LE PUNTURE E I MORSI DI ANIMALI
Scritto da Scoiattolina il 30 Maggio 2010 | 13 commenti- commenta anche tu!
LE PUNTURE E I MORSI DI ANIMALI
Con l’inizio della bella stagione ecco che i piccoli e insidiosi insetti iniziano a darci fastidio alcuni consigli utili per salvaguardare la nostra salute:
Consideriamo in questo capitolo i morsi di serpenti velenosi e di animali rabici, le punture di insetti o di animali forniti di aculei.
Morsi di serpenti: La vipera è l’unico serpente velenoso presente nel nostro territorio. Vi sono alcune varietà di vipere: la
vipera Boerus, lunga 75 cm circa, con grossa macchia ad X sul capo, il dorso ornato da due rombi e con due piccoli scudi cutanei e delle piccole squame tra gli occhi. Il colore grigio dal chiaro allo scuro; la vipera, Aspis, lunga circa un metro, di colore grigio, con il muso triangolare e, sul capo, due piccole escrescenze cutanee a mò d’ornamento. Ogni vipera ha in bocca due denti più lunghi degli altri, i denti del veleno, che sono in comunicazione con una piccola sacca contenente il veleno stesso. Le vipere vivono in zone calde aride e sassose e, in
inverno, cadono in letargo, mentre nei mesi caldi vanno cercando il cibo o prendono il sole tra le rocce e sassi. Le vipere in genere attaccano solo per difendersi e sollevano la testa a pochi centimetri del suolo. E’ buona norma, in zone battute da vipere, portare scarpe alte a gambaletto, sincerarsi della incolumità dei posti ove ci si siede, ci si corica o si pongono le mani.
Sintomatologia del morso: Il paziente avverte il morso con una
sensazione di puntura improvvisa e può avere o meno visto il rettile. Nella zona del morso si nota la presenza dei due fori d’ingresso dei denti del veleno (come dei piccoli puntini alla distanza di tre o cinque millimetri circa l’uno dall’altro) e, attorno ai puntini, un arrossamento e un edema duro che si instaura rapidamente. I sintomi generali si avvertiranno dopo un po’ di tempo più o meno lungo, a seconda della quantità o della tossicità del veleno (questi attributi variano a seconda dell’età, delle condizioni del rettile e della
stagione). Tali sintomi sono: secchezza delle fauci e sete intensa, vomito, diarrea, crampi muscolari, pallore progressivo, rallentamento degli arti; infine, paralisi respiratoria, e quindi la morte.
P.S.- Se s’interviene poco dopo che l’individuo è stato morso, ( se non si ha a disposizione una iniezione antiveleno ovvero antiofidica)si consiglia di applicare, se è possibile, un laccio emostatico o una cintura a monte del morso, in modo da ritardare l’entrata in circolo del veleno. Si incida la cute eseguendo un taglio, che unisca i due fori d’ingresso, di circa 5-7 mm. e profondo circa ½ cm. Fatto questo, si esegua un altro taglio
perpendicolare al precedente, nel punto di mezzo, lungo circa 3 0 4 mm. e profondo 3-5 mm. Si sprema con forza la ferita e, contrariamente a quanto detto da molti autori, non si deve succhiare la ferita e successivamente sputare. Infatti, una piccola lesione orale o gengivale, venendo a contatto del veleno, può causare la morte del soccorritore. Il paziente, nel frattempo, dovrà essere steso e mantenuto il più possibile immobile per rallentare la circolazione; gli si potranno somministrare bevande come caffè o il thè, anche allo scopo di mantenerlo sveglio. E’ bene comunque effettuare queste manovre solo nell’eventualità che tra il morso e la prima somministrazione di siero antiofidico debba trascorrere un periodo di
tempo di 30 minuti circa. Il paziente deve essere rapidamente trasportato là dove gli si possa somministrare il siero antiofidico. In ogni caso chiamare i soccorsi poiché la somministrazione del siero dovrebbe essere fatta da personale specializzato.
Punture di ragni e scorpioni: La specie dei ragni e degli scorpioni che vive in Italia non è estremamente pericolosa per la sua puntura inietta una quantità di veleno non letale.
Tuttavia, in particolari soggetti allergici, ci può anche essere pericolo di vita.
Sintomatologia: Il paziente ha dolore urente
ed intenso prurito là dove è stato punto, e nella zona medesima si osserva arrossamento ed edema.
P.S.- In genere è sufficiente un piccolo taglio con spremitura della ferita e toccatura con ammoniaca. Fatto questo, spalmare sulla ferita una pomata antiallergica.
Punture di insetti con o senza pungiglione: Intendiamo per punture di insetti con o senza pungiglione la lesione provocata dall’infissione nella cute del pungiglione di un insetto con o senza ritenzione del pungiglione stesso. Gli insetti in causa possono essere: Le api, le vespe, i calabroni, le pulci, le zecche, le zanzare, i tafani,
eccetera. Il veleno di questi insetti si diffonde in ambiente lievemente acido.
Sintomatologia: La parte lesa è arrossata e tumefatta, il paziente presenta dolore e prurito. Se l’insetto è a pungiglione rostrato, osserveremo il pungiglione stesso infisso. Le punture di questi insetti si rendono pericolose per la vita del paziente quando sono numerosi, come nel caso di attacco di un intero sciame di api o vespe o calabroni.
P.S.- Se il pungiglione è infisso, lo si può estrarre con la punta di un ago. Se si tocca la lesione con ammoniaca o tintura di iodio per impedire la diffusione del veleno e si applica una pomata antiallergica fino a totale scomparsa del dolore.
Punture di pesci velenosi: Tra i pesci velenosi dei nostri mari vi sono: il
pesce ragno, fornito sul dorso di alcuni aculei con veleno, e lo scorfano.
Sintomatologia: La sintomatologia è simile a quella precedentemente descritta nelle punture da insetti.
P.S.- non è diverso.
Getto di urina di rospo: Il comune rospo, se irritato, si
difende proiettando un violento getto di urina.
Sintomatologia: Vi è arrossamento e prurito intenso della parte interessata, è sufficiente lavare con acqua.
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Morsi di animali rabici o sospetti rabici: Tutti i
mammiferi, e in special modo i cani, possono ammalarsi di rabbia. Il virus rabico ( agente etiologico della rabbia ) viene emesso con saliva e può aver già infettato l’animale senza aver dato una sintomatologia evidente ( periodo di incubazione ). L’animale ammalato può trasmettere il virus rabico all’uomo mordendo o soltanto lambendo una sua qualsiasi lesione cutanea. Il virus si
localizza nel cervello e, alterandolo, porta anche a morte l’individuo.
Ogni volta che un animale morde o lambisce una persona, si deve sempre sospettare un possibile infezione rabica e tener presente che è più facile prevenire un’infezione rabica che curarla quando si è instaurata.
Sintomatologia: I morsi degli animali possono essere considerati e descritti come ferite lacero contuse e i sintomi specifici della malattia rabica si manifestano dopo un periodo d’incibazione che varia da 6 a 20 giorni circa.
E’ bene precisare che la comparsa di questi sintomi poco si può fare per il paziente e ciò che si fa è di stretta pertinenza medica. I sintomi sono tutti di origine nervosa e, tra essi: sete intensa con abbondanza di salivazione, alterazione del carattere con tendenza all’aggressività e repulsione e impossibilità a bere, sintomo che ha dato il nome di idrofobia alla malattia rabica.
P.S.- La ferita lacero contusa, provocata da morsi, deve essere lavata accuratamente e disinfettata con tintura di iodio “in situ” il più presto possibile, il paziente deve essere avviato al centro antirabico; se è possibile, catturare e tenere in osservazione l’animale da parte dell’autorità veterinaria.
NEMBO
ATTENTI ALLE API E VESPE !!
http://www.youtube.com/watch?v=W0ViVbGZAdM



