LA DOMENICA DEL BOSCO
Scritto da Giuseppe il 18 Agosto 2013 | 20 commenti- commenta anche tu!
Un’amica che conosco ormai da tanto tempo e con la quale ci siamo sempre scambiati le nostre confidenze e i nostri dubbi per reciproco conforto o chiarimento, mi scrive questa toccante lettera per esprimermi il suo sconforto e la sua delusione di mamma. Forse è una storia comune a tante altre mamme ma non vi nascondo che mi ha intenerito il cuore e pur cercando di dare immediato sostegno a Laura (questo è il nome della mia amica), come è nel mio modo di fare, forse non ci sono riuscito abbastanza. Per questo motivo propongo la lettura di questa lettera a tutte voi care amiche/amici del Bosco, affinché possiate esprimere il vostro parere e, perché no, anche una parola di incoraggiamento alla cara Laura che vorrei consideraste pure vostra amica perché lo è veramente. Sono certo che riuscirete nell’intento e vi ringrazio di tutto cuore.
Lei vi leggerà e ve ne sarà grata.
Rallenta mamma,
non c’è bisogno di correre;
rallenta mamma,
qual è il problema?
Rallenta mamma,
concediti una tazza di caffè;
rallenta mamma,
vieni e stai un po’ con me.
Rallenta mamma,
non c'è bisogno di correre;
rallenta mamma,
qual'è il problema?
Rallenta mamma
concediti una tazza di caffè;
rallenta mamma
vieni a stare un po' con me.
Rallenta mamma,
mettiamoci gli stivali
e andiamo a fare una
passeggiata,
raccogliamo le foglie,
sorridiamo, ridiamo, parliamo.
Rallenta mamma,
sembri così stanca,
vieni, accoccoliamoci
sotto le coperte,
riposa insieme a me.
Rallenta mamma,
quei piatti sporchi
possono aspettare;
rallenta mamma,
dai divertiamoci,
facciamo una torta!
Rallenta mamma,
lo so che lavori tanto
ma a volte, mamma,
è bello quando semplicemente
ti fermi per un po’.
Siediti con noi un minuto,
ascolta com’è andata
la nostra giornata,
trascorri con noi
qualche momento in allegria,
perché la nostra infanzia
non rallenterà!
Ho trovato questa poesia in un Blog di una cara amica virtuale, l'ho trovata appropriata perché già da tempo pensavo di scrivere, nel mio diario informatico, i miei pensieri e le mie valutazioni sulla mamma che sono stata, una valutazione su me stessa, insomma.
Non sono stata una mamma paziente, presente si, ma sempre di corsa, volevo arrivare a fare tutto, ma non si può arrivare in ogni cosa.
É vero che dipende anche dalle situazioni che si hanno in famiglia, ma col senno del poi, mi sono resa conto degli errori commessi.
Eppure i miei figli erano e sono tutto per me, ho cercato di non far mancare loro nulla, non volevo che si sentissero da meno degli altri, facevano le stesse cose, che la maggior parte dei loro amici potevano permettersi, per poter fare questo e pagare le spese di una casa io lavoravo tanto, più di tante altre mamme.
Per diversi anni ho fatto il turno di notte, iniziavo alle 22 e finivo alle 6 del mattino, ritornavo a casa dovevo svegliare loro e mandarli a scuola accudire la casa e poi, finito il pranzo, portarli a quelle attività extrascolastiche che tutti i ragazzi fanno, per cui il mio riposo era molto ma molto poco, da qui il mio essere sempre nervosa, oltre ad altri problemi che tutte le famiglie, o quasi tutte, hanno.
Col senno del poi, mi chiedo, se avessi pulito un pò meno quella casa, se avessi trovato un po' più di tempo per riposare, quando loro erano a scuola, forse il poco che avevamo a disposizione, sarebbe stato tutto per loro, sarebbe stato di qualità.
Non cerco scuse, ho sbagliato.
Crescendo, i miei figli, queste cose me le hanno rinfacciate, insieme ad altre che onestamente non voglio fare mie.
Poi qualche mia amica, che è stata a casa dal lavoro proprio per essere più presente di me, nel cucinare ai figli quel che più gradivano, nel fare loro la torta fresca tutti i giorni, partecipando alla partite di calcio quando c'erano, o alle recite di Natale, Pasqua, Festa della mamma e del papà, mi dicono: “non credere, anche a me rinfacciano qualcosa, ma io so di non avere sbagliato”
mi sento ancora più in difficoltà, perché mi assale il dubbio di aver mancato in qualcosa, eppure ritengo di aver fatto tutto, di più non si poteva.
Invidio quelle mamma che sanno, o almeno credono, di aver fatto tutto e sempre bene, che non si pongono domande sul proprio operato.
Ognuno di noi, ha la propria storia, ma ho cercato di dare loro tutto quello che potevo, ho fatto tanti sacrifici, e loro lo sanno, ma mi ricordano la mancanza di tenerezza, eppure l'avevo, solo non ho saputo dimostrarla.
Mi è rimasto ancora, quel modo di iniziare e di finire senza fermarmi, forse è caratteriale, perché devo fare e devo finire, anche se sono stanca, invece basterebbe fermarsi ad un certo punto. Gli anni passano, ho cercato di riscattarmi facendo la nonna, e anche in questo vengo criticata, spesso mi viene detto, che tutto quello che lascio fare ai miei nipotini, a loro non era permesso. Come spiegare che non dipendeva solo da me, che avevo delle persone intorno, che non mi permettevano di agire liberamente.
Non potevo nemmeno piantare un fiore in giardino, mia suocera entrava e usciva da casa mia come se fosse stata la sua casa, mio marito glielo aveva concesso dandogli le chiavi di casa nostra, entrava ed usciva, quando io non c'ero,anche per questo non volevo che trovassero nulla da ridire, e pulivo e stiravo e non mi fermavo mai.
Il matrimonio, era inteso nel bene e nel male, anche queste considerazioni hanno condizionato il mio modo di essere. Si fanno delle scelte, per avere qualcosa di più, una casa, una situazione economica migliore, a volte, anche voler tenere una famiglia unita, quando c'è poco da unire, non aiuta sicuramente, così si perdono tanti aspetti di reciproco scambio, che si danno quasi sempre per scontati.
Devo dire che mia figlia, se pur molto più severa di me, è sicuramente una mamma migliore, così come, ha un polso fermo nel dire di no, è presente nel giocare, nel costruire anche solo un puzzle con suo figlio, frequenta le partite di basket, e gli dice quanto bene gli vuole,
Io non ne sono mai stata capace. Pensavo si vedesse, lo davo per scontato.
Ora che, anche lei affronta una giornata lavorativa e spesso è in difficoltà con gli orari del bambino, comprende un pò di più, ma io sono sempre la mamma criticabile.
Mio figlio dice che ero un segugio, che pretendevo che a scuola fossero bravi, devo aver sicuramente fallito, perché lui a scuola dava il minimo sindacale, ed era talmente vivace, che nemmeno le punizioni servivano, ho perso il conto delle note che ho firmato, e delle volte che sono stata convocata, perché era un Gianburrasca, non erano cose grosse, quelle
che combinava, ma una ne pensavae cento ne faceva, se si fosse impegnato nello studio, come nelle birichinate sarebbe stato un genio. Senza contare tutte le volte che si è fatto male, eravamo praticamente sempre al Pronto Soccorso del nosocomio cittadino, punti nelle ginocchia, dietro le orecchie contusioni, trauma cranici, torsioni e distorsioni varie, eppure mi rinfaccia spesso cose alle quali davvero non so nemmeno dare una risposta. Dice che ritenevo i figli degli altri migliori dei miei.

