Archive for gennaio 13th, 2013

La Domenica del Bosco

     

 

La Sardegna è storicamente considerata e riconosciuta una terra antica, una delle prime terre emerse che ha subìto tutti gli eventi geologici che coinvolsero il continente africano e quello eurasiatico e che risalgono a circa 100 milioni di anni or sono (periodo Cretacico).

 

Dolmen

 

La sua formazione si fa risalire a circa 30 milioni di anni fa (Oligocene) a seguito di una frattura geologica che provocò il distacco di due microplacche, quella da cui ebbero origine le isole Baleari e quella che diede origine al blocco di Sardegna e  Corsica.   

 

Menhir - Altare megalitico

 

La conformazione geografica si è però formata nel corso dei millenni definendosi nei contorni e posizione attuale al centro del Mediterraneo circa 7÷6 milioni di anni fa, nel tardo Miocene. (anno più anno meno).

 

Ma ecco cosa racconta questa simpatica leggenda sarda.

Millenni fa, agli albori della vita sul nostro pianeta, già esisteva un continente chiamato TIRRENIDE. Era un continente esteso, ricoperto da una natura verde e rigogliosa, popolato di uomini forti ed affascinanti animali. Ma improvvisamente, una notte, per motivi inspiegabili, l’ira di DIO si scagliò su questa terra meravigliosa. Il suolo cominciò ad agitarsi, scosso da terribili sussulti; il mare fu sconvolto da una furia terribile. Le onde erano talmente alte che quasi toccavano il cielo e sfortunatamente si abbatterono su Tirrenide in modo rovinoso, scuotendo le coste, invadendo le fertili pianure; come se questo non bastasse, si alzarono tanto da arrivare a coprire le ridenti colline, ed ancora di più fino a coprire le più alte vette.

 

Menhir - Statua

Pareva la fine del mondo! Tirrenide stava per inabissarsi del tutto finché DIO improvvisamente placò la sua collera. - Oh terra infelice! A quale sterminio ha portato la mia collera! – esclamò allora DIO pentito. E, poiché una piccola parte di terra emergeva ancora, vi pose sopra un piede e riuscì a trattenerla prima che il mare la inghiottisse completamente.

   

Muflone sardo

   

(Potrei aggiungere che forse il Buon Dio ha messo una mano anche sulla Corsica e le punta delle dita dell’altra mano sulle isole Baleari, in considerazione che sono tutte terre emerse appartenenti ad uguale massa geologica e risalenti allo stesso periodo storico).

 

Fu così che della grande Tirrenide rimase quell’impronta solitaria in mezzo alla grande distesa d’acqua, da cui dapprima prese il nome di ICHNUSA, che significa appunto “orma di piede” e in seguito SARDEGNA, da SARDUS, eroe Bérbero, venuto dall’Africa. ICHNUSA, nonostante le ridotte dimensioni, aveva mantenuto tutte le caratteristiche del continente scomparso, e le aveva conservate in modo talmente fedele, che i naufraghi scampati ebbero l’impressione di rivedere, in piccolo, la loro Tirrenide, quando riuscirono a trovare la salvezza nelle sue sponde.

 

Nuraghe di S. Antine-Torralba (SS)

Il ricordo della terrificante sciagura, però, aveva impresso nel loro cuore un’orma indelebile: un’orma di malinconia profonda, che passò ai loro figli, e che, trasmessa di generazione in generazione, perdura tuttora nel cuore dei Sardi. Oggi noi dopo tanti millenni, troviamo ancora quella malinconia: - la ritroviamo nell’accorata ninna nanna di una madre, nel desolato canto di un pastore, nelle struggenti nenie di un rito funebre; - la ritroviamo nelle gravi movenze di una danza, e nell’intensità solenne di una festa; - la ritroviamo nel misterioso patrimonio degli usi e costumi, delle tradizioni e delle leggende;

 

Asino bianco dell'Asinara

la ritroviamo, insomma, un po’ in tutto ciò che rispecchia l’antichissima anima di questo popolo: un’anima che può apparire ruvida e ombrosa, ma che si manifesta, invece, gentile e appassionata a chi sa avvicinarla e comprenderla.

Altro evento geologico che ha influenzato l’evoluzione delle genti e della fauna in Sardegna è stato il periodo delle glaciazioni susseguitesi tra il Pleistocene e l’Olocene.

In tale periodo si è creato un blocco unico tra le isole e il continente attraverso l’arcipelago toscano e questo ha favorito i flussi migratori di specie animali che poi hanno formato e caratterizzato la fauna stanziale della Sardegna.

In ultima analisi è da tener presente l’influenza che hanno avuto i flussi migratori dell’uomo, iniziati presumibilmente nel Neolitico e proseguiti fino ad epoche recenti, durante l’età punico/fenicia e l’età romana.

 

Menhir  - Armato

 

Questa premessa per dirvi che la Sardegna è un’isola ma per le sue peculiari caratteristiche che la differenziano dal resto del mondo, dall’Europa e dall’Italia peninsulare, può considerarsi quasi un continente.

Si differenzia nelle genti che la abitano e negli animali stanziali che vivono in questa terra sin dalla preistoria ma che, almeno per alcune specie, presentano caratteristiche endemiche con peculiarità morfologiche ed etologiche che gli studiosi in materia affermano possono essere state originate e influenzate dai flussi migratori provenienti dal Nord Africa o dal Medio Oriente.

Ecco come ci descrive la Gente di Sardegna il nostro amico Ottorino in questi suoi versi, come sempre deliziosi e appassionati.

 

La lingua sarda è senza tempo,

oltrepassa il tempo dei tempi.

I primi avi nostri antichi

E poi Nuragici Padri

Ci rivelarono il dominio

E la magnificenza

Della Terra Nostra,

con parole e parole

che forse, ancora oggi

pronunciamo

con  timbri di voce

caratteristici

che sembra ti giungano

da lontani orizzonti e cieli,

con idee trasformate

in versi, dando leggiadri visi

di Sacre Muse.

Così luminoso e profondo

è il canto,

col quale ti sembra

di sentire il profumo

dei fiori, dei mirti

e lentischi di bosco,

o sulle ali del vento ti giunge,

con gli stornelli

dei pastori o pescatori,

l’effluvio

del mare in fermento.

Nella Nostra

ISOLA DI PIETRA

tutti, chi più, chi meno,

prorompono in canto.

Nel Sardo

la vena poetica

scorre fresca e solenne,

a volte dolce e pungente,

lontana però

dalla verbosità

di altre regioni.

Da noi tutto è solenne:

nel canto,

nell’amore,

nella Preghiera.

Gli amici Bosani,

sempre in armonia,

in crocchio e in cantina,

poetano e cantano

bevendo ottima malvasia.

   

 Maria Carta - Non potho reposare

http://www.youtube.com/watch?v=NAQ6ZfROQgc

Performance Optimization WordPress Plugins by W3 EDGE