LA DOMENICA DEL BOSCO

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Per questa nostra Buona Domenica la cara amica Enrica ci presenta un altro suo racconto di viaggio con le solite argute e precise descrizioni dei luoghi visitati ma anche con le sue sottili precisazioni e puntualizzazioni che hanno qualcosa di altamente poetico nel suo modo di osservare e descrivere ambienti e paesaggi. Oggi, però, leggendo tra le righe, veniamo a scoprire che nel suo modo di raccontare le cose, Enrica svela anche il suo vero carattere e la sua vera anima sensibile e profondamente umanitaria.

Per me non è stata una sorpresa perché posso dire che conosco Enrica quanto basta per non meravigliarmi del suo modo di essere ma rivolgo a tutti voi l’invito ad esprimere il vostro prezioso e gradito parere. Grazie.

   

 

 

C'è un trenino che collega Domodossola con Locarno, si tratta della linea che permette di raggiungere il  Gottardo con la linea del Sempione e il Ticino con il Vallese. E' un gioiello di ingegneria tenendo conto che è stato inaugurato nel 1929 e che ancora funziona come tratta più breve e consente a molti italiani di recarsi nella vicina Svizzera per lavoro ma è anche usato come percorso turistico. La tratta che questo trenino a scartamento ridotto percorre è  lunga quasi 60 chilometri, si snoda con una notevole pendenza tra vertiginosi viadotti, profonde gole e cascate, attraverso luminosi castagneti e fertili monti coltivati a vigneto, sotto tunnel e con strette curve, sale fino agli 816 metri di Santa Maria Maggiore e scende fino a Locarno sul lago Maggiore.

 

Trenino Domodossola-Locarno

 

E' una giornata piovosa che non mi permette di muovermi come vorrei per visitare tutto ciò che il mio desiderio di conoscenza vorrebbe. Il mio percorso comunque parte da Locarno per raggiungere Domodossola, il lungo lago di Locarno è bellissimo paragonabile ad un lungomare di una città  marittima costiera, è molto ben tenuto purtroppo, però, in questa giornata il lago è coperto di una sottile foschia e non se ne può apprezzare tutta la sua bellezza.

Voglio visitare il castello, ma è domenica ed è chiuso ai visitatori, giro un pò per la città ma, a causa della pioggia che cade a dirotto, rinuncio proseguire la visita e mi reco alla stazione, per essere pronta a salire sul treno in orario. Alla biglietteria la nostra accompagnatrice distribuisce i biglietti e siamo liberi di accomodarci dove vogliamo.

 

Locarno - (Lago Maggiore)

 

Abbiamo due ore di viaggio, si percorre così la Val Vigezzo, o cento valli... è una valle a "V", quindi non ha una fine e appare come un corridoio di origine glaciale, un dolce altopiano situato intorno agli 800 metri di quota, che scende bruscamente sui due versanti. Ad ovest il Melezzo Occidentale scava la stretta gola che si congiunge alla valle del Toce, mentre il Melezzo Orientale scende ad est percorrendo le Centovalli svizzere fino a portare le sue acque nel Maggia e quindi nel Lago Maggiore, lo scenario è davvero splendido. Passando su tutti questi ponti, che uniscono le numerose valli laterali, alcuni sono in muratura e altri in ferro e sono di notevole altezza, dove il panorama è mozzafiato.  Vi assicuro che malgrado il brutto tempo, è davvero un piacere per gli occhi. La prima fermata che facciamo è al caratteristico paese di Re, appena passato il confine svizzero, veramente sembra di essere ancora in svizzera per come è disposto e colorato il paese, non è grandissimo ma ha una basilica che è immensa dedicata alla Madonna del sangue, meta di pellegrinaggi religiosi. La storia  narra che, dove ora sorge la Basilica, c'era una chiesetta,  un giocatore di piodelle, scagliò una pietra contro l'immagine colpendo in fronte la Vergine: per venti giorni dal dipinto sgorgò sangue. Per questo motivo il vescovo di Novara decise di costruire un Santuario talmente grande, che i lavori iniziarono nel 600 e terminarono nel 1922. Il ritratto della madonna è conservato presso l'altare maggiore di stile barocco costruito interamente in marmo. Sul retro dell'altare un tabernacolo custodisce una porzione del sangue sgorgato dalla fronte della Vergine.

 

Foto aerea di Centovalli

 

Riprendiamo il viaggio e saliamo sino a Santa Maria Maggiore, un bel paese ordinato dove la cultura emigrante ancora oggi la fa da padrone.

É il paese degli spazzacamini, in un edificio di singolare bellezza, di due piani,  c'è il museo e, attraverso attrezzi, oggetti, pubblicazioni e suggestive testimonianze, viene raccontata  la dura esperienza di una figura professionale quasi sconosciuta, che ha contrassegnato per secoli la vita di questa valle, appunto gli spazzacamini. Da questo luogo si recavano in tutta Europa. Iniziavano a fare questo lavoro giovanissimi, proprio perché le dimensioni fisiche minute permettevano ai ragazzi di raggiungere porzioni di camini a volte non accessibili con gli strumenti, per cui si calavano proprio dentro le canne fumarie.

 

Ragazzo spazzacamino

                                                      

 

Al piano terreno sono esposti gli attrezzi del mestiere, quei pochi semplici arnesi che caricati sulla bicicletta lo spazzacamino portava con sé nelle peregrinazioni stagionali: la raspa ricavata da una vecchia zappa; il "brischetin" o scopino, il "riccio", il tipico attrezzo per raspare le canne fumarie quando il bambino non poteva entrare a pulire a mano, realizzato con lame di ferro disposte a raggiera ottenute dalle molle degli orologi; la "squareta" cioè la canna con in cima il riccio da utilizzare nei camini più alti; la "caparuza" una sorta di passamontagna che si calava sul viso per non respirare troppa fuliggine. (fonte web). La professione di spazzacamino è una scelta quasi obbligata e nasce infatti a causa dell'estrema povertà, poter sopravvivere non avevano altra possibilità che l'emigrazione. Risale a tempi lontanissimi, al 1300 e si sviluppa nei secoli successivi. Con il 1600, gli spazzacamini di Santa Maria Maggiore in particolare ma anche di tutta la Val Vigezzo (Vallata delle Alpi Lepontine che nel tratto svizzero assume il nome di Centovalli), raggiungono terre lontane quali la Germania, l’Olanda e soprattutto la Francia. Grazie all'intraprendenza individuale alcuni riescono a conseguire posizioni sociali più dignitose e a raggiungere livelli di alto prestigio specialmente presso la corte dei re di Francia, divennero poi banchieri e mercanti di stoffe, oggetti preziosi, e gioielli.

La  migrazione raggiunge livelli alti soprattutto nel 1800, fino agli anni 1920/ 1930

Molti di loro erano giovanissimi, di 6-7 anni e venivano "affittati" dal "padrone", generalmente un vecchio "rusca" (così veniva definito in gergo lo spazzacamino) senza scrupoli, per trascorrere tra privazioni e sofferenze la stagione invernale.

Con l'avvento dei caloriferi il fenomeno venne via, via calando.

 

Santa Maria Maggiore - Museo dello Spazzacamino

 

Santa Maria Maggiore, è la capitale turistica storica della valle, il panorama sulle montagne circostanti, deve essere bellissimo, in una giornata soleggiata, continua a piovere a dirotto, qualcuno vuole andare a bere qualcosa di caldo.

Con la guida visitiamo la chiesa  parrocchiale, dedicata alla Vergine Assunta, risalente al XVIII secolo, è affiancata da un campanile medievale, è una  costruzione  a una sola navata, di stile corinzio  e contiene pregevoli affreschi dei pittori vigezzini Lorenzo Peretti e Giuseppe Mattia Borgnis. Il paese è sede dell’Istituto di Belle Arti "Rossetti Valentini", la cui pinacoteca ospita le opere dei più importanti artisti vigezzini come Mellerio, Borgnis, Rossetti, Peretti, Lupetti, Sotta, Cavalli, Ciolina, Castellini fino al famoso Carlo Fornara.

L'Inventore dell' “Acqua di Colonia” Giovanni Paolo Feminis, era nato a Crana (frazione di Santa Maria Maggiore) nel 1670 da famiglia umile. Emigrò in cerca di fortuna a Colonia, in Germania, dove creò la formula di un'acqua odorosa, così gradevole e di qualità superiore a qualsiasi altra acqua di questo genere. Persino Napoleone riconobbe che l’acqua di Giovanni Feminis, aveva una fragranza superiore ad ogni altra.

 

 Prospetto   1786 di Aziende Jean Antoine Farina in cui si attesta che la  formula della sua Eau admirable de Cologne gli è stata data da Giovanni Paolo Feminis.

 

E' arrivata l'ora di riprendere il treno, che ci riporta a Domodossola, sono infreddolita, ha continuato a piovere, tutto il giorno, ma sono comunque contenta, una delle mie amiche si addormenta mentre il treno ci porta nell'ultimo tragitto.

Mentre le luci si accendono penso a quante sofferenze e a quanti sacrifici hanno subìto e affrontato i nostri avi in cerca di fortuna, e, se pur con tecnologie e possibilità minori rispetto ai giorni nostri,  la mente umana abbia creato ponti altissimi e un treno che è un vero gioiello che ancora oggi funziona, che dire se non grazie all'inventiva e alle capacità di coloro che ci hanno preceduti.

       

   

Chim chim Cheree - Mary Poppins

http://www.youtube.com/watch?v=Tee7C1EOvDQ


COMMENTI

  1. il 14 aprile, 2013 lorenzo.rm dice:

    Pino, ci siamo abituati a conoscere Enrica. Partecipiamo alle sue gite e ci rendiamo conto che la partecipazione è reale, ci siamo anche noi con lei e con voi che pubblicate, tu e Giovanna. Siete proprio bravi tutti e tre. Grazie di esistere.

  2. il 14 aprile, 2013 Giuseppe3.ca dice:

    Lorenzo, per noi il “magnifico” sei tu! É vero si è creato un bel trio in piena concordia, armonia e collaborazione e i risultati si vedono. Diamo merito ad Enrica per la sua verve espressiva e a Giovanna per le ricerche, l’inventiva e la costruzione grafica. La mia parte è di suggerimento e contorno, giusto per completare il trio e, se va bene così, possiamo continuare. Grazie per il tuo incoraggiamento.

  3. il 14 aprile, 2013 Nembo dice:

    Il treno è sempre legato a un evento speciale, in questo caso Enrica ci propone un nuovo suo viaggio ricco di storia e cultura, e anche di un lavoro antico con una figura romantica lo -spazzacamino- illustrandoci l’attività lavorativa e si suoi atrezzi, che oggi con la nuova tecnologia ha perso il suo romanticismo.

  4. il 14 aprile, 2013 Giuseppe3.ca dice:

    Concordo Nembo, tante componenti in questo racconto di Enrica, sempre ammirevole nel suo modo di scrivere i diari di viaggio. Storia, cultura e non ultimi gli aspetti romantici del trenino di montagna e di un mestiere antico che è utile non perdere, almeno come ricordi piacevoli del passato. Grazie.

  5. il 14 aprile, 2013 giovanna3.rm dice:

    Enrica, molto interessante la tua gita a Locarno: i trenini a cremagliera che attraversano le montagne sono la mia passione. A parte il trenino rossso del Bernina Tirano-Saint Moritz, di cui abbiamo già parlato, tempo fa in Bosco, ricordo quello della Jungfrau, altrettanto delizioso.
    Comunque, complimenti per i tuoi racconti, sempre suggestivi e appassionanti.
    Un abbraccio.

  6. il 14 aprile, 2013 Giuseppe3.ca dice:

    Tutto benissimo Giò: video come da intese, è veramente allegro e spero renderà contenti gli amici; infine il documento sull’acqua di Colonia, una vera perla preziosa, brava! Cosa si può fare di più?, non so, ma ci proveremo ancora.

  7. il 14 aprile, 2013 enrica.co dice:

    grazie a Voi mi fa veramente piacere che anche questo mio racconto vi sia piaciuto,mi ha colpito molto il museo dello spazzamino

  8. il 14 aprile, 2013 Giuseppe3.ca dice:

    Siamo noi a ringraziarti, Enrica, per la tua capacità di farci rivivere i tuoi viaggi come se facessimo parte della stessa comitiva. Brava!

  9. il 15 aprile, 2013 francesca (franci) dice:

    Apprezzo le descrizioni che fai delle tue gite, Enrica. E questa, con lo spazzacamino come protagonista, è di una dolcezza quasi rara. Chissà che, visti i tempi che corriamo, non ritorni anche questo vecchio ma importante mestiere? Per tutto il resto, hai i miei complimenti.

  10. il 15 aprile, 2013 elisabetta8mi dice:

    CARI E GRANDI AMICI.PERDANATEMI ,SE SONO RIPETITIVA MA E’ QUELLO CHE SENTO IN ME,SIETE GRANDIOSI MI FATE SOGNARE MI FATE VIAGGIARE CON VOI.OGNI PEZZO E’UN ANGOLO DI PARADISO E IL CUORE DI CHI CON TANTO ENTUSIASMO C’E’LO TRASMETTE.SONO POSTI CHE NON HO MAI SENTITO NEANCHE PARLARE.SONO SEMPRE RAPITA.IL MUSEO DELLO SPAZZA CAMMINO DESCRITTO CON TANTA PRECISIONE,MI HA FATTA TORNARE IN DIETRO NEL TEMPO.ERO BIMBA ANCHE IO ,QUANDO QUESTE PERSONE ERANO PRESENTE NELLA NOSTRA MILANO.GIRAVANO URLANDO SPASSA CAMIN ,SPORCHI DI FULIGGINE E CON TANTO BISIGNO DI LAVORARE.E’ VERO VENIVANO USATI I BAMBINI APPUNTO X ERANO PICCOLI E MAGRIE SI POTEVANO CALARLI GIU’X IL TRATTO PIU’ DIFFICILE.QUANTA SOFFERENZA E QUANTA DIGNITA’ IN QUELLE PERSONCINE.OGGI X FORTUNA LE COSE SONO CAMBIATE ALLA GRANDE.MA QUELLO DESCRITTO FA PARTE DELLA MEMORIA ENON VA ANNULLATO.GRAZIE ENRICA E A TUTTO LO STAFF DEL BOSCO.VI ADORO.

  11. il 15 aprile, 2013 Giuseppe3.ca dice:

    Franci, ti ringrazio per i complimenri ad Enrica, li merita tutti e servono come linfa per la sua verve narrativa. Ha veramente tanto da dare ed è molto utile incoraggiarla. Con il tuo commento lo hai fatto egregiamente.
    Non si ritornerà ai vecchi tempi ma è molto romantico ricordarli. Grazie.

  12. il 15 aprile, 2013 Giuseppe3.ca dice:

    Betty, la tua è una testimonianza preziosa, conosci Enrica e sai quanto sa farsi voler bene anche con la genuinità dei suoi racconti. É bello sentirsi uniti tra tanti amici che si vogliono bene e tu ce ne dai costantemente prova. Grazie.

  13. il 16 aprile, 2013 enrica.co dice:

    IO cosa posso dire…. solo grazie, avevo molti dubbi come sempre del resto, ma sono contenta, anche in privato qualcuno si complimenta, non se la sentono di commentare qui, e davvero ringrazio chi mi aiuta e mi consente di poter far leggere ad altri quel che scrivo, e al tempo stesso mi pubblicizza grazie ancora a tutti

  14. il 16 aprile, 2013 Giuseppe3.ca dice:

    Non per pubblicità, cara Enrica! Nei nostri scritti esprimiamo inconsciamente a chi ci legge, anche l’indole della nostra anima, con semplicità e senza mire di orgoglio ma solo per farci conoscere e stare insieme tra amici. A coloro che si complimentano in privato possiamo dire che non abbiamo timore di esprimere il loro pensiero, è bello lasciarsi coinvolgere e anche loro possono unirsi alla compagnia degli amici del Bosco. Grazie.

  15. il 16 aprile, 2013 armida.ve dice:

    Enrica, scusami.. ho letto in ritardo il tuo racconto.. Bravissima, come il solito, ma stavolta mi sono sentita coinvolta ancora di più. Ho un nipote che abita a RE e qualche anno fa ho fatto la gita che tu hai così bene descritto. Il museo dello spazzacamino mi ha sconvolta, per giorni non riuscivo a pensare ad altro.. vedevo bimbi gracili arrampicati sui camini e mi risuonava nella mente la canzone dello spazzacamino:”Tu mi scacci, lo so, perchè il volto più bianco non ho, ma lo spazzacamino, tiene un cuor come ogni altro bambino! Se possiedi un tesor di un lettuccio sì comodo e lieve, io mi sento un signor, quando dormo in un letto di neve”.Quanta dignità, quanta forza! Grazie davvero, Enrica

  16. il 16 aprile, 2013 Giuseppe3.ca dice:

    Bellissime le parole della canzone, Armida, hai fatto benissimo a riportarle nel tuo commento. Quante belle cose riusciamo a fare in questo nostro scambio di pareri e nel raccontarci le emozioni vissute. Ringraziamo ancora Enrica e voi tutte carissime amiche del Bosco.

  17. il 16 aprile, 2013 enrica.co dice:

    Caro Giuseppe tu sei il mio mentore, e mi pubblicizzi sempre in modo gentile corretto ed educato, anche quando mi ascoltavi e non scrivevo, quando ti descrivevo le mie gite,è solo grazie a te se i lettori del bosco viaggiano con noi e io vi ringrazio tutti chi cerca le foto e i documenti si impegna in una ricerca io racconto solo quel che mi rimane dentro

  18. il 16 aprile, 2013 Giuseppe3.ca dice:

    Ognuno mette qualcosa di sè e dà il proprio contributo per la buona riuscita delle cose che facciamo, Enrica! Ed è proprio con questo metodo che si riesce ad ottenere i risultati migliori: grazie a te, Enrica, che, nei tuoi scritti, sai trasmettere in modo esemplare le emozioni vissute; grazie a Giovanna che, con alacre impegno, sa scovare immagini e musiche adatte all’argomento trattato ed infine anche Giuseppe fa la sua parte cercando di assemblare le cose nel modo giusto. Ringrazio anche tutti i componenti della Redazione per la loro costante collaborazione nonché gli innumerevoli amici/amiche, lettori/lettrici per il costante sostegno, approvazione e incoraggiamento. Sono convinto che tutto questo ci porterà presto ad avere nuove piacevoli sorprese, non mancate.

  19. il 16 aprile, 2013 silvana1.ge dice:

    Enrica con questo tuo nuovo percorso , mi hai fatto ripercorrere la Val Vigezzo con il suo storico trenino su cui ero salita tanti anni fa. I panorami sono stupendi, da godere anche sotto la pioggia. Ti dirò.. il lago avvolto dalla foschia ha un suo fascino, almeno secondo me. Altrettanto interessante l’aspetto culturale e storico. Che dire Enrica? Con te si viaggia comodamente da casa, si rispolverano cose dimenticate, si rivivono le emozioni del viaggio. Brava! Grazie a Giuseppe e Giovanna per la cornice alla bella pagina domenicale. Saluto tutti con amicizia!

  20. il 16 aprile, 2013 Giuseppe3.ca dice:

    Silvana, ti ringrazio per le tue belle parole di elogio per tutto lo staff mentre per quanto dici ad Enrica sarà lei stessa a ringraziarti direttamente. Intanto posso dirti che condivido in pieno le tue parole e le tue considerazioni sul racconto.

    Ad Enrica posso dire che in te ha trovato un’altra Amica e sicuramente ne sarà contenta. Grazie.

  21. il 16 aprile, 2013 enrica.co dice:

    grazie Armida grazie Elisabetta e grazie Silvana grazie grazie e ancora grazie

  22. il 17 aprile, 2013 riccardo2.co dice:

    E io che credevo di conoscere la Val Vigezzo, ho girato tutte le valli da Domodossola fino a Locarno, sono salito alle magnifiche cascate del Toce, la zoma di Re per funghi, praticamente credevo di avere visto tutto delle cento valli, ora dovrò tornare per fare questo viaggio stupendo che tu descrivi cara Enrica.
    Grazie per i tuoi bellissimi racconti di viaggio

  23. il 17 aprile, 2013 mimosa 62 dice:

    Siamo un gruppo di allievi di Giuseppe, oggi è l’ultimo giorno di lezione(abbiamo fatto un corso di pc base) e abbiamo visitato con la guida di Enrica i vostri favolosi paesaggi.
    Speriamo di potervi rispondere adeguatamente con le nostre
    bellezze locali, grazie agli insegnamenti di Giuseppe.
    Ora vi salutiamo a presto Mariella, Simona, Anto, Vanni e Carlo.

  24. il 17 aprile, 2013 enrica.co dice:

    mi porti Riccardo? vengo anche io magari col sole……grazie a te

  25. il 17 aprile, 2013 Giuseppe3.ca dice:

    Carissimi Mariella, Simona, Anto, Vanni e Carlo siete stati bravissimi allievi ma non era il caso di esprimere il vostro ringraziamento anche in questo Blog che ho avuto l’onore di farvi conoscere. Per me è stato un piacere conoscere voi e i ringraziamenti già espressi erano più che sufficienti. Ora però vi prendo in parola, attendo un vostro elaborato che descriva le tante bellezze della Sardegna per pubblicarlo in questa rubrica in modo da portarlo a conoscenza dei tanti amici del Bosco. Grazie a tutti e a presto

  26. il 17 aprile, 2013 Giuseppe3.ca dice:

    Riccardo, come vedi non si finisce mai d’imparare e la brava Enrica è riuscita a sorprendere anche te e, penso, ci delizierà ancora con altri suoi racconti sempre sorprendenti per le sue grandi capacità espressive. Grazie.


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