Scritto da giovanna3rm il 12 Marzo 2013 |
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Il problema principale di questa crisi è la mancanza di denaro, però si debbono pagare sempre più tasse e il debito pubblico si appesantisce sempre di più. Di chi siano le colpe, chi ci ha ridotto in questo modo, ognuno lo interpreta a seconda delle proprie convinzioni, ma non vorrei parlare di politica, anche se, di qualunque argomento si tratti, la politica è sempre presente. La colpa, tuttavia, è anche da imputare a chi non paga le tasse previste, perché queste sono doverose (anche se a nessuno piace pagarle), ma senza uno sforzo collettivo saremo sempre più indebitati. Attualmente abbiamo un debito di circa 30mila euro a testa. Ci sono categorie non facilmente rintracciabili, quali maghi, cartomanti, sedicenti santoni, escort, hostess immagine, prostitute: un cerchio sempre più diffuso di scambio di prestazioni sessuali. Una recente indagine sostiene che in Italia circa dieci milioni di uomini ricercano prestazioni sessuali.

Come al solito, quando il Governo e il Parlamento peccano d’indolenza, tocca ad altri organi intervenire per dare una spinta all’evoluzione della società. E’ successo qualche tempo fa a Rimini, dove la commissione tributaria ha condannato una prostituta al pagamento di -tot- euro a titolo di imposta evasa, su segnalazione della G.d.F., poiché la stessa era proprietaria di auto di lusso e appartamenti. Essendo la sua attività riconducibile all’art.53 della Costituzione, secondo il quale i cittadini sono tenuti a concorre alle spese pubbliche, rispetto alla loro capacità contributiva, c’era una ragione valida per multare la suddetta signora. Quest’attività, è la più antica del mondo, e per la stessa si verifica un’evasione molto alta nel nostro paese. Se questa fosse regolamentata con una legge ad hoc potrebbe portare 15 miliardi di euro nelle casse dello Stato, oltre a migliaia di posti di lavoro.
Nel nostro paese, tuttavia, lo Stato evita di disciplinare attraverso una legge questo fenomeno, da quando nel 1958 fu abolita quella che allora si chiamava legge Merlin. Da quel momento scomparvero le cosiddette “case chiuse”, che portavano allo stato 14 miliardi di vecchie lire.

Regolamentare la prostituzione sarebbe opportuno per una serie di ragioni. Si ricorda che questo fenomeno non è reato, lo è semmai l’induzione, il favoreggiamento alla prostituzione, e pene più severe vengono applicate quando riguarda i minori. Vi sono, inoltre, video chat, annunci o altri sistemi. Sull’intero aspetto della prostituzione è da sempre aperto un ampio dibattito, e la più oculata giurisprudenza ci insegna quale sia il livellamento fra le diverse ipotesi menzionate.
Ripristinando le famose “case chiuse”, termine molto brutto, che sarebbe meglio sostituire con “case di piacere” o altro, si eliminerebbe parte della malavita, parte del racket sommerso, diminuirebbe l’immigrazione clandestina (che attualmente si aggira sul 70%, e che riguarda principalmente giovanissime ragazze che si vedono in strada), marginalità sociale e altre spregevoli situazioni; si avrebbe un maggiore controllo sanitario e le stesse o gli stessi “lavoratori autonomi” pagherebbero le dovute tasse.

Accade spesso che l’applicazione di alcune leggi non abbia subito un effetto positivo, e magari sia necessaria qualche modifica perché la loro efficacia divenga effettiva. Secondo il mio punto di vista, occorrerebbe meno moralismo, meno timore e maggiore voglia di innovazioni in questo paese, evitando di mettere la testa sotto la sabbia. In altri paesi, come la Germania, la Svizzera, il Belgio, la Lettonia, la Grecia, l’Austria, la Francia, ecc., la prostituzione è regolamentata, e tutte queste signore/i, con il loro giro d’affari versano le dovute tasse al proprio governo.
Sarebbe interessante aprire un dibattiro con gli amici Eldyani, invitandovi ad esprimere un parere sull’argomento: siete favorevoli o no alla regolamentazione di questo lavoro sommerso? Qual è la vostra opinione rispetto alla decisione del nostro governo di non fa pagare le tasse a queste attività, e così via; quello stesso governo che sembra ignorare il principio dell’uguaglianza sociale, tartassando sempre i soliti noti.
Vogliamo provare a dialogare?


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