Archive for marzo 12th, 2011

Arte …….Porcellana di Capodimonte !!

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Parlando di Murano, non avevo certo ignorato che esiste anche un altro settore di eccellenza italiana, quello delle porcellane e ceramiche artistiche di Capodimonte.  Qui di seguito, troverete dei brevi cenni storici. Infine, ritengo vi piacerà ammirare o rivedere una serie di immagini  delle opere in porcellana e ceramica di Capodimonte, molte delle quali sono esposte al Museo omonimo di Napoli.

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Capodimonte -  Cammeo“Per risalire alle origini della porcellana di Capodimonte è necessario riferirsi ai primi oggetti in porcellana che apparvero nel  Duecento, e furono conosciuti in Europa, grazie a viaggiatori come Marco Polo, che importarono dalla Cina una sorta di proto-porcellana, ovvero una ceramica dall'impasto duro verniciata di bianco o marrone. L'Europa guardava attonita a questi oggetti, nella totale incapacità di imitarli. Alla fine del XV secolo, in un periodo di grande fervore scientifico, l'Académie des Sciences in Francia e la Royal Society in Inghilterra cominciarono Capodimonte - Centrotavola in porcellanaa studiarne la fabbricazione. Agli inizi del 1700, lo studioso sassone Bottger ne scoprì la composizione. Si tratta di una fusione di caolino (granuli che cuociono ad alte temperature) e feldspato (un minerale legante). Nel 1710 nacque la fabbrica tedesca di Meissen, sotto la tutela delle autorità sassoni, che esercitarono stretti controlli, per evitare la concorrenza. Questo non impedì, tuttavia, il sorgere di altre fabbriche produttrici di porcellana. Di quegli anni è la nascita della porcellana di Sèvres e  quella di Capodimonte.

Real Fabbrica di Capodimonte

Capodimonte - Giovane sull'altalena - StatuinaNel 1743 a Napoli, durante la dominazione borbonica, il re Carlo e sua moglie, la regina Maria Amalia di Sassonia, fondarono, all'interno della famosa Reggia di Capodimonte, oggi Museo, la Real Fabbrica, dando inizio ad una tradizione che  non si  è mai interrotta.

La porcellana che si produceva in questa zona aveva delle caratteristiche peculiari, che  la contraddistinguevano  da quella del Nord Europea. Al Sud Italia, infatti, non esiste il caolino, pertanto l'impasto si componeva di una fusione di varie argille provenienti dalle cave del  Sud, miste al feldspato. Ne derivò un impasto tenero che dette origine ad un nuovo stile.

Le figure di spicco in quegli anni furono Capodimonte - Lampadario bianco in porcellanasicuramente lo scultore Giuseppe Gricci, il decoratore Giovanni Caselli ed il chimico Livio Vittorio Schepers, che perfezionò la composizione dell'impasto.

La porcellana "tenera" durante la cottura si ritira di circa il 20%, pertanto,  se da una parte si perdono le dovizie dei dettagli tipici della porcellana Nord Europea, dall'altra ritroviamo uno stile unico ed inconfondibile, pervaso da un'armonia  strutturale e naturalista.

Real Fabbrica Ferdinandea

Capodimonte - Orchidea viola.giallo . porc.Al suo rientro in Spagna, Carlo di Borbone portò con sé tutte le opere prodotte. Seguì un periodo di stasi nella produzione di  opere in porcellana e fu solo nel 1773 che Ferdinando IV, suo figlio, ormai adulto,  fondò la Real Fabbrica Ferdinandea, che raccolse, al suo interno, gli artisti italiani, in particolare toscani e quelli tedeschi più esperti.

Il periodo di massimo splendore della Fabbrica si ebbe  sotto la direzione artistica di Domenico Venuti. Nel ventennio tra il 1780 ed il 1800 nacque una vera e propria Scuola d'Arte e si produssero sontuosi servizi da tavola e prezioso vasellame,  tutt'oggi conservati nel Museo di Capodimonte.

Dominazione  francese

Capodimonte - Piatto in porcellana da parete con grappolo uvaNel 1806, con l'avvento della dominazione francese,  la Real Fabbrica venne ceduta ad un gruppo di privati. Questi ultimi s'impegnarono ad assumere tutti i lavoranti della fabbrica,  a patto che i re francesi aquistassero parte della grande  produzione.

La promessa non fu mantenuta e Gioacchino Murat, troppo impegnato a sovvenzionare le campagne belliche di Napolone, non alimentò la produzione di porcellane per la casa sovrana.

Ciò nonostante, gli artisti napoletani tennero viva la tradizione inventando nuovi stili e rappresentando scene di napoletanità apprezzate dalla borghesia cittadina e dai turisti.

Dall’Unità a oggi

U (13)Con l'Unità d'Italia e la fine della monarchia, seguì un periodo di decadenza artistica. La produzione di sontuosi servizi da tavola venne sostituita da uno stile floreale puramente decorativo, che costituisce ancora oggi il fulcro della produzione  della ceramica napoletana, denominata in tutto il mondo "Capodimonte".

Dalla metà dell'Ottocento nacquero  le prime fabbriche artigianali a carattere familiare (Majello, Mollica, Cacciapuoti), che si impegnarono  a tener viva la tradizione, come avviene  ancora oggi”.

Vi mostriamo diversi pregevoli oggetti della produzione artistica di Capodimonte, che potrete ammirare per la loro particolarità, precisione e fantasia stilistica.

Giovanna3.rm

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