La vecchia ceramica di Faenza
Scritto da giovanna3rm il 11 Agosto 2011 | 15 commenti- commenta anche tu!
La vecchia ceramica di Faenza
Faenza, di origine romana, è una splendida città d’arte la cui fama brillava nel periodo rinascimentale per la produzione di oggetti in ceramica, di squisita fattura, esportati in molti Paesi europei. Faenza è diventato sinonimo di ceramica (maiolica) in molte lingue, tra cui il francese (faïance) e l’inglese (faience).
Le prime fabbriche ceramiche nacquero a Faenza nel I secolo A.C.. A favorire la produzione di ceramica sono stati probabilmente i tipi di argilla impiegata. Tuttavia Faenza diverrà celebre per le sue ceramiche solamente con il Rinascimento.
La ceramica di Faenza è la cosiddetta maiolica (o “faenza smaltata”), ovvero ceramica dotata di un rivestimento vetroso opacizzato con l’ossido di stagno. Un prodotto che seguirà un lento e costante sviluppo fino a raggiungere l’apice del successo nel Cinquecento.
La Faenza smaltata
Il periodo arcaico corrisponde all’epoca medievale (dal Duecento al Quattrocento), durante il quale la produzione è stata prevalentemente di oggettistica casalinga e da bottega: soprattutto boccali,brocche, coppe,
piatti, scodelle e porta spezie, con decorazioni comuni, mentre le colorazioni più diffuse erano verde, bruno e turchino su bianco smaltato.
La faenza ingobbiata e invetriata.
Alla produzione di vasellame smaltato, piuttosto pregiato e quindi costoso, era affiancata la ceramica ingobbiata, ovvero rivestita di un sottile strato terroso di colore bianco o giallino.
Questo tipo di ceramica era di più larga diffusione, prevalentemente scelta per oggetti come piatti e ciotole.
Un’altra variante, ancora più “povera”, era la faenza invetriata, ceramica di argilla rossa ricoperta di vetro trasparente per avere un effetto impermeabilizzante.
Verso l’ultima metà dell’Ottocento, la ceramica di Faenza entra in una fase critica che vede alcune delle maggiori fabbriche chiudere.
Il Novecento e il Museo Internazionale delle Ceramiche
La ripresa però è rapida: gli inizi del Novecento vedono una svolta culturale e artistica che ha il suo emblema nella fondazione del Museo Internazionale delle
Ceramiche (1908), per intuizione di Gaetano Ballardini. Il Museo delle Ceramiche fu ben presto affiancato da una scuola di ceramica, l’attuale Istituto Statale d’Arte per la Ceramica . “G. Ballardini”.
L’arte ceramica faentina è tutt’oggi ancorata al lavoro di singoli artigiani o botteghe a conduzione familiare, che affiancano nuove tendenze estetiche a stili decorativi tradizionali di epoca medievale e ottocentesca. Giovanna3.rm
[slickr-flickr type="slideshow" search="sets" set="72157627362372204"]








