L’angolo del dialogo

 

E’ un articolo a firma di Raffaele La Capria apparso sul Corriere della Sera del 24 maggio 2011 a pag 41. Ve lo propongo un po’ scorciato a causa della sua lunghezza.  Ma è rimasto tutto il suo significato. Ve lo propongo all’indomani di una consultazione elettorale che fa capire e non fa capire. Ma una cosa è chiara: non ci sono più margini  per chiacchierare. O almeno non ce ne dovrebbero essere.

Ecco l’articolo:

...............

“Non c’entra più l’antipolitica, non c’entra più il governo o l’opposizione, l’appartenenza a questo o quel partito: la questione è fisiologica. Parlo della quantità di chiacchiera politica, di discorso politico, soprattutto di televisione politica, del dibattito, scontro, battibecco politico-televisivo quotidiano che siamo costretti a ingurgitare; e dico che la questione è fisiologica perché la mente, il cervello, la fantasia non ce la fanno più a fronteggiare la caterva di opinioni, spiegazioni, concioni, che ci vengono propinate senza pietà, e c’è un limite a tutto.. Dopo la sovrabbondanza viene il rigetto. Rigetto fisiologico, rigetto del fisico che non regge, del metabolismo che non funziona. Troppo cibo forzatamente ingerito non ce la fai a digerirlo, provoca maldistomaco, maldipancia, vomito. Se la situazione è questa, l’unico rimedio è la dieta. Una dieta ferrea da osservare con poche semplici regole che ti devi imporre per un certo periodo di tempo, quello necessario a riportarti a una situazione di più sopportabile normalità.

     

Prima regola: divieto di ascoltare ogni trasmissione televisiva dove vengono discusse, analizzate, spiegate le ragioni dell’uno e dell’altro, basate su sondaggi, percentuali, numeri e numeretti, e via dicendo: tanto non se ne ricava gran che, oltre il fastidio. Divieto di ascoltare quelle sottili analisi proustiane, raffinate e avvolgenti, su una materia vile che non lo consente; quelle analisi dedicate al nulla e con esito nullo, per esempio sulla battuta di un politico, su un suo malaccorto comportamento e relativo “arrière pensée”, su quel che ha detto e su quel che intendeva dire e su quel che invece gli vogliono far dire, su quel che ha dichiarato davvero o per finta. …………………

 

Divieto di accettare l’invito a partecipare al  famoso dibattito settimanale su questa o quella questione politicamente rilevante scelta da un qualsiasi conduttore per sua insindacabile volontà: accettare l’invito sarebbe un’arma offerta al nemico, quello che strumentalizzerà a proprio favore qualunque cosa si dica, perché qualunque cosa si dica, a favore o contro, servirà a teatralizzare la trasmissione con vantaggio della televisione e del conduttore. Faccio presente che quanto ho detto non vale e non sarebbe nemmeno democraticamente proponibile se le due parti si parlassero ed instaurassero un vero dialogo. Ma siccome non si parlano e danno solo spettacolo di sé, a chi giova il loro furore o il loro cicaleccio se non alla tv? ………. Ultima regola della dieta (e vale soprattutto per i partecipanti alle trasmissioni) sarebbe non sorridere in queste occasioni, non sorridere di soddisfazione, di compiacenza, di superiorità o d’altro come se si stesse parlando in un salotto qualsiasi. Meglio mostrarsi severi e gravi come la situazione richiede. Siamo o no un paese in guerra? Qualcuno se n’è accorto? Chi è che applaude? Zitti per favore. Non c’è niente da applaudire. Non ci sono guai dovunque intorno a noi? E morti, e feriti, e dolore, e barconi carichi di disperati?

  .....................

Ho tagliato qui l’articolo. Il succo del ragionamento c’era tutto, ed è inutile dire che lo condivido interamente nella sua sostanza. Semmai sarei propenso addirittura ad ampliare le regole della dieta e proporre un digiuno completo, Personalmente non ne posso più di precisazioni, puntualizzazioni, polemiche, critiche, casini vari. Dico solo una cosa, in conclusione, lasciando a voi  il compito di partecipare al dibattito: ma è mai possibile che in politica ci sia qualcuno che abbia sempre, sistematicamente, ragione e qualche altro che abbia sempre, sistematicamente, torto? E che, sulla base di questo, ci siano sempre duelli invece che pacate discussioni? E ora si scateneranno sui risultati delle amministrative. Come se l’unico risultato lampante non fosse il disinteresse della gente. Tecnici o non tecnici, politici o antipolitici, non ne possiamo più. Vero?

           


COMMENTI

  1. il 08 maggio, 2012 giuseppe3.CA dice:

    Vero Lorenzo, in sintesi possiamo definire la ‘politica’: “L’arte di parlare senza dire niente” perché in effetti è l’arte di ‘chiacchierare’. Le realtà, per quanto pressanti, urgenti, impellenti, incalzanti, vengono sempre rimandate, tanto ci sarà qualcuno, dopo, al cambio della guardia, che le rimanderà ancora perché le colpe sono di quelli che c’erano prima. Questa è la politica, ieri, oggi, domani e sempre.

  2. il 08 maggio, 2012 Lorenzo.rm dice:

    Grazie, Giuseppe, del tuo intervento-lampo. Personalmente sono annichilito, contrariato, arrabbiato. Se prima, anche in tempi abbastanza recenti, avevo la forza di battere e controbattere, ora, visto l’andazzo, non mi va più. Meno male che qui vogliamo dialogare e non polemizzare o, peggio, parteggiare. Tu parli della tecnica del rinvio. Magari fosse così: sarebbe sempre una tecnica che, con un minimo o un massimo di ragionamento, potrebbe disvelarsi lasciando il campo alla realtà. Ma se non fosse una tecnica, se veramente fossimo ridotti un po’ tutti a chiacchierare per il gusto di farlo non avendo altro da dire e fare? Spero propro di no. Si parla da qualche tempo di questo nostro Paese, l’Italia. Ci pare che abbiamo spazio per le sole chiacchiere? Ma, visto che tu, Giuseppe, sei sardo, nel congratularmi per il risultato dei vostri referendum, che giustamente sono stati chiamati “anticasta”, mi permetto un suggerimento: che nessuno cerchi di annacquare o rendere inefficaci i risultati. Da qui si può partire per cambiare, non consentendo che si faccia una cosa e poi la stessa venga contraddetta dalla pratica. Sarebbe un primo passo ma importantissimo.

  3. il 08 maggio, 2012 franco muzzioli dice:

    Caro Lorenzo questa volta non sono in sintonia con Raffaele La Capria e con te.
    Che cosa vuol dire digiuno da ascolto, da partecipazione , da prese di posizione?
    Usiamo la tecnica dello struzzo? Per non sentire la caciara della politica cacciamo la testa sotto terra ed attendiamo che qualcuno ci passi sopra?
    Se non riusciamo a reggere il “pensiero” degli altri ,anche se per noi è sbagliato, contradditorio o trito e ritrito e perdiamo la facoltà critica dell’ascolto e della partecipazione , rischiamo di uscire dal consesso civile per rinchiuderci in una “turris eburnea” tutta rabbia ,contestazioni ,pregi e virtù.
    Sporchiamoci con coraggio ,le orecchie , la bocca con tutte le parole possibili…è questa la democrazia.
    Dobbiamo avere l’ardimento di cavalcare la protesta , ma dentro la corrente delle cose, dentro i dibattiti televisivi, dentro le schernaglie comunali, dentro le problematiche si quartiere ,nelle vicissitudini di ogni giorno. Valgono le ultime parole del tuo commento a quello che ha scritto Giuseppe, quelle le condivido in pieno.

  4. il 08 maggio, 2012 Lorenzo.rm dice:

    Franco, ti pare che possa non essere in sintonia con te? Ti ricordo, peraltro, che l’articolo apripista non chiude ma apre un dialogo. E non si deve essere per forza d’accordo con quello che dice La Capria. Mi sembra, però, che lui si indirizzi contro le chiacchiere fini a se stesse, quelle da salotto, che si fanno tanto per chiacchierare, appunto, e non per approfondire, cercare soluzioni da adottare. In questo senso la chiacchiera può creare disamore, stanchezza, rifiuto. Certo, si può e si deve reagire. Cominciando col dire chiaro e tondo che quelle sono chiacchiere e che si deve passare alla discussione e all’approfondimento dei problemi reali, con tutto quel che segue. E così mi ritrovo perfettamente con le tue conclusioni.

  5. il 09 maggio, 2012 anna b. dice:

    Concordo con La Capria, si sente unicamente del chiacchiericcio fine a se stesso,senza concretamente voler affrontare le tante problematiche esistenti.
    E’ solo voler prevalere l’uno sugli altri con nessuno escluso, sia partiti che partitelli.
    Credo che le (pecore) siano più coscienti visto le ultime situazioni (magna, magna).
    E’ ora cari politici di risvoltarVi le maniche e metterVi a lavorare seriamente. e non fare BLA BLA BLA.
    P.S. = cercari politico serio e intraprendente.

  6. il 09 maggio, 2012 Lorenzo.rm dice:

    Anna, grazie. Hai perfettamente ragione, non possiamo più giocare e penso che se ne stiano accorgendo. Anche la nomina di Monti è stata irrituale ed in un certo modo figlia dello stallo in cui eravamo. Purtroppo ha aggravato la situazione di incomunicabilità e complicato la vita degli italiani. Ma speriamo e stiamo con gli occhi bene aperti.

  7. il 09 maggio, 2012 lieve dice:

    E’vero, lorenzo,certi programmi, galoppano sull’onda della nostra frustrazione,nella sfiducia e ostilità nei riguardi della politica,e ci fanno ingoioare ore e ora di veleno,ma cosa mai dovremmo ascoltare?non c’è altro…Ovunque si ascolatano depositari di verità; qualunquisti che fanno proclami in base a campionamenti che non si capisce da dove arrivino…Ora , mi spieghi come fanno a fare statistiche in base ad una percentuale di voti nelle varie amministrative, se le elezioni passate non comprendevano le stesse città? e se ogni città ha una sua storia? come possono stabilire se un partito ha preso più o meno voti? eppure sono lì che contano sti debosciati…e nessuno perde ….e blaterano ore ed ore,in una sorta di salotto,esercitando la lingua, senza usare il cervello… Pensano che siamo tutti babbei rincitrulliti? E questa è solo quella che mi viene in mente sull’onda delle votazioni appena svolte.
    Franco, io non mi sento uno struzzo, quando sento che qualcuno si diverte a solleticare i più bassi gusti di un certo pubblico, che non riesce a distinguere una trasmissione populista da un vero dibattito politico,io spengo la tv e mi leggo un bel libro.

  8. il 09 maggio, 2012 Lorenzo.rm dice:

    Grazie Lieve. Tante volte i programmi sono letteralmente inventati, ma più spesso non ci sono. Si va sull’onda dello stile promozionale-pubblicitario e si coinvolgono degli specialisti in proposito. Ci sarà una ragione per cui la classe politica, o meglio, la classe dei politici, riscuota tanta antipatia nel nostro Paese, e qualche volta una feroce avversione. Un tempo si diceva che non bisogna buttare l’acqua sporca con il bambino dentro, nel senso che bisognava riformare il riformabile più che distruggere tutto. Ma l’esasperazione è tanta. Si potrebbe cominciare, come dice l’autore dell’articolo, col non produrre solo chiacchiere ma concetti veri e vere proposte di soluzione dei problemi. Ma ho l’impressione che siamo andati troppo avanti con l’incomunicabilità e possiamo correre il rischio di sbattere davvero la testa. Certo che è stato superato abbondantemente il tempo delle analisi e i cittadini sono troppo disamorati. Peraltro, le soluzioni sono ancora tutte da trovare, perché non possiamo fare a meno della politica e di una serie di persone che la rappresentino e ci rappresentino.

  9. il 09 maggio, 2012 sandra vi dice:

    Certo Lorenzo e’ stato superato piu’ che abbondandemente l tempo delle anilisi,e siamo veramente stufi e disamorati di tutti i nostri politici ,che hanno saputo solo blateralr ,empirsi le tasche e lasciare che tutto andasse alla deriva .Poi il governo Monti il salvagente il risultato e’ davanti agli occhi di tutti ……e purtroppo il nn andare a votare e. stata una chiare forma di proteasta anche se ,a mio parere ,ci siamo tirati la zappa sui piedi.Lorenzo io sono la solita ottimista vedo il bicchiere mezzo pieno ,faccio fatica questa volta ,ma spero rivoltiamoci le maniche pe troviamo il nocchiero per questa povera Italia

  10. il 09 maggio, 2012 ANGELOM dice:

    Amici cari, dobbiamo renderci conto che nel nostro paese si è modificata tutta la mentalità politica e ne dobbiamo dare atto ai risultati delle recenti elezioni amministrative. Il popolo non crede più alle solite tribune televisive fatte dai politici in discorsi ci che vorrebbero convincere a seguire una loro strada, tutti ha hanno ragione e tutti hanno vinto. La vera realtà è quella che abbiamo assistito, l’avanzamento dei “grillini” e la loro capacità di inculcare alla gente regole nuove da seguire, denigrando la nostra classe politica, un fatto nuovo, ma che consapevolmente dobbiamo prenderne atto, anche se criticabile, a secondo i casi, o da assecondare e seguire. Sono stato sempre ottimista al raggiungimento di traguardi importanti del governo Monti, e forse ci saranno, ma nella situazione attuale di vita reale, non siamo stati in grado per varie e giustificate ragioni di sopportare il grande impatto, per il cambiamento e le ristrettezze presentate, anche se necessarie per raggiungere un certo obbiettivo. Il chiacchiericcio di Grillo ha funzionato, ha fatto aprire gli occhi a molti cittadini, fino al punto di seguirlo nelle sue idee, in massa. Ora non ci resta che aspettare le promesse e il cambiamento di rotta. Mi auguro che tutto vada per il meglio, ma dipende anche da noi se le cose proseguiranno nel verso giusto. Abbiamo visto che l’assenteismo ha determinato in larga parte tutti i risultati, penso che questo sia un male per il nostro paese, un dovere che tutti dovremmo tenere presente facendo l’esame di coscienza per poter esprimere democraticamente le nostre idee.

  11. il 09 maggio, 2012 Lorenzo.rm dice:

    Mi piace l’idea del nocchiero, Sandra. Io penso che tanti lo desiderano con tutto il cuore. Ma penso pure che, in periodi di estrema confusione, si potrebbe prendere per nocchiero un tipo alla Schettino, per esempio, correndo il pericolo di naufragare. L’ottimismo è legato alla speranza, alla fede, all’amore verso il proprio Paese. Insomma, a tutto quel che di positivo può trovarsi. Ma basta chiacchiere, per carità. E, a proposito di chiacchiere, butto lì un elemento apparentemente rigoroso: il programma dell’attuale governo, al suo inizio, si ispirò a dei “desiderata” precisi della UE; ebbene sembra adesso che la UE abbia una posizione meno rigida rispetto al rientro del debito pubblico. Mi domando se non siamo stati sfortunati e se anche un programma così rigoroso non contenesse anch’esso una parte di chiacchiere.

  12. il 09 maggio, 2012 Lorenzo.rm dice:

    Grazie, Angelo, del tuo intervento, equilibrato ed impegnato. Che vuoi che ti dica? Sebbene sia di molti l’auspicio che si esca finalmente dai discorsi e si passi al concreto di programmi, interventi, traguardi, non credo che abbiamo fatto molto cammino in questa direzione. In fondo il nuovo movimento dei grillini non si distacca molto da una politica chiacchierata più che ragionata. Ma ha fatto centro. E le impegnative misure di governo hanno raccolto molte incomprensioni, per dirlo con un eufemismo, malgrado il loro apparente rigore. Io penso che, per entrare finalmente in una politica concreta, non si possa prescindere dal parere del popolo, che non si possa andare contro il popolo, pena il suo fallimento. Passare dalle chiacchiere alla finta concretezza sarebbe l’ultimo fatale inganno.

  13. il 11 maggio, 2012 lieve dice:

    Sandra , io non credo che chi non ha votato si sia dato la zappa sui piedi…
    A prescindere dal fatto che chi ha annullato la scheda , in coscienza sapesse che altrettante persone avrebbero votato, es: gli iscritti ai partiti , quelli che vogliono che tutto resti come è, quelli ottusi , quelli che sperano ancora, quelli che hanno parenti o amici da votare, in sostanza quella schiera di persone che devono votare , altrimenti non si sentono inseriti….
    Credo fermemente che il non voto possa essere utile come può esserlo un campanello d’allarme, come un pugnale nella carne della”la casta” e per ricordare che la metà dei votanti non sopportano più i loro sopprusi, qualcosa deve cambiare,siamo stanchi di votare turandoci il naso….

  14. il 11 maggio, 2012 Lorenzo.rm dice:

    Ciao Lieve. Io penso che, a prescindere dall’utilità o meno del voto, l’analisi politica debba essere rivolta ad interpretare le richieste della gente. E in questo senso tutto è importante.

  15. il 11 maggio, 2012 marisa8.bs dice:

    credo che la cosa migliore ,non sia non ascoltare ,ma ascoltare tanti pareri ,e poi ragionare col proprio cervello.buona giornata

  16. il 11 maggio, 2012 giovanna3.rm dice:

    Ricordate quando gli italiani andavano a votare in massa, raggiungendo percentuali altissime, quasi il 90%, per qualunque tipo di quesito fossero chiamati as esprimere il loro parere: elezioni politichem, amministrative o referendum. Non è più così da diversi ann. Non sembra, tuttavia, che l’astensione sia stata interpretata dai nostri politici come un reale malcontento del Paese, ma un semplice calo fisiologico. Ci vorrebbe un’astensionw pressoché totale, ma come la si potrebbe ottenere? Allora che fare?
    E’ un quesito che mi pongo da tempo e non so come rispondere.

  17. il 11 maggio, 2012 Lorenzo.rm dice:

    Hai ragione al 100%, Marisa. Proprio per questo abbiamo voluto offrire a tutti gli amici eldyani, di qualsiasi tendenza siano, questo luogo in Bosco in cui si esprime il proprio parere, si dialoga, si acquisiscono elementi di conoscenza da parte di altri, senza battibeccare, polemizzare e affermare verità assolute. Ciò dovrebbe valere in tutti i campi ma vale soprattutto per i problemi economici e politici. Non ci si può presentare agli altri dall’alto delle proprie convinzioni e dottrine e mettere in difficoltà gli interlocutori quando le loro idee non coincidono con quelle dei propositori degli articoli o dei commenti. Naturalmente, tutto questo impone che i moderatori facciano realmente la loro parte di ordinatori del dialogo, senza nessuna voglia di finalizzare il dialogo stesso a favore di chicchessìa. Faccio notare che non uso neppure il termine, pur legittimo, di dibattito, ma di dialogo, che implica ora e sempre la necessità di andare tutti d’accordo, pur avendo idee diverse, nella nostra comune famiglia di Eldy.

  18. il 11 maggio, 2012 Lorenzo.rm dice:

    Giovanna, quello che poni è un vero problema sul piano politico. E meno male che non dipende da noi risolverlo. Penso che la scelta dei mezzi di protesta, e l’astensione è uno di questi, spetti eminentemente ai cittadini, mentre ai politici è affidato il compito di interpretarli. Nel nostro Paese sono anni che la classe politica prescinde dall’interpretazione della protesta, richiamandosi, peraltro, all’esperienza di altri Paaesi, in cui va a votare un numero sempre più ristretto di cittadini. Ma, per quanto riguarda noi, che dire? Ognuno di noi si ricorda di quanti referendum sono stati vinti e poi conttraddetti nella pratica dalle decisioni poliche effettive?

  19. il 11 maggio, 2012 lieve dice:

    Ricordo… ricordo ,Giò. Ricordo,quanto ero fiera di votare per un ideale…
    …E mi si stringe il cuore non averlo più,sono riusciti a distruggere anche quello con la loro avidità.
    L’astensione pressochè totale non ci sarà mai , finchè ci saranno nostalgici iscritti a partiti che non hanno più ragione di esistere… finche ci saranno miopi che non sanno vedere la realtà, o che hanno paura di vederla, finchè ci saranno cialtroni che alimentano queste persone con promesse e promesse…E sarà così, finchè i nostri politici avranno chi li sostiene e li mantiene a nostre spese.

  20. il 11 maggio, 2012 cicco53 dice:

    ciao, l’articolo rispecchia il nostro modo di essere, stavolta non mi prolungo,è inutile sprecare fiume di parole,tanto alla fine il Popolo Italiano in generale non vuole il cambiamento, bisogna essere coerenti e consapevoli, dare una svolta con progetti concreti ,senza affidarsi agli urlatori che cavalcano l’onda senza idee per un vero cambiamento ecc. A parte il cambiamento culturale che è decaduto, secondo me due sono i punti chiavi .Il primo bisogna cambiare la legge elettorale per dare democraticamente un segno di partecipazione e un controllo generale del mandato e il programma ecc. Due abbattere tutti i privilegi di ogni sorte accompagnato da un progetto di fare pagare le tasse a tutti, infine abbattere il sistema clientelare molto usato nel Sud per i cambio di voti e non solo anche di speculazione con i soldi che sono di tutti ,buona giornata a tutti

  21. il 11 maggio, 2012 Lorenzo.rm dice:

    Ben tornata, Lieve. Non so se non si possa tornare più al voto seguendo i propri ideali. Io penso e mi auguro di sì. Certo, in politica ci sono interessi e persone che li rappresentano, ma ci sono anche tanti problemi per la cui soluzione non bastano le chiacchiere. E come si fa ad affrontare i problemi senza un animo puro, che, cioé, prescinda dagli interessi di singoli e di gruppi e corrisponda all’interesse generale?

  22. il 11 maggio, 2012 Lorenzo.rm dice:

    Grazie, Cicco, di non averci fatto mancare il tuo parere. I punti da te sottolineati sono, in effetti, gli obiettivi cruciali da assumere: modifica della legge elettorale, abbattimento dei privilegi di ogni tipo, abbattimento del sistema clientelare. Sono certo che anche tu converrai sulla difficoltà, oltre che sull’importanza, di questi temi. Pensi che l’attuale equilibrio politico consenta tutto ciò? Magari senza elezioni ma con un governo di illuminati che convinca i cittadini della bontà delle soluzioni che propone? Io lascio il punto di domanda ma non penso. Altro che voti ci vorranno.e manifestazioni di indignati, e partecipazioni di interessi, per cambiare, risolvere, raggiungere obiettivi.

  23. il 12 maggio, 2012 silvana1.ge dice:

    In effetti sì, ci siamo stancati di ascoltare chiacchiere inutili. Penso però che con il disinteresse, il non voto, non si vada da nessuna parte Il paese che vorremmo e che non c’è, invece, deve essere un progetto di tutti: lamentarsi e rinunciare è una forma di incoerenza . Non dobbiamo mollare mai : utilizzare tutti i canali possibili per far arrivare la protesta, la pretesa sacrosanta che vengano tagliati sprechi e privilegi, in attesa di una legge elettorale che ci consenta di scegliere . E poi? non dimostrare coerenza e rigore morale, senso civico e rispetto per le regole nel nostro quotidiano sarebbe come rimandare ancora e ancora la presa di coscienza che l’Italia in fondo siamo noi con i nostri pregi, certo, ma anche con i nostri atavici difetti, compromessi (do ut des), connivenze e complicità a più livelli, che dovremmo sforzarci di abbandonare.Quello che dobbiamo costruire è una identità nazionale, il concetto che pubblico significa responsabilmente di tutti e di ciascuno.

  24. il 12 maggio, 2012 Lorenzo.rm dice:

    Silvana, dicevo in altra occasione che gli eldyani, in generale, partendo da angoli visuali diversi, condividono tuttavia l’impegno di migliorare questa nostra situazione, non disinteressandosi ma stando in campo. Gli strumenti sono variegati, si potrebbe dire, ma comune è il desiderio di cambiare.

  25. il 12 maggio, 2012 lieve dice:

    Scusa silvana , ma io ritengo che non votare,cioè, andare ai seggi e usare la scheda annullandola: quindi dichiarando la propria presenza, non sia disinteresse, ma denunciare il proprio malcontento.
    E penso che,se qualcosa cambierà sarà a causa di questo, non perchè si è votato turandosi il naso, per un candidato qualsiasi che promette mare e monti….
    Anche Portento ha promesso… Silvana , e che ce vo??

  26. il 12 maggio, 2012 lieve dice:

    … che poi abbiano trovato l’escamotage per bypassare, anche questo tipo di dichiarazione, è tipico dei “manezzi” (Silvana):-) della politica italiana…Avremmo dovuto fare il teatrino nei seggi, facendo verbalizzare il nostro dissenso… capisci?? quanto sono vili?? Non abbiamo nessun’altro modo x dichiarare quanto siamo stanchi,tranne una bella rappresentazione teatrale…

  27. il 12 maggio, 2012 silvana1.ge dice:

    Lorenzo, in fondo tutti parliamo sempre della stessa cosa: il cambiamento (me compresa in più occasioni qui)L’interrogativo che mi pongo io:ne saremo capaci?. Sai una cosa? a me l’individualismo non piace e ne vedo troppo in giro.

  28. il 12 maggio, 2012 silvana1.ge dice:

    Lieve, rispetto la tua linea di condotta ma non mi sento di condividerla. Il diritto al voto ( che tra l’altro per noi donne è cosa abbastanza “recente” suffragio universale 1946) è cosa per me troppo preziosa e non ci rinuncerei per nulla al mondo. Auspico, ovviamente, una legge elettorale diversa che dia voce alle nostre scelte politiche, ma per adesso preferisco altre forme di resistenza.

  29. il 12 maggio, 2012 giovanna3.rm dice:

    Silvana, i tuoi commenti sono proprio sentiti e molto costruttivi. E’ vero che soprattutto noi donne dovremmo apprezzare maggiormente il fatto di poter votare – ce lo hanno concesso soltanto dal 1946, sembra incredibile, ma è così. Con questa legge elettorale, tuttavia, non si può esprimnere alcuna scelta della persona che riteniamo ci possa meglio rappresentare. Ciò, secondo me, ha limitato di molto la scelta di votare o no.
    Comunque sono d’accordo con te quandio parli del senso civico e solidale che ogni cittadino dovrebbe avere: chissà se riusciremo mai a raggiungere l’obiettivo.
    In ogni caso è bene dare il buon esempio: forse si riuscirà a fare proseliti!

  30. il 12 maggio, 2012 silvana1.ge dice:

    Grazie Giovanna, hai colto pienamente il senso del mio pensiero. L’immenso mare così ricco di vita è fatto di infinite gocce.Analogamente i comportamenti individuali potrebbero concorrere a cambiare una cultura.Giusto per restare nella banale quotidianità,mi viene in mente l’aspetto dell’evasione: non c’era nell’italiano medio la percezione che essa fosse un attentato al bene della comunità …chissà che piano piano le cose non cambino in questo ambito come in altri altrettanto fondamentali…chissà…

  31. il 12 maggio, 2012 Lorenzo.rm dice:

    No, Lieve, non votare o annullare la scheda, non è segno di disinteresse sul piano politico. Può non avere effetti concreti sull’attribuzione dei seggi, questo sì, ma guai ai politici che non riescono a comprendere il malessere dei cittadini e si allontanano dalle loro richieste, dai loro stati d’animo. Secondo me , c’è un piano formale ed un piano sostanziale. Su un piano formale vale la norma, qualunque essa sia. Sul piano sostanziale, valgono gli stati d’animo e le intenzioni.

  32. il 12 maggio, 2012 Lorenzo.rm dice:

    Sempre a Lieve dico che quello che lei chiama il “teatrino” nei seggi, cioé di dichiarare e far registrare il non voto, non credo sia di pratica attuazione nella stragrande maggioranza dei casi. E non soltanto perché la gente non vuole esporsi, ma perché l’operazione richiede tempo e fatica anche da parte del seggio elettorale. Mi ricordo che quando sono stato impegnato ai seggi guardavamo con commiserazione l’elettore che seguiva questo sentiero considerandolo francamente un rompipalle. Piuttosto si potrebbe discutere se, in caso di dissenso, sia meglio lasciare la scheda bianca o annullare. L’esperienza mi dice che una scheda bianca può essere manomessa, una annullata no.

  33. il 12 maggio, 2012 Lorenzo.rm dice:

    Ecco, Silvana, il vero problema è, come dici tu, quello dell’eccessivo individualismo, che spesso diventa menefreghismo. E’ una vera piaga quando non ci si addentra nei problemi e ci si rifiuta anche di parlarne ritraendosene. A questo proposito, però, devo osservare che c’è quanto meno una corresponsabilità dei politici, che non sono in grado di presentarsi e presentare i loro programmi in modo tale da favorire il consenso, non credi?

  34. il 12 maggio, 2012 Lorenzo.rm dice:

    E torniamo al diritto di voto, Silvana, che giustamente ritieni una grandissima conquista, soprattutto per le donne, che ne usufruiscono da poco tempo. Certo, non votare è una contraddizione rispetto al diritto al voto (che peraltro è anche un dovere). Tu legittimamente non sceglieresti questa forma di contestazione. Qui, in sede di analisi politica, vedo però che questa scelta, del non voto o del voto nullo o della scheda bianca, sia un fenomeno in aumento e i dati lo dimostrano. Penso che se non ci fosse stato il movimento di Grillo a fungere da catalizzatore formale degli scontenti di vario tipo, con risultati eccellenti, il disinteresse dei cittadini sarebbe stato maggiore. E ciò a prescindere dalla giustezza o meno della loro decisione.

  35. il 12 maggio, 2012 Lorenzo.rm dice:

    Giovanna, conoscendoti, non avrei mai potuto immaginare un tuo disinteresse rispetto al voto. Il fatto è che la nostra società si trova in una situazione di stallo, sul piano politico, da tanto tempo; con politici non graditi, con polemiche sanguinose, con chiacchiere e chiacchiere e chiacchiere (e si ritorna al tema dell’articolo che ho presentato).

  36. il 12 maggio, 2012 Lorenzo.rm dice:

    E torno a Silvana, che ci dà un mare di spunti per un dialogo costruttivo fra noi. Lei dice che le diverse gocce che costituiscono il mare in cui nuotiamo possono determinare un’accezione positiva che accomuni tutti, e fa l’esempio dell’evasione fiscale, che viene finalmente percepita come un vero attentato sociale. Osservo, in proposito, che il cammino da fare è ancora lungo e che sarebbe più preciso dire che l’evasione viene presentata come un attentato alla comunità. Ma che ancora oscura è la percezione, insieme alla necessità della tassazione, della sua congruità, della sua giustezza. E qui si ritorna facilmente al discorso sul carisma della classe politica rispetto alla società che dovrebbero rappresentare (dico dovrebbero perché sappiamo che qualche volta o spesso non lo fa). Se un governo mi tassa in un modo che percepisco ingiusto esco dai binari della razionalità, addirittura fino all’estremo sacrificio della vita (come purtroppo è successo e sta succedendo). Perché la gente mette insieme tasse ed evasione, facendone un solo mucchio e percependo che i potenti le tasse non le pagano e che i piccoli sono soggetti ad un carico eccessivo, inevitabile ma impossibile da sostenere. Dimenticando il richiamo evangelico di dare a Cesare quel che è di Cesare. Se non amo Cesare e non lo rispetto neppure gli dò l’obolo.

  37. il 12 maggio, 2012 Lorenzo.rm dice:

    Mi togliete una curiosità, voi genovesi? Ma chi è questo Portento? E’ stato eletto? E chi rappresentava? Certo che il suo nome è un programma. Dovrebbe aver fatto il pieno di voti.

  38. il 12 maggio, 2012 lieve dice:

    Lorè , Orlando Portento ha preso 1500 voti.
    E’ un personaggio televisivo , autore ed attore.Sposato con Angela Cavagna, una showgirl (fra le prime veline),dalla quale è stato lasciato ed alla quale inviò 1900 messaggi…
    Ha nuotato un pò sulla scia di Grillo negli anni 90.
    E’stato cacciato dalla rai , insieme alla moglie, per aver denunciato intrallazzi.
    Autore di uno mattina , venne cacciato anche lì.
    Girovaga nelle tv genoveesi.
    La sua fama fu al culmine quando ad un reality (mi pare fosse “la fattoria”) diede in escandescenze denunciando ingiustizie e criticando il progrogramma, perchè la moglie era stata squalificata; usando gesti inconsulti e termini tipo”cammellate” e “triccheballacche” che diventarono un tormentone proposto da striscia la notizia.
    Ha un ristorante in una zona bellissima sulla scogliera che si chiama “belin come si mangia triccheballacche”
    Ecco! non aggiungo altro lorè…
    Costui si è presentato nelle liste genovesi per diventare sindaco!

  39. il 12 maggio, 2012 Lorenzo.rm dice:

    Insomma, Lieve, se non è stato eletto i genovesi non hanno perso nulla. A mio parere, naturalmente.

  40. il 12 maggio, 2012 cicco53 dice:

    ciao, se come riferimento di cambiamento generale è dato da questi risultati,c’è da preoccuparsi per una società sempre più vecchia e individualista al di la della protesta di massa che non porta da nessuna parte,solo un modo di giustificarsi e non voler affrontare il vero problema ecc. Mi spiace per il popolo Ligure che ha sempre dimostrato coerenza e compattezza, leggendo sul giornale,un nome Portento e Grillo ,hanno perso i valori di combattenti con idee buone, così vale anche per Parma. Questi dati sono dannosi a tutti i livelli perché alzano il tiro ad un terrorismo ,che abbiamo combattuto con tante perdite umane forse ci siamo dimenticati di loro? Io no e voi ? . Il dato è questo è inutile girare attorno al problema .

  41. il 12 maggio, 2012 Lorenzo.rm dice:

    Sì, Cicco, c’è un impoverimento ed una decadenza della politica, sia in termini di rappresentanza che di “supporters”. E la tendenza sembra irrefrenabile. Purtroppo non vale che ce ne ricordiamo in pochi. Da osservare, inoltre, che il sistema è ingessato sul piano politico generale, sia per le regole europee, sia per l’inciucio di tutte le forze attorno al governo tecnico.

  42. il 13 maggio, 2012 lieve dice:

    Sì Cicco , vedi , a Genova non manca proprio niente….

    Lorè, deve cambiare una generazione, almeno, per capire come realmente è oggi il popolo italiano. Finchè ci saranno nostalgici,che continuano a guardare con la testa girata all’indietro,e sperano che tornino i bei tempi, in contrapposizione a giovani facinorosi, che protestano sfasciando citta, non se ne verrà a capo…

  43. il 13 maggio, 2012 Lorenzo.rm dice:

    Speriamo che ne veniamo a capo, Lieve. Il mio augurio è con tutto il cuore.


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