L’Angolo del dialogo – Pianeta Donna
Scritto da giovanna3rm il 3 Aprile 2013 | 14 commenti- commenta anche tu!
AVVISO AI LETTORI
Stiamo cercando di coinvolgere maggiormente i nostri amici a proporre loro scritti sul Blog. Ciò comporterà, se la nostra proposta avrà successo, una pubblicazione più accelerata dei vari pezzi. Invitiamo pertanto i lettori a non leggere soltanto il primo degli articoli che compaiono giornalmente, ma a proseguire nella pagina, passando a quella successiva e a quella precedente per la ricerca di scritti recenti. Vogliamo fare del Blog un nostro giornale, in questo è lo spirito del nostro avviso. Tra qualche giorno, all’inizio di ogni servizio troverete l’indice degli articoli apparsi nel corso dell’ultima settimana. Grazie della collaborazione.
La Redazione del Bosco
Veramente il titolo completo dell’articolo è “Iran, il no alla legge del taglione. Una lezione di civiltà al femminile” ed è stato scritto da Eva Cantarella e pubblicato sul Corriere della Sera dell’1 agosto 2011 a pag. 31.
E’ breve e lo leggo insieme a voi. Ogni parola dell’articolo è pietra da valutare e “digerire”. Ah, queste donne!
“Sono molte e contrastanti le reazioni (e le emozioni) alla lettura della storia di Ameneh Bahrami, la giovane donna iraniana sfigurata e accecata con l’acido da Majid Movahedi, l’uomo che aveva rifiutato di sposare. Avvenuto nel 2004, il fatto è stato ripreso dalla stampa per i successivi, più recenti sviluppi. Nel 2008, Majid era stato condannato secondo la legge del taglione, prevista dalla sharìa: sarebbe stato a sua volta accecato con gocce di acido sugli occhi. L’esecuzione, affidata alla vittima e fissata per lo scorso 14 maggio, è stata però all’ultimo minuto rimandata. Secondo quanto dichiarato dal procuratore di Teheran, Ameneh aveva perdonato Majid, chiedendo di essere risarcita con una somma, pare destinata a sostenere il costo di una plastica facciale.
Ameneh Bahrami (prima)
Superfluo dire che quel che più colpisce nella storia è da un canto la sopravvivenza di una giustizia così primitiva e barbarica e dall’altro il fatto che a rinunziarvi sia stata una donna. Forse che, mi sono chiesta, la vendetta (di cui il taglione è una forma) sia veramente qualcosa che non appartiene al mondo femminile? Nel mondo greco vendicarsi era un dovere sociale, che consentiva agli uomini di lavare un’offesa all’onore. Le donne che si vendicavano (Medea, Clitennestra…) erano personaggi terribili perché usurpavano un ruolo maschile. Ma, al di là della difficile verifica storica, una cosa è certa: questo straordinario esempio viene, appunto, da una donna. I cui meriti, bisogna aggiungere, non vengono in alcun modo diminuiti dalla inquietante notizia che le autorità iraniane avrebbero fatto pressione perché perdonasse.
Ameneh Bahrami (dopo)
Se questo è vero, come non chiedersi se le stesse pressioni sarebbero state fatte qualora a dover subire il taglione non fosse stato Majid ma una donna? Se, vale a dire, non ci si trovi di fronte al permanere di un’antica tolleranza delle violenze sulle donne? Ripeto, senza che questo minimamente diminuisca il valore della importante e generosa scelta di una donna, che ha dato una lezione straordinaria di civiltà, che speriamo indurrà altri a seguire il suo esempio. Ivi compresi e soprattutto quei padri, mariti e fratelli che continuano a lapidare, per colpe vere o presunte, le proprie figlie, mogli e sorelle”.
Io trovo l’articolo bellissimo e, ai nostri fini, molto utile per un sereno dibattito, anzi dialogo, tra noi.




