Claude Monet
Scritto da giovanna3rm il 22 Febbraio 2012 | 8 commenti- commenta anche tu!

Ninfee
Quello che Monet cercò di cogliere era il fermento fuggevole della vita stessa, l’accendersi improvviso del verde di una foglia, colpita da un raggio di sole, gli irripetibili riflessi di una superficie d’acqua su cui la luce e l’ombra tessono i loro arabeschi, il vivo palpitare di una distesa erbosa nell’ora del mezzogiorno.
Il sorgere del Sole
I paesaggi rappresentano senz’altro la produzione più altamente riuscita di Monet; ma anche l’essere umano è visto da lui in questo limpido rapporto atmosferico, come ci dimostrano i frammenti e il bozzetto rimasti del suo perduto capolavoro: “Le déjeuner sur l’herbe”. Ed è sorprendente che, nelle difficoltà di una vita povera e dolorosa, il genio di Monet abbia sempre saputo attingere dalla natura impressioni di una felicità così inalterabile e radiosa. Senza mai concedere nulla al gusto corrente, alle pretese della critica contemporanea, Monet proseguì per la sua strada, sostenendo la parte di guida nel gruppo degli Impressionisti, contribuendo ad organizzare la loro prima mostra nel 1874.
Donne in giardino
Alla fine, la sua costanza e il suo genio furono premiati: dopo il 1890 la sua pittura ottenne tutti i riconoscimenti ufficiali e nel secolo nuovo, quando Monet si ritirò, ormai vecchio a Giverny, non dipinse che fiori e le famose, innumerevoli ninfee del suo giardino, con una sensibilità e una perfezione stilistica che non hanno precedenti: tutti i pittori di Francia guardarono a lui come a un maestro da venerare. Per Claude Monet, l’acqua è l’elemento fondamentale della pittura impressionista. Essa è costituzionalmente mobile e riflettente, tutto ciò che la sovrasta e la circonda vi si specchia, con i suoi diversi colori, influenzando tutto l’ambiente.
Per l’artista, l’acqua esprime il senso della relatività del nostro essere, non soltanto perché i riflessi variano continuamente, ma ancor più perché essa, pur presente e tangibile fisicamente, pur apparentemente sempre uguale, non è mai la stessa. Le ninfee di Monet sono, infatti, il punto d’arrivo di un’utopia progettata e realizzata nell’ultima stagione della sua vita, che dipingeva nel laboratorio, specialmente ideato, nel suo meraviglioso giardino.
La Grenouillère
Ristorante sull’isolotto di Croissy, sulla Senna. In questo quadro la natura, invece di essere rappresentata come qualcosa di distaccato da noi, vive in tutta la sua mobilità e dinamicità e noi viviamo in mezzo ad essa. L’acqua è la protagonista della scena, poiché esprime la relatività dell’essere: come noi cambiamo continuamente anche l’acqua non è mai la stessa.


