Giovanni Leone, omicidio mediatico ?
Scritto da Scoiattolina il 25 Marzo 2010 | 8 commenti- commenta anche tu!
“Ora va molto di moda sui giornali, anche quelli più aggressivi e senza scrupoli, deplorare la pratica chiamata “character assassination”, il massacro dell’immagine e della reputazione di un nemico politico sottoposto alla gogna mediatica. Non sarà dunque superfluo ricordare che, negli anni Settanta, contro l’allora Presidente della Repubblica Giovanni Leone, l’Italia ha assistito a uno dei più riusciti esperimenti di assassinio d’immagine, a una campagna spietata di denigrazione politico-giornalistica che anticipò la condanna e sfociò nella distruzione umana e politica della vittima designata.. Così come è doveroso riflettere sul fatto che, tra chi approntò la ghigliottina dove far rotolare la testa del povero Leone, si segnalarono gli sforzi congiunti del feroce giornalismo ricattatorio dei dossier e di quello progressista, altrettanto feroce ma pateticamente smanioso di conquistarsi i galloni di un caso Watergate all’italiana.
Decenni dopo l’assassinio d’immagine e quello politico, Giovanni Leone fu beffardamente “riabilitato”. Ma la “riabilitazione” è un’orrenda pratica stalinista con cui gli stessi
carnefici elargiscono “post mortem” alla vittima un derisorio risarcimento. Solo i radicali Pannella e Bonino e il presidente Napolitano hanno dimostrato un autentico rammarico per il misfatto compiuto. Ma i tardivi scopritori delle nefandezze di quel rito atroce designato come “character assassination” non sembrano colpiti dal cumulo di false accuse, ingiurie, diffamazioni con cui il giornalismo al veleno di Mino Pecorelli (riesaminato non senza coraggio da Alessandro Campi sul Riformista) e quello di Camilla Cederna e dell’Espresso, più blasonato e ispirato all’epopea delle inchieste civili contro il potere di matrice anglosassone, allestirono la tenaglia che avrebbe stritolato Leone e la sua famiglia. Non era vero nulla (molto utile la lettura di “Giovanni Leone. Un caso giornalistico degli anni Settanta” pubblicato nel 2005 da “I quaderni di Desk”). Non era vero che Leone fosse l’”Antelope Cobbler” dello scandalo Lockeed. Non era vero che il Quirinale di quegli anni fosse il sordido palcoscenico delle presunte
sregolatezze della famiglia del presidente, come insinuava con insistenza ossessiva Pecorelli e come arrivò a voler credere, per odio nei confronti di Leone e della DC, la sinistra politica e giornalistica di allora.
Ancora sotto choc per la tragedia di Moro, la DC e il PCI costrinsero Leone, innocente al cento per cento, alle dimissioni. Il giornalismo duro e puro esultò: l’assassinio d’immagine aveva anticipato quello politico. Oggi chi, da destra e da sinistra, sposa nuovamente con soddisfazione quel tipo di giornalismo-scimitarra chiamato “character assassination” (addossandone la colpa solo all’avversario) dovrebbe meditare sulla persecuzione che colpì Giovanni Leone: una vergogna giornalistica che non ammette <riabilitazioni>.
suo contenuto, il quale potrà opportunamente fungere da monito, riflessione, spunto per dei ragionamenti in merito ad episodi più recenti che stanno dinanzi agli occhi di tutti, in un campo o nell’altro. Tutto ciò senza voler “parteggiare” in alcun modo. I fatti di costume, quando ci sono, appartengono a tutti.
Questi fatti, per dirlo con Battista, si riassumono in “condanne preventive da parte dell’opinione pubblica, promosse dal giornalismo-scimitarra”. Potrebbero, questo tipo di condanne far capolino ancora nel nostro democratico Paese? Io penso di sì ma lascio volentieri la parola a voi.
Lorenzo.rm
Spero che questo articolo venga letto e commentato dagli amici eldyani. Di fronte al suo contenuto, di estremo interesse, non ci si può nascondere. Il giornalismo-scimitarra, come lo definisce Battista, può fare più male di un’arma vera.
Molto significativo l’articolo di Battista: il caso Leone lo abbiamo dimenticato tutti, credo, ma è proprio necessaria una profonda riflessione in merito.
Grazoe Lorenzo per avercelo ricordato.
Grazie Giovanna. Ormai la stampa, più o meno, si affida alla maldicenza sistematica nei confronti dei cosiddetti “potenti” e tutti ci siamo ormai abituati, anzi ci tuffiamo nella notizia indiscreta, vera o falsa che sia, con tutto il seguito di polemiche , querele, fughe di notizie. Il caso di Leone fu esemplare, soprattutto perché venne montato senza essere per niente vero.
Ricordo perfettamente il caso Leone che , all’epoca, fece scalpore. Vergognoso intreccio di ipocrisie che fecero presa sull’opinione pubblica ,perchè , come ben dice Lorenzo, non eravamo ANCORA abituati.Da questi precedenti dovremmo trarre qualche esitazione prima di condannare chiunque , anche un ” nemico” politico.
Sì, Maria, non c’era ancora l’abitudine a questo tipo di cose e tutto sembrava così vero. Ma era solo un piano per distruggere. Oggi queste avventure di stampa-scimitarra si sono diffuse a dismisura e sicuramente non impressionano più come “quella volta”. Ma possono distruggere la vita di ognuno, come allora.
Ciao Lorenzo forse ricorderò male, ma mi pare che le accuse per l’uso dei mezzi di Stato usati molto frequentemente per uso privato dai figli corrispondano al vero,lo scandalo Lockeed, non verteva sulle tangenti ma sulla necessità o meno di acquisire aerei costosi con un autonomia a largo raggio, inutile a quei tempi è vera, con il senno di poi e con il tempo..tutto sbiadisce, e spesso fà comodo in certi periodi riabilitare, per evitare processi attuali, magari simili a precedenti, onde ripetere simili errori se errore ci fu’ nel valutare il suo operato!
Lorenzo, la pratica della scimitarra è tuttora in voga in questi giorni sembra la stiano usando contro Benedetto XVI per la questione della pedofilia, fenomeno sicuramente esacrabile, la stampa internazionale pare si stia impegnando ad arte per ritrovare casi del passato che abbiano potuto incrociarsi con le carice ricoperte da Razzinger, comunque tale pratica produce i suoi effetti sempre perchè l’opinione pubblica, come canne sbattute dal vento, è sempre disponibile a cedere da un lato o dall’altro senza fermarsi, con schiena dritta,a pensare con la propria testa. Ciò è dovuto anche al vuaierismo(lo scrivo come si legge) che colpisce tanti che corrono a comprare i giornali alla ricerca di notizie piccanti e scandalose sulla vita degli altri. Lorenzo, comunque ho notato che anche nel piccolo mondo delle chatt è in voga sia la tecnica della scimitarra sia quella del vuaierismo.
Aldo, sotto accusa nell’articolo era la pratica della scimitarra da parte della stampa e non la legittimità o meno delle accuse, che deve essere trattata nelle sedi opportune. C’è chi gode in varia maniera, hai ragione Pino, e questa dell’accusa propalata e non provata è una. Intanto si accusa e si propala, poi chi vivrà vedrà. Ma, come al tempo del Presidente Leone, intanto si rovinano delle persone. Grazie dell’attenzione, Aldo e Pino.