In questi giorni, e non solo, si sente solo parlare di baronaggio- feudale, con tanti sprechi nelle varie regioni Italiane, di elezioni, di decreti sugli sperperi, di rimborsi elettorali, di ruberie, corruzioni, arresti di parlamentari, di consiglieri regionali, di rottamazione ecc…. Ascoltare questo bla-bla-bla, fino alla noia, giacché non cambierà nulla, poiché la casta è diventata ora la “super-casta”, è veramente insopportabile.
A causa di tutte queste vicende politiche, sta passando in secondo piano la sensibilizzazione che si sta facendo, per diffondere alcuni dati molto importanti, che hanno l’obiettivo di salvare dei bambini che muoiono di fame. Questi dati ci dicono che 200 milioni di bambini nel mondo, al di sotto di 5 anni, soffrono di malnutrizione. La fame rimane ancora al primo posto dei rischi mondiali per la salute: è tra le più importanti cause di mortalità infantile.
In realtà, non ci rendiamo conto che ogni 5 secondi muore un bambino. Se all’improvviso, nella nostra vita quotidiana, sparisse un oggetto importante, ce ne accorgeremmo subito, ma nessuno si accorge dei bambini che muoiono. Ogni anno quasi 7 milioni di bambini muoiono prima di aver compiuto 5 anni, per cause facilmente prevedibili e curabili: questo accade ogni 5 secondi, quasi 19 mila al giorno. Con questo intento, Save the Children, la più grande organizzazione internazionale per la difesa dei bambini, ha lanciato una campagna di sensibilizzazione in molti paesi del mondo, per contribuire al raggiungimento di un obiettivo, ovvero ridurre di due terzi la mortalità infantile entro il 2015.
Sul sito: www.everyone.it/, troverete una galleria di foto da condividere e di informazione su tutta la campagna. Every one, (ognuno di noi deve dire…basta alla mortalità infantile).
Il proprio contributo a Save the Children può essere inviato tramite sms o telefono fisso - 2 euro - al nr. 45507.
Solo in Europa, finiscono tra i rifiuti 89 milioni di tonnellate di prodotti alimentari, cioè un quantitativo pari a 89 volte quello destinato agli aiuti internazionali. Risulta che in Italia le perdite e gli sprechi di cibo lungo tutta la filiera ammontano a 17 milioni di tonnellate, pari a un valore di 11 miliardi di euro, lo 0,7% del PIL, mentre il valore economico medio per famiglia del cibo che si disperde ammonta a 350-450 euro all’anno.
Se si considera che, nel tempo di bere un bicchiere d’acqua, un bambino muore, penso che si dovrebbe riflettere cosa è utile fare per salvare questi bambini. Madre Teresa di Calcutta diceva: “Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in più”.
Beethoven - Sonata al chiaro di luna
COMMENTI
il 22 ottobre, 2012 Lorenzo.rm dice:
Caro Fiorenzo Nembo, fa davvero impressione considerare quanto tempo si spenda per occuparci di problemi futili e, soprattutto, degli interessi di quelli che stanno meglio nel mondo, trascurando quei problemi ai quali così opportunamente fai riferimento. Non esistono programmi dei paesi più ricchi per aiutare quelli più poveri. Non esiste un impegno reale per interventi concreti. Tu ci parli di Save the children, Certo, aiutiamoli, ma quanto di più potremmo e dovremmo aiutarli, questi bambini. Quando sento dei problemi dell’Europa, dello spread, del debito, mi arrabbio fino a dare in escandescenze. Ma di che parliamo, di che cosa ci occupiamo? E i sacrifici a cui siamo chiamati non servono soltanto a soddisfare la fame degli imbroglioni che agiscono nelle strutture finanziarie e bancarie? Perché nessuno ci chiama ad impegni di vasta portata capaci di risollevare questa nostra umanità ferita, perseguitata, affamata, ammalata? A salvaguardare le risorse naturali? A diffondere i beni essenziali nel mondo? Non c’è nessuno. Certo, parliamone almeno. Sensibilizziamo l’opinione pubblica. Colleghiamoci con chi svolge qualche attività di aiuto e supporto. Ma non facciamoci illusioni. Fino a quando non cambia il modello operativo dell’economia nel mondo non ci sarà nulla da fare. Continueremo a piangere sul latte versato e ad occuparci dello spread in Europa.
il 23 ottobre, 2012 giovanna3.rm dice:
Caro Fiorenzo: come puoi ben capire, leggendo i dati che ci
precisi si avverte una stretta al cuore molto forte. Come dice Lorenzo, fintanto che tutti i Paesi Occidentali non stabiliranno un concreto programma di interventi per lo sviluppo effettivo dei paesi più poveri, gli aiuti promossi dalle grandi organizzazioni internazionali, seppure molto importanti, rimarranno sempre una goccia nel mare della disperazione.
Ben vengano, sia chiaro, queste sollecitazioni, alle quali occorre rispondere, ma forse sarebbe opportuno fare qualcosa di più.
Per ora, a mio parere, l’aiuto più efficace è l’adozione a distanza di bambini, soprattutto africani, ma anche dell’America Latina. Occorre, tuttavia, affidarsi a serie organizzazioni che assicurino non solo il mantenimento dei bimbi adottati, ma la loro scolarizzazione e la creazione delle prime strutture di base, come l’acqua, nei luoghi dove questi bimbi risiedono.
Posso affermare quello che ho appena detto, poiché ciò è avvenuto in un centro della Somalia, del quale mi sono occupata, e avviene in maniera sistematica in alcuni paesi dell’Africa Centrale, del Brasile, del Paraguay ecc.
Tutto ciò, sempre in attesa che avvenga quello che si diceva all’inizio: una seria politica da parte dell’Occidente verso tutti i paesi che necessitano d’aiuto, per uno sviluppo effettivo di quelle popolazioni nei loro propri territori.
il 23 ottobre, 2012 Nembo dice:
Caro amico Lorenzo, condivido quello che tu hai scritto in modo semplice e chiaro, vero questi articoli servono sopratutto per sensibilizzare le persone con poco, basta un passaparola…ritornando al mio scritto vi è da menzionare che la fame ci sarà fino a quando le multinazionali controlleranno i popoli,i politici dei vari stati nel mondo che non tuteleranno la propria popolazione da quegli avvoltoi, mentre tutelano gli interessi dei banchieri-finanzieri tollerando il tutto a discapito dei proprio popolo. L’economia è capitalistica, mentre la globalizzazione continua a procedere nel suo cammino, il numero delle persone povere continua ad accrescere, i mercati si espandono, i redditi solo di pochi aumentano, ma viene più soffocata la vita di chi non ha risorse per investire. Oltre alla fame ricordo che nelle ultime ricerche nel terzo mondo il 75% della popolazione rurale non ha acqua potabile e circa 600milioni di persone al mondo sono prive di acqua. Hai scritto giusto Lorenzo abbiamo una umanità ferita, e nessuno si preoccupa se non quelle poche strutture come la Save-the-Children.
il 23 ottobre, 2012 giuseppe3.ca dice:
Si tutto vero, il grande problema della mortalità infantile nel mondo non viene affrontato nella giusta misura da parte dei governi più progrediti. Non esiste un programma mirato. Il problema di aiuto è affidato nella maggior parte dei casi alla generosità dei singoli su sollecito di organizzazioni o associazioni delle quali si conosce poco e non sempre sono perfettamente trasparenti. Su queste sarebbero necessari opportuni controlli ma anche questi chi dovrebbe farli? Intanto, il problema non si risolve e i bambini continuano a morire. Fino a quando?
il 23 ottobre, 2012 Nembo dice:
Vero Giovanna e sono d’accordo con te, l’adozione a distanza di questi bambini è un’aiuto efficace e sopratutto sicuro perchè dovrebbe essere di facile controllo, si segue passo dopo passo il bambino/i su tutto quello che fa. Bello è far sentire delle persone felice. Spesso le popolazioni povere necessitano di minime risorse( es. atrezzi agricoli appropriati) per riuscire a coltivare sufficenti prodotti commestibili e diventare autosufficenti per avere una dignità di vita.
il 23 ottobre, 2012 Nembo dice:
Caro GiuseppeCA, la tua domanda è più che giusta e penso che viene spontanea a tutti chiedersi se veramente l’offerta dei singoli o un’adozione a distanza viene usufuita a favore di questi bambini, di come vengono gestiti i soldi dalle organizzazioni ecc…,dico subito che non bisogna generalizzare su quanto a volte si sente,esistono associazioni serie che lavorano con impegno e fatica per sostenere vari progetti aiutando questi bambini, importante è che queste associazioni assicurano dei report in cui chi dovesse adottare questi bimbi possono avere aggiornamenti sulle attività svolte nelle varie comunità, altresì posso dire anche che c’è la possibilità di andare di persona a trovare il bambino adottato e vedere gli effetti dell’aiuto. Puoi chiedere il bilancio sociale dell’organizzazione dove si è fatta la donazione, infine si può anche andare per qualche mese se si ha tempo come volontario tramite queste associazioni facendo semplici attività, un ottimo modo nuovo da aggiungere al proprio bagaglio di esperienza di vita.
il 23 ottobre, 2012 franco37 dice:
Finchè saremo vittime del liberismo sfrenato, del capitalismo consumistico, delle multinazionali , della finanza mondiale, del malaffare politico e privato ,cadremo sempre più in recessioni che non ci permetteranno di avere una visione globale sui problemi della terra ,perchè dovremo piangere sui nostri “particulari”.
Il pensiero costante su questa ecatombe soprattutto di bambini, mi segue costantemente ,personalmente ho iniziato con una adozione a distamza cercando poi di evitare gli sprechi alimentari.
Sono piccole cose rapportate a chi si reca in Africa e fattivamente aiuta queste popolazioni.
Solo le politiche mondiali “e nazionali” ,possono cercare di risolvere questo problema e qui sta la nostra scelta nell’indicare chi nei programmi prevede anche soluzioni ecologiste ed umanitarie.
il 23 ottobre, 2012 giuseppe3.ca dice:
Grazie Nembo, fa piacere avere delle conferme perché sono utili per incoraggiare e non vanificare la buona volontà dei singoli. Resta comunque inteso che per risolvere il problema nel suo complesso serve un programma e un aiuto globale. Su questo non si può demordere. Complimenti per il servizio.
il 23 ottobre, 2012 Lorenzo.rm dice:
Qui si parla di capitalismo, Nembo. Ebbene, da quando il comunismo si è tolto di mezzo con ignominia ed il socialismo democratico è crollato con la fine delle risorse per il welfare, c’è un solo modello ed è quello capitalistico. Un modello ossessivamente basato sulla ricchezza e, purtroppo, sempre meno sulla produzione di beni e servizi ma sulla finanza e sulla speculazione. Sulla scommessa e sul gioco. Sulla rapina economica e sulla sottomissione dei paesi più poveri da parte di quelli più ricchi. E la globalizzazione tanto celebrata non ha costituito l’occasione per la crescita delle popolazioni migranti ma come fattore di disgregazione e crisi per i paesi più avanzati in tema economico-sociale, come l’Italia, con il suo statuto dei lavoratori e le sue salvaguardie dei disoccupati. Tutto è in crisi oggi e dispiace che anche i paesi meno sviluppati seguano quest’unico modello di capitalismo finanziario-speculativo.
il 23 ottobre, 2012 Nembo dice:
condivido quello che avete scritto compreso il commento di Franco, oltre che Lorenzo e Giuseppe, prendo spunto dai vostri commenti per aggiungere dicendo che il 16 Ottobre era la giornata mondiale della alimentazione poco o nulla è stato fatto da parte di chi aveva la responsabilità morale e civica per far sapere che il 15% della popolazione mondiale soffre la fame. L’obiettivo della FAO è azzerare questa percentuale ma ci vuole carisma e buona volontà da parte di tutti, specialmente dai governi più ricchi, tale sfida ha dei obiettivi es. eliminare le perdite del cibo della post produzione, fermare lo spreco del cibo e responsabilizzare i consumi. Il capitalismo è la mancanza di rispetto della dignità altrui è anche causa di tutto questo, se questo aspetto fosse considerato, la democrazia si autososterebbe da sola, principale responsabile della denutrizione e della fame sul nostro pianeta è la distribuzione ineguale delle ricchezze, un’ineguaglianza negativamente dinamica ovvero…i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri, detto questo possiamo dire sempre più forte che l’attuale giungla del capitalismo -selvaggio- che è necessario civilizzare, va cambiato l’ordine omicida del mondo che ci sta distruggendo. A volte penso che gli uomini-potenti-politici- si vergognano così tanto di sapere che gran numero dei loro simili muoiono a causa della mancanza di cibo che coprono questo scandalo col silenzio totale. Questa vergogna continua ad essere condivisa dai governi e dalla maggioranza di noi.
il 23 ottobre, 2012 Nembo dice:
Ringrazio Giovanna che è sempre disponibile a dare il suo impegno e professionalità per migliorare questo blog con l’assemblaggio dei nostri racconti, al fine di ottenere sempre più un migliore servizio per gli Eldyani-boscaioli, un plauso a tutti i collaboratori del bosco.
il 23 ottobre, 2012 Cavalcanti dice:
Signor Fiorenzo (nembo) La mortalità infantile ha toccato il picco più basso da sempre, scendendo sotto i dieci milioni di morti all’anno e attestandosi a 9,7 milioni rispetto ai 13 milioni del 1990, segnalo un rapporto dell’Unicef, non è però ragione di compiacersi la perdita di ogni anno di 9,7 milioni di giovani vite è inaccettabile. La maggio parte di questi morti sono prevenibili e, come dimostrano i recenti progressi, le soluzioni sono sperimentate e collaudate. Dobbiamo però far leva su questo successo sanitario per accelerare il ragiungimento degli obbiettivi di sviluppo del millennio. Tra gli obbiettivi del millennio vi è l’impegno a ridurre di 2/3 la mortalità infantile tra il 1990 e il 2015, è un risultato che salverebbe la vita di altri 5,4 milioni di bambini da oggi al 2015.
I nuovi dati sulla mortalità infantile sono ricavati da una vasta gamma di fonti statistiche, inclusi due gruppi di ricerche realizzate su base familiare: rivelazioni indacatori multi-campione (MICS) e rivelazioni demografiche su base familiare (DHS). L’ultima serei di indagini su indicatori multi-campione è STATA EFFETTUATA DA unicef e altre agenzie Onu tra il 2005 e il 2006 in oltre 50 paesi e, insieme alle rivelazioni DHS finanziate da USAID, costituisce la più ampia fonte di informazioni sugli obbiettivi di sviluppo del millennio e la base di valutazione dei progressi in termini di sopravvivenza infantile.
I risultati confermano i rapporti già pubblicati quest’anno sui progressi contro la mortalità da morbillo, con un calo del 60% rispetto al 1999, che arriva al 75% nell’Africa Subsahariana. Un rapido declino della mortalità sotto i 5 anni si è avuto nelle regioni dell’america latina e Caraibi, dell’Europa centrale e orinetale, nella comunità degli stati dipendenti (ex Urss), nell’Asia orientale e Pacifico. Rispetto alle precedenti rivelazioni del 1999-2000, molti paesi hanno compiuto progressi particolarmente significativi, con il Marocco e il Vietnam e la Repubblica Domenicana che hanno ridotto i tassi di mortalità infantile di oltre un terzo, il Madagascar del 41% e Sao Tome e Principe del 48%. Dei 9,7 milioni di morti infantili che si verificano ogni anno, 3,1 milioni avvengono in Asia meridionale e 4,8 nell’Africa Subsahariana. nei paesi in via di sviluppo i tassi di mortalità infantile sono considerevolmente più elevati tra i bambini che vivono nelle oree rurali e nelle famiglie più povere.
Nei paesi industrializzati si registrano appena 6 morti infantili ogni 1000 nati vivi. Amaerca latina e Caraibi sono sulla via di raggiungere L’obbiettivo del millennio relativo alla mortalità infantile, con 27 decessi infantili ogni 1000 nati vivi, contro i 55 del 1990. Si registrano progressi significativi anche in alcune parti dell’Africa subsahariana, tra il 2000 e il 2004 la mortalità sotto i 5 anni è diminuita del 29% in Malawi e di oltre il 20% in Eitopia, Monzambico, Numbia, Niger, Ruanda e Tanzania. I più alti tassi di mortalità infantile si registrano ancora nei paesi dellAfrica centrale e occidentale. In Africa meridionale i progressi faticosamente ottenuti sono messi a rischio dalla diffusione dell’AIDS.
Molti dei progressi ottenuti sono il risultato dell’adozione su vasta scala di interventi sanitari di base, come l’allattamento al seno immediato ed esclusivo, la vaccinazione contro il morbillo, la somministrazione di vitamina A e l’utilizzo di zanzariere trattate con insetticidi per prevenire la malaria. Inoltre, rispetto al passato, si registra a livello mondiale un sostegno senza precedenti alla sanità, con un aumento degli stanziamenti di fondi e più estese alleanze tra governi, il settore privato, le fondazioni internazionali e la società civile. I nuovi dati dimostrano che i progressi sono possibili, quando si agisca con rinnovata urgenza per estendere gli interventi che si sono già rilevati efficaci.
Dati tratti da Internet. La saluto signor Fiorenzo. (Nembo)
il 23 ottobre, 2012 Carlotta dice:
Dal Rapporto delle Nazioni Unite sulla “povertà nel mondo” emerge che il progresso verso il raggiungimento di un benessere globale ha subito una battuta d’arresto.
Solo 52 paesi vantano un accesso quasi universale all’istruzione di base e ai servizi sanitari, 21 registrano progressi degni di nota, 55 mostrano miglioramenti lenti e ridotti e 77 sono fermi.
Ogni giorno 26.000 bambini al di sotto dei 5 anni muoiono per cause facilmente prevedibili
2 milioni di bambini muoiono ogni anno per dissenteria
72 milioni di bambini non vanno a scuola, molti di più sono quelli che l’hanno abbandonata
771 milioni è il numero di analfabeti nel mondo, il 60% sono donne.
La riduzione della povertà dovrebbe diventare la forza trainante e il motore del progresso.
Migliori condizioni igienico-sanitarie e una migliore scolarizzazione sono sicuramente alla base di processi sociali, culturali, economici e politici sostenibili.
Già dal 2004 è attivo un Programma di istruzione e assistenza primaria con il quale vengono realizzati insediamenti scolastici in paesi e territori in cui povertà, guerre, calamità naturali inibiscono lo sviluppo sociale.
Il progetta punta, nello specifico, alla riqualificazione di strutture scolastiche, all’alfabetizzazione, alla scolarizzazione e all’assistenza sanitaria dell’infanzia (con personale locale).
Programma che con i suoi progetti è intervenuto:
ad Haiti (Port au Prince) – in Perù (Lima e Amazzonia) – Congo (Kinshasa) – India (Lakikanto) – Indonesia (Banda Aceh) – Israele (Gerusalemme) – ed ha raggiunto oltre 70.000 persone, di cui 54.000 bambini, ha formato 2.225 insegnanti e garantito nel 2011 oltre 320.000 pasti.
Nell’ottobre del 2008, un gruppo di attivi sostenitori ha fondato un’Associazione Onlus che oggi realizza il Programma in partnership con la Fondazione.
L’obiettivo è far sì che i bambini, in qualsiasi parte del mondo, siano in grado di portare a termine un ciclo completo di istruzione primaria.
Oltre alla riqualificazione di strutture scolastiche e la creazione di ambulatori medici, la Fondazione ha attivato anche un programma a sostegno degli insegnanti che operano nelle zone più difficili del mondo.
Ed è già pronta una nuova delegazione di informatori e volontari in partenza, a giorni, per il Brasile
“L’ISTRUZIONE E LA FORMAZIONE SONO GLI STRUMENTI PIU’ POTENTI CHE SI POSSONO UTILIZZARE PER CAMBIARE IL MONDO”
Nelson Mandela
il 23 ottobre, 2012 Carlotta dice:
Bellissimo articolo… GRAZIE Nemb !!
il 23 ottobre, 2012 scoiattolina dice:
pensare che ogni 5 secondi muore un bambino mi fa star male e pensare che l’anno scorso ne moriva 1 ogni 3 secondi ancora peggio …….aiutiamo se possiamo xchè a noi costa poco ma x loro è tantissimo e aiutiamo chi sta cercano di salvare questi bimbi …… 45507 un sms al costo di 2 euro nn è molto alla fine ……….ma la cosa che mi fa schifo che 700 euro x l’phon escono sempre…….. mentre in altri punti del mondo c’è chi muore di fame ……nembo un bel articolo ….grande giò postato benissimo
il 24 ottobre, 2012 Nembo dice:
Ringrazio Carlotta e il sig.Cavalcanti che con i loro commenti precisi hanno dato ulteriori delucidazioni ( dati e percentuali) integrando i vari commenti sopraindicati. Condivido i dati menzionati, purtroppo anche se si sono fatti progressi, un bambino su quattro è denutrito per crescere in modo adeguato, le statistiche dicono che quasi mezzo miliardo di bambini rischiano di diventare uomini/donne affetti da malattie fische e mentali in conseguenza della denutrizione. Unicef, e altre associazioni fanno molto per dare assistenza e scongiurare le varie carestie specialmente nel -corno d’Africa- nonostante questi sforzi con significativi progressi, le prospettive di sicurezza per i generi alimentari per avere risoluzioni alle crisi di sopravvivenza dei bambini è ancora lontana. Vi è da menzionare anche che questo difficile compito diventa difficile per i conflitti interni e attacchi terroristici nei vari stati, con minacce e violenze contro gli operatori umanitari. Se non si tiene alto il livello di attenzione, tutti gli sforzi fatti fino ad ora, la carestia, le percentuali che noi abbiamo letto si possono modificare in peggio. Tutti insieme possiamo fare una differenza migliorativa per sfamare questi bambini.
il 24 ottobre, 2012 Nembo dice:
Vero Scoo…(Sabrina), quello che hai scritto, posso aggiungere che per acquistare l’phon quando è uscito, al mattino presto già c’era la fila davanti ai centri specializzati alla vendita di questo prodotto, invece durante la giornata mondiale dell’alimentazione pochissima gente c’era a donare generi alimentari davanti ai vari centri commerciali.
il 24 ottobre, 2012 giovanna3.rm dice:
Nembo, purtroppo non c’è da meravigliarsi, il senso della solidarietà verso i propri simili è molto scarsa e, a volte, inesistente. Ancora una volta, come già ho detto in altre occasioni, tutti questi bei sentimenti devono essere insegnati ai bimbi molto piccoli….da genitori capaci di intenderli, di metterli in pratica e, quindi, essere d’esempio ai propri figli…..Su questi principi, come ben sapete, ci sarebbe da scrivere un saggio, ogni giorno, perché sia recepito da tutti coloro che hanno rapporti con i bambini: genitori, scuole, istituzioni varie, ecc. Solo un cambiamento culturale, comportamentale e tanta tanta solidarietà, a livello mondiale, in forme precise ed efficaci, potranno cambiare l’attuale situazione delle popolazioni più disagiate e, spesso, disperate!
il 24 ottobre, 2012 Nembo dice:
Vero Giovanna tutto quello che tu hai scritto, bisogna essere di esempio noi adulti per i propri figli coinvolgendo istituzioni e le scuole, a tal proposito ti devo dire che l’anno scorso in alcune scuole elementari in varie regioni hanno iniziato un programma come percorso educativo inerente al tema “solidarietà del non spreco” spero vivamente che anche quest’anno ci siano iniziative del genere. I ragazzini venivano sensibilizzati attraverso un laboratorio ludico-educativo con video, disegni e canzoni, altresì i bambini seguiti dalle loro maestre erano impegnati nel non sprecare il cibo della mensa, continuando poi sul tema della solidarietà, questa iniziativa educativa era come progetto la sensibilizzazione dei più piccoli ed anche i genitori coinvolgendo anche i nonni aggiungo io se è possibile. Sono piccoli gesti ma concreti, dal dono della solidarietà ai più bisognosi si ha la consapevolezza poi di capire il valore di un piccolo gesto quotidiano e il “giusto” uso delle cose per poi recepire questo valore che a volte per alcuni è inesistente.
il 25 ottobre, 2012 giovanna3.rm dice:
Ottima informazione quella che mi hai dato, Fiorenzo, sono veramente lieta di sapere che qualcosa si sta muovendo, anche se in casi molto limitati, ma è l’inizio che mi fa sperare in una sensibilizzazione molto più ampia, e non è poco, credimi.
il 25 ottobre, 2012 SCOOOOO dice:
nembo io faccio parte della croce rossa ……. x fortuna devo dire che c’è molta gente ancora buona di cuore e quando è avvenuta la raccolta degli alimenti tantissima gente ci ha aiutato ……nn tt seguono le mode ringraziando dio ……speriamo che la mente della gente capisca e si migliori soprattuto i giovani
il 25 ottobre, 2012 Nembo dice:
Sono contento che tu sei una volontaria della CRI, ci vuole sempre più linfa nuova e giovane in questa grande famiglia, ancora di più sono contento di quello che hai scritto, che l’adesione è stata proficua, la giornata alimentare costituisce un’occasione unica per dare il nostro contributo insieme alla Fao-Onu,varie associazioni wfp,coperative agricole ecc…, per dare un contributo mettendo in atto un forte compito sul tema della fame nel mondo. Altresì quest’anno lo sport si conferma un prezioso alleato dell’iniziativa, e grazie alla collaborazione lega-calcio, nella giornata del 28 Ottobre sugli schermi degli stadi sarà trasmesso uno spot inerente a questo problema per avere più consapevolezza e conoscenza riguardo ai problemi della fame, mi auguro che questa iniziativa sia efficace e abbia modo di espandersi per contribuire in misura ancora maggiore.
PASSA IL TEMPO....
Le lancette della vita ... scorrono nella perfetta sincronizzazione dei secondi....
e ad ogni movimento del tempo....nulla sara mai come prima....
E anche se non potrò vederti, parlarti, ascoltarti ....in questo presente....
Ti vedrò , ti parlerò, ti ascolterò nei secondi di tempo che ho fermato nel mio cuore.....
m.d
Caro Fiorenzo Nembo, fa davvero impressione considerare quanto tempo si spenda per occuparci di problemi futili e, soprattutto, degli interessi di quelli che stanno meglio nel mondo, trascurando quei problemi ai quali così opportunamente fai riferimento. Non esistono programmi dei paesi più ricchi per aiutare quelli più poveri. Non esiste un impegno reale per interventi concreti. Tu ci parli di Save the children, Certo, aiutiamoli, ma quanto di più potremmo e dovremmo aiutarli, questi bambini. Quando sento dei problemi dell’Europa, dello spread, del debito, mi arrabbio fino a dare in escandescenze. Ma di che parliamo, di che cosa ci occupiamo? E i sacrifici a cui siamo chiamati non servono soltanto a soddisfare la fame degli imbroglioni che agiscono nelle strutture finanziarie e bancarie? Perché nessuno ci chiama ad impegni di vasta portata capaci di risollevare questa nostra umanità ferita, perseguitata, affamata, ammalata? A salvaguardare le risorse naturali? A diffondere i beni essenziali nel mondo? Non c’è nessuno. Certo, parliamone almeno. Sensibilizziamo l’opinione pubblica. Colleghiamoci con chi svolge qualche attività di aiuto e supporto. Ma non facciamoci illusioni. Fino a quando non cambia il modello operativo dell’economia nel mondo non ci sarà nulla da fare. Continueremo a piangere sul latte versato e ad occuparci dello spread in Europa.
Caro Fiorenzo: come puoi ben capire, leggendo i dati che ci
precisi si avverte una stretta al cuore molto forte. Come dice Lorenzo, fintanto che tutti i Paesi Occidentali non stabiliranno un concreto programma di interventi per lo sviluppo effettivo dei paesi più poveri, gli aiuti promossi dalle grandi organizzazioni internazionali, seppure molto importanti, rimarranno sempre una goccia nel mare della disperazione.
Ben vengano, sia chiaro, queste sollecitazioni, alle quali occorre rispondere, ma forse sarebbe opportuno fare qualcosa di più.
Per ora, a mio parere, l’aiuto più efficace è l’adozione a distanza di bambini, soprattutto africani, ma anche dell’America Latina. Occorre, tuttavia, affidarsi a serie organizzazioni che assicurino non solo il mantenimento dei bimbi adottati, ma la loro scolarizzazione e la creazione delle prime strutture di base, come l’acqua, nei luoghi dove questi bimbi risiedono.
Posso affermare quello che ho appena detto, poiché ciò è avvenuto in un centro della Somalia, del quale mi sono occupata, e avviene in maniera sistematica in alcuni paesi dell’Africa Centrale, del Brasile, del Paraguay ecc.
Tutto ciò, sempre in attesa che avvenga quello che si diceva all’inizio: una seria politica da parte dell’Occidente verso tutti i paesi che necessitano d’aiuto, per uno sviluppo effettivo di quelle popolazioni nei loro propri territori.
Caro amico Lorenzo, condivido quello che tu hai scritto in modo semplice e chiaro, vero questi articoli servono sopratutto per sensibilizzare le persone con poco, basta un passaparola…ritornando al mio scritto vi è da menzionare che la fame ci sarà fino a quando le multinazionali controlleranno i popoli,i politici dei vari stati nel mondo che non tuteleranno la propria popolazione da quegli avvoltoi, mentre tutelano gli interessi dei banchieri-finanzieri tollerando il tutto a discapito dei proprio popolo. L’economia è capitalistica, mentre la globalizzazione continua a procedere nel suo cammino, il numero delle persone povere continua ad accrescere, i mercati si espandono, i redditi solo di pochi aumentano, ma viene più soffocata la vita di chi non ha risorse per investire. Oltre alla fame ricordo che nelle ultime ricerche nel terzo mondo il 75% della popolazione rurale non ha acqua potabile e circa 600milioni di persone al mondo sono prive di acqua. Hai scritto giusto Lorenzo abbiamo una umanità ferita, e nessuno si preoccupa se non quelle poche strutture come la Save-the-Children.
Si tutto vero, il grande problema della mortalità infantile nel mondo non viene affrontato nella giusta misura da parte dei governi più progrediti. Non esiste un programma mirato. Il problema di aiuto è affidato nella maggior parte dei casi alla generosità dei singoli su sollecito di organizzazioni o associazioni delle quali si conosce poco e non sempre sono perfettamente trasparenti. Su queste sarebbero necessari opportuni controlli ma anche questi chi dovrebbe farli? Intanto, il problema non si risolve e i bambini continuano a morire. Fino a quando?
Vero Giovanna e sono d’accordo con te, l’adozione a distanza di questi bambini è un’aiuto efficace e sopratutto sicuro perchè dovrebbe essere di facile controllo, si segue passo dopo passo il bambino/i su tutto quello che fa. Bello è far sentire delle persone felice. Spesso le popolazioni povere necessitano di minime risorse( es. atrezzi agricoli appropriati) per riuscire a coltivare sufficenti prodotti commestibili e diventare autosufficenti per avere una dignità di vita.
Caro GiuseppeCA, la tua domanda è più che giusta e penso che viene spontanea a tutti chiedersi se veramente l’offerta dei singoli o un’adozione a distanza viene usufuita a favore di questi bambini, di come vengono gestiti i soldi dalle organizzazioni ecc…,dico subito che non bisogna generalizzare su quanto a volte si sente,esistono associazioni serie che lavorano con impegno e fatica per sostenere vari progetti aiutando questi bambini, importante è che queste associazioni assicurano dei report in cui chi dovesse adottare questi bimbi possono avere aggiornamenti sulle attività svolte nelle varie comunità, altresì posso dire anche che c’è la possibilità di andare di persona a trovare il bambino adottato e vedere gli effetti dell’aiuto. Puoi chiedere il bilancio sociale dell’organizzazione dove si è fatta la donazione, infine si può anche andare per qualche mese se si ha tempo come volontario tramite queste associazioni facendo semplici attività, un ottimo modo nuovo da aggiungere al proprio bagaglio di esperienza di vita.
Finchè saremo vittime del liberismo sfrenato, del capitalismo consumistico, delle multinazionali , della finanza mondiale, del malaffare politico e privato ,cadremo sempre più in recessioni che non ci permetteranno di avere una visione globale sui problemi della terra ,perchè dovremo piangere sui nostri “particulari”.
Il pensiero costante su questa ecatombe soprattutto di bambini, mi segue costantemente ,personalmente ho iniziato con una adozione a distamza cercando poi di evitare gli sprechi alimentari.
Sono piccole cose rapportate a chi si reca in Africa e fattivamente aiuta queste popolazioni.
Solo le politiche mondiali “e nazionali” ,possono cercare di risolvere questo problema e qui sta la nostra scelta nell’indicare chi nei programmi prevede anche soluzioni ecologiste ed umanitarie.
Grazie Nembo, fa piacere avere delle conferme perché sono utili per incoraggiare e non vanificare la buona volontà dei singoli. Resta comunque inteso che per risolvere il problema nel suo complesso serve un programma e un aiuto globale. Su questo non si può demordere. Complimenti per il servizio.
Qui si parla di capitalismo, Nembo. Ebbene, da quando il comunismo si è tolto di mezzo con ignominia ed il socialismo democratico è crollato con la fine delle risorse per il welfare, c’è un solo modello ed è quello capitalistico. Un modello ossessivamente basato sulla ricchezza e, purtroppo, sempre meno sulla produzione di beni e servizi ma sulla finanza e sulla speculazione. Sulla scommessa e sul gioco. Sulla rapina economica e sulla sottomissione dei paesi più poveri da parte di quelli più ricchi. E la globalizzazione tanto celebrata non ha costituito l’occasione per la crescita delle popolazioni migranti ma come fattore di disgregazione e crisi per i paesi più avanzati in tema economico-sociale, come l’Italia, con il suo statuto dei lavoratori e le sue salvaguardie dei disoccupati. Tutto è in crisi oggi e dispiace che anche i paesi meno sviluppati seguano quest’unico modello di capitalismo finanziario-speculativo.
condivido quello che avete scritto compreso il commento di Franco, oltre che Lorenzo e Giuseppe, prendo spunto dai vostri commenti per aggiungere dicendo che il 16 Ottobre era la giornata mondiale della alimentazione poco o nulla è stato fatto da parte di chi aveva la responsabilità morale e civica per far sapere che il 15% della popolazione mondiale soffre la fame. L’obiettivo della FAO è azzerare questa percentuale ma ci vuole carisma e buona volontà da parte di tutti, specialmente dai governi più ricchi, tale sfida ha dei obiettivi es. eliminare le perdite del cibo della post produzione, fermare lo spreco del cibo e responsabilizzare i consumi. Il capitalismo è la mancanza di rispetto della dignità altrui è anche causa di tutto questo, se questo aspetto fosse considerato, la democrazia si autososterebbe da sola, principale responsabile della denutrizione e della fame sul nostro pianeta è la distribuzione ineguale delle ricchezze, un’ineguaglianza negativamente dinamica ovvero…i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri, detto questo possiamo dire sempre più forte che l’attuale giungla del capitalismo -selvaggio- che è necessario civilizzare, va cambiato l’ordine omicida del mondo che ci sta distruggendo. A volte penso che gli uomini-potenti-politici- si vergognano così tanto di sapere che gran numero dei loro simili muoiono a causa della mancanza di cibo che coprono questo scandalo col silenzio totale. Questa vergogna continua ad essere condivisa dai governi e dalla maggioranza di noi.
Ringrazio Giovanna che è sempre disponibile a dare il suo impegno e professionalità per migliorare questo blog con l’assemblaggio dei nostri racconti, al fine di ottenere sempre più un migliore servizio per gli Eldyani-boscaioli, un plauso a tutti i collaboratori del bosco.
Signor Fiorenzo (nembo) La mortalità infantile ha toccato il picco più basso da sempre, scendendo sotto i dieci milioni di morti all’anno e attestandosi a 9,7 milioni rispetto ai 13 milioni del 1990, segnalo un rapporto dell’Unicef, non è però ragione di compiacersi la perdita di ogni anno di 9,7 milioni di giovani vite è inaccettabile. La maggio parte di questi morti sono prevenibili e, come dimostrano i recenti progressi, le soluzioni sono sperimentate e collaudate. Dobbiamo però far leva su questo successo sanitario per accelerare il ragiungimento degli obbiettivi di sviluppo del millennio. Tra gli obbiettivi del millennio vi è l’impegno a ridurre di 2/3 la mortalità infantile tra il 1990 e il 2015, è un risultato che salverebbe la vita di altri 5,4 milioni di bambini da oggi al 2015.
I nuovi dati sulla mortalità infantile sono ricavati da una vasta gamma di fonti statistiche, inclusi due gruppi di ricerche realizzate su base familiare: rivelazioni indacatori multi-campione (MICS) e rivelazioni demografiche su base familiare (DHS). L’ultima serei di indagini su indicatori multi-campione è STATA EFFETTUATA DA unicef e altre agenzie Onu tra il 2005 e il 2006 in oltre 50 paesi e, insieme alle rivelazioni DHS finanziate da USAID, costituisce la più ampia fonte di informazioni sugli obbiettivi di sviluppo del millennio e la base di valutazione dei progressi in termini di sopravvivenza infantile.
I risultati confermano i rapporti già pubblicati quest’anno sui progressi contro la mortalità da morbillo, con un calo del 60% rispetto al 1999, che arriva al 75% nell’Africa Subsahariana. Un rapido declino della mortalità sotto i 5 anni si è avuto nelle regioni dell’america latina e Caraibi, dell’Europa centrale e orinetale, nella comunità degli stati dipendenti (ex Urss), nell’Asia orientale e Pacifico. Rispetto alle precedenti rivelazioni del 1999-2000, molti paesi hanno compiuto progressi particolarmente significativi, con il Marocco e il Vietnam e la Repubblica Domenicana che hanno ridotto i tassi di mortalità infantile di oltre un terzo, il Madagascar del 41% e Sao Tome e Principe del 48%. Dei 9,7 milioni di morti infantili che si verificano ogni anno, 3,1 milioni avvengono in Asia meridionale e 4,8 nell’Africa Subsahariana. nei paesi in via di sviluppo i tassi di mortalità infantile sono considerevolmente più elevati tra i bambini che vivono nelle oree rurali e nelle famiglie più povere.
Nei paesi industrializzati si registrano appena 6 morti infantili ogni 1000 nati vivi. Amaerca latina e Caraibi sono sulla via di raggiungere L’obbiettivo del millennio relativo alla mortalità infantile, con 27 decessi infantili ogni 1000 nati vivi, contro i 55 del 1990. Si registrano progressi significativi anche in alcune parti dell’Africa subsahariana, tra il 2000 e il 2004 la mortalità sotto i 5 anni è diminuita del 29% in Malawi e di oltre il 20% in Eitopia, Monzambico, Numbia, Niger, Ruanda e Tanzania. I più alti tassi di mortalità infantile si registrano ancora nei paesi dellAfrica centrale e occidentale. In Africa meridionale i progressi faticosamente ottenuti sono messi a rischio dalla diffusione dell’AIDS.
Molti dei progressi ottenuti sono il risultato dell’adozione su vasta scala di interventi sanitari di base, come l’allattamento al seno immediato ed esclusivo, la vaccinazione contro il morbillo, la somministrazione di vitamina A e l’utilizzo di zanzariere trattate con insetticidi per prevenire la malaria. Inoltre, rispetto al passato, si registra a livello mondiale un sostegno senza precedenti alla sanità, con un aumento degli stanziamenti di fondi e più estese alleanze tra governi, il settore privato, le fondazioni internazionali e la società civile. I nuovi dati dimostrano che i progressi sono possibili, quando si agisca con rinnovata urgenza per estendere gli interventi che si sono già rilevati efficaci.
Dati tratti da Internet. La saluto signor Fiorenzo. (Nembo)
Dal Rapporto delle Nazioni Unite sulla “povertà nel mondo” emerge che il progresso verso il raggiungimento di un benessere globale ha subito una battuta d’arresto.
Solo 52 paesi vantano un accesso quasi universale all’istruzione di base e ai servizi sanitari, 21 registrano progressi degni di nota, 55 mostrano miglioramenti lenti e ridotti e 77 sono fermi.
Ogni giorno 26.000 bambini al di sotto dei 5 anni muoiono per cause facilmente prevedibili
2 milioni di bambini muoiono ogni anno per dissenteria
72 milioni di bambini non vanno a scuola, molti di più sono quelli che l’hanno abbandonata
771 milioni è il numero di analfabeti nel mondo, il 60% sono donne.
La riduzione della povertà dovrebbe diventare la forza trainante e il motore del progresso.
Migliori condizioni igienico-sanitarie e una migliore scolarizzazione sono sicuramente alla base di processi sociali, culturali, economici e politici sostenibili.
Già dal 2004 è attivo un Programma di istruzione e assistenza primaria con il quale vengono realizzati insediamenti scolastici in paesi e territori in cui povertà, guerre, calamità naturali inibiscono lo sviluppo sociale.
Il progetta punta, nello specifico, alla riqualificazione di strutture scolastiche, all’alfabetizzazione, alla scolarizzazione e all’assistenza sanitaria dell’infanzia (con personale locale).
Programma che con i suoi progetti è intervenuto:
ad Haiti (Port au Prince) – in Perù (Lima e Amazzonia) – Congo (Kinshasa) – India (Lakikanto) – Indonesia (Banda Aceh) – Israele (Gerusalemme) – ed ha raggiunto oltre 70.000 persone, di cui 54.000 bambini, ha formato 2.225 insegnanti e garantito nel 2011 oltre 320.000 pasti.
Nell’ottobre del 2008, un gruppo di attivi sostenitori ha fondato un’Associazione Onlus che oggi realizza il Programma in partnership con la Fondazione.
L’obiettivo è far sì che i bambini, in qualsiasi parte del mondo, siano in grado di portare a termine un ciclo completo di istruzione primaria.
Oltre alla riqualificazione di strutture scolastiche e la creazione di ambulatori medici, la Fondazione ha attivato anche un programma a sostegno degli insegnanti che operano nelle zone più difficili del mondo.
Ed è già pronta una nuova delegazione di informatori e volontari in partenza, a giorni, per il Brasile
“L’ISTRUZIONE E LA FORMAZIONE SONO GLI STRUMENTI PIU’ POTENTI CHE SI POSSONO UTILIZZARE PER CAMBIARE IL MONDO”
Nelson Mandela
Bellissimo articolo… GRAZIE Nemb !!
pensare che ogni 5 secondi muore un bambino mi fa star male e pensare che l’anno scorso ne moriva 1 ogni 3 secondi ancora peggio …….aiutiamo se possiamo xchè a noi costa poco ma x loro è tantissimo e aiutiamo chi sta cercano di salvare questi bimbi …… 45507 un sms al costo di 2 euro nn è molto alla fine ……….ma la cosa che mi fa schifo che 700 euro x l’phon escono sempre…….. mentre in altri punti del mondo c’è chi muore di fame ……nembo un bel articolo ….grande giò postato benissimo
Ringrazio Carlotta e il sig.Cavalcanti che con i loro commenti precisi hanno dato ulteriori delucidazioni ( dati e percentuali) integrando i vari commenti sopraindicati. Condivido i dati menzionati, purtroppo anche se si sono fatti progressi, un bambino su quattro è denutrito per crescere in modo adeguato, le statistiche dicono che quasi mezzo miliardo di bambini rischiano di diventare uomini/donne affetti da malattie fische e mentali in conseguenza della denutrizione. Unicef, e altre associazioni fanno molto per dare assistenza e scongiurare le varie carestie specialmente nel -corno d’Africa- nonostante questi sforzi con significativi progressi, le prospettive di sicurezza per i generi alimentari per avere risoluzioni alle crisi di sopravvivenza dei bambini è ancora lontana. Vi è da menzionare anche che questo difficile compito diventa difficile per i conflitti interni e attacchi terroristici nei vari stati, con minacce e violenze contro gli operatori umanitari. Se non si tiene alto il livello di attenzione, tutti gli sforzi fatti fino ad ora, la carestia, le percentuali che noi abbiamo letto si possono modificare in peggio. Tutti insieme possiamo fare una differenza migliorativa per sfamare questi bambini.
Vero Scoo…(Sabrina), quello che hai scritto, posso aggiungere che per acquistare l’phon quando è uscito, al mattino presto già c’era la fila davanti ai centri specializzati alla vendita di questo prodotto, invece durante la giornata mondiale dell’alimentazione pochissima gente c’era a donare generi alimentari davanti ai vari centri commerciali.
Nembo, purtroppo non c’è da meravigliarsi, il senso della solidarietà verso i propri simili è molto scarsa e, a volte, inesistente. Ancora una volta, come già ho detto in altre occasioni, tutti questi bei sentimenti devono essere insegnati ai bimbi molto piccoli….da genitori capaci di intenderli, di metterli in pratica e, quindi, essere d’esempio ai propri figli…..Su questi principi, come ben sapete, ci sarebbe da scrivere un saggio, ogni giorno, perché sia recepito da tutti coloro che hanno rapporti con i bambini: genitori, scuole, istituzioni varie, ecc. Solo un cambiamento culturale, comportamentale e tanta tanta solidarietà, a livello mondiale, in forme precise ed efficaci, potranno cambiare l’attuale situazione delle popolazioni più disagiate e, spesso, disperate!
Vero Giovanna tutto quello che tu hai scritto, bisogna essere di esempio noi adulti per i propri figli coinvolgendo istituzioni e le scuole, a tal proposito ti devo dire che l’anno scorso in alcune scuole elementari in varie regioni hanno iniziato un programma come percorso educativo inerente al tema “solidarietà del non spreco” spero vivamente che anche quest’anno ci siano iniziative del genere. I ragazzini venivano sensibilizzati attraverso un laboratorio ludico-educativo con video, disegni e canzoni, altresì i bambini seguiti dalle loro maestre erano impegnati nel non sprecare il cibo della mensa, continuando poi sul tema della solidarietà, questa iniziativa educativa era come progetto la sensibilizzazione dei più piccoli ed anche i genitori coinvolgendo anche i nonni aggiungo io se è possibile. Sono piccoli gesti ma concreti, dal dono della solidarietà ai più bisognosi si ha la consapevolezza poi di capire il valore di un piccolo gesto quotidiano e il “giusto” uso delle cose per poi recepire questo valore che a volte per alcuni è inesistente.
Ottima informazione quella che mi hai dato, Fiorenzo, sono veramente lieta di sapere che qualcosa si sta muovendo, anche se in casi molto limitati, ma è l’inizio che mi fa sperare in una sensibilizzazione molto più ampia, e non è poco, credimi.
nembo io faccio parte della croce rossa ……. x fortuna devo dire che c’è molta gente ancora buona di cuore e quando è avvenuta la raccolta degli alimenti tantissima gente ci ha aiutato ……nn tt seguono le mode ringraziando dio ……speriamo che la mente della gente capisca e si migliori soprattuto i giovani
Sono contento che tu sei una volontaria della CRI, ci vuole sempre più linfa nuova e giovane in questa grande famiglia, ancora di più sono contento di quello che hai scritto, che l’adesione è stata proficua, la giornata alimentare costituisce un’occasione unica per dare il nostro contributo insieme alla Fao-Onu,varie associazioni wfp,coperative agricole ecc…, per dare un contributo mettendo in atto un forte compito sul tema della fame nel mondo. Altresì quest’anno lo sport si conferma un prezioso alleato dell’iniziativa, e grazie alla collaborazione lega-calcio, nella giornata del 28 Ottobre sugli schermi degli stadi sarà trasmesso uno spot inerente a questo problema per avere più consapevolezza e conoscenza riguardo ai problemi della fame, mi auguro che questa iniziativa sia efficace e abbia modo di espandersi per contribuire in misura ancora maggiore.