LIBIA UN VERO MASSACRO
Scritto da Scoiattolina il 24 Febbraio 2011 | 71 commenti- commenta anche tu!
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LIBIA UN VERO MASSACRO
Vedendo quello che sta succedendo, notando che il mondo sta solo a guardare, spinto dalla emotività-rabbia, mi chiedo se un pazzo-tiranno che dista in linea d’aria 200 Km. da noi, possa fare tutto questo bagno di sangue ritenendoci complici di un complotto internazionale per rovesciare il suo governo. Mi chiedo altresì in che cosa consiste la politica italiana ed europea, e dove sono rintanati tutti i cosiddetti pacifisti che si stracciano le vesti!!! Dove sono tutti i moralisti? Possibile che non analizzino il quadro strategico di questi giorni e non capiscano che non siamo di fronte a rivolte spontanee, ma indotte, che mirano a replicare in tutto il nord Africa quanto avvenuto anni or sono?
Le vittime della guerra civile in Libia sono più di 10.000 e 50.000 i feriti. In questi giorni di scontri si è assistito ad un particolare fenomeno che non si era mai verificato nelle altre rivoluzioni mediorientali: i ragazzi sono scesi in piazza a dorso scoperto, un gesto per dimostrare che non sono intimoriti dalle forze di regime e che sono pronti a morire per i propri ideali.
Così purtroppo è stato, perché si è sparato su questa gente inerme. Il movimento per il cambiamento in Libia ha lanciato un appello, attraverso le pagine di un quotidiano Asharq-Al Awasat, ai piloti dell’aviazione nazionale chiedendo loro di bombardare il rifugio del tiranno, ossia il covo di Gheddafi a Bad al-Aziza, un gesto che, sostengono, restituirebbe al popolo indipendenza e libertà; altro invito è stato rivolto a tutti i paesi del mondo affinché intervengano in aiuto dei manifestanti, travolti in una spirale di violenza scatenata dal rais che non è disposto a cadere senza trascinare l’intera Libia con sé. Un milione di essere umani sono in ostaggio di Gheddafi a Tripoli, sono
rintanati in casa terrorizzati perché l’ordine dato ai miliziani fedeli e ai mercenari è di sparare a vista su qualsiasi cosa che si muova. Nessuno osa uscire, i casi di furti, stupri, saccheggi, omicidi, sono all’ordine del giorno, l’unica salvezza è la fuga. La frontiera, almeno sul lato egiziano, è sotto controllo dei militari del Cairo; secondo informazioni dell’OMI, organizzazione mondiale migrazioni, migliaia di stranieri libanesi-turchi-siriani- tedeschi-forse anche italiani, si sono uniti ai tunisini e stanno passando in Tunisia per tentare di tornare nelle loro patrie. Intanto tre navi della Marina Militare sono in movimento verso la Libia; le stesse potrebbero essere impegnate per il rimpatrio dei nostri connazionali poiché in Libia molti ce ne sono per lavoro. Ora ci sono i C-130 ma, se l’aeroporto dovesse essere chiuso, i nostri connazionali sarebbero rimpatriati via mare. Oltre un milione di profughi arriveranno sulla nostra terra, e mi chiedo se il nostro Paese sia pronto e, soprattutto, capace di tenere sotto controllo questa situazione.
Amnesty International ha accusato oggi la comunità internazionale di aver abbandonato il popolo libico nel momento di massimo bisogno. Proprio mentre il colonnello Gheddafi minaccia di ripulire casa per casa, l’organizzazione per i diritti umani ritiene la risposta del Consiglio di sicurezza vergognosamente al di sotto di quanto necessario per fermare la spirale di violenza; la stessa chiede un’azione concreta, incluso l’embargo immediato sulle armi ed il congelamento dei beni. Amnesty International ha chiesto da subito l’espulsione della Libia dal consiglio dell’Onu per i diritti umani; invitando altresì questo organismo ad inviare immediatamente una missione d’inchiesta nel paese per fermare l’eccidio. Oltraggioso, altresì, che il Consiglio per la pace e la sicurezza dell’Unione africana non si sia neanche riunito per esaminare la situazione di emergenza in uno dei suoi stati membri.
Ricordo che le richieste fatte al nostro governo da Amnesty sono tre: la richiesta, in virtù dei rapporti di amicizia esistenti tra i due paesi, dell’immediata e incondizionata fine delle violazioni dei diritti umani; la sospensione della fornitura di armi, munizioni e veicoli blindati alla Libia fino a quando non sarà cessato completamente il rischio sui diritti umani; la sospensione delle operazioni congiunte con la polizia libica sul controllo dei flussi migratori.
A prescindere delle decisioni politiche (che non ci competono) noi potremmo far sentire la nostra solidarietà a questo popolo nelle varie manifestazioni.
Tra qualche settimana ci ritroveremo invasi da questi rifugiati e non solo libici, ma anche tunisini, egiziani, ecc..; la virtù dell’accoglienza dei lampedusani non ha mai fatto difetto, ma c’è anche un Consiglio Europeo che è assente …, E noi cosa siamo in grado di offrire ai rifugiati, nella nostra situazione in cui ogni giorno fabbriche chiudono, la disoccupazione aumenta? Si pensi pure al fatto che tutta questa gente è sprovvista di documenti, e che è in ballo anche la nostra sicurezza: ricordo che solo in Tunisia circa 15.000 detenuti sono evasi, questa gente transiterà soltanto in Italia o rimarrà nel nostro territorio? Una direttiva CE del 2004-n°83 richiama le norme di protezione umanitaria ed è valida 3 anni con tanto di sussidiarietà, mentre per i rifugiati politici il permesso è di 5 anni; il nostro paese come definirà lo status di queste persone?
Inoltre, questi paesi sono pronti ad integrarsi nel modo occidentale o non sono ancora preparati a camminare da soli e autogestirsi dopo la fine delle barbarie che
stanno subendo? Pensando anche a molti terroristi infiltrati di Al Queda, che potrebbe forse far nascere uno o più emirati islamici, e che la stessa Cirenaica è forse già una teocrazia religiosa forse sul modello iraniano, tant’è che due sue navi –guarda caso- tutt’ora si trovano nel canale di Suez, un tratto di mare che, all’epoca di Mubarak, non avevano mai potuto attraversare.....Nembo
Tutto questo porta a una profonda riflessione, Voi Eldyani cosa ne pensate?
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Il nostro amico Fiorenzo, Nembo, ha affrontato con serietà, rigore, conoscenza, i principali risvolti politi, economici, religiosi della sanguinosa, improvvisa, misteriosa crisi dei paesi del Nord Africa. Intendiamoci, una crisi dagli imprevedibili sviluppi almeno per ora. Sono più tangibili ed urgenti i problemi umanitari, ma ce ne sono tanti altri, com’è ovvio. La cosa che fa arrabbiare il nostro amico è soprattutto il silenzio. Siamo con lui nel chiedere che si rompa questo velo e che la comunità internazionale assuma un ruolo ben preciso, per far cessare i massacri e per trovare soluzioni in senso democratico. Per l’Italia i problemi non saranno pochi e di poca entità e abbiamo diritto ad un aiuto, internazionale e, in particolare, europeo.
PPenso che si tratti di una situazione terrificante, che stanno morendo migliaia di cittadini innocent: una strage, forse senza uguali, per volontà di un uomo totalmente divorato dal potere e da una disumanità piena e indiscussa.
Mi domando anche perché le autorità dei vari Paesi, europei e no, si muovano con tanta lentezza di interventi.
Inoltre, vorrei ricordare che il nostro Ministro dell’Interno da tempo sta sollecitando l’Unione Europea ad assicurare una decisa collaborazione allorché il nostro territorio, così fisicamente vicino ai luoghi della guerra civile che sta compiendosi in Libia, sarà invaso da migliaia e migliia di profughi?
Non mi pare ci siano state prese di posizione o l’impegno garantito in tal senso.
A mio parere, dovremmo aiutare il nostro Paese a prendere una posizione inflessibile nei riguardi dei Paesi Europei anzitutto, perché assicurino il loro appoggio incondizionato
allorché si verificherà l’esodo inevitabile. Ciò è possibile attraverso interventi dei media a tutti i livelli, sostenendo la necessità assoluta dell’aiuto di tutti i Paesi, nessuno escluso.
Cara Giovanna, questa terribile situazione imporrebbe coerenza ed unità di intenti fra tutte le forze politiche in Italia, ed impegno reale e concreto nelle istituzioni europee e mondiali. Speriamo che tutti si diano una svegliata. E presto, sennò, mi verrebbe da dire, l’Italia si troverà nelle classiche condizioni dell’ortolano, in cui tutti chiacchierano mentre a lui va in …. il cetriolo.
Era già da tempo che il fermento del popolo libico veniva a poco a poco manifestandosi, fino ad esplodere in una guerra civile, la gente sentiva il desiderio di essere libero e democratico, ma sotto un dittatore sanguinario come Gheddafi non era possibile raggiungerla. E’ iniziato l’esodo di massa per salvarsi da quella carneficina, l’Italia, la terra più vicina e più ambita si è trovata impreparata ad accogliere questi poveri disperati grazie anche ad una politica di accoglimento fallimentare. Il dittatore ha pensato bene di assoldare mercenari, fra questi ci sono anche dei nostri volontari, per reprimere la rivolta e spargere ancora sangue. Questa situazione ci fa molto riflettere, dovremmo stare con gli occhi bene aperti, solo la diplomazia e la forza europea ed americana può sbrogliare questa matassa, molto intrecciata. Speriamo bene, anche se non sappiamo quanto durerà tutta questa situazione.
In Libia sempre più sangue, intanto anche il nostro consolato è stato inefficente o addirittura assente, ci sono ancora centinaia di nostri connazionali in quel paese, gli stessi sono stati derubati e sono senza viveri, i nostri politici non sono nemmeno capaci di riportare a casa i propri connazionali, Vergogna, speriamo che tramite una nostra unità militare la S.Giorgio che è vicina a -Misurata-riesca a farli imbarcare. U.E. pure lei assente, ne fanno parte 27 paesi, dove sono, cosa fanno, in che modo pensano di risolvere questo grande problema, concordo in toto come dice Lorenzo tt questi burattinai devono svegliarsi e prendere una decisione, assicurando un minimo di dignità a questa gente, altrimenti sarà troppo tardi.
Ragazzi… mi associo a quanto avete già espresso e che condivido appieno.
Quanto a me, sono spaventata, indignata e disgustata!!
Angelo, ti ringrazio delle tue sottolineature in merito a questa orribile vicenda. Noi possiamo fare ben poco al fine di chiarire le ragioni di quanto è avvenuto e avviene, né possiamo esprimere valutazioni sul da farsi se non sulla base della nostra sensibilità. Ben poca cosa quando le situazioni sono ben più complicate.Tu parli di fermento del popolo che si manifestava per raggiungere situazioni di libertà e democrazia, contrastato da un dittatore sanguinario. Sinceramente, stando a quello che si sapeva correntemente, tutto ciò non aveva evidenza. E poi la Libia è stata coinvolta nelle manifestazioni antigovernative buona ultima dopo gli altri stati nordafricani. Io non darei neppure per scontato che i rivoltosi, come da qualche tempo li chiamano (prima erano semplici manifestanti,) volessero fin dall’inizio democrazia e libertà e neppure che non ci siano fra loro o dietro a loro altri interessi che spingono verso soluzioni che neppure ci immaginiamo. E, infatti, tu concludi giustamente, Angelo, che solo la diplomazia e la forza americana ed europea potranno sbrogliare la matassa. Certo, i problemi che potranno derivare a noi sono immensi e mi sembra ingeneroso prendersela con la nostra impreparazione e la nostra fallimentare politica di accoglimento. Ma che cosa avremmo dovuto fare per non essere accusati di questo? Moltiplicare i campi di accoglienza, favorire in ogni modo le immigrazioni, ieri e oggi? E domani, poi? Quante strutture di accoglienza dobbiamo preparare e far funzionare in nome della giusta solidarietà per queste persone che vogliono andare via dal loro paese e raggiungere lidi più “ambiti”, come tu dici? Non so, speriamo bene. Io temo che, nell’attesa di conoscere tutti i risvolti della verità e di toccare con mano le misure concrete che verranno assunte dal mondo e dall’Europa rimaniamo noi soli come don falcuccio a fare quel poco o molto che possiamo, sopportando per giunta i rimproveri di chi ci definisce non idonei alla congiuntura. E questo sarebbe sommamente ingiusto.
Nembo, ti ringrazio ancora della tanta carne che hai voluto mettere al fuoco nel tuo bellissimo articolo. Sì, manifestiamo la nostra indignazione in merito a tutte le azioni che si sarebbero dovute svolgere a protezione dei nostri connazionali in Libia. E chiamiamo alla luce i burattinai che hanno scatenato tutto questo, pochi o molti che siano. Vedi, Nembo, sai perché parlavo del merito che hai avuto come apripista? Perché ho letto qualcosa sulla Libia da altre parti che mi ha fatto molto male. La lotta politica, quando si verificano immani tragedie come questa di cui ci stiamo occupando, va messa da parte. Ne va anche dello stesso buon gusto.
A Carlotta dico solo che i suoi sensi di spavento, indignazione e disgusto sono di tutti noi.
Scusatemi tanto che è tutta questa enfasi, non lo pensavate prima, cioè dall’ inizio in Egitto? Ai cari americani gli sono sfuggiti di mano parecchie cose, per cui ora se ne accorgono, e noi siamo già spaventati per le conseguenze, la nostra preocuppazione maggiore è la paura di perdere molto dei nostri confort, per me datemi pure del retrogado ma quella gente non capirà mai che è la democrazia quasi non la capiamo neppure noi.Una nota chi ha armato tutta quella gente?
Come ha scritto Max nella sua opera il Capitale ,evidenziando, che la storia si ripeterà,difatti è successo,con situazioni allarmanti ,sia a livello sociale,economico e politico.Poi come si può concepire,che per 40 ha governata da dittatore senza risparmiare nessuno, con metodi poco seri.Poi che dire di tutti gli italiani,cacciati via derubati nel periodo del dopo fascismo.Allora io penso che questo personaggio non ha nessun diritto di governare,bisognerebbe chiuderlo in galera a vita,senza nessun previlegio.Cosi la Libia possa eleggere democraticamente un parlamento dove siano tutelate i diritti umani e civili.
NO COMMENT !!!
Gheddafi non si smentisce mai come carnefice della sua gente, altresì ha ordinato alle sue milizie come fece molti anni fà di prelevare i cadaveri dalle strade e i feriti dagli ospedali per poi bruciarli per nascondere al mondo intero le prove di genocidio,altresì oggi in un suo discorso ha ricordato il nostro paese di averlo piegato e di aver vinto il colonialismo Italiano ( pensare che 1 anno fà le mettevamo perfino tappeto rosso e la sua benamata tenda x il bunga-bunga e mi fermo quà)forse il tiranno Gheddafi dimentica alcune cose e ritorno agli anni 1911-12 ( governo Giolitti) il cui consolidamento venne negli anni 20-30 ( detto anche quarta sponda appellativo)il rais dimentica che noi Italiani li abbiamo colonizzati-ma anche civilizzati con un enorme sviluppo socio-economico, e noi perdemmo il controllo della Libia non certo per Lui, ma quando le forze italo-tedesche si ritirarono dalla Tunisia 1943 e la Libia venne provvisoriamente amministrata dalla Gran Bretagna (il mio commennto nn è certo x ricordare questi avvenimenti) ma per ricordarci che nn è stato certo lui a -PIEGARCI- come ha detto oggi. Ancora oggi mentre vicino a noi centinaia se non migliaia di persone vengono trucidate per avere una libertà, il nostro -PREMIER- durante una conferenza stampa a palazzo Chigi per la presentazione di Zeffirelli, si è messo a scherzare sul bunga-bunga- e dire barzelette…si nota proprio che i due si assomigliano…( nel senso che entrambi usano mercenari il primo per sedare la rivolta, il secondo per la compravendita di deputati che si vendono in parlamento per avere la maggioranza)o forse ha dimenticato che in quel paese c’è una guerra civile, e Italiani come lui si trovano in difficoltà….altre parole nn servono. Scusatemi se forse sono andato oltre ma come sempre sono diretto e non sopporto l’indifferenza e il menefreghismo di certa gente che ci rappresentano e non sanno i valori di sentirsi ITALIANI
SPAVENTO,INDIGNAZIONE,DISGUSTO,ADESSO !IN TUTTI QUESTI ANNI INCHINI ,OSSEGUI,NON POTEVA ANDARE IN ALBERGO MA TENDE PIAZZATE.PENSO CON STRAZIO ALLE CENTINAIA DI INNOCENTI MASSACRATI E NON E’ FINITA.
Per Nino. Appunto, uno dei quesiti da chiarire è chi ha armato i rivoltosi. Mettiamolo fra i risultati di approfondimento di questo nostro servizio. Altro quesito, sempre tratto da quello che dice Nino, è rivolto a capire se i rivoltosi vogliono davvero libertà e democrazia o appartengono invece a gruppi contrapposti a quello di Gheddafi, o religiosi e simili. L’impressione di non sapere ancora tante cose è ancora molto viva. Quanto al fatto che la democrazia forse non la capiamo neppure noi, penso che tu abbia perfettamente ragione, Nino.
Rispondo a Cicco ringraziandolo sempre per la sua sensibilità e acutezza. In politica, purtroppo, non si fa l’analisi del sangue ai protagonisti, sicché essi possono essere più o meno gradevoli, più o meno intelligenti, più o meno buoni. Fino a quando, per dritto o per storto, rappresentano il loro paese, si parla con loro. Poi, è ovvio, ci sono le valutazioni, i distinguo, le riserve, le inimicizie, espresse ed inespresse. Che Gheddafi rappresentasse, fino ad ora, la Libia, non c’erano dubbi. Che non fosse un sincero democratico, neppure. Certo, a noi piacerebbe che al suo posto ci fosse un sincero democratico, ma non siamo noi, nella nostra coscienza, a decidere.
Peccato, Felpan, che tu non ci abbia messo al corrente del tuo pensiero, che sarebbe stato certamente interessante. Hai deciso così e personalmente me ne dispiace. Grazie, comunque, di essere venuto.
Caro Nembo, riconosci anche tu di essere andato oltre le righe ma ben venga la tua indignazione e la tua dirittura morale. Ce ne fossero tanti come te. Purtroppo la politica, e soprattutto quella estera, adopera canoni molto diversi dalla serietà e dalla moralità. E, credimi, sono tutti gli stessi. Nel caso di questa crisi, non metterei in mezzo, come spesso avviene, il governo italiano. C’è chi continua a fare battute e non mi piacciono (oggi sembra che la politica sia infarcita di battute). Nel caso specifico penso, ripeto, che, messe da parte le battute ed ogni interesse di fazione ad usarle e, soprattutto, messe da parte le polemiche politiche, ci sia da pensare al precipuo interesse dell’Italia a non pagare in prima persona il costo, sia in termini economici che sociali, dell’esodo, forse di tipo biblico, dei migranti dai paesi del Nord Africa..
A Sandra ribadisco ancora di essere d’accordo con lei nella valutazione morale dei fatti. Dico pure che, purtroppo, la politica adopera altri schemi, come dicevo sopra a Cicco.
Bene!Siamo tutti indignati,ma nel frattempo che si fa??
Intanto che (come dice Nembo) i burattinai stanno a guardare? Tentennano ,nicchiano e stanno a guardare perchè si sentono un po’ tutti ricattati dalla questione petrolio,che è una necessità per l’occidente,ma anche fonte di guadagno x il mondo arabo…
Prendono tempo , e intanto la strage continua….
Ci sarà l’embargo sulla fornitura degli armamenti,si congeleranno i beni all’estero della famiglia Gheddafi, ma nel frattempo , si fa incetta di armi, si trasferiscono i beni al sicuro,nel frattempo la strage continua , nel frattempo , terroristi islamici che vogliono annientare l’occidente ci invaderanno , e la strage continua …
Mentre i burattinai stanno a guardare…
E’ proprio così, Lieve. Ma non staranno sempre a guardare e allora quelli che non comandano si faranno una ragione delle decisioni assunte da quelli che comandano e li sosterranno con grande convinzione. Così vanno le cose del mondo. Solo i piccoli litigano fra loro, i grandi fanno finta.
dici che siamo un po’ tutti pecore? lorè??
No, Lieve, non siamo pecore, diciamo anche quello che pensiamo ma non ci possiamo far niente. D’altra parte, i musulmani hanno schemi di pensiero e d’azione molto diversi dai nostri (non dimentichiamo che noi per loro siamo figli del maligno) e per loro le uccisioni, le vendette, le ritorsioni sono del tutto naturali. Anche coloro che si sono ribellati lo hanno fatto essendo coscienti che avrebbero potuto lasciarci la vita. E con questo spirito l’hanno fatto. Quanto all’evoluzione dei fatti, penso che la comunità internazionale dovrà occuparsi dell’accoglienza e degli aiuti mentre, quanto ai futuri assetti di governo, i burattinai, come giustamente li ha definiti Nembo,non lasceranno certamente la parola al popolo. Forse avranno il potere i soliti noti dei militari? E i militari, a quali “famiglie”, economiche e religiose, risponderanno?
Intanto cominciano a precisarsi azioni ONU o Nato. Partiranno per il Nord Africa nuove missioni di pace?
Ci si stupisce che queste rivolte siano scoppiate nello spazio di pochi mesi e si pensa che dietro la loro nascita si nascondano trame imperialistiche o teocrazie deliranti,ma queste sono le considerazioni di Gheddafi ,lo ha detto chiaramente nel suo assurdo discorso.
Vi ricordo una data 22 febbraio 1848 , a Parigi la folla si ribellò contro lo strapotere di Luigi Filippo e quella scintilla dilagò in pochi mesi in tutta l’Europa, quando ci sono governi dittatoriali, autoritari, corrotti ed antidemocratici il POPOLO si ribella e se 160 anni fa è bastata una scintilla, potete immaginare che cosa può succedere ora con tutti i mezzi di comunicazione che abbiamo.Mi sembra anche sbagliato parlare di esodi biblici ,di sbarchi di centinaia di migliaia, se non di milioni di migranti ,questo serve solo a spaventare l’opinione pubblica per raccogliere consensi da parte di una politica che comincia a perdere colpi.Mi auguro che l’Europa non utilizzi sistemi pilatesci,ma mi auguro soprattutto che i paesi mediterranei: Italia, Spagna, Grecia , Turchia e tutti i paesi nordafricani prendano spunto da questi tragici accadimenti per pensare ad una Lega del Mediterraneo (ovviamente solo economica). Dato che questo bacino diventerà il punto focale per tutti i mercati ,soprattutto quelli dell’estremo oriente .Ora liberiamoci di questo dittatore ,se necessario anche con la forza e possibilmente di tutti gli altri Rais o non Rais e cerchiamo di guardare i giovani che sono morti nelle piazze della Libia, non avevano bandiere di partiti o di religioni ,avevano solo la voglia di libertà e la speranza di cambiare il futuro.
scusate ma guardate che il nostro SIG: BERLUSCONI è intimo amico di GHEDAFI, se non ci svegliamo puo’ succedere anche in ITALIA,, anche se siamo in una dittatura democratica, provate a pensare cosa comanda berlusconi in italia,,,,,,,BANCHE TV GIORNALI;;;;
Vero Lorenzo quello che hai scritto l’attuale politica è “infarcita” di battute e io aggiungo che è nelle -sabbie mobili- Cosa è in grado di incidere l’opinione pubblica su questa casta politica, che rimane impunita per quello che fanno, e il loro scopo è solo araffare! O forse siamo noi i corrotti, quelli della gente comune, che pagheranno di più energia, gas,e tutto l’ambaradan che segue per questa inflazione che non finisce mai, e diventerà ancora più forte per quello che sta succedendo nel mondo arabo. Noi, sempre più poveri, e loro a giocare con la sabbia. Sperando che un’onda cancelli il disastro che stanno facendo, e così tutti in TV ad urlare e far finta di costruire, tanto, seduti al banchetto, sono tutti d’accordo sul da farsi. Costruire altri castelli di sabbia, senza distinzione di colore politico (vedi decreto milleproghe)In questi giorni con la sventura dei paesi arabi, stanno insabiando cose che fanno vomitare es. Milano Pio albergo Trivulzio, in Puglia arresti per la sanità, Roma il sig. Claderoli pure lui -duro-e puro- con le mani nella marmellata per la casa…e potrei continuare…vero caro Lorenzo solo i piccoli litigano. Il detto l’avaria è la povertà dei ricchi. Sincerità e competenza costituiscono un’accopiata formidabile in politica, ma la nostra è solo VERGOGNA,e quando inciampa la lingua, è peggio del piede, ma i nostri politici anche se inciampano e dico castronerie ( falsità)la mascella lavora sempre!
Lorenzo, capisco le giustificazioni dell’operato del governo che tu dai, vista la tua tendenza politica. Non credo però che tutto sia stato fatto nel modo migliore. Il governo non ha mai avuto una posizione autorevole nei confronti della politica estera. I rapporti con la Libia sono stati puramente economici e di comodo. Non voglio assolutamente creare polemiche ma qualche volta il “mea culpa” bisognerà anche farselo, non credo che tutto in questo paese sia rose e fiori. Obbiettivamente devo anche riconoscere che non c’è stata un’opposizione che si è fatta sentire, non facendo abbastanza per poter cambiare questa situazione, tollerando e ignorando posizioni disdicevoli..
Franco, io non so da dove tu prenda tutte le tue certezze in merito ai fatti avvenuti ma mi auguro sinceramente che abbia ragione. Che tutto sia chiaro e, soprattutto, che in futuro ci sia riservata una vita senza dittature e dittatori. Sono troppo affezionato alla mia funzione di “arbitro” del dialogo per abbandonarla, né ora né mai. Penso che quello che succederà sia lontano mille miglia da quello che pensiamo o vogliamo singolarmente. Staremo a vedere, magari continuando a pensarla come la pensiamo. Intanto ti ringrazio dell’attenzione e degli interessanti elementi che hai offerto alla nostra discussione.
Giosuè, perdonami, tu sei un po’ pessimista e tifoso. Non sopravvalutare Berlusconi, né sottovalutare la nostra democrazia, che ha sì mille pecche però non può essere assimilata ad una dittatura democratica come la chiami tu. Poi se Berlusconi è intimo amico di Gheddafi, e tu lo sai, fai bene a denunciarlo. Anche il tuo argomento fa parte del materiale che conserveremo.
Fiorenzo, quanto hai ragione, amico mio. I tuoi argomenti sono anche i miei, t’immagini se mi faccio fuorviare da innamoramenti politici. Dico soltanto che gli effetti negativi per noi, come italiani, sono certi mentre quelli di un’evoluzione democratica per i paesi del Nordafrica sono incerti, in considerazione degli elementi di non evidenza che ci sono attualmente. Quanto alla casta dei politici, condivido le tue osservazioni e ti voglio confessare una cosa. Mi sono fatto una nomea di amico del governo dall’epoca in cui si dibatteva di politica nell’allora Riflettiamo, quando, di fronte a certe argomentazioni evidentemente di parte dissi una volta espressamente: “assumo per disperazione le parti del governo”. Non accetto infatti due cose: che si sia prevenuti di fronte a qualsiasi idea. da qualsiasi parte venga, e che si sia contro le istituzioni, soprattutto nei confronti dell’estero. Non è possibile, secondo me, che tutto quello che fa un governo (allora c’erano degli specialisti a denigrare ed insultare sistematicamente) possa essere sbagliato e che non ci si debba sentire comunque rappresentati da chi svolge un compito istituzionale. Faccio parte di quella gente che rispetta persone ed istituzioni. Non mi sono mai pentito di questa scelta.In virtù di ciò ritengo, per esempio, che i governi si battono alle elezioni o nelle istituzioni e mai in piazza.
Angelo, ti pare che non possa essere d’accordo con te? Per trovare una politica estera di prestigio del nostro Paese dobbiamo risalire ai tempi del prefascismo, anche se dopo, De Gasperi fu sicuramente un patriota. Però non mi pare che anche altri paesi presentino fulgidi esempi. Si fanno un po’ tutti i fatti loro e, tutto sommato, è giusto. Quanto alla politica, sì, diciamone tutto il male possibile. Però, appunto, male possibile. Ci sono i tribunali per condannare sul piano civile e penale e le elezioni per cambiare i governi. Nient’altro se vogliano rimanere in democrazia e se non vogliamo avvelenare la vita della gente e la nostra in particolare. Poche regole e chiare. Rimanendo per un attimo alla politica, mostrami i tuoi programmi, direi alla maggioranza se sono opposizione, e se mi stanno bene collaboro; se non mi vanno bene ti voto contro e quindi se vuoi il mio appoggio cambia qui o lì. Io comunque ti rispetto e tu rispetta me. E così via. Non è difficile se si vuole. Ho sempre pensato che la qualità della politica in un paese democratico la dia proprio l’opposizione. Naturalmente non quella alla Franceschini o alla Di Pietro. Come vedi, più che essere amico di Berlusconi, sono amico delle istituzioni. Quanto mi piace il concorrente presidenziale americano che, dopo aver perso chiama il vincitore e gli dice “Sei il mio presidente”.
Lorenzo condivido quanto tu hai scritto sempre in modo chiaro e con intelligenza, grazie dei tuoi interventi. Un grande plauso, con cordialità Nembo.
Caro Lorenzo ,a parte tutti i discorsi di politica estera fin qui esplicitati ,oggi mi sento veramente triste.
Il Presidente del Consiglio al convegno dei Cristiano Riformisti mi ha ricordato ancora una volta che sono un pericoloso comunista. Ha detto che questi marxisti-leninisti in Inghilterra si sono trasformati in laburisti, in Germania in socialdemocratici ,ma in Italia continuano ad essere pericolosi, disumani ,terribili comunisti. Cosa devo fare per fargi capire che non mangio bambini,che non ho tre narici ,ma soprattutto che i comunisti mi sono sempre stati sui coglioni? Che il suo amico ex KGB mi stà antipatico ? che non sono Gay ? Che nel 1956 ,quando lui cominciava ad andare con le escort ,io sendevo in piazza contro i carri armati russi in Ungheria ? Diglelo tu che si sbaglia e che per trovare un comunista in Italia ci vuole la lanterna di Diogene o i vecchi taccuini di Ferrara e di Bondi . Dategli qualche tranquillante….non se ne può più!
HAI COMPLETAMENTE RAGIONE, FRANCO. SPERIAMO CHE QUALCUNO GLI DIA UN TRANQUILLANTE. NON CREDO CHE, COME VECCHIO SOCIALISTA DEMOCRATICO, MI FACCIA AVVICINARE. SAI, QUALCHE SOSPETTO LO AVRA’ ANCHE PER ME.
Grazie Fiorenzo-Nembo. La mia simpatia per te è stata immediata, come può testimoniare Sabrina.
Lorenzo sei un vecchio socialdemocratico????…. Franco Muzzioli membro del consiglio provinciale socialdemocratico della provincia di Modena dal 59 al 68. Membro del comitato giovanile nazionale . Ho partecipato all’unificazione socialista al Palaeur a Roma come delegato…ho sopportato per un anno il matrimonio forzato con i socialisti e quindi mi sono tolto per sempre dalla politica attiva . Rimango però sempre “uomo di sinistra”, perchè un socialdemocratico non può essere di destra,ma antifascista, anticomunista e riformista……Dopo questo mio autodafè …mi piacerebbe però capire …….o forse non c’è da capire…il mondo è cambiato e non si comprende più qual’è la dritta o la mancina.
un grande dispiacere per cio’ che sta accadendo in Libia,e una grande preoccupazione per cio’ che accadra’ in Italia.Come dici tu,lorenzo,hanno schemi di pensiero e d’azione molto diversi dai nostri(e noi siamo i maligni),certo è che non si potra’piu’ viver tranquilli in casa nostra(perche’ tutti qui’ arrivano).Dov’è l’Europa unita che tutti tanto decantano?,
Grazie della tua “confessione”, Franco. La mia prima tessera del PSI l’ho presa nel 1960 a Catania, iscritto alla sezione Andrea Costa, storica sezione. Da universitario iscritto all’UGI, corrente socialista di Catania. Dal 1963, trasferitomi a Roma, iscritto alla sezione socialista del quartiere popolare di Tufello e poi a Monte Sacro. Segretario di Sezione, membro del direttivo circoscrizionale, esperto economico della IV circoscrizione di Roma, membro di una associazione a supporto Di Loris Fortuna per le battaglie di libertà civili. Sono rimasto nel PSI fino a quando gente prezzolata l’ha distrutto. Poi non ho avuto casa. Non posso rispondere alla tua ultima domanda. Ma è una domanda o un giudizio? Alla fine, che ci sia stato un rimescolamento di carte e mutamenti rispetto alla prima Repubblica ritengo che sia stato un bene. Solo che le parentele, anche se non più i nomi, sono rimaste le stesse. Ad esempio, quando vedo il PD, mi ricordo di De Mita e degli ammiccamenti al PCI contro i socialisti di Craxi. E quando vedo in quel campo uno come Di pietro mi viene qualcosa allo stomaco. Sinistra, destra, chi può dire. Ora tutti vanno contro Berlusconi, ma quando vedo che l’alternativa potrebbe essere un Bersani mi si stringe il cuore. Non ho diritto anch’io al rispetto? Comunque, stavolta non voto. C’è un apposito gruppo su Face Book
Si muoveranno, ad un certo punto, Nadia, vedrai. Gli interessi sono troppo forti. E noi, come Italia, seguiremo le indicazioni che ci daranno, compreso un eventuale nuovo appoggio a Gheddafi. Perché fra il dire ed il fare c’è sempre di mezzo il mare.
Nota dolente per gli Italiani, “il baciamani e il pato d’amicizia” voluto da chi? non certamente dal popolo Italiano; solo le spese sono a nostro carico…!!! apriamo gli occhi!!! Non c’è bisogno di fare rivolizioni per cacciare certa cozzaglia di politicanti, Meditate!!!
A Edmondo rispondo che, come sempre, bisogna mantenere la calma e non usare parole grosse, specie quando si tratta di rapporti internazionali. Poi, sai, parlare è facile ma decidere e comportarsi di conseguenza è difficile. E le mani e gli abbracci si danno a tutti in politica. Quanto alle possibilità di cambiamento, io vedo solamente il voto in un paese democratico.
Le persone che mi hanno preceduta nei commenti hanno ampiamente sviscerato il problema Libia. Non posso che essere d’accordo sull’indignazione, il senso di disgusto per questo personaggio “pittoresco” che solo un paese come il nostro ha incensato a lungo gettando l’Italia nel discredito internazionale.Il dispiacere per tutto il sangue che scorre e scorrerà…
Mi soffermerei però sull’aspetto “umano” di questi dittatori che hanno potere assoluto sulle masse e in nome della dittatura calpestano ogni diritto ,anche quello relativo alla pura sopravvivenza. Essi vivono per decenni chiusi in un bunker mentale fingendo di non accorgersi quanto il mondo, anche il loro mondo, sia cambiato. Preferiscono non sapere che anche i giovani del loro paese comunicano fra loro in tempo reale, e sono ben consapevoli dei loro diritti. Un fiume in piena che d’un tratto rompe gli argini. A questi carnefici non resta che utilizzare aerei carichi di armi e assoldare mercenari, e chiudersi in un bunker reale, blaterando ad immaginarie folle di sostenitori, promettendo altre briciole.
Figure patetiche, che la storia vera, quella il cui imput arriva dal basso seppellirà..si spera.
Noi siamo ancora attoniti spettatori di tanta, troppa ipocrisia dei comunicati ufficiali, che condannano blandamente la violenza con troppo ritardo, ma certo…siamo un paese amico…(!!)meglio “non disturbare”..
Invece le nostre coscienze auspicano interventi tempestivi a livello internazionale, per salvare, per proteggere un popolo disperato che chiede dignità.
Silvana, concordo pienamente con il tuo intervento. In un mio precedente commento avevo auspicato un’immediata e seria presa di posizione da parte di tutti i Paesi appartenenti all’Unione Europea ma, a quanto pare, non sembrano preoccuparsi più di tanto di ciò che sta accadendo e che accadrà, ahimé. L’enorme problema della Libia e non solo, in una parola di tutti i Paesi del Nord Africa, non dovrebbe riguardare, ovviamente, il nostro Paese solamente perché siamo a un tiro di schioppo da tutti costoro.
Comunque, la posizione del nostro governo, finora, mi è sembrata troppo blanda. E’ vero che occorre pensare anzitutto ai molti nostri connazionali, che ancora non riescono a rimpatriare, onde evitare che si riversi su di loro l’odio del Rais e del suo seguito. Mi auguro, tuttavia, che quando i rientri saranno effettuati, si usino maniere più decise ed efficaci. Staremo a vedere.
Silvana (e Giovanna, che si dichiara d’accordo in tutto con te), anch’io condividerei del tutto i vostri pareri se non fosse per la solita fissa antiberlusconiana e, tutto sommato, antitaliana. Il trattato con la Libia è, come da dichiarazioni ufficiali, sospeso mentre non era soltanto l’Italia in “amicizia” con la Libia. Quanto ai rivoltosi, ci sarà modo di chiarire chi siano e chi rappresentano senza bisogno di romanzare la loro storia (sono comunque dei misteriosi musulmani). L’unica cosa certa è l’essere sanguinario del dittatore, che deve essere condannato e punito. Ho parlato della storia del contadino e del cetriolo. Possibile che nessuno la ricordi? Vogliamo parlare di chi si dà le picconate per dispetto del partner?
Lorenzo, io non ne faccio una questione solamente antiberlusconiana, perché è senz’altro vero che anche altri Paesi avevano un patto d'”amicizia” con la Libia, ma di tutto l’apparato poliico italiano. Ad esempio, perché il nostro Presidente della Repubblica non ha espresso pubblicamente il suo disdegno per quanto sta accadendo, a meno che non mi sia persa qualche informazione in proposito.
Inoltre,il Governo è formato da tutti i ministri, a capo dei quali è il Presidente del Consiglio, ma dove vivono tutti costoro, compresi gli emeriti consiglieri del Primo Ministro, se non avvertono un’adeguata sensibilità di intervento immediato ed efficace in tali circostanze? Toppi giorni sono trascorsi prima di revocare almeno la ciddetta “amicizia” verso un Paese che esprine un dittatore sanguinario, e questo la dice lunga.
scusate ma l’italia a bisogno della LIBIA
ci da il GAS,,CI da ilPETROLIO le nostre imprese esportano in libia ARMI, dobbiamo solo ringraziare il nostro capo BERLUSCONI. che ci protegge dal;;;;;;;;;;;
Giovanna, i trattati di amicizia sul piano internazionale non vogliono dire che proviamo simpatia reciproca e si va a mangiare la pizza, bensì che contengono reciproci impegni e accordi, di solito convenienti alle parti che li sottoscrivono. Con la Libia è stato sottoscritto un trattato che metteva a posto diverse antiche questioni e prospettava impegni futuri. A mio parere i trattati vanno oltre i singoli sottoscrittori ma impegnano i popoli. Mi auguro, pertanto, che il trattato Italia-Libia, pur giustamente sospeso oggi, si possa ripristinare dopo con i nuovi governanti.
Giosué, scusami ma non ho capito se il tuo intervento sia ironico o no. Se non è ironico dici tante verità: il rapporto con la Libia è vantaggioso per il nostro paese, come è vantaggioso per loro il rapporto con il nostro paese. Chi ha fatto il trattato, quindi, ha fatto bene. Ora, sul piano della convenienza economica, stiamo a vedere gli sviluppi e speriamo di non dover rimpiangere la situazione che c’era prima dell’odierna crisi. Perché le parole restano parole ed i fatti devono manifestare i loro effetti.
Caro Lorenzo , ma vuoi capire che De Mita, Craxi, PCI, DC. PSI ,sono robe di vent’anni fa e che a parte Bersani , Berlusconi, Bindi (tutti con la B ,che balle!) ,si può far nascere in Italia una socialdemocrazia riformista in contrapposizione con una destra tendenzialmente bigotta, falsoliberista, un pò xenofoba ed eccessivamente permissiva (che casino!).Uomini e donne giovani ce ne sono, il futuro non sarà mica Berlusconi 75 anni o Bersani 60 anni ? Se non ci decidiamo a riscoprire i nostri antichi ideali, a pensare che il muro di Berlino è caduto da più di vent’anni ,che il 30% dei giovani è disoccupato e che non è col liberismo sfrenato che si risolvono i problemi non ne saltiamo fuori.Rileggiti qualche discorso “antico” di quel bel bevitore che era Saragat e vedrai che qualche spunto per tornare a vedere spuntare” soli dell’avvenire “lo potrai trovare……..Noi(te ed io) avevamo ragione cinquant’anni fa …ricordatelo!
Scusami Lorenzo, una domanda: ti senti rappresentato come cittadino italiano che opera e vive e costruisce con dignità la propria storia esistenziale, da un premier del “calibro” di Berlusconi?? Io NO!! e non è una fissa sai, i fatti oggettivi, la decadenza morale in cui viene di riflesso trascinato il Paese, cioè noi, mi impongono una severa critica, morale innanzittutto, di rispetto delle istituzioni e dei ruoli. Scusa se è poco…
Caro Franco, purtroppo il socialismo non è all’ordine del giorno. Quanto ne sarei felice se lo fosse. Tu sei ottimista per il futuro. Io pure ma bisogna guardare lontano, oltre le vicende attuali, in cui, essendosi la politica inevitabilmente imbastardita, non c’è spazio per azioni, non ideali ma concrete, per fare qualcosa. Il leaderismo, i partiti finti, i personalismi e poi questa croce di Berlusconi, oggetto di troppi richiami, critiche, minacce, ed indiretta pubblicità per essere destinato a vincere sempre, malgrado l’età e le malefatte, non lasciano scampo. Io purtroppo vedo un’altro impedimento al riproporsi della speranza di un socialismo nella libertà, un socialismo democratico: l’esaurirsi delle possibilità dell’operatore pubblico ed il contemporaneo declino delle forze economiche. Ma dove vogliamo andare se tutti saranno costretti a fare la stessa politica e non potranno dirlo perché sarebbero inevitabili doppioni l’uno dell’altro? Non vedo chiaro, purtroppo, Franco. E ci troveremo inevitabilmente sempre a disagio rimpiangendo il buon tempo che fu, nell’ottocento e nel novecento. Ora stiamo parlando della Libia. Ma che ne sappiamo veramente di ciò che è successo e succederà? Dove sono i socialisti nel panorama internazionale? Gli ex comunisti, checché ne dica Berlusconi, che però fa propaganda politica per sé, sono più filocapitalisti della destra e alternative a sinistra non se ne vedono se non quelle alla Vendola che sognano una sinistra che non c’è e non ci sarà. D’altra parte, sul piano strategico avrebbe ragione: magari si potesse precisare, studiare, un modello di sviluppo, di funzionamento del sistema diverso, ma chi lo fa, chi lo vuole, chi lo vota? Eppure i paesi capitalisti chiamiamoli avanzati non hanno sviluppo e le società cosiddette avanzate spingono alla rovina tutto il creato. Ma noi in Italia chiacchieriamo sempre di Berlusconi. Dio ci salvi l’anima.
Silvana, ti prego di leggere la mia risposta di sopra a Franco così non mi ripeto. L’unica cosa che c’è rimasta sono le nostre istituzioni, belle o cattive , ben rappresentate o mal rappresentate che siano. Io personalmente non farò nulla per metterle in crisi, magari con comportamenti anomali intesi a migliorarle. Per me le situazioni della politica si affrontano all’interno delle istituzioni. Non voglio più sapere, visto l’uso che se ne fa da anni, in modo ossessivo, se Berlusconi sia o no degno, se mi rappresenta o no. Non me lo pongo il problema perché due sono le vie maestre per “mandarlo a casa” come dice quel grande democratico di Bersani. Se ha commesso reati lo manderà in galera la magistratura. Se perderà il consenso politico ci penseranno gli elettori. Punto. Tutto il resto è vacuità, chiacchiericcio. E io, per l’età che ho e per l’intenzione, comunque, di trovare serenità nella mia vita di ogni giorno, ritengo inutile e disdicevole occuparmi di argomenti che, a mio avviso, escono dai binari che ho indicato. Una cosa farei, se mi si offrisse la possibilità concreta: studiare un nuovo modello di sviluppo per le ricche-povere società che stanno morendo con i vecchi schemi. Ma ci sono i paesi e le società più povere che le soppianteranno. Tu sai che i nuovi mestieri a Roma sono svolti solo da immigrati? E meno male che ci sono. Lo vedi un nostro giovane che vi si impegna? Preferiscono piagnucolare ed essendo “costretti” ad emigrare diranno che sono dei geni incompresi e se la prenderanno con l’Italia tradendola all’estero.E vado coi ricordi alla caduta dell’impero romano, quando le classi agiate chiacchieravano e i popoli selvaggi, i barbari, le soppiantavano. Che sia questa la risposta radicale ai nostri attuali “problemi”? Con la consueta ammirazione e amicizia per te, Silvana. Non volermene. Sono stato e sono sincero come sempre. Un’altra cosa non ammetto: la faziosità, cioé il fatto di interpretare la realtà con i propri interessi, sia economici, di partito o fazione, di squadra del cuore, ecc. Non ci sto, diceva un vecchio presidente della Repubblica, un fior di bacchettone allora e adesso diventato di sinistra.
Caro Lorenzo un ultima battuta e poi mi taccio per non tediare. Ho l’impressione che regni la confusione più totale,questo bipolarismo/bipartitismo fasullo ha sparigliato le carte ,ma credi a me le idee, le aspirazioni, le regole morali esistono ancora ,se uno vuole essere socialdemocratico nel 21° secolo lo può essere e come, guarda la Germania. E’ che il “nostro amico” ha portato la politica a “fede” calcistica (e lui se ne intende!) Se sei diventato della squadra di destra ,anche se hai bellissimi trascorsi di sinistra ,fai fatica a cambiar parere. Io sono dell’Inter e vai tranquillo che se il Milan acquistasse i migliori giocatori del mondo e vincesse tutto il vincibile ..non cambierei bandiera …è ovvio! Ma Lorenzo la politica è un altra cosa ,non ha senso viverla con le ottuse regole della tifoseria. E purtroppo la lingua batte……se non ci fosse Lui a radicalizzare tutto….ritorneremmo quasi certamente ad una normale dialettica ed a chiamare le cose con il loro vero nome.
Pensiamo positivo, Franco. Pensiamo positivo. A Napoli dicono: Ha da finì ‘a nuttata. Purtroppo non c’è un solo responsabile della spettacolarizzazione della politica e, se anche c’è stato un apripista, altri, i sopraggiunti, sono stati ben lieti di seguirne le tracce, superando, come molto spesso avviene, il maestro. Ti saluto, Franco, con simpatia e rispetto.
Lorenzo, io vorrei vivere in un paese (l’ho già detto in altri commenti, ahimè!!) in cui le istituzioni siano rispettate da tutti, in cui chi occupa cariche pubbliche orienti i propri comportamenti alla sobrietà, all’onestà, all’operosità a favore della comunità. Sogno una giustizia per tutti uguale, una sanità adeguata ai bisogni locali, una scuola pubblica fortemente formativa che formi menti, che sviluppi idee, che promuova intelligenza e cultura.
Un sistema paese la cui classe politica priva di conflitti di interesse sia non corrotta nè corruttibile.Solo e soltanto al servizio dei cittadini, elettori consapevoli.
Mi rendo conto di non aver descritto affatto il nostro paese che è lontanissimo da questa meta, e il cittadino comune non ha strumenti per riuscire a modificare anche soltanto un piccolo segmento di questo sistema che sta stritolando soprattutto i giovani ed il loro futuro.Mi dispiace ma io mi schiero sempre a favore dei giovani, che sono la categoria meno tutelata , quasi non esistessero …Sogno, e voglio continuare a sperare che
qualcosa si muova…finalmente in avanti e che si possa verificare un qualche cambiamento. In questo mio sognare, non mi sento affatto faziosa, ma casomai desiderosa di vivere in un paese..normale.
Se ci poniamo nella categoria delle aspirazioni sono naturalmente con te. Ma consentirai che la realtà è ben diversa. Ed io di questa realtà parlavo, non dei sogni. E non è “normale” il paese in cui vorresti vivere, ma, appunto, ideale. Se si sta nella normalità l’Italia è un paese come gli altri in cui esistono mille difetti. Con in più, in negativo, un funzionamento delle istituzioni “bastardo” perché non funzionano e non si possono riformare. Ma ti pare che non sia d’accordo con te, Silvana? E’ solo l’approccio che mi sembra differente. Non è poco, lo so. Ma non saprei vivere giorno per giorno con il rimpianto per quello che non c’è, disperarmi, di conseguenza, e odiare quelli che, a ragione o a torto, potrei considerare i responsabili di quanto non mi piace. Tutto qui. Meglio pensare che man mano, appunto,le cose miglioreranno e dare nel mio piccolo qualcosa di positivo, dall’impegno sociale al volontariato. Quanto alla politica, ne ho prese tante di scottature, credimi, ho sempre dato e non ho chiesto nulla. Ho cercato solo di dire e fare quel che era onestamente nei miei propositi.
«Educare i figli liberamente vuol dire non essere costretti a mandarli in una scuola di Stato dove ci sono degli insegnanti che vogliono inculcare dei principi che sono il contrario di quelli che i genitori vogliono inculcare ai loro figli educandoli nell’ambito della loro famiglia». Silvana è forse questo quello che tu sognavi?
Angelo, ma, secondo il tuo punto di vista, mandare i figli in una scuola privata saranno tutelati in ogni senso?
Io non ne ho alcuna certezza, in ogni caso non sceglierei mai il privato, per principio, ritenendo socialmente più adeguata una scuola pubblica, nonostante tutto.
Inoltre, a mio parere, è proprio in famiglia che spesso i nostri figli assistono a comportamenti
asociali, negativi, faziosi, reazionari, diseducativi il più delle volte, di conseguenza ne seguiranno le orme, ahimé!
GIOVANNA HAI CAPITO IL CONCETTO? SONO LE PAROLE DEL PREMIER.LEGGI MEGLIO
Angelo, il Premier è già in campagna elettorale ed è disattento chi non lo capisce. Strano però che si finisca sempre a parlare di b. Possiamo partire dal polo Nord ma alla fine ci ritroviamo ad Arcore. Piuttosto stamattina leggevo sul Corriere della Sera come tanti sinistri continuino a ritenere Gheddafi una bella persona, con frasi virgolettate che non ho voluto riprendere. Sapevo dell’innamoramento della sinistra per Gheddafi ma pensavo che fosse una cosa passata. Invece leggo che la Castellina e Parlato sono ancora presi dal suo fascino.
Egli, come un pescatore, butta le reti e raccoglierà. Ma non era meglio lasciarlo in pace piuttosto che tirarlo per tutti i pizzi? Oddio, quando ci libereremo di lui?
Franco, forza con le risposte a b. Diciamo chiaro e tondo che mente ma noi/voi, invece, che cosa pensiamo/ate? Divertente se non fosse tragico. Un caro abbraccio.
Egli andò dai Riformisti Democratici e disse:
Ho liberato l’Italia da comunisti.
Sono ex allievo salesiano.
Aborro la scuola di stato.
Credo fermamente nella famiglia e nei suoi principi (pensa un pò!).
Sono contro i matrimoni gay.
Sono per le famiglie numerose ecc. ecc.
E la Chiesa alzò la mano e disse:
“Ego te absolvo……..”
L’era del baratto non è mai finita!
Scusami, Angelo, non ho fatto attenzione alla frase virgolettata, mi dispiace.
Tutto ok, allora. Ciao
Io a questo punto avrei una proposta per la nostra capobranco Sabrina. Vogliamo fare un nuovo articolo su Libia e Nordafrica per esaminare le possibili evoluzioni, le misure adottate sul piano internazionale, le situazioni che prevedibilmente si verificheranno? Potrebbe essere il nostro Fiorenzo Nembo a scrivere l’articolo di apertura di questa nuova puntata, naturalmente se è d’accordo. Che ne dici Fiorenzo? Che ne dici Sabry?
LORENZO SAI COME LA PENSO ……VOI MI DITE COSA DEVO FARE IO FACCIO ….. ALLA FINE LEGGO DAVVERO UN DIBATTITO MOLTO POSATO ED INTERESSANTE OGNIUNO DICE LA SUA RISPETTANDO GLI ALTRI …QUINDI NN POSSO CHE ESSERE SUPER DACCORDO !!
Lorenzo, mi scuso per il ritardo con cui continuo la dialettica con te,ma la vita mi prende e sono sempre di corsa…
Sognare un paese che non c’è significa anche avere consapevolezza che ciò che in Italia non si riesce a costruire rientrerebbe fra i normalissimi diritti di un cittadino che lavora e paga le tasse. Non è dunque il sogno di un paese ideale ma quello di un progetto che potrebbe essere realizzabile, almeno a grandi linee, se solo si riuscisse a costruire un sistema di riforme adeguato ai cambiamenti in atto, se solo si riuscisse ad esprimere una classe politica/dirigente motivata al bene comune e non all’arricchimento personale, se solo si riuscisse a far circolare idee ed informazioni che aumentino la consapevolezza e la coscienza critica di tutti, affinchè non si perdoni nulla a nessuno di quelli che occupano cariche pubbliche ed approfittano dei loro ruoli. Non si tratta di odio, ma di legittima pretesa di onestà e produttività, visto che sono pagati da tutti noi.
E’ implicito che ognuno debba fare la sua parte,nel suo habitat, con buona volontà, creando valore ogni giorno all’interno della propria famiglia, assolvendo con onore al ruolo di educatori dei propri figli, così come nel sociale.Vi è un’Italia positiva, laboriosa, onesta e sono convinta che il bene produca bene, quindi in un futuro migliore non proprio dietro l’angolo ci spero, e nel mio piccolo mi impegno per realizzarlo.Piccole isole …felici, che esistono..per fortuna.
Con quest’ultimo intervento, Lorenzo , sento di aver sviscerato a modo mio alcune sfaccettature, e quindi concludo. Grazie per la costante attenzione: Ciao!
Perché, Silvana, vuoi concludere un discussione simpatica e profonda? Penso, peraltro, che non diciamo cose diverse quanto ai contenuti, solo guardiamo la realtà da angoli visuali diversi ma non alternativi. Ad esempio sono completamente con te in merito a quello che ci dovremmo aspettare come cittadini ed ai canoni a cui dovremmo comunque conformare la nostra vita. Probabilmente conduciamo una vita abbastanza simile noi due. E non c’è dubbio che gli esempi che noi possiamo dare avranno ricadute positive sulle persone che frequentiamo e ci conoscono. Ma il problema, in democrazia, innanzi tutto, è quello degli effetti generali sulla comunità di tutti gli atteggiamenti dell’intera massa dei cittadini. E tali effetti, come tutti vedono, sono quelli che sono. E’ vero che i singoli non possono essere responsabili degli atteggiamenti, degli errori, dei delitti della società. Ma quando ci sia discrasia fra i nostri obiettivi, le nostre azioni, e la sintesi che emerge sul piano generale possiamo o contentarci del nostro impegno o arrabbiarci contro qualcuno o contro tutti. E continuare ad arrabbiarci se, procedendo nel tempo, i nostri intendimenti non trovano sbocchi. A me non piace condurre una vita da arrabbiato, ed in fondo credo che non la viva nessuno. Aspetto, come tanti, tempi migliori e conduco la vita che dicevamo prima. Questi non sono tempi da favola, e non riesco a pensare che, avendo un capro espiatorio sotto gli occhi, divenuto ormai tradizionale, riusciamo a migliorare se ci liberiamo di lui a qualunque costo e con qualunque mezzo. Qui scatta la mia indole libertaria: in democrazia i due pilastri sono giustizia e libertà. La giustizia si ottiene e si applica nei processi (giusti), il potere si acquisisce e si mantiene col voto (o col non voto di protesta, cosa che farò io alle prossime elezioni). Tutto il resto sono chiacchiere, intendiamoci, non perché non possano essere giuste. Purtroppo il passaggio dall’individuale al collettivo non è facile o comodo. Ci si può anche ferire e lacerare.
Lorenzo la dialettica con te è sempre stimolante. Il periodo storico che ci è dato di vivere è problematico, ne siamo consapevoli. Ho già detto che non vedo sbocchi repentini che possano modificare in meglio il futuro di questo paese che amiamo tanto ma nel quale non ci riconosciamo perchè prevalgono situazioni e dinamiche che sfuggono al nostro raziocinio. Stare alla finestra, senza rinunciare a dare quotidianamente il nostro piccolo contributo, ma non assumere atteggiamenti rinunciatari nè rassegnati. Ad esempio non mi sentirei mai di rinunciare al voto perchè è l’unico fondamentale strumento di un possibile cambiamento. Si dice spesso “intanto sono tutti uguali”. Bene, allora sperimentiamo,cambiamo ogni volta, mettiamo alla prova, previa attenta valutazione dei progetti politici e sociali delle forze in campo( cercando di decodificare tutto ciò che è populistico, fumoso, ambiguo)Non si sa mai….
Grazie Silvana, sono un tuo attento lettore e, credimi, le tue valutazioni sul non voto sono come delle spine che mi trafiggono assieme alle mie personali. Riuscirò a non votare? Non lo so. Il gruppo che abbiamo formato su Facebook non si limita al disimpegno dal voto ma ad una spiegazione, speriamo razionale, del perché del non voto. Obiettivo, ovviamente legato ad un risultato che porti al voto soltanto una minoranza di elettori e non la maggioranza, dovrebbe essere quello di far toccare con mano alla classe politica quanto si è allontanata dai cittadini che intenderebbe rappresentare. Riusciranno i nostri amici…..? Ma, chissà. Ti ringrazio della pazienza.