L’angolo del dialogo

   

E’ un articolo del solito Gianni Pardo, comparso sulla news letter del  Legno storto di   domenica 08 aprile 2012. Eccolo. I ragionamenti sono tanti e, come sempre, non tutti condividibili. Ma servono al nostro dialogo.       La verità ha “buona stampa”. Tutti sentono il dovere di invocarla ad ogni piè sospinto, di proclamarsi suoi difensori costi quel che costi, di osannarla come valore indiscutibile. È insomma uno di quei concetti dinanzi ai quali tutti sono pronti a togliersi il cappello. Ma la verità cambia faccia, per tutti noi, secondo che ci sia favorevole o contraria: e tanto più la si invoca quanto più si immagina che la sua rivelazione sarà a nostro vantaggio. Non si ama quel grande valore astratto in sé, ma il bene che ce ne può venire: ed è cosa totalmente diversa. Non che questo sia sempre da biasimare. La madre cui è stato ucciso il figlio e che invoca la scoperta dell’identità dell’assassino, ha tutte le ragioni dalla sua. Anzi, almeno a parere di chi ha il coraggio delle parole, ella avrebbe ragione anche se, invece di parlare di giustizia, parlasse di vendetta e dicesse semplicemente che vuole presto vedere l’assassino di suo figlio appeso per il collo ad un albero del parco. La vendetta è umana. È solo per evitare i suoi possibili eccessi che esiste l’amministrazione della giustizia penale: ma essa incanala, calibra la vendetta, non la sopprime. Nel caso della madre dell’ucciso tutti i valori positivi   – la verità, la morale, il diritto -  vanno d’accordo, perché è vero che quell’assassino merita di essere punito. Ma è facile dimostrare che, in caso di contrasto tra i valori e il sentimento, non sono i primi che prevalgono: nella stessa situazione che si è ipotizzata, la madre di quell’assassino sarebbe d’accordo per desiderare che il figlio sia appeso per il collo ad un albero del parco? Il valore prevalente, nell’essere umano, non è la sete di conoscenza, è la spinta affettiva. Quando non l’interesse.

Marcinkus -  Il Papa ci dica la verità sulla banca dello IOR

Si può immaginare anche un episodio meno tragico. Uno studente ha studiato poco e male e tuttavia si presenta all’esame universitario. Il professore per caso lo interroga negli unici argomenti che ha studiato e sta per mettergli un buon voto quando il giovane, pentito, lo ferma e dice: “Professore, mi interroghi ancora. A dire il vero, salvo che sulle cose che mi ha chiesto, sono impreparato. Mi interroghi ancora e mi dia il voto che merito. Anzi mi permetta di ritirarmi”. Quante probabilità ci sono che al mondo si verifichi un simile caso? Eppure esso sarebbe la lineare conseguenza dell’amore della realtà trasparente. Quell’amore che tanti proclamano disinvoltamente di sentire. Tucidide ha scolpito nelle nostre menti questa massima: nessun vincitore crede mai alla fortuna. E  specularmente il vinto tende ad attribuire alla sfortuna il torto della sconfitta. Come si vede ambedue non rispettano la realtà: il primo perché essa gli toglierebbe un merito, il secondo perché essa gli attribuirebbe un demerito.

Le verità nascoste

Se la “veritas”, secondo la definizione tomistica, è “adaequatio mentis et rei”, corrispondenza di ciò che si pensa con la realtà, ne discende che di fatto essa è amabile oppure odiosa secondo che la realtà cui corrisponde sia positiva o negativa. E avrebbe diritto di proclamarsi innamorato di essa solo chi la volesse e l’accettasse sempre e comunque, anche quando gli fosse contraria. Come la madre dell’assassino che reputasse giusta la condanna del figlio. Gli scettici dicevano: la verità non esiste; se esistesse, sarebbe inconoscibile; se fosse conoscibile, sarebbe impossibile comunicarla ad altri. Parafrasando questi principi qui si potrebbe dire: la verità è opinabile; solo raramente essa è innegabile; se è tale, l’amiamo solo se ci è favorevole. L’indiscutibile diagnosi di una grave malattia nessuno l’ama. E dunque nessuno o quasi, salvo alcuni eroi, ama la verità in quanto tale. Solo quelli che si sentono d’aver risposto positivamente alla domanda di Nietzsche: “Fin dove osi pensare?”. Il mondo sarebbe un posto migliore se non ci ubriacassimo di parole.”.   Come vedete,  c’è materia per dialogare. Istintivamente sento che Pardo dice tante verità.  

http://www.youtube.com/watch?v=col_oYyEEH8


COMMENTI

  1. il 04 settembre, 2012 alex.vt dice:

    L verità è che in verità, la verità è come un elastico:
    Compromissioni,opportunismi, segretazioni, interessi, fanno della verità una non verità e questo da sempre.

  2. il 04 settembre, 2012 Nembo dice:

    Argomento dalle complicazioni quello di Gianni Pardo, sulla verità. Secondo Zeland (fisico ruso) non c’è verità, ma tante possibili ovvero fare delle varianti sovrapposte di verità. Quid est veeritas, ci chiediamo cosa è la verità ne esiste una vera? O come dice la canzone la verità a volte ci fa male…e allora ci accontentiamo dei compromessi, pensando che la verità cambia faccia, per tutti noi, secondo che ci sia favorevole o contraria. Certo che se guardiamo il momento attuale nessuno più crede alla verità, ne vedendo tv, ne leggere i giornali, dicono la verità o meglio creano su un fatto vero sia politico che di cronaca una parte falsa tutto per ingigantire il fatto per attirare l’attenzione, tantè, che nessun telegiornale è uguale all’altro come notizia, per non parlare dei gossip. A volte la verità va al di la del nostro pensiero e già questa diventa soggettiva per questo già all’inizio del mio commento ho scritto che è un argomento complicato. Tuttavia per me la vera verità è che 1+1 fa 2.

  3. il 04 settembre, 2012 Lorenzo.rm dice:

    Alex ti dò ragione nell’analisi ma l’aspirazione alla verità esiste nell’animo dell’uomo (e della donna) anche se spesso, molto spesso, rimane nascosta, come viene detto appunto nell’articolo. E la verità determina equilibrio, rispetto degli altri, desiderio di giustizia, che non può scindersi dalla verità. E’ vero, siamo mal ridotti, molto mal ridotti, ma quanto andrebbero meglio le cose se ci fosse una semplice aspirazione alla verità.

  4. il 04 settembre, 2012 Lorenzo.rm dice:

    Fratello Fiorenzo, sei sempre puntuale e concreto. Condivido. Penso che neppure si può dire, in verità, che 1+1=2. Può darsi infatti che i due termini da sommare non siano veri. D’altra parte, lo sforzo che possiamo fare, nel nostro piccolo, è tentare di migliorarci, non facendo sì che tutto quello che diciamo o facciamo personalmente sia verità. Sarebbe un bel passo in avanti.

  5. il 04 settembre, 2012 Nembo dice:

    Ciao Fratello Lorenzo, bella è la frase che hai scritto… che con uno sforzo possiamo migliorarci, sono perfettamente daccordo, poichè nn esiste solo una verità, o una sola realtà, ma come disse Einstein: E’difficile sapere cosa sia la verità, ma a volte e molto facile riconoscere una falsità.

  6. il 04 settembre, 2012 cicco53 dice:

    Lorenzo argomento molto intrigante nel senso che l’autore mette a nudo tanti episodi che sono successe veramente, con tante sfaccettature di verità. Io penso che la verità sia da ricercare in ognuno di noi ,sotto il profilo psicologico, siamo bravi a mentire e non dire la verità perché ci costa tanto, si scoprirebbero lati oscuri del nostro modo di essere e del carattere, tu puoi capire a volte pur di raggiungere un traguardo ,qui e in altri blog si raccontano tante falsità che quasi sembrerebbero vere ,ma poi elaborandoli bene sono assurde come le loro protagoniste. Questo è ill terreno che viene chiamato nel gergo “di basso livello mentale,di inventare storie per costruirsi una personalità”, invece a livello alto , la musica cambia, perchè ci sono interessi enormi, che noi non possiamo immaginare ecc. In questi anni abbiamo vissuto ad avvenimenti toccanti vedi l’uccisione di Aldo Moro, i giudici di Palermo ,Falconi ,Borsellino, Della Chiesa, le avventure delle brigate rosse e tanti alti che hanno lo stesso peso. Quante smentite e processi andati a vuoto,e quante verità che ormai nessuno ci fa caso, come la strage di piazza fontana ,tante verità ma nessuno colpevole ecc. Il fatto grave secondo me che alla opinione pubblica arrivano verità e smentite , che non hanno nessun fondamento solo le varie forme di fughe di notizie non credibile ecc. Poi ci sono le non verità dovuti a fatti religiosi e di mafia, due istituzioni che sono legati alla politica, a sua volta coinvolti e assolti per non avere commesso il reato , veramente ridicolo quando si leggono queste cose , avviene un fenomeno strano che i colpevoli veri sono i cittadini ,è un paradosso gigante ma le varie interpretazioni hanno questo indirizzo. Di questi esempi che sono tantissimi in Italia hanno una verità assoluta di non essere dichiarati tali , perché risultano non verità ecc Il famoso scrittore Pirandello nei suoi scritti ha sempre accentuato personaggi non inventati ma veri di una Sicilia credibile alla sua maniera di raccontarsi con le maschere e il gioco delle parti , di raccontare tante verità quanti sono i personaggi cioè l’interpretazione oggettiva di non dire la verità. Questi fatti e avvenimenti tutti credibili a noi arrivano dopo una scremata che a volte sono curiose e si scoprano poi delle bufale, ma nell’intento hanno una verità che noi non sapremo mai . Questi vengono chiamate verità di alto livello con scopi politici e interessi economici di grande interesse. Allora forse è meglio dare un contenuto, a questi signori che usano un diritto per deviare tutte le verità, che a sua volta il cittadini comune viene ucciso per questioni che nessuno saprà mai . Buona serata

  7. il 04 settembre, 2012 Lorenzo.rm dice:

    Sì, Nembo. Già combattere la falsità sarebbe raggiungere un grande obiettivo. Invece è invalso l’uso, negli ambienti che contano poi, di dire falsità sull’avversario, incalzarlo nei suoi punti deboli, propalare menzogne. Questo non è bello ma si fa. Se desistessimo dal farlo sarebbe una bella conquista. Per noi stessi, dico. Quanto alla ricerca della verità, occorre pensarci un po’. Quale verità? Quella assoluta? Quella relativa? La verità dei diversi punti di vista? La verità per te, per me, per questo o quell’altro? Intanto mi accontenterei di evitare le falsità.

  8. il 04 settembre, 2012 Lorenzo.rm dice:

    E già, Cicco, quando il gioco si fa duro, nel senso che ci sono interessi di rilievo nei contatti e contrasti fra uomini, categorie sociali, politica, religione, economia, è davvero difficile perseguire l’obiettivo della verità. In questi casi i protagonisti fanno di tutto per complicare il quadro conoscitivo in modo tale che la verità non sia riconoscibile, riscontrabile, provata. E allora ci sono vicende che si trascinano per anni senza il raggiungimento di risultati di verità. Ci sono persone che fanno le vittime mentre sono colpevoli. Persone che, per non essere incolpate, rovesciano le responsabilità sugli avversari incolpevoli sicché alla fine, in un quadro di conoscenza deteriorato dai tanti elementi di falsità, non si arriverà mai alla verità. E i cittadini, magari, litigano fra loro in merito a questo o quel personaggio mentre il suddetto si trova in ben altri lidi. MA, come tu hai giustamente detto, la mancanza di verità, la bugia si trova anche a livello della persona comune. E allora sono veramente guai perché si instaura nella società, che tutto sommato è quella che conta, fatta di rapporti fra persone che dovrebbero essere in pace con tutti, un rapporto di falsità piccole e grandi, per timidezza, paura, invidia e quant’altro. A questa situazione dobbiamo reagire subito e ad ogni costo.

  9. il 05 settembre, 2012 Giuseppe3.ca dice:

    La verità dovrebbe essere una sola ma tale non può essere se ciascun indiviuo ha una sua verità cioè quella che gli torna più comoda ed è più consona alle sue esigenze ed aspettative. Questo vale non solo per il singolo ma anche per i gruppi, per gli accorpamenti politici, per i vari trust industriali, societari, bancari, leghe, associazioni, consorzi e alleanze varie. Conclusione: la verità ha sempre tante facce e non tutte rispecchiabili in uno specchio che dovrebbere essere l’unico a dire la verità. Ma sarà vero? Possiamo crederci? Penso prorpio di no, anche lo specchio può avere tanti riflessi.
    Grazie Lorenzo, con l’articolo di Pardo ci hai fatto riflettere.

  10. il 05 settembre, 2012 Lorenzo.rm dice:

    Ciao Pino. Che la realtà abbia mille facce è certamente vero in quanto le sue sfaccettature possono essere tante così come gli angoli visuali da cui si osserva. Ma tutto ciò esclude naturalmente la falsità. Questa dovremmo sempre combatterla e non è certamente facile, per quanti sforzi facciamo.

  11. il 05 settembre, 2012 cicco53 dice:

    Si Lorenzo, è un fenomeno allarmante, dobbiamo reagire con metodi risolutivi che diano una svolta e una chiarezza a tutte le falsità che ci circondano ,bisogna studiare quale metodo possa andare bene ecc Io penso alla trasparenza come strumento sovrano con metodi forti di individuare la matrice di ogni cittadino, nel senso che lavoro fa, i suoi spostamenti bancari, lo stato sociale e la vita che conduce, con i vari beni ecc. Buona giornata ciao

  12. il 05 settembre, 2012 franco muzzioli dice:

    Relativismo nocivo, ricerca della verità che non può esser raggiunta perchè si modifica con le opinioni e con i fatti della vita , sono le parole dette spesso da chi la verità l’ha in tasca.
    Una verità escatologica indicutibile ed imprescindibile.
    La verità ovviamente esiste , è come il bicchiere “mezzo pieno” o “mezzo vuoto” ,dipende dallo spirito con il quale lo guardi , ma il liquido in quel bicchiere è sempre a quel livello….e quella è la verità.
    Poi possiamo fare tutte le elugubrazioni filosofiche del caso ….per ora ritengo ancora che 1+1 sia uguale a 2 poi un domani chissà …..tante cose sono state considerate vere
    poi la scienza, la civiltà, l’intuito umano le hanno annullate….(la terra era piatta ed il centro dell’universo e per smentire questa “verità” qualcuno è stato messo al rogo”….tanto per citare!)

  13. il 05 settembre, 2012 Lorenzo.rm dice:

    Sì, Cicco, studiare mi sta bene, informarsi benissimo. Occhio, però, alle strumentalizzazioni che possono adottarsi a partire dalle informazioni. Ricordiamo tutti l’occhio del Grande Fratello.

  14. il 05 settembre, 2012 Lorenzo.rm dice:

    Bentornato, Franco. Ti sono grato per non aver voluto far mancare la tua opinione. Già. il relativismo in merito al bicchiere (se sia mezzo pieno o mezzo vuoto) non può smentire il fatto che il bicchiere abbia quel livello di liquido e che questo fatto sia incontrovertibile. Però c’è sempre il problema dei giudizi e pregiudizi nascosti, immaginari, previsti o prevedibili, quando non rivelati dalle passioni di vario tipo: ideale, religioso, economico, sociale, ecc. Quando la terra veniva considerata piatta lo era perché qualche mente aveva ritenuto incontrovertibile tale idea a prescindere da qualsiasi risultato concreto di verifica. E fenomeni di questo tipo possono sempre verificarsi. Io penso che il concetto di verità, l’idea di verità, debba essere condivisa per poter essere considerata vera. Prendiamo il caso dell’attuale fenomeno del debito pubblico, che, lungi dall’essere correttamente attribuito all’esuberante spesa della pubblica amministrazione, ha finito per portare con sé l’idea che il cittadino italiano lo abbia in tutto o in parte determinato con il suo atteggiamento poco virtuoso. Ciò che è naturalmente falso. Mentre è perfettamente vero che, in periodi di crisi, occorra cautelarsi e destinare risorse, quando esistono, al futuro incerto. Risorse che, peraltro, si assottigliano per le aumentate richieste dello stato attraverso la tassazione. In questo quadro la verità presenta molteplici sfaccettature, come si vede.

  15. il 05 settembre, 2012 Carlotta dice:

    Che la politica non sia mai stata il regno della verità è ampiamente riconosciuto, tanto dalla saggezza popolare quanto dall’opinione degli intellettuali di ogni epoca.
    La propaganda menzognera della quale si serve la politica, se pure trova il suo brodo di coltura in qualsiasi contesto dittatoriale, si manifesta in modo analogo anche nelle più avanzate democrazie, sebbene camuffata sotto le vesti di una dialettica sociale e politica, troppo spesso solo di facciata. Non serve certo, infatti, scomodare la “nobile menzogna” di Platone per riconoscere da parte di chi esercita il potere politico l’innata attitudine a ingannare i governati, tanto più convincendoli di essere realmente artefici di decisioni e comportamenti che, al contrario, sono dettati nella quasi totalità dei casi dalle necessità e dalle finalità di chi, dietro le quinte, ne promuove le scelte.
    Allo stesso tempo è difficile stupirsi di quanto il rapporto tra politica e falsità sia complementare ai nostri personaggi impegnati nei teatrini elettorali di ogni schieramento, dove, per guadagnare voti il candidato alle elezioni “ideale” deve abbandonare la spontaneità e la sincerità, per dedicarsi solamente all’adulazione, alla finzione, alla simulazione e alla promessa di ciò che sa già di non poter mantenere.
    Un gran “simulatore e dissimulatore”…deve avere cura di apparire sempre tutto pietà, tutto fede, tutto integrità, tutto umanità, tutto religione ben sapendo quanto il popolo, che oggi, mutato il nome, amiamo chiamare “opinione pubblica”, sia così disposto ad obbedire alle necessità presenti che colui che inganna sempre troverà chi si lascerà ingannare.

    Dal libro La Follia degli Stolti :

    “… Anche alla base della intelligenza umana vi sarebbe dunque l’inganno, una funzione importante, in quanto consente di manipolare le altre persone. Perché ad esempio impariamo a piangere? Per manipolare gli altri, così come quando tentiamo di “gonfiare” le nostre qualità personali agli occhi delle altre persone, o le qualità di coloro che fanno parte del nostro ambiente politico, etnico o religioso nei confronti degli estranei. Per dimostrare l’importanza dell’auto-inganno nella evoluzione umana, Trivers fa l’esempio della moderna lotta incessante contro lo spam, che ha portato a lavorare sulla stessa materia sia chi vuole ingannare, gli hackers, sia chi vuole prevenire l’inganno,  creando degli anti-virus o anti-spam. Entrambi, per cercare i mezzi più sottili di inganno, diventano sempre più esperti e capaci nell’individuare gli inganni altrui. In breve, l’inganno seleziona continuamente la capacità mentale dell’ingannato.
    Anche l’auto-inganno produce grandi benefici: in primo luogo, credere di essere più intelligenti e più bravi di quello che realmente siamo – o di come gli altri ci considerano – ci può aiutare a convincere gli altri e anche a migliorare la nostra salute, attraverso l’effetto placebo, per esempio. E quanto più noi crediamo alle nostre bugie, più sinceramente, e quindi efficacemente, possiamo mentire agli altri.”
    (Metapsychology)

    Le nostre illusioni, seppure in molti casi ci aiutino, in altri possono avere conseguenze devastanti…

  16. il 05 settembre, 2012 nico dice:

    e dell’Ecuador e dell’Islanda,quando ne sentiremo parlare,senza filtri?

  17. il 05 settembre, 2012 Lorenzo.rm dice:

    Grazie Carlotta. Sei stata, come sempre,sistematica ed esauriente. Certo, se entriamo nei panni dell’ingannatore, a qualsiasi “ideal tipo” appartenga, non potremmo che condividere le tue amare considerazioni. Se questo è, quale assunto di verità obiettiva potremmo dare ai comportamenti della gente? Mi voglio augurare che, come dicevo prima, ci sia un substrato comune di tutti tendente alla verità. Ma mi rendo conto che è difficile, difficilissimo. Speriamoci, però.

  18. il 05 settembre, 2012 Lorenzo.rm dice:

    A Nico che devo rispondere? Mai? Allo stato delle cose, mai, visto che consideriamo quei paesi lontani anni luce dal nostro, saldamente ancorato in modo irreversibile, come dicono i nostri governanti, all’Europa e alla moneta unica europea.

  19. il 05 settembre, 2012 franco muzzioli dice:

    Ho qualche dubbio che una “verità” sia tale se è condivisa…..è da chi? Dal potere? Dalle religioni? Dalle masse?
    Ho l’impressione che ci siamo persi (almeno io), in elugubrazioni politico-filosofiche dalle quali difficilmente se ne esce.
    Per i Greci “la verità” era un fatto immanente .Siamo tutti immersi nella verità e forse proprio le parole , troppe, contorte, vane , ci fanno uscire dalla sua prospettiva.
    Vorrei citare alcune frasi di Emanuele Severino:
    ……” La verità è come il cielo. Se un cacciatore pensa agli uccelli e spara agli uccelli , non vede il cielo. Ma il cielo splende sempre sopra la sua testa . Lui crede di non vedere altro che volatili, le migrazioni degli uccelli e magari pensa ad un cielo e …”Chissà mai quando lo vedrò! Chissà mai se lo troverò”…No,il cielo è quì da noi, noi siamo nel cielo.”

  20. il 05 settembre, 2012 cicco53 dice:

    Ecco il discorso è chiuso, vengono citati i giganti della storia ,filosofi di alto rango senza capire il loro linguaggio. Anche in questo contesto ,la verità è lontana ,si nasconde l’intelligenza intellettuale inventata. Pur di fare emergere la propria individualità si inventano storielle copiate qua e la nella rete, per dare per scontato che la scienza è una cosa seria,aforisma di poco conto ecc Scoprire che la matematica è una opinione ,è come dire :signori io ho la verità in tasca che la uso a modo mio,poi in realtà,si smentisce che un numero equivale ad una formazione culturale che gli altri non hanno . Si potrebbe costruire una storia popolare chi è più veritiero e chi racconto bugie, tra virgolette” la verità e la falsità” Pirandello si scomoda a dare una sua interpretazione , della tanta scontata verità. Tutto è lecito finché non si toccano le proprie verità, si alla fine in ogni circostanza adotta una sua posizione che è più convenevole ,ormai è un classico fare risultare sempre sto maledetto bicchiere mezzo vuoto e mezzo pieno, non pensate che ciò sua un modo per scrollarsi le responsabilità inventando teoremi filosofici che non esistono. Ecco diciamo apertamente che la verità va a spasso con la nostra figura , che quando ci fa comodo siamo coerenti di dire la verità,invece quando è controproducente raccontiamo falsità. Allora perché tirare fuori Plotone che stona in un contesto oggettivo di tanta bandita verità. La verità è uguale a cui crediamo, ad una dignità,al rispetto verso gli altri, non rubare , ama il tuo prossimo come te stesso, non odiare, sentirsi libero senza condizionamenti e rispettare le idee degli altri. Il resto è frittura che va bene per tutti i piatti che assume un valore di sentirsi diverso senza una coscienza . Buona serata a tutti

  21. il 05 settembre, 2012 Lorenzo.rm dice:

    Grazie, Franco, della replica. Credimi, sarei completamente d’accordo con te se non conservassi dubbi sulla “immanenza” della verità. Magari fosse così, ma non lo è se anche i fatti apparentemente più “scientifici” hanno cambiato nel tempo importanza ed incidenza. Il grande Severino vede comunque il cielo. Molti non sanno proprio che cosa esso sia.

  22. il 05 settembre, 2012 Lorenzo.rm dice:

    Cicco, se la verità è simile ai concetti che hai espresso alla fine del tuo intervento, che virgoletto “… ad una dignità,al rispetto verso gli altri, non rubare , ama il tuo prossimo come te stesso, non odiare, sentirsi libero senza condizionamenti e rispettare le idee degli altri”, mi sento amichevolmente, serenamente d’accordo con te. Tutto ciò, portato a confronto delle proprie “verità”, ci costringerebbe a ridimensionarle, a confrontarle con quelle degli altri, a vederne le implicazioni sociali e le possibilità di condivisione con il prossimo.

  23. il 11 settembre, 2012 giovanna3.rm dice:

    La verità dovrebbe essere legata alla sua effettiva esistenza e quindi dovrebbe essere obiettiva. Tuttavia, questo non è vero nel genere umano, in cui ognuno afferma logicamente la propria verità. A questo punto sarebbe utilissimo, e fose risolutivo, un confronto amichevole fondato sul rispetto e sulla comprensione altrui.

  24. il 11 settembre, 2012 Lorenzo.rm dice:

    Grazie, Giovanna, di aver voluto manifestare il tuo pensiero, con il quale, in definitiva, concordo. La politica, e, in genere, tutte le attività del genere umano, attengono al campo dell’opinabile. Se dico che un’opera pubblica costa 100 mentre ne costa evidentemente 80, dico il falso, quindi non dico la verità. Ma se dico che voglio costruire un ponte a differenza di un avversario che non vuol farlo, l’avversario non può accusarmi di nulla se non di inopportunità del mio intento, mentre io non posso inchiodarlo con false accuse di vario tipo. Se rimaniamo ambedue sul piano della correttezza e dell’opportunità, vincerà chi la la forza del consenso

  25. il 11 settembre, 2012 giovanna3.rm dice:

    Lorenzo, non sempre la verità, che pure abbia un consenso, interamente condiviso, permette di conseguire gli obiettivi previsti perché un terzo, ad esempio, potrebbe imporre la propria verità, anche se non realmente rispondente, solo perché conosce scappatoie e mezzi sleali per farla prevalere, e allora ecco che la verità non sarebbe più obiettiva.
    Non so se sono andata a ruota libera, ma mi è venuto questo pensiero.
    Ciao.

  26. il 11 settembre, 2012 Lorenzo.rm dice:

    Certo, Giovanna, la verità può essere elusa o contrastata, anche con la violenza. Ma, come è ovvio, chi contrasta non sarebbe portatore di verità. A meno che non combatta o contrasti un portatore di violenza. Ma andiamo veramente a ruota libera.


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