La Domenica del Bosco

Cosa si intende per volontariato? Riceviamo dall'amica Cecilia Zenari e pubblichiamo volentieri una bella testimonianza di dedizione al prossimo. Non aggiungo altro ma, nell'invitarvi alla lettura, vi chiedo di esprimere le vostre riflessioni. Grazie.

 

Cari amici di Eldy,

vi lascio una mia semplice riflessione, che ho letto ad una festa di Interclub, qualche mese fa.

L’Interclub è per noi una festa di incontro e testimonianze con i club della nostra Associazione.

Da diversi anni, appartengo ad un’Associazione Alcologica Territoriale, formata da famiglie che si incontrano, una volta alla settimana, e scelgono di condividere l’astinenza dall’alcol e  di vivere un nuovo stile di vita.

Questo nostro incontrarci ci porta grande serenità, infatti vediamo  cambiamenti positivi, a volte quasi inaspettati, e ne godiamo i frutti.

Per chi non conosce l’esistenza dei club, posso dire che i club sono aperti a tutte le persone con problemi di alcol o alcolcorrelati, non sono una setta o qualcosa di segreto.

Al club, con grande discrezione, si tengono per noi le confidenze delle persone e si rispettano le loro idee, senza inutili commenti, consigli o pettegolezzi .

Frequentare i club per me è stata una scelta positiva e credo continuerò ad essere presente fino a che le mie forze non   verranno meno.

A questi incontri si dialoga con sincerità, spontaneità, con il desiderio di entrare in empatia con le persone, soprattutto con quelle che arrivano lì con la “disperata” richiesta di aiuto morale e … parecchio dolore.

La condivisione, la solidarietà  sono alla base dei nostri incontri, conta la persona e la sua spiritualità. Il rispetto dei suoi sentimenti.

Quando ci si incontra, il nostro condividere opinioni e testimonianze ci porta ad affrontare, con maggior forza, situazioni a volte intrinseche e difficili.

Diventa così più semplice fare scelte importanti con maggior convinzione,  perché ci si ascolta, ci si incoraggia a vicenda,  ci si rispecchia nelle situazioni di vita di ognuno, con il  desiderio di infondere serenità e riuscire a stare bene tutti, non solo fisicamente, ma anche psicologicamente.

Tutto questo lo si mette in pratica anche  dopo l’ora e mezza di club, nelle nostre famiglie, nella società, alla quale apparteniamo … che non è un mondo al di fuori.

Come familiare partecipo al club “Il Cammino”.

Come servitrice insegnante al club “Il Faro”.

Ci conosciamo tutti e ci incontriamo spesso anche con altri club della zona, ad Interclub, Assemblee, Congressi, Convegni ed ad altre belle  iniziative.

Ecco, lascio questa testimonianza a Voi, con l’augurio a tutti di tanta serenità e forza … ed anche di felicità!

Grazie, amici, della Vostra attenzione! Grazie tantissime!

Con disponibilità.

Cecilia Zenari 

                           .

“Il Club che vorrei … il nostro mondo!”

“Quante volte ci ho pensato su,

il mio mondo sta cadendo giù,

dentro un mare pieno di follie, ipocrisie. Quante volte avrei voluto anch'io aiutare questo mondo mio, per tutti quelli che

stanno soffrendo come te.”

Cari Amici, so che questa canzone la conoscete benissimo e penso che le canzoni non nascono per caso, ma parlano dei nostri sentimenti più profondi. Vi confesso che, ascoltandola, questa canzone mi ha spesso strappato non poche lacrime. Ma non ci si ferma qui: c’è molto Amore da poter condividere, non si gira la faccia dall’altra parte, non è possibile questo, non è giusto!

“Il mondo che vorrei avrebbe mille cuori,

per battere di più avrebbe mille amori. Il mondo che vorrei, avrebbe mille mani e mille braccia, per i bimbi del domani, che coi loro occhi chiedono di più.

Salvali anche tu”.

 Carissimi, sono i nostri cuori! Sicuramente quelli dei nostri amici che ritroviamo anche al club, quegli Amori belli che parlano di pura amicizia! Sono le nostre mani, sicuramente quelle mani che sanno donare carezze da sempre, … che sanno ancora donare carezze ai nostri familiari e ai nostri piccini. Per non parlare delle nostre braccia, per abbracciare, specialmente, ogni bimbo che soffre. E ancora più importanti le braccia dei genitori (anche quei genitori che, al club, iniziano a “camminare” con nuova speranza!). Quei bimbi che sanno cos’è la sofferenza e hanno solo i loro occhi per esprimere la loro attesa: un’attesa di PACE, di GIUSTIZIA, soprattutto nelle loro famiglie.

Non si può non leggere nei loro occhi, guardare in fondo, in fondo … il loro animo. Loro, i bambini, si lasciano scrutare e aspettano … aspettano un sorriso vero. La Serenità, quello è il miglior dono e non lo chiedono  con le parole, ma con il loro sguardo ed i loro precisi comportamenti!

“Per chi crede nello stesso sole, non c'è razza, non c'è mai colore, perché il cuore di chi ha un altro Dio, è uguale al mio”.

Nessun colore diverso al club, nessuno! Ed anche

chi la pensa diversamente, ha un cuore: tale e uguale al mio!

“Per chi spera ancora in un sorriso, perché il suo domani l'ha deciso ed è convinto che

il suo domani è insieme a te”.

Per noi, che speriamo ciò che i bimbi sperano, perché abbiamo scelto la Serenità, che è Vita insieme ai nostri cari e amici.

“Il mondo che vorrei ci sparerebbe i fiori,

non sentiremo più il suono dei cannoni. Il mondo che vorrei, farebbe più giustizia

per tutti quelli che la guerra l'hanno vista e coi loro occhi chiedono di più.                

Salvali anche tu”.

 I fiori della comprensione, la melodia del volersi bene … la sentite?, la sentite ora? … Io la sento … la voglio sentire, se pur tra tanti rumori …

La giustizia al club, quella della condivisione, del saper e volere ognuno di noi fare qualcosa insieme, tra tutti e con tutti!

Questo è vincere e abbattere i muri !!! Quanti muri d’indifferenza!

I nostri occhi, al club, che chiedono di sentirsi bene !

Sì, chiedono … e tutti insieme possiamo riuscirci!

E nella canzone di Laura Pausini c’è anche un suggerimento per come potrebbe essere il club e come potrebbe essere la nostra vita, da vivere prima e dopo i nostri incontri:

“Come si fa a rimanere qui, immobili così, indifferenti ormai

a tutti i bimbi che non cresceranno mai.

Ma che senso ha ascoltare e non cambiare! Regaliamo al mondo quella pace che non

può aspettare più, nel mondo che vorrei!”.

 E quella pace la possiamo trovare al club

e nelle nostre famiglie, se si inizia il cambiamento.

Basta !!! stare statici, in attesa!, per paura di che?

Regaliamo al mondo quella pace che parte da noi, dalla nostra consapevolezza di poter dare gioia, serenità, amore, solidarietà!

Il mondo dei club di questo ha bisogno ed anche il mondo al di fuori, perché il club è famiglia ! Sono le famiglie … del mondo … Siamo noi!

“Nel mondo che vorrei......

avremo tutti un cuore.

Il mondo che vorrei si chiamerebbe Amore. Stringi forte le mie mani e sentirai:

il mondo che vorrei!”.

Cecilia Zenari                    .

club “Il Cammino” San Giovanni Lupatoto - Verona


COMMENTI

  1. il 05 agosto, 2012 Lorenzo.rm dice:

    Qualcosa conoscevo, Cecilia, ma ora capisco molto di più della tua stupenda attività rispetto a problematiche che in genere si sottovalutano e si rimuovono quasi con fastidio. Un mondo fragile, pieno di drammi talvolta, in cui anche ogni piccolo passo è una conquists. Che dire di più? Tutti noi facciamo qualcosa nel volontariato ma tu fai qualcosa di più, tanto di più, perché scavi in un mondo che appare e scompare, c’è e non c’è, urla e si assopisce in una calma apparente, pronto a riemergere con tutti i suoi drammi irrisolti. Ti abbraccio, Cecilia. Mi sei molto cara.

  2. il 05 agosto, 2012 Giuseppe3.ca dice:

    Tutto il Bosco ti ringrazia, Cecilia, ci hai dato una grande prova del valore della solidarietà umana: Brava.

  3. il 05 agosto, 2012 Cecilia Zenari dice:

    Grazie infinite, per la pubblicazione!
    Sento: fiducia, condivisione e stima.
    Posso dire che oggi mi avete dato una grande gioia!
    Risponderò a tutti, con la speranza di trasmettere forza, come io la ricevo nella mia famiglia in primis, agli incontri dei club, con gli amici veri, nella vita di ogni giorno… ed anche da chi sta soffrendo e vorrei tanto essere d’aiuto e a volte, ahimé, è impossibile! Sì, anche da loro ricevo forza!
    Ho comunque scritto per i bimbi di ieri e di oggi e le loro lacrime mai asciugate!
    Nessuna bacchetta magica, ma solo la gioia di volersi bene. Io vi voglio bene e Vi ringrazio tanto.
    Grazie anche a te, caro Lorenzo, per il tuo bellissimo commento. Tra noi poche parole, ma sempre colme di amicizia vera!

  4. il 05 agosto, 2012 Danilo Pinarello dice:

    Le parole di Cecilia, vengono dal cuore, e come stesse non si dimenticano mai.
    Ho avuto il piacere di conoscere Cecilia, dapprima nel social network, poi uno scambio d’opinioni al congresso Regionale di Verona, per il 30° anno di Club nel Veneto, uno scambio d’opinioni breve ma sincero come quanto ha scritto, come sono i Club, come il coinvolgimento Club.
    Riteniamoci fortunati d’averla come amica e faro, impariamo dalla sua umiltà, sfruttiamo e facciamo tesoro della sua esperienza, e comportiamoci come tale.
    Espandiamo lo stile di vita alternativo all’alcol, siamo Operatori Alcologici Territoriali, condividiamo insieme la gioia di vivere. Ciao Cecilia, anica mia. Buona Vita.

  5. il 05 agosto, 2012 giovanna3rm dice:

    Cara Cecilia, ti ringrazio di cuore per la tua testimonianza preziosa. Non conoscevo l’Associazione Alcologica di cui parli, ma capisco che svolge un’attività assolutamente ammirevole.
    Ridare fiducia a chi l’ha persa e aiutare le persone ad uscire da loro labirinto è quanto di più generoso si possa fare, grazie a persone come te.
    Anch’io mi occupo di volontariato in una casa-famiglia, aiutando i bambini nei loro studi ma, come ha detto bene Lorenzo, la tua missione è sicuramente ancora più preziosa.
    Ora che hai scoperto il nostro Bosco, cerca di frequentarlo spesso: ti aspettiamo con molto piacere.
    Un caro saluto anche a Giuseppe che ti ha condotto da noi.

  6. il 05 agosto, 2012 Cecilia Zenari dice:

    Non mi sento di chiamarlo volontariato, cara Giovanna.
    Per me, stare al club, tra famiglie, dialogando con la massima umiltà e sincerità diventa opportunità di risposta a tante nostre paure, incomprensioni, a tante difficoltà che ci arrecano profondo dolore e spesso non si ha il coraggio di parlarne fuori. E’ attingere forza e trovare comprensione.
    Il dialogo sincero è già la prima risposta che diamo a noi stessi: col dialogo si vede più chiaro in noi!
    Quando il dialogo è spontaneo e vero diventa ricchezza!
    Tutte le “missioni” di Pace sono preziose, anche le più insignificanti, non possiamo sapere quanto bene si fa e mai si potrà conoscere.
    Quello che conta è farlo e tutti lo possiamo: non ne ho alcun il dubbio. Questa è la FORZA della VITA!
    La prima “missione di Pace” inizia con chi ci sta accanto.

  7. il 05 agosto, 2012 Cecilia Zenari dice:

    Grazie Danilo, anche tu sei indimenticabile; ricordo quando mi parlasti di tuo figlio e delle sue riflessioni, come di un piccolo grande uomo! Ti ringrazio delle belle parole e auguro a te e alla tua famiglia BUONA VITA, con uno stile di vita sempre nuovo, lontano da sostanze, colmo di entusiasmo e di solidarietà umana!

  8. il 05 agosto, 2012 Giuseppe3.ca dice:

    Grazie Giovanna, sempre preziosissima nei tuoi interventi. Cecilia è una nostra grande amica e nel Bosco ha già presentato altre sue testimonianze, sempre importanti e di grande valore sociale. La ringrazio ancora.

  9. il 05 agosto, 2012 giosue1.vi dice:

    complimenti carissima cecilia,sai il tuo volontariato ti occupa molto tempo x dedicare a chi ne a veramente bisogno x uscire dal tunel dell,alcol,sei grandissima ,il bosco a acquistato una bravissima collega,ciao cecilia

  10. il 05 agosto, 2012 Cecilia Zenari dice:

    Caro Giosué, fate parte del mio mondo, come possiamo non tenerci per mano e proseguire con il desiderio di ogni bene per tutti? I bambini poi sono la gioia di oggi e il mondo di domani, non dimentichiamoci mai di loro! Saranno loro, forse, un giorno, ad accogliere e ad amare noi!

  11. il 05 agosto, 2012 Carlotta dice:

    Bella testimonianza Cecilia… complimenti per l’impegno e la consapevolezza con cui porti avanti il tuo cammino.

  12. il 05 agosto, 2012 Cecilia Zenari dice:

    Nessun complimento, anche se, confesso, veramente gradito, Carlotta! Portare avanti un cammino con consapevolezza vuol dire camminare con serenità. Questa serenità la auguro ad ogni persona. Tutti siamo alla ricerca e tutti la possiamo avere, e prima di tutto dentro il nostro cuore.

  13. il 06 agosto, 2012 Lorenzo.rm dice:

    Rivedendo l’impostazine che ha dato Cecilia al suo lavoro e i numerosi commenti, penso di dare un mio contributo puntando l’attenzione su tre aspetti. Il primo: sentirsi coinvolti come persone completamente, “metterci la faccia”, come si suol dire. Secondo: essere presenti con altre persone, cioé far parte di un tutto, coinvolti per coinvolgere. Terzo. non aspettarsi ricompense, né immediate né di medio periodo, né ora né dopo. E considerare l’eventuale gratitudine di fratelli e sorelle in un quadro di vita che ci è stata data gratuitamente e di cui ringraziamo la Provvidenza.

  14. il 06 agosto, 2012 Giuseppe3.ca dice:

    Condivido le tue considerazioni Lorenzo e posso ora dire che sono contento di aver lasciato lo spazio di questo nostro appuntamento settimanale della Domenica del Bosco interamente a disposizione dell’Amica Cecilia perché conoscendo da tempo la sua completa dedizione in favore del prossimo, ho ritenuto che meritasse, come in effetti merita, tutto il nostro sostegno.
    Tutti insieme cogliamo l’occasione per ringraziare nuovamente Cecilia, invitandola a partecipare ancora con altre testimonianze delle sue molteplici, preziose e insostituibili attività umanitarie e sociali. Grazie Cecilia.

  15. il 06 agosto, 2012 Cecilia Zenari dice:

    Il mondo che vorrei … l’avete creato qui, anche voi, con i Vostri commenti più belli! Vi voglio bene! Vi voglio bene!

  16. il 06 agosto, 2012 pino1.sa dice:

    Cecilia che dire?… Tu sei una che usi bene i talenti ricevuti, io delle persone completamente in preda dell’alcool o di altre droghe ho solo paura, perché non riesco a comunicare con loro. Mi rendo conto che la capacità di amare senza giudicare è un dono che non tutti possono vantare, mi rendo conto che persone come te nei club, sfruttando la contagiosità dell’amore, riescono a scardinare le chiusure ricreando validi canali di comunicazione per il recupero delle persone perdute, calandosi nelle problematiche altrui. Non posso far altro che incoraggiarti nella tua opera dalla quale tu stessa ne ricevi evidenti benefici. Grazie alla tua opera, anche io ora guardo le persone che vivono tali problematiche sotto una luce diversa. Comunque auguro a me stesso ed a tutti di usare i bene i talenti ricevuti senza lasciarli dormienti.

  17. il 06 agosto, 2012 silvana1.ge dice:

    Cecilia ti conosco da tempo come persona con un grande cuore. Questa tua testimonianza me lo conferma. Penso che quando una persona decide di provare ad uscire dalla dipendenza, abbia bisogno di cure di ogni tipo, ma se non incontra l’accettazione, il non giudizio, l’ascolto, cioè l’amore di chi gli tende una mano per sorreggerlo, la sua strada sarebbe molto più in salita. Nei clubs date delle risposte ai bisogni dichiarati e a quelli molto più nascosti. Se queste strutture non ci fossero, questa piaga sociale dilagante non sarebbe nemmeno scalfita. Il volontariato portato avanti come filosofia di vita, che significa mettersi in gioco totalmente con spontaneità e con tanta umiltà è il volto positivo dell’Italia consapevole e laboriosa, portatrice di valori autentici. Il mondo che vorresti, Cecilia lo stai costruendo anche tu, con tutta te stessa… Grazie per la tua testimonianza.Ciao!

  18. il 06 agosto, 2012 Cecilia Zenari dice:

    Sì, se vedo persone nel problema, la “paura” prende anche me, soprattutto mi assale un dolore profondo!
    Non so descrivere questo mio stato d’animo, è come assistere ad un improvviso incidente: si soffre e non poco!
    Al club arrivano persone che, dopo varie sofferenze e disavventure, hanno intenzione di smettere e, purtroppo, a volte, la vergogna potrebbe ostacolare una possibile frequenza. Una sospirata ripresa verso l’astinenza e, quindi, verso la sobrietà.
    Per fortuna non è sempre così e nei club si vedono i miracoli della volontà umana!
    Sì, proprio lì, al club, non ci si ubriaca, ma si inizia un nuovo stile di vita, poiché l’alcolismo è un problema della famiglia: tutta la famiglia ne è coinvolta ed ha bisogno di intaprendere insieme questo nuovo stile di vita, di sostegno morale, non solo chi beve.
    Ed è un problema della società, sicuramente!
    Allora possiamo scegliere di non puntare mai il dito, ma riflettere, innanzitutto, sui nostri comportamenti, senza mai pensare di essere migliori, bensì convinti che tutti possiamo sbagliare e tutti possiamo crescere e farci coraggio a vicenda, senza inutile orgoglio o timore!
    Grazie, delle vostre belle parole Pino, grazie Silvana, amici carissimi!
    Sempre con l’aiuto del Signore, siete per me forza e sostegno!

  19. il 06 agosto, 2012 Lorenzo.rm dice:

    Posso dire, cara Cecilia, che la tua, più che una forma di volontariato, è una forma di apostolato? Grande.

  20. il 06 agosto, 2012 Cecilia Zenari dice:

    Non ti so rispondere, Lorenzo. Sono convinta che le vittorie più belle sono quelle che viviamo di ogni giorno, nell’attenzione e disponibilità reciproca, senza alcuna pretesa: nel rispetto e libertà delle scelte altrui.

  21. il 06 agosto, 2012 Giuseppe3.ca dice:

    Cecilia, con il tuo esempio di grande semplicità hai dato una bella e concreta dimostrazione del modo nel quale può essere interpretata la vita come vera e propria missione terrena in contrapposizione agli egoismi, le ipocrisie e i pressapochismi del mondo di oggi. Grazie ancora.

  22. il 09 agosto, 2012 riccardo dice:

    Cecilia è una volontaria nata, questo è il mio pensiero, bastava leggerla in chat e da parte mia subito avevo capito quanto ha da donare questa signora, chi proviene da questi impegni, io lo definisco cosi, non per la fatica fisica, ma per quella psichica, che comportano, mi spiego, io quando mi avvicino ad un tossicodipendente, o ad un alcoolizzato, piuttosto che ad’un ragazzo disabile, dopo una giornata passata con lui/loro. in primis avevo ottenuto talmente tanto da loro, che nemmeno io potevo capire quanto se non a distanza di anni, secondo mi ponevo un sacco di domande su cosa avrei potuto far in più per loro, e questa era la parte che più mi faceva soffrire, perchè capivo che non davo abbastanza secondo me, poi finalmente ho realizzato che dovevo fare e niente più, in fine quello che aveva da apprendere ero io.
    ora che per malattia frequento il volontariato solo per salutare i vecchi compagni, ho la grande soddisfazione, che in ogni sito dove ho prestato il mio aiuto, i ragazzi si ricordino di me, il regalo più bello è quando per strada trovo un ragazzo tossicodipendente o un etilista che mi saluta e mi vuole offrire un caffè, perche sa bene che da me può avere tutto l’aiuto morale, ma soldi no. o quando entro nel CDD vedo i volti di Orietta piuttosto che di Andrea che mi sorridono dicendo ichi amicooooo.
    perciò Cecilia io ti ringrazio anche a nome loro.
    ciao a tutti i boscaioli, da riccardo.

    7

  23. il 09 agosto, 2012 Cecilia Zenari dice:

    Caro Riccardo,
    ringrazio per la stima, devo comunque aggiungere qualcosa.
    Sono dell’idea che si arriva a soffrire tanto nella vita quando si vuole la perfezione, logico, a modo nostro. Si vorrebbe cioè essere sempre in salute, in ottima forma, con tanti amici, vivere con i soldi e pure divertirsi parecchio … e altro ancora!
    Beh, io sono arrivata a pensare che è giusto star bene, doveroso ed importante tenersi in ordine ed avere il necessario per vivere discretamente. Ritengo giusto ed essenziale tutto ciò, per una vita serena.
    Ma aver troppa paura della sofferenza no! Sono arrivata a pensare che il coraggio affronta e supera le paure, (che molto spesso non hanno senso di esistere), e poi ci si rende conto che le paure frenano la vita, la soffocano e questo lascia un grande vuoto esistenziale.
    Io non voglio aver paura, ci provo, ed affronto anche situazioni che una volta mi preoccupavano, che mi bloccavano solo al pensiero di decidermi.
    Sto parlando delle relazioni umane.
    Secondo il mio punto di vista, non esistono alcolisti, esiste l’alcol che fa male a tutti, poiché, definito dall’O.M.S., (Organizzazione Mondiale della Sanità), non da me!, definito droga e, aggiungo, droga legale.
    Esiste la persona che chiamano disabile che, per me, è una persona che trova difficoltà sia nel vivere una vita normalmente, sia nella relazione con altri, perché spesso sono gli altri che non hanno tempo per lei.
    Esiste l’anziano che viene messo in disparte, poiché anche chi avrebbe la capacità e il dovere di stargli vicino non ha intenzione di usare il suo tempo nel fargli, amorevolmente, un po’ di compagnia e/o accudirlo.
    Esiste il bambino che soffre e che si sente lasciato a se stesso, poiché nessuno ha tempo per ascoltarlo e giocare con lui.
    Questo esiste, ahimè, caro Riccardo e lo sappiamo benissimo.
    Ma, ora concludo.
    Esisto io che:
    se non scelgo la sobrietà,
    se non scelgo di fare una carezza (e non solo!) alla persona chiamata, erroneamente, disabile,
    se non scelgo di sorridere ed abbracciare e, soprattutto, accogliere la persona anziana in sofferenza,
    se non scelgo di dedicare il mio tempo ai bambini che hanno bisogno e imparano tutto, tutto da chi li ama …,
    beh, se non faccio tutto questo, nel momento opportuno, io mi sento MALE, mi sento MALE, caro Riccardo e cerco con affanno cose effimere non trovando PACE!
    Non faccio volontariato, non lo faccio, tu chiamalo come credi, ma io non lo penso.
    Io voglio Vivere, Riccardo, senza pensare di aiutare, ma pensando di essere famiglia in questa grande famiglia che è il nostro mondo e spero di riuscirci, giorno per giorno.
    Forse, dopo una vita vissuta goccia per goccia, facendo piccole cose, con piccoli talenti uniti assieme come un puzzle, sbagliando spesso e anche, qualche volta, facendo cose belle …
    Forse, allora, caro Riccardo, spero mi rimanga uno spiraglio di serenità, per aver provato a dare un po’ di me a chi cercava amicizia, solidarietà e conforto.
    L’Amore nulla pretende, dona senza aspettarsi alcuna ricompensa, riempie il cuore e vive a fianco di ogni fratello che deve proseguire la sua strada. Quel fratello che, nel tempo, farà le sue scelte. Bere o non bere, forse?, non importa, quello che conta è la sua PACE e quella sarà lui a sceglierla.
    Non avrò fatto nulla per lui, ma sarà lui/lei che avranno dato moltissimo a me ed insieme ci sentiremo più forti, lontani da paure inutili, decisi di condividere la PACE e la SERENITA’ in questa nostra condizione umana.
    Grazie, ciao, Riccardo!

  24. il 09 agosto, 2012 Giuseppe3.ca dice:

    il 09 agosto, 2012 Luciano Gentilini dice:

    Accipicchia Cecilia…ma come scrivi bene!!!Complimenti… ho letto con piacere ma anche con un pò di sofferenza.Eccoti un mio molto modesto commento. La storia di questa famiglia contiene una miriade di piccole parti ed anche molte somoglianze a tante storie che io,(in oltre 24 anni) e penso molti altri appartenenti al”Meraviglioso” mondo dei Club , habbiamo vissuto, ascoltato,condiviso. Certo i fatti hanno ognuno un suo percorso,i personaggi saranno stati anche diversi ma tutti avevano una cosa in comune..problemi alcol correlati e una multi dimensionalità delle loro sofferenze.Quanto dolore dentro queste vite!!!. Quanta sofferenza,sopratutto Spirituale!!! Quanto dolore si potrebbe evitare se ci fosse maggiore disponibilità ad aprire il proprio cuore all’altro,a cercare l’empatia e ad ascoltare,ed amche quanta gioia si potrebbe trovare.Nelle relazioni,tutte..uno dei regali più belli che possiamo fare è ascoltare… ma per davvero, quanta gioia si potrebbe trovare!!! I principi ed i valori ,quali amicizia ,solidarietà,condivisione,etica , responsabilità accoglienza,accettazione,amore e pace in famiglia e fra le persone ecc.ecc., contenuti nel pensiero del Prof.Hudolin,maestro sopratutto di vita ,sono la strada che porta verso la sobrietà, sobrietà intesa come nuovo stile di vita,”una nuova Spiritualità Antropologica ” .Una strada che non ha mai fine,che non ha un punto di arrivo, occorre andare avanti..avanti..avanti..; “Mah …avanti fin dove Professore?!! ” èh..CARO” ..fino ai fiori!! diceva “LUI” . Ecco mia Cara Cecilia..questo è il pensiero che mi hai suscitato,e per questo ti dico.. Grazie di cuore .Un caro abbraccio. Luciano

  25. il 09 agosto, 2012 Cecilia Zenari dice:

    Carissimo Luciano, dal tuo commento vedo che stai riferendoti al racconto postato in Bosco, nel marzo 2012.

    Ecco, è stato un racconto da me pensato, sempre in relazione ai club, e si riferisce a situazioni di vita reali.

    Tu, che i club li conosci da tanti anni, lo sai benissimo: le storie sono spesso uguali. Tu stesso l’hai asserito.

    Quel racconto è un “pacchetto” di situazioni “cucite” assieme, ma realmente vissute: infatti ogni parte lo è, pezzetto, per pezzetto, sono solo stati tutti uniti con grande cura, coerenza, rispetto e discrezione, formando una storia che parla di creature tra loro “allontanate” e poi, grazie a Dio, riincontrate! Per uno … stile di vita … poi divenuto migliore!

    Sono d’accordo con te: quanta sofferenza spirituale, troppo spesso nascosta, prolungando un’agonia che potrebbe trasformarsi decisamente in una risposta di nuovo stile di vita, senza più vergogna, nè timore, ma nella verità più profonda.

    Perché questo è possibile, certo che è possibile: è successo a tantissime famiglie, perché non dovrebbe essere, ancora, per molte altre?

    La mia strada, fino ai fiori, io la voglio percorrere così, lo voglio e così sarà … oramai non mi fermerò di certo, sto bene e sento che ascoltando, comprendendo, benvolendo, imparando … tutto torna in positivo e questa la chiamo ricchezza dello spirito, anzi, la chiamo Grazia!

    Un abbraccio anche da parte mia e un ringraziamento sincero per tutto quello che hai fatto in questo tuo bel percorso, in questi anni: quanto bene è arrivato a noi famiglie!

    Grazie, Luciano, grazie veramente a te e a tutte le persone che come te non hanno timore di dire le cose come sono e lo fanno con la serenità del cuore.


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