La Lontra
Scritto da giovanna3rm il 23 Aprile 2012 | 22 commenti- commenta anche tu!
A quanto pare, siamo sempre in prima linea nel distruggere o rendere l’ambiente invivibile, non solo a noi stessi ma anche a diversi animali, contribuendo spesso alla loro estinzione. E’ ciò che stava accadendo a una piccola e innocua creatura, la lontra. Grazie al pronto intervento del Corpo Forestale e del WWF questo processo si è arrestato. Dalla Rivista scientifica Focus ho tratto alcune notizie in proposito, che vi riporto qui di seguito.
“Ti prego, ti prego!” sembra implorare questa piccola lontra con le zampine conserte e gli occhi chiusi. Che abbia pensato in questo modo di chiedere aiuto per la sua stessa sopravvivenza? In effetti, in Italia la lontra (Lutra lutra) è diventata uno degli animali a maggior rischio di estinzione, inserito nella lista rossa delle specie più minacciate. Nei nostri corsi d'acqua, un tempo popolati da questo simpatico mustelide, ne sono rimasti ormai poco più di 200 esemplari, concentrati soprattutto al Sud (Calabria, Basilicata, Campania e Puglia) e in alcune zone del Centro (Molise e Abruzzo).
Le maggiori minacce per la sopravvivenza della lontra, considerato un mammifero chiave degli ecosistemi fluviali in quanto indice del loro stato di salute, sono rappresentate dalla distruzione del suo habitat, dall'inquinamento e dalla presenza invasiva dell'uomo, che si traducono in carenza di cibo, incidenti stradali, bracconaggio e danni al sistema riproduttivo causati da pesticidi e metalli pesanti presenti nelle acque dei nostri fiumi. Le molte iniziative per la conservazione della lontra, che fanno capo a un gruppo di lavoro costituito da Università, Corpo Forestale dello Stato e WWF Italia, sono volte alla tutela dei bacini fluviali dove vivono i nuclei principali, sia alla creazione e gestione di alcuni centri di allevamento, oltre all'azione di monitoraggio e prevenzione dei reati ambientali. E forse la preghiera della lontra qualche timida risposta l'ha già ottenuta: secondo gli ultimi dati del Corpo forestale, il numero di esemplari è cresciuto dai 100-130 degli anni '90 ai circa 220-260 stimati ai giorni nostri. Un lento recupero, che va sicuramente incentivato e salvaguardato.
La lontra è un carnivoro di medie dimensioni, appartenente alla famiglia dei Mustelidi. Conduce una vita strettamente legata all'acqua e la sua anatomia risponde perfettamente al suo adattamento all'ambiente acquatico. Il corpo è allungato e fusiforme, la pelliccia, di color bruno sul dorso e sulle zampe e color nocciola-bianco sul ventre, sul petto e sulla gola, è spessa e impermeabile, le zampe sono corte ma robuste, con piedi palmati, la coda è larga e piuttosto schiacciata. Le orecchie sono piccole e, come le narici, si chiudono quando l'animale si immerge; gli occhi, anch'essi piccoli e rivolti in alto, sono ben adattati alla visione subacquea; il muso è dotato di vibrisse che permettono di individuare la preda in acque torbide o nell'oscurità notturna. Si nutre essenzialmente di pesce, come l’arborella, il cavedano, il vairone e l'anguilla, che cattura con grande abilità. “



Grazie di esistere ancora, piccola lontra. E grazie a chi ti sta proteggendo. Bello, Giovanna.
E’ vero che è una creatura deliziosa, Lorenzo, i cuccioli poi sono splendidi! Seriamo che riesca a sopravvivere secondo natura.
Questa bellissima foto della lontra a fampe giunte senmbra che prechi per la sua sopravvivenza,fa tenerezza. Grazie Giovanna che ci hai fatto conoscere anche questo delizioso animaletto.
Mi ero dimenticato di aggiungere un vivo plauso e ringraziamento agli organismi che si stanno occupando della salvezza della lontra nel nostro Paese.
Hai ragione, Riccardo. Io non ne capisco, ma c’è anche un problema dell’uso della loro pelle? Si fanno pellicce di lontra?
Sì, Lorenzo, ci sono anche le pellicce di lontra!
Non c’è da meravigliarsi dal momento che, tutti gli anomaletti con la pelliccia, roditori o no, sono sacrificati a quello scopo….
Quindi mi verrebbe da dire: voi donne potreste dare un contibuto rifiutando le pellicce di lontra.
Quindi mi verrebbe da dire…Lorenzo…che noi donne dovremmo boicottare qualsiasi tipo di pelliccia !
In alcuni mercati – specie durante il periodo natalizio – non è inusuale trovare bancarelle che vendono colli per cappotti fatti con il pelo dei cani !!
Fino a qualche anno fa non c’era ancora la consapevolezza di rifiutare l’acquisto di pellicce. Sicché molte donne avevano questa grande ambizione. Non voglio nascondermi: anch’io mi lasciai prendere da questo desiderio. Devo dire che l’ho portata molto poco e da anni è relegata in un armadio. Non ho voluto regalarla per non incrementare il cattivo esempio.
E brava Giovanna. Mi intenerisco quando sento queste cose. In merito ai cappotti con i colli di pelo dei cani di cui parla Carlotta, oserei sperare che si tratti soltanto di peli e non di pellicce. Ma le vie del mondo sono lastricate di innumerevoli esempi di crudeltà.
Ma che meraviglia questi animaletti!
Mi chiedo che fastidio possono dare…
l’uomo è na bestia!
grazie giò!
lorè , i peli stanno attaccati alla pelle, cio sai??
Anche i capelli stanno attaccati alla pelle, Lieve, e si tagliano.
E’ una bellissima immagine, ti ruba il cuore,certo che dobbiamo rifiutare qualsiasi tipo di pelliccia nel modo più assoluto.
Lorè… purtroppo, come per le pellicce anche i colli vengono ricavati da pelli intere che vengono inchiodate su un tavolo di legno per essere ben distese e tagliate poi a modello… infatti sotto alla fodera è ben visibile la pelle opportunamente trattata.
Se pensi alle pelli dei bisonti o dei lupi degli indiani d’America… il procedimento è lo stesso, solo con una tecnologia più avanzata.
Ti dirò… non sarebbe male fare “lo scalpo” a qualcuno… vero Lieve?? ahahah
Come facevano gli indiani d’America? Ci sto, Carlotta.
Ahahahahah…Lorè…ocio eh !
Cque… battute a parte… le pellicce di lontra partono da un minimo di US $ 5.000 a salire e quel che è peggio è che ancora sono richiestissime sul mercato…e lo scempio continua
É giustificato che l’uomo possa utilizzare la natura per la propria sopravvivenza ma non è assolutamente giustificabile quando distrugge per motivi diversi e non necessari.
Ma vallo a fare capire alle signore alle quali piace sfoggiare sulla propria pelle la pelle dei poveri animali e a quegli uomini che regalano una pelle d’animale nell’intento di conquistare un’altra pelle. Il mondo va così: quando cambierà? Forse quando tutto è distrutto, speriamo di no.
Giovanna, complimenti e grazie per il bellissimo e utile servizio culturale.
Mi fa piacere ti sia piaciuto, Giuseppe. Hai visto che animaluccio simpatico?
Si, simpaticissimo: anche questo animaletto nel ciclo della sua catena alimetare distrugge altri esseri ma lo fa nella giusta misura, solo per nutrirsi.
L’uomo distrugge conscio del danno che procura all’ambiente poi cerca di mettere riparo ma solo per tornaconto personale. Chi è più bestia l’uomo o l’animale?
Pino, la risposta viene spontanea: è certamente l’essere umano.