LA DOMENICA DEL BOSCO
Scritto da Giuseppe il 29 Luglio 2012 | 60 commenti- commenta anche tu!
Per questa Buona Domenica consentitemi di raccontarvi questa storiella di vita vissuta da ragazzino studente e ripescata nell'Hard Disk della mia memoria di settuagenàrio.
Terminati i tre anni di scuola media, allora Avviamento Professionale, promosso a giugno, mio padre mi pose di fronte ad una scelta: “Vuoi continuare a studiare o vuoi imparare un mestiere?” . Forse perché stressato dalla preparazione agli esami di licenza, non è che proseguire gli studi mi attirasse tanto e tra l’altro imparare un mestiere significava anche iniziare a lavorare e avere la disponibilità di qualche soldino per cui risposi che accettavo di fare l’apprendista per imparare un mestiere. Allora mi pose davanti un’altra alternativa: “Scegli, cosa preferisci fare il ciabattino o il barbiere?”. Sinceramente due mestieri che non erano per niente allettanti nelle aspirazioni di un ragazzino di belle speranze che pensava di fare il signorino attraente e ben vestito per cui capii che la scelta era obbligata e risposi:
“Va bene, continuo a studiare”.
Scuola di Ragioneria - Classe II B
Poco più che quattordicenne, trascorsi quelle ‘vacanze scolastiche estive’ lavorando da ‘manovale’ presso un muratore, piccolo impresario edile, al quale mio padre mi aveva affidato per farmi ‘tastare’ il peso del lavoro manuale. Iniziai così a guadagnare i primi soldini della mia vita (250 lire al giorno) ma quel denaro servì tutto per l’acquisto dei libri del primo anno delle mie scuole superiori di studente squattrinato. L’anno successivo fui io stesso ad andare a chiedere il lavoro allo stesso impresario ma concordai che la paga giornaliera dovesse essere pari a quella dell’altro manovale che, sebbene di due anni più grande e con la muscolatura già ben formata, in realtà facevamo lo stesso identico lavoro e io non mi tiravo indietro in nulla. La paga mi fu accordata in 400 lire al giorno e per me fu una valida conquista.
Trenino linee di Cagliari Anni '50
Fu così anche negli anni successivi: lavoravo d’estate per acquistare i libri per il nuovo anno scolastico e poter così proseguire gli studi.
A scuola, alle ore 11,15 suonava la campanella dei 15 minuti d’intervallo per la ricreazione ma in pochissimi avevano la moneta necessaria per acquistare panino e companatico. La maggior parte, me compreso, non avevamo una lira in tasca e la colazione consisteva spesso in una pagnottella rafferma portata da casa senza companatico. Dovevamo inventarci qualcosa per metterci alla pari di quelli più fortunati ed ecco l’idea.
Trenino linee di Cagliari Anni '50
Il percorso casa-scuola e viceversa, poco più di sei chilometri all'andata e idem al ritorno, si percorreva con il tram, una sorta di trenino con locomotrice elettrica e cinque carrozze che nelle ore di punta viaggiavano stracariche. Facendo il percorso a piedi ci sarebbero rimaste in tasca 20 lire, tale era il costo del biglietto di andata e ritorno per studenti e lavoratori con limitazione della validità dalle ore 6,00 alle 20,00. Un formaggino, un panetto di marmellata o un triangolino di nutella costava allora dalle 7 alle 10 lire quindi ci restava in tasca ancora qualcosa per le spese della domenica. C’era qualcuno che già fumava qualche sigaretta che al tempo potevano essere acquistate anche sfuse. Prevalentemente, però, ci si accontentava di un gelato, oppure, alternativamente, una domenica si e una no ci si poteva pagare il biglietto del cinema. Ricordo le sale cinematografiche il “4 Fontane” e il “2 Palme” dove si proiettavano film di seconda visione ed il biglietto d’ingresso costava 60 lire nei giorni feriali, 80 lire nei festivi. Gli altri locali della città: “Odeon”, “Massimo”, “Cinegiardino”, “Olimpia”, “Eden”, “Ariston”, “Fiamma” ed altri, avevano prezzi proibitivi per noi. Le risorse finanziare così faticosamente risparmiate bisognava sapersele gestire. Non tutti i giorni però riuscivamo a risparmiare il costo del biglietto perché se era brutto tempo e pioveva, dovevamo usare comunque il tram e per quel giorno avevamo assicurato anche il ritorno, altrimenti altra scarpinata a piedi verso casa. Si rientrava tardi, stanchi ed affamati ma a casa ci attendeva un rifocillante piatto di minestra.
Comet II
Ricordo ancora la sequenza delle fermate del trenino: Da Cagliari partiva dal capolinea di piazza Matteotti ed effettuava le fermate di via Roma, via XX settembre, via Sonnino, Piazza Garibaldi, via Baccaredda, San Rocco, San Mauro, Palazzo Brusa, Zedda Piras, Villasanta, Vinalcool e finalmente Piazza Italia, a Pirri dove scendeva il nostro gruppo. Ma il percorso noi lo facevamo quasi sempre a piedi per via dell’esigenza di risparmiare il costo del biglietto. La linea tranviaria proseguiva poi per Monserrato, Selargius, Quartucciu e fino all’altro capolinea situato a Quartu Sant’Elena.





Ma sì, Giuseppe, che traggono insegnamenti utili dalla tua storia, i ragazzi di oggi. Certo, ti commisereranno un po’ e anche questo è giusto. Perché la vita di una volta non era così liscia come quella di oggi. E capiranno. Quanto allo snodarsi degli avvenimenti di cui scrivi, devo dirti che oggi è nata una stella nel campo della letteratura. E sei tu, Pino. Grande racconto e grande scrittore. Ti abbraccio con tanto affetto.
Ma quanti complimenti Lorenzo, grazie, mi chiedo se li merito veramente. Racconto ogni tanto le storie che sono nascoste nei meandri della memoria, storie di vita vissuta apparentemente dimenticate ma che, all’improvviso e con prepotenza, riemergono dal profondo con la voglia di essere portate alla luce perché anche i ragazzi di oggi sappiano com’eravamo. Questa è la vita.
Scusate se entro a disturbarvi, ma non posso stare fermo, devo lasciarvi un mio piccolo commeto, sono cosi forti quelle foto del post che mi hanno fatto tornare indietro nel tempo.Lisa dagli occhi blù….La Topolino, il tram, la macchina fotografica Comet II, le porto con me nei miei ricordi…con la topolino andavamo con gli amici al mare fine anni 5o, era una topolino di colore grigio modello c, allora Tirrenia non era come adesso, c’èra solo uno stabilimento balneare il Siria, e tanta tanta spiaggia libera, quante bischerate abbiamo fatto, e tante tante foto con la comet II. Che dolci ricordi, si dolci….fanno bene al cuore….ricordarli.Un ciao con simpatia.
Caro Giuseppe, ho letto di fretta la tua storia di vita con piacere ma un po di fretta , ma la rileggerò con piacere perche già mi ha stimolato quei ricordi chiusi nel cassetto dell’animo; scriverò la mia esperienza di ragazzo lavoratore: ma la scriverò a parte e poi te la invierò essendo una storia che mi ha accompagnato per tutta la vita non la posterò come commento, non voglio ripetere una storia nella storia: comunque ti ringrazio dei stimoli che mandi.
Buona domenica a te e a tutti.
Sì, Pino, ma non è da tutti questa voglia di “scoprirsi”, di rivelarsi agli altri. C’è quella sorta di pudore che trattiene, di ritrosìa che esclude. Una forma di orgoglio, di timidezza? Non lo so, certo che è invece positivo e umano raccontarsi, senza stare a pensare a chi può raccogliere il messaggio, anzi senza avere neppure la coscienza di dettare messaggi. Raccontarsi e basta. Pensa che, sull’onda dell’emozione suscitatami dal tuo racconto, mi sono ricordato di un discorso analogo al tuo avuto con mio padre e dei chilometri fatti a piedi in una città come Catania, che diventava sempre più grande ed estesa, per raggiungere la scuola ogni mattina. A piedi, capite, cari ragazzi? Quanto al racconto dei fatti, ritengo la tua scrittura davvero ispirata, Pino. Ispirata, gradevole e, soprattutto, bella. Da vero scrittore.Ti abbraccio con affetto.
Guglielmo, sai bene che sei il benvenuto nel Bosco, come tutti del resto, grazie per il tuo intervento. Penso tu parli di Tirrenia-Calambrone-Marina di Pisa sulla costa tirrenica quindi deduco che il ‘ca’ compreso nel tuo acronimo vale come iniziale del tuo cognome mentre invece ero portato a pensare che potesse riferirsi a Cagliari città, come il mio.
Hai fatto bene a riportare nel commento anche i tuoi ricordi perché rimembrare il periodo di gioventù ci consente di mantenerci giovani ancora oggi. A presto.
Molto bene, Alessandro, son contento che la storia stimoli altri ricordi, l’obiettivo può essere anche quello di far riemergere emozioni vissute. Hai la mia mail, manda il tuo racconto e il Bosco ne farà una storia tutta tua, come è nei tuoi desideri. Grazie e ancora Buona Domenica. Ciaooooo
Ragazzi sono fuori sede, ma ho modo di usare un pc e non posso mancare di unirmi agli amici che hanno espresso amabili pensieri a Pino: li merita tutti. Ci riporta indietro negli anni: erano per tutti noi tempi duri e difficili, vissuti con difficoltà ma consapevoli di aver superato un periodo orrendo, pronti e felici di pensare alla ricostruzione di ogni cosa….. Considerando la vita e la situazione attuale, il nostro obiettivo di allora non sembra proprio essere stato raggiunnto!!! Un caro abbraccio a Pino e grazie ancora per il suo racconto.
Vedi Lorenzo, concordo con quanto dici perché anche io penso che cercare di nascondere il nostro passato sarebbe come negare di essere stati giovani. Lo siamo stati tutti e conserviamo i nostri ricordi, belli e meno belli ma a che servirebbe tenerli nascosti? Ritengo che sia utile e bello comunicare anche agli altri le nostre esperienze… servono a capire la vita che resta sempre un’incognita per tutti.
Grazie ancora e provaci anche tu.
Intanto…Buona Domenica a tutti !!
Ma come siete nostalgici e “coccolosi” stamattina ^_^
E’ sempre bello leggere pezzi di vita vissuti con così tanta “semplicità”… non c’era granchè ma, quel poco che c’era, lo si assaporava appieno e bastava a farci felici.
Torniamo allo stesso ragionamento… il “senso delle piccole cose”…
Grazie Giuseppe… BuonaDomenica a te
Com e sempre Giuseppe i tuo racconto ,ci riporta indietro negli anni ,risvegliando tanti ricordi ,sono stati tempi duri ma hanno formato i nostri caratteri ,ci hanno abituati a lottare per emergere ,con niente nn si fa niente .Il tuo racconto lancia tanti segnali positivi.tanti insegnamenti per i ns giovani,Sono altri tempi d’accordo,ma i ns vecchi hanno sempre insegnato che se nn ti rimbocchi le maniche ,nn fai molto,nessun mestiere e’ sporco ,se onesto. Grazie Giuseppe……
Leggo con piacere che la nostra “Alonso” del Bosco… è giunta a destinazione ^_^
Giòòòòò…riposati e goditi il fresco eh !!
Un abbraccio
Gugli ^_^… che sorpresa trovarti qui…nella frescura del Bosco.
Regalaci anche tu qualcosa dallo scrigno dei tuoi ricordi…
un abb…one
Certo Giovanna, non potevi mancare, anche dal tuo luogo di villeggiatura dovevi far sentire la tua voce e ti aspettavamo con piacere. Dopo tante fatiche un pò di relax ce lo meritiamo. Grazie per tutto quanto tu fai.
PER DOVERE DI CRONACA É BENE PRECISARE CHE, TRANNE LA FOTO DELLA MIA CLASSE 2^B (dove ci sono anch’io, naturalmente), TUTTO IL RESTO, OGGETTI D’EPOCA COMPRESI, LI HA SCOVATI GIOVANNA…. RENDIAMO MERITO A GIOVANNA…. GRAZIE
Inizio con dare la mia assolata buona Domenica a tutti, per commentare il bellissimo post di Giuseppe, non sono riuscito ha trovare che queste poche parole.
Come stavamo bene, quando stavamo peggio, vero Giuseppe, era forse la giovinezza? Credo proprio di si!
ciaooooo
Giuseppe, bellissimo il tuo racconto, molti di noi, ultrasessantenni, possono riconoscersi nelle esperienze da te raccontate…noi comprendiamo, perfettamente, le tue emozioni nel ricordare gli anni della tua adolescenza, dubito, però, che i giovani di oggi possano capire. Il loro dramma è proprio qui, non capire le nostre piccole conquiste giovanili…fatte di rinunce, di speranze che ci stimolavano a raggiungere degli obbiettivi. Occorre viverle queste esperienze per poterle comprendere a fondo…i giovani di oggi hanno tutto…ottengono tutto ancor prima di chiedere…il benessere che abbiamo contribuito a creare si ritorce contro i nostri figli che pensano che il mondo sia semre stato come lo vedono loro. Certo, la colpa non è la loro se siamo saturi di benessere, spero comunque che possano una via per potersi realizzare anche senza le fondamenta che abbiamo avuto noi, nella povertà e nella scarsezza di mezzi. Complimenti vivissimi.
Grazie dei saluti Carly, che ricambio con piacere. Il nostro Giuseppe ci fa sempre meditare la domenica anche se in modo positivo, beninteso: non potremmo più farne a meno oramai!
Un caro saluto a tutti gli amici Eldyani, particolarmente a quelli che passeggiano per il Bosco…..
Giuseppe ,x prima cosa grazie come sempre x i tuoi racconti ,questo poi e vita vissuta ed e’ ancora meglio ,,auguro a tutti una serena domenica ,grazie anche a Giovanna
Dimenticavo ,complimenti x la canzone ,grazie
Grazie Carly (permettimi il confidenziale), hai detto bene il senso delle “piccole cose” che poi, messe insieme, formano le “grandi cose” quelle utili per risolvere le problematiche della vita, sempre le stesse, quelle del vivere quotidiano. Ben vengano le esperienze del passato, le nostre e quelle altrui che ci consentono il confronto e il discernimento del bene dal male. Tiremm’ innanzi con l’orgoglio dell’umana umiltà.
Verissimo Sandra, dalle nostre esperienze possiamo forgiare utili insegnamenti per il futuro dei giovani di oggi che ritengono di avere diritto di pretendere il ‘motorino’ al compimento del quattordicesimo anno e patente e auto non appena si compiono i 18 anni. Mi domando se questi ‘giovani’ si rendono conto di quanti sacrifici ci sono dietro ogni piccola conquista nella vita. Conquiste che si ottengono avanzando passo dopo passo con umiltà e perseveranza ma tanto orgoglio personale se si ottengono esclusivamente con i propri mezzi e le proprie capacità. Grazie per la tua preziosa testimonianza.
Occorre viverle queste esperienze per poterle comprendere a fondo…i giovani di oggi hanno tutto…ottengono tutto ancor prima di chiedere…il benessere che abbiamo contribuito a creare si ritorce contro i nostri figli che pensano che il mondo sia semre stato come lo vedono loro.
Riprendo il concetto espresso da Eliseo, ed evero quello che ha scritto, i giovani non potranno mai capire! perchè non hanno avuto la spinta emotiva che avevamo noi, e non lo capiranno mai, anzi potrebbero anche irritarsi, quando parli di certe rinunce, di certi sacrifici per arrivare ad obbiettivi che ci eravamo posti; la sofferenza, il bisogno ci aveva resi forti, determinati, costanti, cosa che i giovani di oggi non sono: le responsabilità? be non vorrei aprire un altro tema, ma le famiglie degli anni 60 volevano dare ai loro figli quel benessere che a loro era mancato, e in questo amore verso i figli si è innestato il consumismo producendo un rilassamento generale.
ahahaha, sapevo che Giovanna è stata sempre in prima fila ma non sapevo che partecipasse alla Formula UNO e tanto meno che avesse guadagnato la pool position. Grazie Carlotta per avercelo svelato.
Vero Carlotta, Guglielmo fa parte del Bosco e ci sorprenderà presto con i suoi elaborati: lo aspettiamo. Gugli, datti da fare, noi ci siamo e tu pure.
Si Riccardo, la giovinezza ma aggiungi la voglia di fare, la consapevolezza di vivere tempi difficili e la determinazione di volere arrivare ad ogni costo confidando solo sulle nostre forze perché consci di non avere altro. Oggi possiamo dire, con orgoglio, che ce l’abbiamo fatta.
Vero Aliseo, le nuove generazioni nel sentire le nostre storie forse ci snobbano e sotto, sotto, sorridono ma matureranno e se noi abbiamo raccontato come stavano le cose, allora ricorderanno e si renderanno conto di quante verità abbiamo detto sperando che non sia troppo tardi per ravvedersi. Lasciamo spazio ai giovani trasmettendo, però, la consapevolezza che il futuro si costruisce sulla cultura e sulle esperienze del passato. Grazie per il tuo prezioso intervento.
Giovanna3RM, ritengo giuste le tue ossevazioni ma non lodarmi troppo che poi finisco col crderci e rischio di montarmi la testa, ahahah. Estendo anch’io il saluto a tutti quelli che passeggiano nel Bosco anche solo in cerca di funghi e di mirtilli, ce n’è per tutti i gusti.
GiovannaVC, insieme a GiovannaRM ti ringraziamo per i tuoi apprezzamenti. Per la scelta della canzone ci è sembrata la più adatta considerando che la mia classe era proprio la 2^B.
Salve a tutti, leggendo quello che ha scritto l’amico Giuseppe, subito la mia mente ritorna indietro ai ricordi e tutto si ricostruisce come se fose un puzzle, ricordo la topolino di mio padre, poi la 1100, la prima bicicletta, il motorino truccato, sentendo le canzoni poi mi ricordo i festini nelle cantine, il problema di reperire il giradischi o mangiadischi, i balli improvvisati, il ciclostile che nn funzionava mai e per noi era importante per nostro complessino, tutto questo ora sono pensieri strappati al tempo passato, che per me è stato pieno di sacrifici, ma anche di divertimento ma che questi mi hanno temprato. Ora tutto con l’evoluzione che c’è stata, con la tecnologia, con i fattori moderni e quant’altro, c’è differenza di vita, di cultura, di consumismo, e tutto il racconto che abbiamo letto resterà per tutti noi un ricordo bellissimo come la nostra gioventù, che è cresciuta lentamente dovendo passare a volte attraverso i traumi delle avversità. (parole nn mie ma di Gerge Washinton)
Giustissimo Alessandro, moltissimi geitori hanno commesso gli errori di cui parli ma è proprio nel saper valutare gli errori come tali che si riesce ad acquistare la capacità di non reiterarli ancora. Ecco, da qui, nasce la necessità di trasmettere il nostro sapere ai giovani ed è ciò che stiamo cercando di fare. Grazie ancora.
carissimo giuseppe ho letto il tuo racconto .Ma a me è successo il contrario ,fatto l’esame di licenza elementare e essere stata promossa ,la mia insegnante mi aveva preparato per l’esame di stato per andare alle superiori . premetto che io non ho avuto la mamma e il papà si era risposato .a casa si è deciso che io dovevo andare a lavorare e così mi hanno messo dentro una lavanderia .Avevo 12 anni e lavoravo dalle 8 di mattina fino alla sera tardi ,meno male che veniva mio padre a prendermi .mi pagavano solo la tessera dell’autobus però le mance che mi davano i clienti a cui portavo i vestiti puliti a casa erano le mie ,allora si poteva rimediare fino a 200 lire .Il bello era che appena arrivavo a casa mi pulivano le tasche e io non avevo mai 1 soldino per me .Forse ho sbagliato o forse no ma ai miei figli non ho mai fatto mancare i soldi in tasca,io ho sofferto molto quella situazione perche quando le mie colleghe andavano da fassi a prendere il gelato io dicevo sempre che non mi andava e che dovevo correre a casa . Comunque non mi lamento e ho imparato un mestiere che mi ha dato soddisfazione e benessere.Mi è piaciuta la topolina è la prima auto che abbiamo comprato appena sposati l’amavo molto . ora scusa se non ci entra nulla quello che ho detto ma questi sono i miei ricordi di allora .Voglio dirvi che i miei figli nonostante gli ho sempre dato i soldi che gli servivanoper le loro spesucce ,sono diventati bravi amministratori di loro stessi e non hanno mai sprecato il denaro .Grazie Giuseppe dei ricordi che ci fai venire alla mente .un saluto a tutto il bosco e ai suoi freguentatori
COMPLIMENTI GIUSEPPE MERAVIGLIOSO L’ARTICOLO , MI SONO RIVISTO MOMENTO PER MOMENTO , MI SONO RIVISTO STUDENTELLO , GRANDI CAMMINATE PER RISPARMIARE I SOLDI PER POTER ANDARE AL CINEMA , QUATTRO FONTANE CIAO GRAZIE
Mannaggia Nemb !… mi hai fatto tornare in mente la mia bici Graziella, bianca con il cestino…la Motorella, la “compagnia”…in 15/20 sotto ad un solo ombrellone, i tramonti in spiaggia con un juke-box che al baretto suonava le canzoni di Battisti… i primi amori…il primo bacio.
Che tempi meravigliosi ! A pensarci, viene un pò di nostalgia…
!Non me lo dovevi fare…non me lo dovevi !” ahahahah
PAT !!… bentornato ^_^
Cammina qualche volta anche nel Bosco ne! Ti fa bene….
Come nelle parole di George Washington anche nelle tue, Nembo, trovo tanta saggezza. Hai analizzato il vissuto del periodo della nostra gioventù con la valutazione postuma dei cambiamenti avvenuti con l’avanzare inarrestabile delle nuove tecnologie alle quali ci siamo dovuti adattare e progressivamente adeguare per non correre il rischio di restare indietro. Trovo molte analogie con il mio vissuto e penso che sia stato così un pò per tutti. Ora siamo qui e ne parliamo ancora ed è bello anche questo. Grazie.
Giuseppe… la metafora della “nostra Alonso” era riferita al fatto che Giovanna… carica con armi e bagagli la sua auto, gatta compresa e parte verso luoghi freschi e rilassanti a rigenerarsi e ritemprarsi. Me la vedo… che percorre autostrada e gallerie di montagna ascoltando musica e “ciacolando” con la gatta ahahahah
Pina, bravissima, il tuo commento è già una storia a sè stante, bella, la rileggo ancora: è piacevolissima, desta ricordi e fa rivivere emozioni che forse molti non hanno avuto la possibilità di vivere e, credimi, hanno perso qualcosa che sarebbe stato utile anche per loro. I tuoi sacrifici di allora e le tue esperienze da ragazzina, avviata al lavoro giovanissima, hanno forgiato il tuo carattere e le tue conoscenze sulle esigenze della vita. Oggi riconosci che quella esperienza ti è stata utilissima per l’educazione dei tuoi figli, per la loro responsabilizzazione sull’utilità e l’uso del denaro che non va mai sprecato soptrattutto quando si conoscono i sacrifici necessari per guadagnarselo. Tutto è utile nella vita e tu ce ne hai dato ampia dimostrazione con il tuo racconto. Sono io ora a ringraziarti per aver rispolverato in me, ma penso anche in tanti altri, bei ricordi del passato che è bene che restino sempre vivi nella nostra mente. Brava e ancora tantissimi ringraziamenti.
Franco, mi fa piacere che il racconto abbia ridestato anche in te le stesse emozioni da me vissute nello scrivere i vari episodi dei ricordi giovanili. Era un vero piacere riuscire a racimolare i soldi per il biglietto del cinema, la domenica. Quanti bei film nel mitico “Quattro Fontane” in via Farina e al “Due Palme” in Viale Regina Margherita.
Belle emozioni anche al solo ricordo. Grazie.
Carlotta, anche tu non scherzi nel farci ricordare episodi che ci hanno dato allora forti emozioni ma che ricordiamo ancora con tanta nostalgia di gioventù. Il Juke-box al baretto, gli assembramenti sotto un ombrellone, il mangiadischi portatile in spiaggia, la passeggiata lungo il bagnasciuga mano nella mano, le prime schermaglie d’amore, i primi baci…. chi non ha vissuto tutto questo alzi la mano….. ho capito nessuno alza la mano e io mi fermo qui…. ciaoooo.
Carly, relativamente alla nostra “Alonso” non sapevo che il viaggio fosse organizzato in quel modo comunque mi sa tanto che a metà strada riuscirà a raccogliere qualche altra gattina abbandonata, così la famiglia cresce ancora. Ciao.
Pino, sono felicissimo per il grande successo del tuo scritto. Ero stato un facile profeta. Un affettuoso abbraccio.
Lorenzo tu avevi visto giusto mentre io, sinceramente, non pensavo che la storia potesse destare tanto interesse ma è stato un bene che sia andata così. Tutti hanno prestato attenzione alla storia che è stata utile per far riemergere tanti ricordi personali, nessuno si è incuriosito per individuare quale sono io nella foto della mia classe 2^B: sono quello con la maglietta chiara e i calzoncini corti ma questo effettivamente ha poca importanza. Ciaoooooo.
Bellissimi ricordi!
Spero che i nostri cari giovani possano leggere.
Sarebbe molto bello avere qui un loro commento e condividere anche i loro sentimenti e le loro esperienze.
Penso che la vita sia per tutti colma di avvenimenti che ci aiutano a crescere e maturare .
Le esperienze, che i giovani oggi vivono, le racconteranno, di sicuro, quando avranno qualche anno in più.
Speriamo di lasciare loro dei bei ricordi di noi!
La nostra “giovinezza”, invece, prosegue con i sentimenti più profondi , quelli non invecchiano mai, ma sono un bagaglio importante, per riuscire ad avere quella vitalità che a molte persone, di sicuro, non manca.
Le esperienze vissute ci formano e, spesso, ci fortificano e parlarne fa tanto bene: di sicuro ci si sente più uniti e solidali.
Penso che abbiamo ancora tanto da dare tutti, giovani e meno giovani, e sempre in positivo!
Un grazie sincero ed una serena settimana a tutti voi!
Grazie Cecilia, le tue parole danno valore al nostro umile lavoro e ci stimolano a proseguire sulla stessa linea che mira sempre al bene comune, alla valorizzazione del pensiero, al coinvolgimento degli animi semplici e nobili ed, infine, alla sana educazione dei giovani. Ti ammiro per il tuo grande senso di saggezza. A presto.
Ciao Carlotta, diciamo che sono contento che ti ho fatto rispolverare i ricordi e le emozioni passate, e di sicuro con tanta nostalgia nel ritornare indietro con il tempo…la graziella la mitica graziella hahaha, noi amavamo le cose semplici, il valore delle nostre origini, le cose di tutti i giorni, ecco …vedi anche queste cose, ha inciso molto su tutta la nostra generazione. Lo dovevo dire…, lo dovevo fare…haha un abb. amica mia.
Nemb… hai tralasciato un ricordo fondamentale… la solita “racchia” o il solito “brufoloso”…che ai festini si occupava di mettere i dischi e di spegnere la luce…ahahah
Lo dovevo dire…lo dovevo fare..te possino ! muhaaaa ^_*
bravo giuseppe bella descrizione dei vecchi tempi che furono e anche io mi ci rivedo in quasi tutto
Eh si Marino, bei tempi andati ma che in un modo o nell’altro abbiamo vissuto un pò tutti. Ora non ci resta che ricordare ma senza tanta nostalgia, la nostra parte l’abbiamo fatta e possiamo esserne orgogliosi. Ciao.
Giuseppe quanta spontaneità nello scrivere i tuoi ricordi giovanili. Non ho vissuto proprio quei tempi, ma i ricordi sul tipo di società che mi ha visto ragazzina sono molto simili. Si coglie la semplicità di vita, i piccoli piaceri conquistati a fatica, la voglia di migliorare che passava attraverso lo studio. Le opportunità allora erano scarse, gli orizzonti molto limitati, eppure eravate felici con poco. Faccio un parallelo con i giovani di oggi: sguazzano nel superfluo (che considerano necessario) e non sono mai contenti perchè sembra importante ormai l’avere, non l’essere: più si ha più si è….. Sono anche confusi dalle teoriche, infinite opportunità in tutti i campi, spesso però traditi dalla complessità di una società che i giovani li blandisce ma non permette loro di realizzarne le aspirazioni. Allora c’era la serenità , la certezza di non essere soli,forse anche una certa stabilità, adesso prevale l’inquietudine. Mi pare che i giovani in questo loro correre senza una direzione siano stati colmati di tutto il materiale possibile, ma privati dell’entusiasmo di potersi progettare un futuro accettabile. Si stava meglio quando si stava peggio? L’essere umano ha bisogno di costruire, di migliorarsi, di realizzarsi come persona e la condizione essenziale è la fiducia, elemento che, mi pare, sia un po’ carente al momento attuale. E’ sempre bello e costruttivo leggerti, Giuseppe. Grazie!
Grazie a te Silvana. Con il tuo commento dimostri ancora una volta che è importante ricordare e trasmettere il proprio vissuto e la cultura del passato alle nuove generazioni perché queste abbiano la possibilità di confronto e anche di riflessione sulla evoluzione dei tempi e sulla propria esistenza. Ed ecco che anche una semplice trascrizione di qualche episodio della propria vita giovanile può diventare cultura, perciò invito gli amici a seguire il mio esempio, senza inorgoglirmi per questo. Grazie ancora, a presto.
Mi domando se le nuove generazioni siano interessate ai nostri ricordi e alle nostre sensazioni, mi sentirei maggiormente stimolato scrivere ancora se entrassero qui lasciando un commento.
Perbacco, ragazzi,che successo il racconto di Giuseppe: ne sono molto felice, per lui e per tutti gli amici che hanno trovato in quelle righe grandi similitudini con il loro passato e ce lo hanno scritto.
Mi ha colpito, in modo particolare, il commento di Pina. A parte il fatto di esssersi guadagnata la vita in modo assai pesante, sia pure piacevole, come dice lei, deve aver dato un esempio di vita onesta, responsabile e solidale ai suoi figli, poiché sembra siano cresciuti bene e rispettino tutto ciò che ella ha fatto per essi. E’ stata quindi un’ottima mamma.
Ho sempre sostenuto che i primi esempi di comportamento per i figli derivino dalla famiglia……che dobbiamo dire, quindi, dei giovani di oggi che, nella maggior parte dei casi, ritengono tutto dovuto senza alcun impegno, nemmeno quello dello studio? Non parliamo di sacrifici perché appena ne accenniamo loro minimanente ce li facciamo nemici!
Tutti, ovviamente, ci rendiamo conto che i tempi, le esigenze, i rapporti sono cambiati ma, vivaddio, un minimo di buon senso, esempi adeguati, correttezza verso i propri simili dovrebbero essere insegnati i giovani, anzi ai bambini, fin da subito, e forse qualche risultato in più potrebbe cogliersi.
Carlotta, Giuseppe, non avrei sicuramente esitato a portare con me una delle mie gattine,anzi, tutte e tre, ma non sono accettate dove sono io in questi giotni, quindi posso solo informarmi di loro ogni giorno a chi se ne sta occupando.
Devo alttresì evitare di ripetere l’esperienza di due anni fa, quando riportai a casa dall’Abruzzo una micina, nata da poco, e praticamente abbandonata. Ora è diventata una micia splendida e dispettosa come una scimmia.
Mi accontenterò, al mio ritorno, di raccontarvi ancora storie di animali, cercando di intrattenervi con vicende singolari.
Un caro saluto a tutti.
Alessandro non puoi fermarti davanti ad una porta solo perché la trovi chiusa, si deve sempre provare ad aprirla e tante volce ci si riesce. I giovani forse non si fermano a commentare ma in tanti leggono e fuggono perché sono sempre di corsa e sanno che il mondo corre veloce. Ma imparano tanto dai nostri buoni esempi perciò noi continuiamo a scrivere e anche tu non fermarti.
Condivido in toto le tue considerazioni Giovanna, Pina è una grande Donna oltre che nostra cara amica e anche io le ho espresso le mie congratulazioni per quanto, pur partendo dal nulla, ha saputo fare per se stessa e per la sua famiglia. Ancora complimenti a Pina e grazie a te.
Giovanna ti ringraziamo anche per le informazioni che ci dai sulle tue gattine che, per effetto dei tuoi racconti, stiamo imparando a voler bene pure noi. Grazie per il tuo saluto e tienici informati. Ciaooooo.
bellissimo il racconto caro giuseppe ,ma voglio scrivere un mio pensiero ,nn è mancanza di fiducia nei ragazzi di oggi , ma è proprio perchè li sento spesso commentare i nonni e le persone anziane e penso proprio che nn hanno voglia di trarre insegnamenti dal tuo racconto sono troppo prepotenti e abituati ad avere tutto e subito …ma spero propio che ci siano ancora ragazzi con un cuore puro e semplice che abbiano almeno voglia di leggere il tuo vissuto..comunque complimenti perchè scrivi molto bene .spero di leggere presto un altro tuo racconto…un saluto ..dana !!!
Carissima Dana, benvenuta nel Bosco Incantato, che sorpresa trovarti qui. Condivido il tuo pensiero sui giovani ma per fortuna non sono tutti uguali e anche tra loro ci sono animi nobili. Io ho avuto un bellissimo rapporto con i miei nonni e ne conservo piacevoli ricordi, sono stati di grande esempio per me e ora cerco di trasmettere il mio pensiero a chi ha voglia di ascoltarlo. Grazie del tuo prezioso intervento nel nostro Bosco, ti aspetto ancora.
Mi sorge spontanea una domanda: “Quanti giovani saranno entrati in Eldy e avranno letto questa pagina”?. Non ho la risposta ma sono sempre ottimista e spero che qualcuno lo habbia fatto anche se non ha lasciato alcun commento. Noi, imperterriti, continuiamo la nostra strada. Grazie a tutti.