Il fenomeno del bullismo è tutto da sviscerare. Parlo di questo poiché sono stato a contatto con questo problema nei miei ultimi anni lavorativi. Se ne parla ora con il susseguirsi di episodi a volte tragici, che scuotono l’opinione pubblica, episodi ai quali assistiamo ogni giorno, e che rimangono impuniti a causa della minore età dei soggetti che ne sono i protagonisti. I bulli ignorano volutamente la legge, anche se nei loro abituali comportamenti si ravvisano reati veri e propri. Loro stessi ne sono consapevoli e ne approfittano, in maniera sempre più estesa. Occorre riflettere molto seriamente su quale potrebbe essere il modo migliore per rieducare questi ragazzi. Il profilo del “bullo” è quello di una persona insicura, debole, incapace di recepire qualsiasi consiglio. Per compensare i suoi problemi di autostima, sfoga la sua aggressività su chi è più debole di lui.
Da solo, non ha alcun punto di forza: è pericoloso solo in gruppo. Esso sceglie i timidi, i silenziosi, quelli che non hanno il coraggio di reagire o di segnalare questi soprusi. Questi adolescenti sono pieni di ira, che esplode nei modi più violenti. Tempo fa la media era intorno ai 14-18 anni; purtroppo, ultimamente, questa media è diminuita e riguarda anche ragazzi di 11 anni. Quando un tredicenne prende a bastonate un compagno, quando una ragazzina brucia i capelli alla professoressa e il tutto viene ripreso col cellulare, per poi vantarsi, essere superiore rispetto agli altri, sono davvero importanti le frasi a effetto? Per me siamo arrivati a un punto di non ritorno. Occorre abbassare l’età dell’impunibilità. E’ pur vero che vale sempre la regola ”prevenire è meglio che reprimere”. Dico questo perché la maggior parte dei ragazzi con cui ho avuto a che fare dicevano: “non potete farci nulla”! I bulli se ne fregano di tutto e di tutti. Di fronte ai compagni devono emergere, devono dimostrare che non hanno paura di nulla, nemmeno della forza pubblica e guai, dico guai, se un agente si dovesse permettere di dire una parola fuori codice…!!! I genitori direbbero “ che non sono capiti”, ecc. Posso anche affermare di aver visto compiere dell’autolesionismo per poter incolpare gli agenti. Forse è nel comportamento e nella vita familiare la vera risposta a quell’immersione di benessere, che rafforza l’urlo “ voglio avere tutto
e subito”. Si tratta spesso di ragazzi abbandonati a se stessi fino a sera, e magari a fine giornata non si sentono nemmeno dire…”come ti è andata a scuola ecc.” A questi potenziali lupi con gli occhi dolci, occorrerebbe far prendere visione di quanto dolore e quanta fatica c’è nel mondo, dove i loro coetanei muoiono di fame, di guerra, di soprusi, altro che comunità, e sono sempre una minoranza che finisce davanti a un tribunale per minori …. Il bullismo rappresenta una nuova forma di devianza propria dei giovani, che necessita di grande attenzione, in quanto spesso si manifesta con azioni di gruppo nei confronti di un singolo o più studenti incapaci di difendersi. Il bullismo, secondo il mio modesto parere, va analizzato e compreso nelle diverse sue forme e sfaccettature, con un impegno costante: in primis dai genitori, dalla scuola, dai centri di aggregazione ecc… Una particolare attenzione al fenomeno potrebbe favorire il recupero di questi ragazzi, altrimenti avremo futuri individui sordi al rispetto di qualsiasi regola della società, avviati alla criminalità, oltre che diventare soggetti irrimediabilmente depressi o tendenti al suicidio.
E’ possibile che proprio in questo contesto si possa individuare e giustificare la violenza: forse la chiave di accesso a questo problema è un forte disagio familiare, ma che riguarda anche le varie istituzioni. Un maggiore interessamento e l’ascolto attento di ciò che accade giornalmente ai propri figli, l’esempio di rapporti corretti verso tutti, da parte dei genitori, essere il più possibile presenti nel loro percorso, sia scolastico che privato, è sicuramente un modo per una normale formazione educativa dei ragazzi. E’ necessario, comunque, combattere questa società bullistica, formata da ragazzi minorenni, a volte bambini. Occore anche riflettere su tre aspetti di ingiustizia: il primo è la vittima, quella etichettata “ sfigata”, lacerata e contusa, non solo fisicamente ma anche nell’anima, che è la cosa peggiore; la seconda sono i compagni - complici nel silenzio -, quelli che fiancheggiano i violenti per paura, per non voler ammettere la verità, ecc. Abbattere l’infamia dell’omertà è molto faticoso e richiede un grosso impegno, e sarebbe una vera dimostrazione di coraggio; la terza colpisce l’eroe- negativo, lo pseudo-furbo del gruppo, il rambo, quello che non è mai escluso da nulla, quello che si fa riprendere col telefonino, quello che minaccia, quello sempre al centro della commedia e dell’attenzione, ecc. Il bullo, in realtà, è un individuo che ha perso il senso e il contatto con la realtà quotidiana, che è portato ad imitare gli atteggiamenti di segno violento e spregevole (visti o fatti da altri), che man mano lo faranno cadere sempre più in basso, sostenuto anche dall’omertà di alcuni suoi simili. Tutto ciò sarà dirompente e, su questa strada, l’ulteriore pericolo della droga sarà molto vicino. Infine, questo fenomeno del bullismo, come dicevo all’inizio, andrebbe sviscerato, parlandone a scuola con i docenti, con i professori e i genitori in famiglia con i propri figli. Non bisognerebbe avere timori di dichiarare tutti gli episodi cui si assiste quotidianamente, non solo in classe, ma nelle strade, sui mezzi pubblici, ecc…Mi rendo conto che alcune persone potrebbero aver paura di ritorsioni, di minacce e altro, ma ignorare questi eventi e subirli è sicuramente peggio.
Per esperienza personale, onde evitare questi problemi, suggerisco un sistema semplice ed efficace al tempo stesso: distribuire in classe un questionario a tutti gli studenti, rendendoli anonimi per salvaguardare la privacy. Settimanalmente, a giorni alterni, un docente che li dovrà custodire, chiederà ai ragazzi di scrivere tutto ciò che è accaduto nella giornata, chi è stato ecc.., o semplicemente scrivere tutto. In questo modo bulli, bulletti/e, sapranno che ogni intimidazione, soprusi e violenze saranno resi noti alle autorità scolastiche le quali, dopo i necessari controlli e accertamenti del caso, prenderanno provvedimenti disciplinari, o segnalando episodi più gravi alle autorità competenti. Il punto debole di questi bulli è l’isolamento. E’ giusto che chi usa violenza venga punito ed è altrettanto giusto che chi è vittima di questi individui tenda, il più possibile, a prendere coraggio per spezzare questa spirale. Sono certo che questa piaga verrà eliminata, ma ci vuole coraggio e, soprattutto, l’aspetto più importante rimane sempre il contesto familiare.
Il Mondo che vorrei - Laura Pausini
COMMENTI
il 31 ottobre, 2012 Lorenzo.rm dice:
Ma quanto è bello il tuo saggio, Fiorenzo Nembo! Un’analisi completa e concreta, una proposta efficace ed intesa al recupero. Stanno facendo qualcosa, questo mi risulta, ma è sempre troppo poco per una violenza che è forse la peggiore perché riguarda i ragazzi fin dalla più tenera età. Ragazzi violenti perché irrispettosi degli altri, ignoranti perché pieni di sé, stupidi in fondo perché non possiedono i più elementari canoni di umanità. Ma bisogna stare attenti. Se ci muoviamo male il loro “recupero” diventerà impossibile. Guai a lasciarli isolati. Dovranno capire, perdinci, che non c’è alcuna soddisfazione a tormentare i più deboli. E che le loro angherìe sono anche il segno della loro miseria morale. Fin da ragazzi. Che pena.
il 31 ottobre, 2012 Cecilia Zenari dice:
Articolo favoloso, scorrevole e prezioso … c’é molto da riflettere.
Sono convinta che i bulli sono decisamente persone sole che, col loro comportamento, fanno parecchio male, ma stanno altrettanto male: a volte senza rendersene nemmeno conto si illudono di divertirsi, a scapito di altri.
Peccato che ci siano genitori che prendono sempre e comunque le difese dei propri figli, pensando di proteggerli anche in tutti i loro comportamenti irrispettosi, genitori che non trovano il tempo di dialogare con loro e non insegnano con l’esempio della loro vita l’onestà e la correttezza verso tutti.
Un figlio ha bisogno anche dei “no”, detti con autorevolezza e pure con amore.
Un figlio ha bisogno di decisioni chiare ed esplicite da parte dei propri genitori, dettate e vissute usando, a volte, molto tempo e sempre grande coraggio!
Decisioni pure sofferte, realizzate per il loro bene, ma con l’intento di renderli uomini liberi da oppressioni e mai capaci di opprimere!
L’oppressione verso gli altri, i dispetti, le derisioni, non hanno mai alcuna valida giustificazione!
Qualche sacrificio, proposto e condiviso con i propri figli, allo scopo di educare e vivere, insieme, in modo sobrio, ha la sua importanza e rende tutti noi, compresi i nostri figli, più forti e più sensibili alle difficoltà e povertà nostre e di questo mondo!
Chi non porta rispetto che si deve aspettare?
Collaboriamo tutti per un mondo migliore: già al pensiero ci sentiamo meglio, altro che bullismo!
Grazie Nembo, un pensiero ai nostri giovani, no bullismo mai! Difendiamo sempre i più indifesi! Difendiamo questo nostro mondo perché sia più pulito e bello!
il 31 ottobre, 2012 giovanna3.rm dice:
Nembo, grazie. La tua esposizione del fenomeno bullismo è completa, efficace e molto chiara. C’è, infatti, da riflettere molto su ciò che accade ai ragazzi, compresi i giovanissimi, e impegnarci tutti nel migliore dei modi, per tutto ciò che ci compete, come genitori, parenti o membri della società.
il 31 ottobre, 2012 Milly 49 dice:
Interessante il tuo articolo Nembo, giusto ieri leggevo qualcosa di più pericoloso che sta avvenendo tra i giovani: il cyber bullismo. Una foto a seno nudo lanciata in rete,e dopo tre anni di umiliazioni il suicidio, annunciato su Facebook. Mentre la polizia canadese cerca il colpevole del primo “assasinio su internet”, si guarda quanto questo fenomeno sia diffuso anche in Italia.Scoprendo che il problema è spesso sottovalutato, sopratutto dai genitori.Per i genitori non c’è solo da preoccuparsi di avere una vittima in casa,ma anche un possibile carnefice.
il 31 ottobre, 2012 Nembo dice:
Caro Lorenzo, è vero stanno facendo qualcosa per questo fenomeno di violenza ma è ancora poco,questa violenza giovanile è sempre più alimentata, sopratutto, dalla mancanza di esempi che i genitori stessi non danno perchè troppo impegnati nel proprio lavoro e a soddisfare le proprie esigenze, nessun riscontro si da ai figli, non si danno più quei valori tradizionali che una volta si davano tra padre-figlio, penso che una guida più attenta con maggior presenza genitoriale che guidi i figli durante la fase di transizione dell’adoloscenza all’età adulta, sia il miglior antidoto alla violenza.
il 31 ottobre, 2012 Nembo dice:
Cecilia Zenari, ti ringrazio per le belle parole che mi hai scritto, condivido la tua parola -riflettere-, questa parola speriamo che sia sempre più da parte dei genitori come analisi completa che si devono fare sul tema della prevenzione ed educazione dei propri figli, un inizio come ho espresso nel mio commento si sta facendo, ma sempre più si dovrebbe sensibilizzare e promuovere anche a livello di associazionistico, azioni concrete di prevenzione di questa devianza sociale. La “pedagogia dello zucherino” adottato da molti genitori, e haimè, a volte anche da qualche tribunale per minori sia controproducente.
il 31 ottobre, 2012 Nembo dice:
Giovanna, vorrei ringraziarti per il bellissimo video con parole e musica molto appropriata per l’argomento che stiamo commentando, altresì concordo con quanto hai scritto che tutti noi, compreso le varie istituzioni, scuole, comuni, provincie,regioni ecc…, ma sopratutto le famiglie, dovremmo impegnarci di più per debellare questo bullismo giovanile, per avere un domani una società migliore.
il 31 ottobre, 2012 Nembo dice:
Milly49, ringrazio per avere introdotto un discorso nuovo a molti di noi del “Cyber bullismo” ovvero bullismo online è il termine di determinati atti effettuati tramite mezzzi elettronici e-mail, cell., siti web ecc..,il pericolo sta nel fatto che tutto ciò può avvenire tra un adulto e un minore anche se è in forma diversa forse la più pericolosa come molestie,foto porno, video porno e quant’altro, questo fenomeno è praticato da circa il 34% di -predolescenti- che almeno una volta siano stati costretti a fare determinati gesti,( farsi riprendere dal branco o altro) altrimenti si viene esclusi dal gruppo e questo emarginazione poi ti porta a un sentimento di sottomissione, o addirittura di ricatto con il -flaming- ovvero mess. violenti e volgari, che per certi bulli è sintomo di sentirsi grandi e potenti. Purtroppo questo fenomeno si sta divulgando anche in Italia, tantè che la polizia postale si sta prodigando per tentare di debellare questi siti o altro, verissimo quello che hai scritto che questo fenomeno è sottovalutato anche perchè e quà mi ripeto, i genitori non hanno quella presenza fisica che dovrebbero avere sui propri figli e nella vita familiare. Nella speranza che queste angherie vengano sempre meno per avere una vita sociale migliore è sempre utile tenere alta la guardia su questo fenomeno.
il 31 ottobre, 2012 Carlotta dice:
Quando il cammino è importante … la scelta delle scarpe è fondamentale… e le scarpe sono i punti di riferimento… la famiglia, la scuola, le istituzioni.
Quello che manca ad ognuno di essi e da ognuno di essi…è un fattore imprescindibile e determinante : L’ESEMPIO
il 31 ottobre, 2012 Lorenzo.rm dice:
Sì, Carlotta, manca l’esempio: quello che dovrebbero darci le istituzioni e le personalità più importanti. E anche quello che ci dovrebbero dare le famiglie. E qui mi fermo, ma, a proposito di esempio, quanti dovrebbero darlo.
il 31 ottobre, 2012 Nembo dice:
Condivido Carlotta, manca “l’esempio” che non viene dato. Gli esempi valgono a volte più delle parole e colpiscono di più. Il buon esempio dei genitori è la sacra bibbia per i figli.
il 31 ottobre, 2012 Carlotta dice:
Infatti Nemb…le parole contano ben poco se non vengono poi supportate da una costante e coerente educazione che non consenta cedimenti di sorta. E questo fin da piccoli.
L’ESEMPIO… resta la chiave di accesso ad una corretta formazione e per prepararli ad andare nel mondo.
il 31 ottobre, 2012 Nembo dice:
Caro amico Lorenzo, come darti torto? Hai centrato il vero obiettivo,istituzioni…personalità importanti…famiglia…ecc…,tutti assenti.I genitori pur di non avere problemi con i figli lasciano fare tutto, a volte penso se ancora hanno l’attitudine a farlo senza avere una chiarezza sui valori da trasmettere, rispetto e valore dei sentimenti altrui i giovani d’oggi non sanno cosa sono, gli stessi non si sentono amati,perchè sono senza attenzione dei genitori, seguono gli idoli sbagliati (es. corona)tutto questo viene identificato come lo stereotipo del vincente, così facendo entrano in un giro sbagliato credendo di essere onnipotenti e sovrastono poi i genitori.
il 31 ottobre, 2012 Carlotta dice:
Lorenzo… in primis sono i genitori a dover “passare” ai propri figli i loro valori, poi arriveranno le maestre del nido, della materna, della scuola primaria ecc…ecc
Già… in una società “malata” come questa è un’ardua impresa educare i figli in modo tale che possano diventare delle persone sane e con buoni valori, ma se le fondamenta sono state poggiate bene e in maniera solida, davanti alle difficoltà, una strada la si trova sempre… insieme.
Se invece le fondamenta sono poggiate sulla sabbia… alla fine tutto crolla. E’ inevitabile
il 31 ottobre, 2012 giuseppe3.ca dice:
Il bullismo: è un male che viene da lontano, cioè dagli insegnamenti che certi genitori impartiscono ai propri figli sin dall’infanzia quando li esortano ad essere primi, ad essere superiori, a sentirsi forti, a non farsi sopraffare da nessuno. Per fortuna non sono tutti così e la maggioranza incoraggia la socializzazione, l’aggregazione e il rispetto per i propri simili. Le Istituzioni, le Società sportive e le Organizzazioni sociali dovrebbero fare il resto e in molti casi lo fanno ma non possono arrivare a tutto. Il bullismo è comunque circoscritto a fasce ristrette, quindi volendo, può essere demolito o quantomeno ridotto al minimo. Occorre la buona volontà di tutti, nessuno escluso. Grazie Nembo per aver proposto l’argomento: parlarne serve anche per evitare il dilagare del fenomeno.
il 01 novembre, 2012 Nembo dice:
Vero Giuseppe quello che hai commentato, il -bullismo- viene da lontano, dall’antica grecia ai giorni nostri coinvolgendo gli insegnamenti che la famiglia insegna ai propri figli. Purtroppo questo fenomeno è duro da debellare,è un malessere che gli adolescenti, e i predolescenti sono pieni di sofferenza e di rabbia verso i propri simili,questo fenomeno loro lo vedono come strumento di comando, e anche nello sport a volte i padri incitano i figli a colpire duro, avere cattiveria verso l’avversario, non si condivide più il valore di essere sportivi, valore apparentemente dimenticato. Chi ha avuto questo trauma da ragazzo può essere influenzato anche da adulto, mi ricordo che un giorno un ragazzo in palestra mi raccontava un episodio di bullismo che le era capitato quando era ragazzo, lo stesso mi diceva che non riusciva a capire se tutto il dolore, le sofferenze che ha passato erano dovute al caso o se, dare la colpa alla sua debolezza, al sentirsi pacifista, al sentirsi sempre vittima di questi bulli, lo stesso anche se ha buttato alle spalle questi ricordi tornano fuori a volte come situazioni mai risolte, pisicologicamente non è bello. Parlarne e dare una corretta informazione ai ragazzi, serve ad avere un domani una società migliore.
il 03 novembre, 2012 silvana1.ge dice:
Viviamo in una società infantile nella quale bisognerebbe introdurre la frustrazione, che è un’esperienza indispensabile per le personalità in formazione.La vita è fatta anche di delusioni, di attese e non è possibile allevare i figli con l’idea del tutto e subito. I genitori che pensano di dover sempre intervenire a spegnere ogni frustrazione sostituendosi ai figli per evitare loro di incontrare qualsiasi difficoltà, alimentano la fragilità anziché stimolare l’evoluzione.Ci sono genitori troppo accondiscendenti che non cercano più di educare i loro figli ma di sedurli non pronunciando mai un NO deciso, che sarebbe invece un modo per dare loro un’opportunità: la negazione di qualcosa stimola i ragazzi alla riflessione, insegna loro a saper discernere valutando le conseguenze logiche dei propri comportamenti.La stella polare per molte famiglie ormai è il quieto vivere..Vi è un poi diffuso disorientamento rispetto alla sottocultura dei mass media, tutte sirene dalla capacità di penetrazione profonda sulla mente dei ragazzi. Quanti genitori controllano con discrezione l’attività in rete dei figli? E quanti verificano i contenuti di videogiochi alla moda prima di regalarli? La società è intrisa di violenza, spesso camuffata, a cui si è ormai assuefatti, tanto da non coglierla nemmeno. Ed il successo? Il mito di oggi!! Spesso anche in famiglia si respira un clima da stadio nei confronti del figlio che si deve giostrare tra mille impegni quotidiani dovendo tra l’altro dimostrare di eccellere in tutto.Nel contesto educativo prevalente i “piccoli geni” si trasformano in piccoli dittatori sempre alla ricerca di attenzione, spesso incapaci di relazionarsi con i coetanei che percepiscono più deboli o diversi da loro.
Si può sbagliare per troppo amore, o per paura in questa nostra società in cui non vi sono più certezze per l’oggi e per il domani. Occorre un impegno davvero imponente da parte dei genitori ma anche delle istituzioni, come è stato accennato. Il progetto educativo in una società in cui la famiglia è solo uno fra i tanti modelli di riferimento dei ragazzi, non dovrebbe essere cosa privata ma la risultante di varie sinergie, che invece sono piuttosto latitanti. Mancano le risorse, mancano i progetti, manca la riflessione su quanto sia determinante la formazione, senza la quale un paese oggi allo sbando, non avrà molte chances di evoluzione sociale.
PASSA IL TEMPO....
Le lancette della vita ... scorrono nella perfetta sincronizzazione dei secondi....
e ad ogni movimento del tempo....nulla sara mai come prima....
E anche se non potrò vederti, parlarti, ascoltarti ....in questo presente....
Ti vedrò , ti parlerò, ti ascolterò nei secondi di tempo che ho fermato nel mio cuore.....
m.d
Ma quanto è bello il tuo saggio, Fiorenzo Nembo! Un’analisi completa e concreta, una proposta efficace ed intesa al recupero. Stanno facendo qualcosa, questo mi risulta, ma è sempre troppo poco per una violenza che è forse la peggiore perché riguarda i ragazzi fin dalla più tenera età. Ragazzi violenti perché irrispettosi degli altri, ignoranti perché pieni di sé, stupidi in fondo perché non possiedono i più elementari canoni di umanità. Ma bisogna stare attenti. Se ci muoviamo male il loro “recupero” diventerà impossibile. Guai a lasciarli isolati. Dovranno capire, perdinci, che non c’è alcuna soddisfazione a tormentare i più deboli. E che le loro angherìe sono anche il segno della loro miseria morale. Fin da ragazzi. Che pena.
Articolo favoloso, scorrevole e prezioso … c’é molto da riflettere.
Sono convinta che i bulli sono decisamente persone sole che, col loro comportamento, fanno parecchio male, ma stanno altrettanto male: a volte senza rendersene nemmeno conto si illudono di divertirsi, a scapito di altri.
Peccato che ci siano genitori che prendono sempre e comunque le difese dei propri figli, pensando di proteggerli anche in tutti i loro comportamenti irrispettosi, genitori che non trovano il tempo di dialogare con loro e non insegnano con l’esempio della loro vita l’onestà e la correttezza verso tutti.
Un figlio ha bisogno anche dei “no”, detti con autorevolezza e pure con amore.
Un figlio ha bisogno di decisioni chiare ed esplicite da parte dei propri genitori, dettate e vissute usando, a volte, molto tempo e sempre grande coraggio!
Decisioni pure sofferte, realizzate per il loro bene, ma con l’intento di renderli uomini liberi da oppressioni e mai capaci di opprimere!
L’oppressione verso gli altri, i dispetti, le derisioni, non hanno mai alcuna valida giustificazione!
Qualche sacrificio, proposto e condiviso con i propri figli, allo scopo di educare e vivere, insieme, in modo sobrio, ha la sua importanza e rende tutti noi, compresi i nostri figli, più forti e più sensibili alle difficoltà e povertà nostre e di questo mondo!
Chi non porta rispetto che si deve aspettare?
Collaboriamo tutti per un mondo migliore: già al pensiero ci sentiamo meglio, altro che bullismo!
Grazie Nembo, un pensiero ai nostri giovani, no bullismo mai! Difendiamo sempre i più indifesi! Difendiamo questo nostro mondo perché sia più pulito e bello!
Nembo, grazie. La tua esposizione del fenomeno bullismo è completa, efficace e molto chiara. C’è, infatti, da riflettere molto su ciò che accade ai ragazzi, compresi i giovanissimi, e impegnarci tutti nel migliore dei modi, per tutto ciò che ci compete, come genitori, parenti o membri della società.
Interessante il tuo articolo Nembo, giusto ieri leggevo qualcosa di più pericoloso che sta avvenendo tra i giovani: il cyber bullismo. Una foto a seno nudo lanciata in rete,e dopo tre anni di umiliazioni il suicidio, annunciato su Facebook. Mentre la polizia canadese cerca il colpevole del primo “assasinio su internet”, si guarda quanto questo fenomeno sia diffuso anche in Italia.Scoprendo che il problema è spesso sottovalutato, sopratutto dai genitori.Per i genitori non c’è solo da preoccuparsi di avere una vittima in casa,ma anche un possibile carnefice.
Caro Lorenzo, è vero stanno facendo qualcosa per questo fenomeno di violenza ma è ancora poco,questa violenza giovanile è sempre più alimentata, sopratutto, dalla mancanza di esempi che i genitori stessi non danno perchè troppo impegnati nel proprio lavoro e a soddisfare le proprie esigenze, nessun riscontro si da ai figli, non si danno più quei valori tradizionali che una volta si davano tra padre-figlio, penso che una guida più attenta con maggior presenza genitoriale che guidi i figli durante la fase di transizione dell’adoloscenza all’età adulta, sia il miglior antidoto alla violenza.
Cecilia Zenari, ti ringrazio per le belle parole che mi hai scritto, condivido la tua parola -riflettere-, questa parola speriamo che sia sempre più da parte dei genitori come analisi completa che si devono fare sul tema della prevenzione ed educazione dei propri figli, un inizio come ho espresso nel mio commento si sta facendo, ma sempre più si dovrebbe sensibilizzare e promuovere anche a livello di associazionistico, azioni concrete di prevenzione di questa devianza sociale. La “pedagogia dello zucherino” adottato da molti genitori, e haimè, a volte anche da qualche tribunale per minori sia controproducente.
Giovanna, vorrei ringraziarti per il bellissimo video con parole e musica molto appropriata per l’argomento che stiamo commentando, altresì concordo con quanto hai scritto che tutti noi, compreso le varie istituzioni, scuole, comuni, provincie,regioni ecc…, ma sopratutto le famiglie, dovremmo impegnarci di più per debellare questo bullismo giovanile, per avere un domani una società migliore.
Milly49, ringrazio per avere introdotto un discorso nuovo a molti di noi del “Cyber bullismo” ovvero bullismo online è il termine di determinati atti effettuati tramite mezzzi elettronici e-mail, cell., siti web ecc..,il pericolo sta nel fatto che tutto ciò può avvenire tra un adulto e un minore anche se è in forma diversa forse la più pericolosa come molestie,foto porno, video porno e quant’altro, questo fenomeno è praticato da circa il 34% di -predolescenti- che almeno una volta siano stati costretti a fare determinati gesti,( farsi riprendere dal branco o altro) altrimenti si viene esclusi dal gruppo e questo emarginazione poi ti porta a un sentimento di sottomissione, o addirittura di ricatto con il -flaming- ovvero mess. violenti e volgari, che per certi bulli è sintomo di sentirsi grandi e potenti. Purtroppo questo fenomeno si sta divulgando anche in Italia, tantè che la polizia postale si sta prodigando per tentare di debellare questi siti o altro, verissimo quello che hai scritto che questo fenomeno è sottovalutato anche perchè e quà mi ripeto, i genitori non hanno quella presenza fisica che dovrebbero avere sui propri figli e nella vita familiare. Nella speranza che queste angherie vengano sempre meno per avere una vita sociale migliore è sempre utile tenere alta la guardia su questo fenomeno.
Quando il cammino è importante … la scelta delle scarpe è fondamentale… e le scarpe sono i punti di riferimento… la famiglia, la scuola, le istituzioni.
Quello che manca ad ognuno di essi e da ognuno di essi…è un fattore imprescindibile e determinante : L’ESEMPIO
Sì, Carlotta, manca l’esempio: quello che dovrebbero darci le istituzioni e le personalità più importanti. E anche quello che ci dovrebbero dare le famiglie. E qui mi fermo, ma, a proposito di esempio, quanti dovrebbero darlo.
Condivido Carlotta, manca “l’esempio” che non viene dato. Gli esempi valgono a volte più delle parole e colpiscono di più. Il buon esempio dei genitori è la sacra bibbia per i figli.
Infatti Nemb…le parole contano ben poco se non vengono poi supportate da una costante e coerente educazione che non consenta cedimenti di sorta. E questo fin da piccoli.
L’ESEMPIO… resta la chiave di accesso ad una corretta formazione e per prepararli ad andare nel mondo.
Caro amico Lorenzo, come darti torto? Hai centrato il vero obiettivo,istituzioni…personalità importanti…famiglia…ecc…,tutti assenti.I genitori pur di non avere problemi con i figli lasciano fare tutto, a volte penso se ancora hanno l’attitudine a farlo senza avere una chiarezza sui valori da trasmettere, rispetto e valore dei sentimenti altrui i giovani d’oggi non sanno cosa sono, gli stessi non si sentono amati,perchè sono senza attenzione dei genitori, seguono gli idoli sbagliati (es. corona)tutto questo viene identificato come lo stereotipo del vincente, così facendo entrano in un giro sbagliato credendo di essere onnipotenti e sovrastono poi i genitori.
Lorenzo… in primis sono i genitori a dover “passare” ai propri figli i loro valori, poi arriveranno le maestre del nido, della materna, della scuola primaria ecc…ecc
Già… in una società “malata” come questa è un’ardua impresa educare i figli in modo tale che possano diventare delle persone sane e con buoni valori, ma se le fondamenta sono state poggiate bene e in maniera solida, davanti alle difficoltà, una strada la si trova sempre… insieme.
Se invece le fondamenta sono poggiate sulla sabbia… alla fine tutto crolla. E’ inevitabile
Il bullismo: è un male che viene da lontano, cioè dagli insegnamenti che certi genitori impartiscono ai propri figli sin dall’infanzia quando li esortano ad essere primi, ad essere superiori, a sentirsi forti, a non farsi sopraffare da nessuno. Per fortuna non sono tutti così e la maggioranza incoraggia la socializzazione, l’aggregazione e il rispetto per i propri simili. Le Istituzioni, le Società sportive e le Organizzazioni sociali dovrebbero fare il resto e in molti casi lo fanno ma non possono arrivare a tutto. Il bullismo è comunque circoscritto a fasce ristrette, quindi volendo, può essere demolito o quantomeno ridotto al minimo. Occorre la buona volontà di tutti, nessuno escluso. Grazie Nembo per aver proposto l’argomento: parlarne serve anche per evitare il dilagare del fenomeno.
Vero Giuseppe quello che hai commentato, il -bullismo- viene da lontano, dall’antica grecia ai giorni nostri coinvolgendo gli insegnamenti che la famiglia insegna ai propri figli. Purtroppo questo fenomeno è duro da debellare,è un malessere che gli adolescenti, e i predolescenti sono pieni di sofferenza e di rabbia verso i propri simili,questo fenomeno loro lo vedono come strumento di comando, e anche nello sport a volte i padri incitano i figli a colpire duro, avere cattiveria verso l’avversario, non si condivide più il valore di essere sportivi, valore apparentemente dimenticato. Chi ha avuto questo trauma da ragazzo può essere influenzato anche da adulto, mi ricordo che un giorno un ragazzo in palestra mi raccontava un episodio di bullismo che le era capitato quando era ragazzo, lo stesso mi diceva che non riusciva a capire se tutto il dolore, le sofferenze che ha passato erano dovute al caso o se, dare la colpa alla sua debolezza, al sentirsi pacifista, al sentirsi sempre vittima di questi bulli, lo stesso anche se ha buttato alle spalle questi ricordi tornano fuori a volte come situazioni mai risolte, pisicologicamente non è bello. Parlarne e dare una corretta informazione ai ragazzi, serve ad avere un domani una società migliore.
Viviamo in una società infantile nella quale bisognerebbe introdurre la frustrazione, che è un’esperienza indispensabile per le personalità in formazione.La vita è fatta anche di delusioni, di attese e non è possibile allevare i figli con l’idea del tutto e subito. I genitori che pensano di dover sempre intervenire a spegnere ogni frustrazione sostituendosi ai figli per evitare loro di incontrare qualsiasi difficoltà, alimentano la fragilità anziché stimolare l’evoluzione.Ci sono genitori troppo accondiscendenti che non cercano più di educare i loro figli ma di sedurli non pronunciando mai un NO deciso, che sarebbe invece un modo per dare loro un’opportunità: la negazione di qualcosa stimola i ragazzi alla riflessione, insegna loro a saper discernere valutando le conseguenze logiche dei propri comportamenti.La stella polare per molte famiglie ormai è il quieto vivere..Vi è un poi diffuso disorientamento rispetto alla sottocultura dei mass media, tutte sirene dalla capacità di penetrazione profonda sulla mente dei ragazzi. Quanti genitori controllano con discrezione l’attività in rete dei figli? E quanti verificano i contenuti di videogiochi alla moda prima di regalarli? La società è intrisa di violenza, spesso camuffata, a cui si è ormai assuefatti, tanto da non coglierla nemmeno. Ed il successo? Il mito di oggi!! Spesso anche in famiglia si respira un clima da stadio nei confronti del figlio che si deve giostrare tra mille impegni quotidiani dovendo tra l’altro dimostrare di eccellere in tutto.Nel contesto educativo prevalente i “piccoli geni” si trasformano in piccoli dittatori sempre alla ricerca di attenzione, spesso incapaci di relazionarsi con i coetanei che percepiscono più deboli o diversi da loro.
Si può sbagliare per troppo amore, o per paura in questa nostra società in cui non vi sono più certezze per l’oggi e per il domani. Occorre un impegno davvero imponente da parte dei genitori ma anche delle istituzioni, come è stato accennato. Il progetto educativo in una società in cui la famiglia è solo uno fra i tanti modelli di riferimento dei ragazzi, non dovrebbe essere cosa privata ma la risultante di varie sinergie, che invece sono piuttosto latitanti. Mancano le risorse, mancano i progetti, manca la riflessione su quanto sia determinante la formazione, senza la quale un paese oggi allo sbando, non avrà molte chances di evoluzione sociale.
sono gli esempi onesti ke mancano troppo