non amassimo gli animali..ci verrebbe voglia di averne uno x vivere le tue stesse emozioni. Grazie ele. ( Birba)
Quanta tenerezza sprigiona questo tuo racconto che , penso, sia autobiografico.! Storia di animali che riescono a convivere,pur con una iniziale difficoltà di rapporto,aiutandosi l’un l’altro.E’ banale dire che dovremmo imparare da loro.Tu , eleonora , hai una sensibilità estrema che apprezzo, perchè anche io amo molto qualsiasi animale e mi dispiace persino uccidere una mosca.Penso, anzi ne sono certa, le tue ” creature” ti voglione molto bene e ti danno molte soddisfazioni
ele amica mia posso dirti storia analoga la mia tra il mio cane wisky e il mio passerotto ciccio,ciccio era libero in casa e il mio cane già pensava di farne 1 bocconcino io spiegai a wisky che nn si toccava xkè era piccolo e wisky mi ha obbedita, x 7 anni erano inseparabili, ciccio mangiava nella scodella di wisky e si faceva il bagnetto nella scodella dove si beveva,una mattina wisky mi sveglia piangendo e mi tira in cucina indicando in nido di ciccio,lo trovai morto,ormai era vecchio il caro ciccio, wisky lo a leccato, o forse e meglio dire lo a bacciato x mezza giornata.a volte sembrano storie incredibili ma sono vere.gli animali sanno darci i veri esempi di vita.
Tutto bello Elena. Il rapporto fra esseri umani e animali dà risultati eccezionali. Se le persone amano non c’è migliore ricezione di quella degli animali. Diventano quasi degli alter ego. Poi quando il racconto è scritto con la dolcezza che mette Elena il risultato è unico.