Depressione “post partum” !!
Scritto da Scoiattolina il 23 Giugno 2010 | 21 commenti- commenta anche tu!
Quelle mamme lasciate sole con la depressione “post partum”
NON TUTTE LE MAMME REAGISCONO BENE DOPO IL PARTO
Questa seguenza di immagini sono di Geri Halliwell una nota cantautrice e scrittrice britannica in giro con la sua piccina per fare shopping, lei ha avuto una depressione post partum non è stata lasciata sola ed ora si vive la sua bimba come nulla fosse sucesso ma purtroppo non è sempre cosi .
E’ un articolo della psichiatra Federica Mormando, pubblicato su “Idee e opinioni” del Corriere della Sera del 4 giugno 2010, a pag. 44.
Leggendolo, ci sarebbe da domandarsi come mai, di questo fenomeno, ci si cominci ad occupare solo adesso. Ma tant’è.
Noi siamo un Paese che si occupa sempre delle cose relativamente meno importanti e meno di quelle più importanti, che incidono dolorosamente sulla carne viva dei cittadini, in questo caso delle cittadine.
Ma leggiamo che cosa dice la Formando:
“ I recenti infanticidi hanno messo in evidenza il fenomeno della depressione “post partum”, che può sfociare anche in gesti estremi.
Di qui la proposta del trattamento sanitario obbligatorio (Tso) per le donne affette da questa sindrome. Bene che si evidenzi, anche se in modo così drammatico, una patologia di cui troppo poco si parla. Certo, se i segnali sono drammatici il Tso è necessario, ma il più delle
volte nei primi giorni dopo il parto la depressione non si evidenzia così fortemente. Uno stato di malinconia è infatti fisiologico, e si può definire patologico solo se perdura.
Il più delle volte la situazione familiare aumenta lo stato depressivo: la solitudine, l’allattamento, la privazione del sonno, l’essere bloccata in casa con uno o più bambini senza aiuti, l’assenza del compagno sia nell’accudimento del neonato sia nella vicinanza affettiva, possono esasperare lo stato di ansia e depressione. Così la donna cova dentro di sé i propri pensieri drammatici e la paura di fare del male ai bambini, quasi sempre tenendoli sotto controllo, talora concretizzandoli in modo apparentemente imprevedibile. Su questo manca l’informazione: anche nei corsi pre-parto di rado si parla in modo approfondito con la donna e con i familiari del dopo-parto dal punto di vista psicologico. I manuali insegnano di solito più a curare il bambino che la madre.
I padri poi rinfacciano alla compagna di trascurarli assai più spesso di quanto non le stiano
accanto. La funzione “maschile” dovrebbe essere invece quella di essere vicini alla donna da poco madre. Io credo che l’informazione dovrebbe essere più estesa e capillare di quanto non sia, che l’attenzione psichiatrica in cliniche e ospedali debba essere molto accurata prima delle dimissioni e che, in casi di dubbio, si debba provvedere a una presenza attiva dei servizi di zona, anche a domicilio. Fino, ma solo nei casi più gravi, a giungere al Tso, extra o intra ospedaliero”.
Federica Mormando
E noi, perché non ne parliamo riflettendo? E’ una fase cruciale dei rapporti fra i generi, una, per dirla in sintesi, in cui la donna può assumere la veste di vittima ed in cui l’uomo, spesso inconsapevole, la avvia alla disperazione. Con l’effetto di far sfociare una situazione curabile in tragedia familiare e sociale.
Che ne pensiamo?
Lorenzo.rm

















