Archive for ottobre 3rd, 2010

ARTE ……TIZIANO VECELLIO !!

arte

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TIZIANO  VECELLIO

(1490 – 1576)

Tiziano Vecellio nacque a Pieve di Cadore da famiglia importante e agiata.

Sul finire del Quattrocento la nuova strada della pittura veneta era stata aperta da Giovanni Bellini, e nel primo decennio del Cinquecento Giorgione di Castelfranco 1proseguì lungo quella direttiva creando un linguaggio pittorico fondato essenzialmente sul colore. Ma chi portò alle conseguenze estreme i risultati di Giorgione, e contemporaneamente collocò la pittura veneta in una posizione d’avanguardia,  fu Tiziano Vecellio che si educò alla scuola del Maestro di Castelfranco e ne condusse a termine alcune tra le ultime opere.

Già in questi primi contatti di Tiziano con la pittura – nel candido lenzuolo e nel paesaggio ampio e silente con cui completa la Vergine giorgionesca, nella realizzazione del Concerto campestre, forse appena abbozzata dal Maestro – apparve chiaro il compito che egli si prefiggeva e felicemente raggiunse. Egli solo, infatti, realizzò la conquista delle ampie zone di colore esteso e felice, che nelle opere di Giorgione appariva appena accennato, frutto di un’intuizione geniale.

La visione di Tiziano fu quella di chi crede che tutto, uomini e cose partecipino di una stessa forza e di un unico impulso vitale; in tale concezione trovarono posto meravigliosi nudi dei suoi primi quadri,  del Concerto campestre, del Louvre, dell’Amor sacro e 2dell’Amor profano, della Galleria Borghese e della Venere d’Urbino, degli Uffizi.

Figure, queste, di dorata e morbida bellezza, che dominano calme nel quadro sontuoso e fiorito di stupendi colori, come nate da quella stessa natura. Trova posto, anche in campo stilistico, quel suo straordinario linguaggio che fu chiamato “classicismo cromatico”, per indicare la perfetta armonia di luminose e vive zone di colore avvicinate tra loro.

Il suo massimo capolavoro fu l’Amor sacro e l’Amor profano,  dipinto all’età di circa 25 anni, in occasione delle nozze di Nicolò Aurelio, veneziano e Laura Bagarotto. La candida sposa,  vicina ad Amore, viene assistita da Venere in persona. Le due donne, di simile perfezione, simboleggiano l’una la felicità breve in terra, con l’attributo del vaso di gioie e l’altra la felicità eterna e celeste, con in mano la fiamma ardente dell’amore di Dio.

La pittura di Tiziano è morbida ed energica ad un tempo e in essa c’è come un respiro che dà ampiezza alle immagini, le fa più grandi, come se un lievito interiore le dilatasse.

3La vitalità delle immagini pittoriche di Tiziano, lo splendore che è in esse, la bellezza, la gioia, l’energia che da esse si sprigionano hanno radici nella concezione rinascimentale che animava l’artista, una concezione che non era più monastico-feudale, ma attiva, dinamica, ispirata a valori terreni.

Nella maggior parte dei suoi famosi ritratti vi sono raffigurate donne bellissime e sensuali, molto spesso con la capigliatura sciolta ed abbondante che ricade sul corpo dalle nude spalle. In tutte le sue opere predomina il rosso. Più che ritratti sono considerate pure esaltazioni dell’eleganza e della bellezza femminili.

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Riportiamo il pensiero di Giorgio Vasari sull’artista:

“Et avendo una meravigliosa pratica nella terra, nella quale diligentissimamente lavorava, trovò il modo di inventare essa terra con il fuoco, in una maniera che  no la potesse offendere né acqua né vento. Et riuscitole tale invenzione, lasciò dopo sé eredi i figliuoli di tal secreto.”

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Analisi del quadro, tra i più celebri:

“L’Amore Sacro e l’Amore Profano”.

Tiziano - L'Amore Sacro e l'amore profano 1

Nella simbologia del quadro verrebbe subito da pensare che la figura vestita a sinistra rappresenti l’Amore Sacro, per la sua aria  mite e composta, vestita di tutto punto, mentre l’altra figura nuda a destra   dovrebbe rappresentare l’Amore Profano. Un giudizio logico e naturale in base alla morale cristiana. Ma non era  affatto  a questa morale che Tiziano si ispirava ed intendeva illustrare. Una interpretazione corretta può sgorgare solo dall’attento esame delle differenze fra le due figure femminili: nell’abbigliamento, nei colori. Nello sfondo, nella posizione, nel gesto e nel contrasto tra scrigno e bacile. Occorre ancora tener presente che nell’antichità la nudità era considerata simbolo di purezza, di genuinità, di virtù, di candore e, soprattutto, di assenza di finzioni (pura verità, o nuda verità sono ancora sinonimi.

Quindi l’Amor SacroÈ è rappresentato dal nudo, mentre l’altro, quello Profano, è vestito  sontuosamente, in quanto sono appunto gli abiti e l’acconciatura i più importanti artifici a  cui ricorre l’Amor Profano.

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I capolavori di Tiziano Vecellio

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