Scritto da Scoiattolina il 2 Novembre 2010 |
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Notizia del’ultim’ora
Apprendo ora, con costernazione, che Sakineh sarà giustiziata
domani, 3 novembre, nella prigione di Tabriz, dove è rinchiusa da quattro anni.
Il caso, come ben sapete, ha suscitato le dure proteste della comunità internazionale e una martellante campagna della stampa straniera, tanto che le autorità Iraniane hanno deciso di commutare la lapidazione in impiccagione.
Che dire? La presa di posizione del mondo intero, purtroppo, non ha avuto il successo auspicato e questo ci riempie di dolore e non possiamo che protestare ancora, seppure inutiolmente.
Ci auguriamo che la popolazione Iraniana prenda pian piano consapevolezza di questa orrenda legislazione e riesca a farla cambiare. Da parte nostra con tinueremo a farci sentire, con tutti i mezzi possibili.
Un pensiero molto sentito al figlio, che pure ha combattuto perché tale esecuzione non avvenisse.
Giovanna.rm 2.10.2010
La redazione del bosco
La vita non è nostra ma è un dono che ci è stato consegnato in prestito e noi abbiamo l’obbligo di conservarla fino a che non ci verrà tolta ma nel modo naturale così come la nascita. Come possono altri esseri umani arrogarsi il diritto di togliere la vita ad un proprio simile ? Chi sono costoro ? cos’hanno nei loro cuori ? Con il loro ragionamento meriterebbero lo stesso trattamento ma sono troppo ciechi per poterlo capire.
speriamo nn sia stato inutile tutto quello che è stato fatto per questa causa
e poi gli facciam costruire moschee dove predicano guerra santa anzichè pace e amore veri
Amici, pare che per oggi l’esecuzione non ci sarà. Ma il pericolo rimane tutto. Riuscirà il mondo a farsi intendere dal regime di Teheran? Speriamo di sì. Ardentemente e cocciutamente.