Il gatto pianista
Scritto da giovanna3rm il 2 Maggio 2012 | 13 commenti- commenta anche tu!
Chopin il gatto pianista
Ho trovato questa storiella accaduta in Inghilterra, che mi sembra divertente. L’ho tradotta e ve la propongo.
| “Il gatto che girava per il salotto elegante della mia professoressa d’italiano delle superiori, sembrava essere stato scelto in base all’arredamento: il suo mantello, ben curato e morbido già solo allo sguardo, era bianco con sfumature argentee, adattissimo al divano chiaro che padroneggiava nella sala ed ai mobili neri lucenti stile anni ’70, ma anche i suoi occhi, vispi e vitali, non sfiguravano nel bagliore sfolgorante di un salone chiaro, illuminato da un lampadario gigantesco posto al centro del soffitto e degno dei più bei palazzi cinquecenteschi. Perfino i suoi movimenti, veloci, ma soffici ed eleganti, rientravano nella sensazione di morbidezza che poltrone, divano e cuscini sparsi un po’ ovunque, davano dell’ambiente. Il gatto, in questo contesto, mi appariva come bello ma freddo: forse perché mi sembrava una parte dell’arredamento. Gli anni passati dai tempi della scuola, il diverso, ed in parte imbarazzante, ruolo che s’instaura fra un ex allievo e la sua insegnante più bacchettona del liceo, incontrata per caso, dieci anni dopo, per ragioni di lavoro, avevano creato un’atmosfera gelida. |
| Così, tanto per rompere il ghiaccio, e non sapendo trovare altro argomento, dissi qualcosa sul gatto, una frase credo originale, intelligente e veramente arguta: “Bello il suo gatto!”. Frase che si commenta da sé!! A questa ne feci seguire un’altra altrettanto originale, da chiedere i diritti d’autore: “Da quanto tempo ce l’ha?” La professoressa, con la sua consueta austerità, mi disse con precisione la data di nascita, quella della prima vaccinazione, e tutta una sequenza di date che mi fecero ricordare, con un bel crampo allo stomaco, che lei era stata anche la mia insegnante di storia. Quando ormai il mio sguardo si era perso nel nulla, ipnotizzato da quella sequenza cronologica, sentii improvvisamente una musica di pianoforte: non era certo fluida né ben eseguita, tutt’ altro, ma distinsi bene l’armonia dell’ “Inno alla gioia” di Beethoven. Così, colsi l’occasione per interrompere la padrona di casa e chiederle:”E’ sua figlia che suona il piano?” “No è Chopin” mi rispose secca. La risposta, soprattutto detta da lei, simbolo di serietà, mi colse di sorpresa e lì per lì non riuscivo a capire se fosse impazzita oppure dicesse sul serio, ed in questo caso chi diavolo era Chopin? Non certo il fantasma del famoso compositore. Poi intravidi un leggero sorriso affiorare fra le sue labbra, e con gli occhi indicare dietro di me, mi girai e vidi il gatto, quel suo meraviglioso gatto, disteso sopra il pianoforte con il muso a guardare la tastiera, tutto concentrato a muovere le sue zampine sui tasti, il bello e che lo faceva seguendo l’armonia della nota composizione e non a caso! Mi voltai di nuovo, questa volta nella direzione della mia ex professoressa, e non so dirvi che faccia avessi, ma lo stupore doveva aver disegnato un’espressione sul mio viso davvero divertente tanto che fece scoppiare a ridere la mia ex insegnate. Questa, una volta ripresasi dalla ricca risata, mi indicò il suo micio dicendomi: “Ecco Chopin”. A quel punto la risata divenne corale, ed il ghiaccio venne definitivamente rotto permettendomi di scoprire, tolti definitivamente i panni dell’austera professoressa, una donna deliziosamente simpatica, amante, non solo della cultura, ma anche della buona tavola, della buona compagnia e dei gatti.” |



Inimmaginabile.
Storiella simpatica ma soprattutto molto inglese. Va bene Giovanna, raccontacene altre.
Questi inglesi. Sempre particolari, vero Giuseppe? Ma il gatto è davvero fenomenale.
La metafora di questo racconto è che i nostri animali domestici non vanno assolutamente sottovalutati perchè la loro intelligenza ogni volta ci sorprende.
E’ quello che mi accade con il mio Carletto.
E’ proprio vero, Anna, mai sottovalutare i gatti, sorprendono continuamente con le loro capacità intuitive….
Davvero geniale Chopin ^_^
I gatti… sono diventati “tecnologigi” amano piazzarsi davanti alla tv o al computer… pare che ciò che li attira siano, oltre al calore, le onde radiottive.
Con il loro passo felpato, sono in grado di effettuare dei veri e propri percorsi di agility…tra cavi, spinotti e tastiera, anche se a volte fanno danni.
Meglio prevenire…che curare
I COMANDAMENTI DEL GATTO
– Non saltare sulla tastiera quando l’umano è al computer.
– Non staccare il filo del telefono dal retro del modem.
– Non srotolare tutta la carta igienica dal suo rotolo.
– Non sedere davanti alla televisione, come se fossi trasparente.
– Non scagliare vomito dall’alto del frigorifero.
– Non camminare in giro durante una cena e non cominciare a leccarti il gingillo.
– Non spaparanzarti col tuo gingillo in faccia all’umano.
– Non saltare da grandi altezze nella regione genitale dell’umano.
– Anche se sei molto veloce, non puoi correre attraverso le porte chiuse.
– Non azzerare la sveglia dell’umano camminandoci sopra.
– Non arrampicarti sul cestino dei rifiuti col coperchio sollevato, perché cadrai dentro intrappolandoti.
– Non saltare sul sedile del water proprio quando il tuo umano ci è seduto.
– Non saltare sulla vescica gonfia del tuo umano mentre dorme alle 4 del mattino.
– Realizza che la casa non è una prigione dalla quale scappare ad ogni opportunità.
– Non far inciampare il tuo umano anche se sta camminando troppo lentamente.
– Non aprire la porta del bagno spingendola quando ci sono ospiti in casa.
– Ricordati che sei un carnivoro, ma che le piante di casa non sono carne.
– Mostra rimorso quando vieni sgridato.
(dal web – autore sconosciuto)
Carlotta, molti dei comandamenti per i gatti, secondo me, sono irragionevoli. Lasciamogli fare quello che gli pare.
Lorè…evidentemente chi li ha scritti in certe situazioni buffe…ci si deve essere trovato.
Io sono per la libertà assoluta sia per le persone che per gli animali… pensa un pò.
Ma… sia per gli uni che per gli altri, ci sono sempre delle regole da rispettare…non credi?
Ma certo, Carlotta. Il fatto è che le regole le facciamo sempre noi e, quanto a noi stessi, non le rispettiamo e, quanto agli animali, facciamo i severi.
Un racconto che ci fa capire quanto i gatti siano intelligenti e riscano ad ottenere con la loro intuizione cose inimagginabili.
Mi piace molto il tuo racconto Giovanna con tutto il suo humor inglese.La mia casa e’ semre stata aperta a gatti e cani ,abbiamo cercato di impartire loro una certa disciplina ,che ,naturalmente sistematicamente ignoravano>
Pero’li abbiamo amati ,ci hanno data tanto amore ,la perdita di uno di loro co ha sempre causato un grande dispiacere/
Si Sandra, infatti il racconto è proprio di “fattura” in glese: del resto è noto quanto amino i gatti in particolare. Ogni casa ne ha almeno uno, inoltre una famiglia bada spesso anche a quello o quelli del vicino. E’ anche vero che moltissimi inglesi vivono in casette con giardino, e ciò rende, ovviamente, più facile la permanenza di animali domestici.
Io ne ho tre e, per fortuna, anche un grande terrazzo che loro amano particolarmente. Ho sempre avuto gatti con me, e non saprei vivere senza di loro.
Ma che bella storia , giò,grazie!!. Ai tuoi insegna l’inno al pc, e faglielo postare! hahahaha grazie ancora!