L’angolo del dialogo – Pianeta Donna

             

L’ho ripreso dal blog  www.zeroviolenzadonne.it. Noi vecchiette e vecchietti possiamo rifletterci su ed esprimere le nostre opinioni. Se ci va. La lettera è stata scritta in data 10 ottobre 2013.

 

“Mi chiamo Cecilia, ho 54 anni, ho due figli e un lavoro precario e non me ne frega niente di fare la nonna. Mi spiace davvero ma se mia figlia o mio figlio hanno idea di mettere al mondo un pargolo o una pargola per poi mollarli a me hanno fatto male i loro conti. So io che strizza al solo pensiero che mia figlia rimanesse incinta in età adolescenziale.

Sempre a combattere con il ricatto affettivo, e poi della sua vita che sarà, e se non ci pensi tu lei è rovinata, e se non ti assumi le tue responsabilità sei una cattiva madre, perché se dici che non vuoi saperne ti guardano quasi come fossi un mostro. Davvero: se lei avesse partorito un figlio come avremmo fatto? Chi l’avrebbe mantenuto? Ho già i miei guai a tirare avanti senza aggiungere altre bocche da sfamare e mi dispiace ma per chiunque abbia idea di far leva sul mio buon cuore di presunta aspirante nonna sappia che ho diritto ad un momento di pausa, che non voglio saperne e che i miei figli dovranno fare le proprie scelte assumendosene la responsabilità.

 

Poi spunta che un bel giorno lei mi dice “mamma, forse sono incinta” ed è già grande, si fa le sue cose, ha i suoi bei giri, rivendica indipendenza per qualunque cosa, lavoricchia, studicchia, fa quel che può come tanti figli di questa epoca precaria, tanti bei discorsi sui diritti delle donne e allora chiedo “bella mia, ma dove eri quando si parlava di contraccezione?“. E’ anche possibile che sia stato un errore, che lo spermatozoo fosse dotato di superpoteri, ma resta il fatto che alla fine stiamo ragionando di una scelta che coinvolge pure me. Ebbene, cara, patti chiari e amicizia lunga. Scegli quel che vuoi.

Il corpo è tuo e io non ho voce in capitolo. Scegli con l’uomo con il quale hai deciso, se l’hai deciso, di fare questa cosa, condividi le responsabilità con lui, vieni pure a trovarmi, ogni tanto mi farà piacere vedervi, cullare il nipotino, ma non sarà mai il mio impegno permanente. Deve pur esserci un momento in cui io potrò dire basta alla cura, al babysitteraggio, e non mi dite che dovrei emozionarmi se sciorinate la solita dose di sole, cuore e amore che mi provoca la nausea.

 

Non tengo fede al ruolo. Ad un certo punto smetto. Ho fatto da balia a mio fratello, mi sono occupata dei miei figli. Mi sono occupata anche di mio marito. Ho come prospettiva quella di dovermi occupare dei miei genitori anziani e se qualcuno arriva dicendomi che “un nipotino è la gioia più grande” mi metto a urlare. Mi dice “mamma, gli asili costano e se ci mettiamo d’accordo si può fare…“. Tesoro mio, dovevi pensarci prima. Chiedi alla suocera chè magari sarà tanto contenta. Io sono in sciopero. Sto ancora a tentare di arrivare viva all’età della pensione, pago le tue spese quando mi presenti un conto che non puoi pagare e sono in pari dunque anche con il ruolo di ammortizzatrice d’Italia. Tuo padre? Ma non lo vedi che è affannato e non riesce neppure ad arrivare a fine giornata per quanti acciacchi ha? Cosa mai potrebbe fare? Starci un pochino, forse, ma qui vuoi programmare un impegno permanente che consenta a te di essere indipendente. Il fatto è che non sono io l’oggetto della tua rivendicazione. Se hai deciso di fare i picchetti perché ci sia più nonnitudine in me hai sbagliato verso. Chiedi al ministro tal dei tali di fare asili, darti servizi e renderti autonoma dalla famiglia. Perché non puoi costruire la tua emancipazione sulla mia permanente schiavitù e solo un atto di presunto e dichiarato egoismo può spezzare la catena.

 

 

Mi hanno rincoglionita per anni dicendomi che avrei dovuto avere un grande istinto materno e anche quando avevo la tentazione di cantare un inno d’indipendenza e darvi in adozione ho resistito, senza l’aiuto di nessuno. Non per questo mi ritengo eroica, anzi, sono stata idiota perché avrei dovuto pretendere quei servizi che non sono stati disponibili neanche per me. Oggi vorresti farmi credere che io avrei l’istinto nonnesco? No no, proprio non ce l’ho. Non ho alcuna voglia di ricominciare tutto da capo. Non sono quella che direbbe “queste sono le cose vere della vita” perché di vero io ho anche molto altro. Non mi sentirai dire neppure qualcosa tipo “se non ci fossero i nipoti non saprei che fare” perché di cose da fare ne ho un casino. E’ da tutta la vita che aspetto un momento solo per me. Per vivere, per leggere, e guarda quanti libri sono lì in attesa e che aspettano di essere sfogliati, per cantare, cucinare, ridere, ballare, uscire. Voglio prendere questo corpo sfinito che mi ritrovo e portarlo in giro a fare un sacco di belle cose. E quel che mi lascia basita è il fatto che a chiedermi di sacrificare le mie giornate in funzione di un altro pargolo sia la mia figlia femmina, ché il maschio in realtà mi sembra perfino più sensibile. Ma come… fai le manifestazioni, sei tanto femminista, e poi sarei io quella egoista? Volerti bene non significa che puoi disporre di me quanto ti pare. Se ti servo io allora è con me che devi programmare quello che vuoi fare e di avere un bambino per casa al momento non ho proprio voglia, mi dispiace.

 

 

E qui scatta il ricatto, infine: “puoi anche fare a meno di venire a vedere il bambino quando nasce, allora…” e se la metti su questo piano, che ti posso dire, allora non lo vedrò. Un figlio non è mica un feticcio di cui mi molli briciole a scadenze precise e solo se io ti do in cambio la mia pelle. Tieniti il figlio, possiamo non parlarci più, ma io non cambio la mia posizione. Mi dispiacerà tantissimo, sentirò anche la tua mancanza, ma quel che ho detto comunque resta. “Io non farò mai questo a mio figlio…“. Va bene. Sono un mostro. Pensa quello che ti pare. Quando tuo figlio crescerà poi ne riparleremo. Fintanto che mi vedi solo come un corpo alle tue dipendenze direi che possiamo anche andare oltre. Arrivederci e ciao, figliola. Che tu ci creda o no io ti voglio bene ma non al punto da rinunciare completamente a me. Se avevi in mente quel tipo di madre prova dalla vicina che è già votata al martirio. Io procedo serenamente senza santità…

 

 

Ps: E’ una storia di pura invenzione.

Io non credo che sia pura invenzione, ma anche se lo fosse potrebbe essere utile chiacchierarne perché molto verosimile. Così ve la sottopongo pari pari. Che ne pensate?

       

La grafica, i GIF divisori e il video musicale sono di Giovanna.

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 Richard Clayderman   -  Dolanne mélodie


COMMENTI

  1. il 05 novembre, 2013 Lorenzo.rm dice:

    E’ un problema più diffuso di quanto si pensi. Mi aspetto un contributo di opinioni e di esperienze da amiche ed amici.

  2. il 05 novembre, 2013 Giuseppe3,ca dice:

    Una donna, 54 anni, ha due figli e quindi ha soddisfatto l’istinto di maternità innato in ogni donna, ha assolto i suoi compiti di mamma e moglie ma si sente ancora giovane e vuole vivere la sua vita, non vuole rassegnarsi al ruolo di nonna che, simbolicamente, fa sentire vecchia.
    Ma sono convinto che alla fine prevarrà l’amore per la nipotina/nipotino ed emergerà la voglia di fare la nonna perché riuscirà a vedere nei frutti della propria discendenza la continuità della vita.
    L’amore per la famiglia viene sempre al primo posto.
    Grazie Lorenzo, argomento attualissimo e di grande riflessione.

  3. il 05 novembre, 2013 Alessandro31 dice:

    Buon giorno, non ho letto l’articolo ma solo i due primi commenti poi lo leggero con attenzione ma mi viene da dire,che non vedo perche si debba rinunciare ad essere se stessi anche essendo nonna o nonno, anzi credo che con la maturità si possa apprezzare di più la vita anche essendo nonni o nonne.

  4. il 05 novembre, 2013 Cecilia Zenari dice:

    Con bambini io ci passerei il maggior tempo possibile, anche se so che può costare energie e grande impegno.

    Stando con loro avremmo tanto da imparare, ma a volte non sappiamo leggere i loro messaggi profondi e sinceri.

    Mai prendere il ruolo di genitori e e accondiscendere a richieste che non ci trovano d’accordo: prima i genitori, poi i nonni! I no si possonn dire con gentilezza e quando vale la pena si devono dire.

    I bambini non devono soffrire per gli errori degli adulti e chi sa renderli gioiosi può solo che esserne felice.

    Io spero di avere molti nipotini e spero di potermeli godere.

    Un sorriso di un bimbo vale più di una pietra preziosa e noi, anche se non più giovani, li possiamo rendere sorridenti e sereni, certo per quanto ci è possibile.

  5. il 05 novembre, 2013 Lorenzo.rm dice:

    Grazie, Pino. Anch’io sono dell’idea che, alla fine, la signora cederà agli affetti e farà la nonna con i sacrifici che sono richiesti in un’epoca in cui i giovani devono darsi da fare se vogliono sopravvivere ed i più anziani “devono dare una mano”. Ma certo c’è poco da esserne troppo lieti. Sai l’aneddoto del cetriolo e dell’ortolano?

  6. il 05 novembre, 2013 Lorenzo.rm dice:

    Alessandro, grazie del tuo parere interlocutorio. Aspetto con ansia il successivo. Ti abbraccio.

  7. il 05 novembre, 2013 Lorenzo.rm dice:

    Grazie Cecilia. Mah. Con il cuore sono con te, ed è il cuore che in occasioni come questa deve parlare. Ma se un essere umano mostra dei problemi a prescindere dal “ruolo” che le si vuole imporre, e che lei non vuole condividere, come darle completamente torto? Anzi, come darle torto? Non giudichiamo, gente, non giudichiamo.

  8. il 05 novembre, 2013 Cecilia Zenari dice:

    Se quella signora dal nome come il mio, non vuole condividere perché mai dovrebbe farlo?

    Non si impone nulla a nessuno, ma si rispettano le scelte e le idee di ogni persona.

    Ognuno fa ciò che si sente, non credi Lorenzo?

  9. il 05 novembre, 2013 Lorenzo.rm dice:

    Condivido quel che dici, Cecilia. Ti abbraccio.

  10. il 05 novembre, 2013 Nembo dice:

    Vero lorenzo, il problema è molto diffuso, specialmente se genitori e figli abitano nello stessa città e, magari stesso quartiere. Però vorrei ricordarle a quella signora di 54 anni Cecilia, il ciclo della vita che si ha, o si è avuto. C’è da distinguere in questo caso quali sono le cose più importanti che si hanno e che si vuole fare, essere liberi senza impegni, oppure aiutare i propri figli avendo il compito molto importante quale è quello della nonna che è una vera risorsa specialmente in questo periodo dove tutto costa di più e c’è sempre meno tempo per dedicare ai figli. Condivido il commento di Giuseppe3-ca-, credo che alla fine prevarrà l’amore per il nipote/nipotina, anche se ci sono state parole molte forte fra madre e figlia, ogni figura in famiglia è importante, e, credo che con la nascita di questo bimbo/a unirà l’amore che si ha tra madre e figlia dimenticando le incompressioni avute.

  11. il 05 novembre, 2013 alba morsilli dice:

    Ho letto due volte l’articolo avevo paura di non aver c
    apito bene, ma man mano che le idee si facevano più chiare
    da quella bocca da iena inviperita solo ed esclusivamente solo egoismo è uscito fuori. Io con l’esperienza di 6 nipotini che vanno dai 9 ai 2anni so perfettamente che si può essere donne e vivere la vita e conteporaneamente nonne speciali. l’amore per i nipotini è diverso da l’amore per i figli ha un profumo di rose fiorite, è delicato è un intrigo di sentimenti che tu riscopri di possedere.
    Poi quando sono malati e tu sei al loro fianco, senti dentro di te che gli daresti la tua vita per non vederli abbatuti.
    Con questo non è detto che le nonne sono finite non hanno più vita sociale, anzi si sono arrichite di un nuovo bagaglio da far invidia a chi non conosce l’amore dei nipotini.

  12. il 05 novembre, 2013 sandra vi dice:

    Non capisco veramente quella donna ,mi sembra vedere una vipera biforcuta.Come puo una futura nonna parlare cosi’ ,capisco in un momento d;ira possono scappare delle frasi delle quali ci si pente subito dopo ,ma rinunciare a vedere quel piccolino che nascera’ ……E poi ci si puo’ sempre mettere d’accordo ,dare un aiuto nn vuole dire privarsi della proprio vita privata ,mantenersi una certa liberta’.Io spero e mi auguro che quella signora finisca per capire quale dono immenso sia avere dei nipote .Cosa voglia dire ,sentire due braccine che ti stringono e una vocona dire “nonnina mia ‘

  13. il 05 novembre, 2013 Alessandro31 dice:

    Ho letto e in questo racconto ci sono molte componenti sociali ( molto esasperate ) forse scritte apposta per suscitare dibattito
    Questa Cecilia è una donna che non ha vissuto una vita facile e rivendica la sua libertà, considerate anche l’età critica, eta che mette in discussione la propria vita e il proprio fisico.I figli che d’adulti ( credono che i genitori o un genitore ) siano di loro esclusiva proprietà e che siano a loro disposizione annullandosi.Poi ci sono gl’istinti materni o paterni i valori del proprio vissuto chi più chi meno ne hanno tutti.Io personalmente in parte mi sono trovato nella stessa situazione ho avuto una vita difficile, lavoro problemi, ambizioni non soddisfatte e rimasto solo, i desideri da realizzare erano tanti e in parte li sto realizzando, poi sono subentrati i nipoti che hanno limitato questa mia libertà pseudo giovanile e da uomo equilibrato ho fatto un ragionamento…… (sandro è meglio che limiti la tua libertà, cosi potrai trasmettere dei tuoi valori ai nipoti ) così faccio parliamo, raccontiamo, cuciniamo, pranziamo insieme, e i genitori si sentono cosi rinfrancati che in caso di bisogno io ci sono, come tutti i genitori.
    Perciò con equilibrio si può avere la propria vita personale e trasmettere i valori ai nipoti.

    alessandro

  14. il 05 novembre, 2013 Alessandro31 dice:

    Un po confuso ma spero che capiate lostesso

  15. il 05 novembre, 2013 gianna dice:

    Questa nonna ancora giovane, forse si rivendica contro la figlia ,in un modo davvero forte,perche’ nella sua vita non deve essere stata mai compresa, dai suoi sacrificio di madre e moglie, e di tante cose, ora chiede la liberta’ vuole pensare a se stessa, pensare esclusivamente a lei,cara nonna tu perdi una cosa preziosa ,l’amore di un bimbo che vedrai crescere come un fiorellino, che ti stringera’ con le sue dolci manine,pensa a loro che quando cresceranno sarai una nonna felice, di aver potuto ancora dare il tuo aiuto prezioso, con la tua costante presenza,ai tuoi figli che contano molto sui genitori, forse a volte anche egoisticamente ,cara nonna crescendo i tuoi nipoti ti sentirai ringiovanire, e sarai felicissima sapranno riempire quel vuoto, che forse cerchi di colmare ma forse non conosci ancora.
    Gianna…

  16. il 05 novembre, 2013 Lorenzo.rm dice:

    Nembo, lo sforzo di comprensione non è facile perché ognuno di noi è segnato dal proprio vissuto. Devo dire che i giovani di oggi mi sembrano un po’ troppo disinvolti. Forse perché sanno che in loro aiuto soccorreranno i genitori? In fondo il campanello d’allarme suonato da Cecilia può essere salutare nei confronti di una giovane che potrebbe ritenere troppo naturale che, “tanto, c’è mamma”.

  17. il 05 novembre, 2013 Lorenzo.rm dice:

    Alba, la tua natura franca e senza riserve mi dice che in un certo numero di amiche ed amici Cecilia non ha alcuna simpatìa. Io però capisco che questa donna avrà avuto dei problemi che l’hanno profondamente segnata. In fondo lo pensi anche tu.

  18. il 05 novembre, 2013 Lorenzo.rm dice:

    Sandra, grazie. Ritengo con te che è tutta questione di accordo e di equilibrio. Dopo la polemica iniziale, troveranno il modulo giusto, la madre e la figlia, nell’interesse della nuova vita che si preannuncia.

  19. il 05 novembre, 2013 Lorenzo.rm dice:

    Alessandro, non sei per niente confuso e sai che sono un tuo convinto e appassionato lettore. Hai sritto tutto quello che occorreva scrivere. Ci hai raccontato la tua vita, con le gioie e le rinunce che hai sopportato. Ho apprezzato molto il tuo esame di coscienza:”che faccio, mi sacrifico un po’?”. Ecco, mi verrebbe da dire: così si fa. Grazie.

  20. il 05 novembre, 2013 Lorenzo.rm dice:

    Cara Gianna, ti ringrazio a nome della nonna riluttante. Le passerà la rabbia e si godrà il nipote.

  21. il 05 novembre, 2013 Lorenzo.rm dice:

    Metto qui il commento che Elisabetta8.mi ha postato sull’articolo. Le rispondo sotto.
    elisabetta8.mi: ciao lorenzo,ho letto e riletto il tuo articolo,tu dici che cosa ne pensiamo;io dico che è un pugno allo stomaco condito purtroppo con tante verita’,una vita che nasce è un dono di DIO e come tale va accettato.Quanto riguarda i giovani li sento molto lontani dal prendersi le loro responsabilita’,tutto l’è dovuto,non accettano le regole della vita,ma chiedono aiuto nelle difficolta’ e naturalmente non si devono lasciare soli bisognia prenderli x mano e accompagniarlicon tanto amore,detto questo passo ai nonni sempre felici di prendersi cura dei nipotini nel limite alle loro forze.non giudico questa nonna non è il mio stile forse avra’ i suoi motivi,mi addolora la sua determinazione ,è vero i giovani sanno essere molto arroganti e sanno ferire con facilita’ma noi adulti abbiamo il dovere di di farglielo notare e dare il buono esempio con il nostro vivere quotidiano.ciao lorenzo ,sei sempre un grande metti giu’ sempre articoli del vissuto quotidiano

  22. il 05 novembre, 2013 Lorenzo.rm dice:

    Grazie, Elisabetta, dei complimenti che certamente non merito. Il fatto è abbastanza tipico fra persone nervose e rancorose. Ma basta spiegarsi con sincerità e, magari, senza “bon ton”. L’importante è il risultato positivo, sia per la madre che per la figlia. A beneficio del nipotino o della nipotina.

  23. il 05 novembre, 2013 gabriella dice:

    Lorenzo , io penso che la futura nonna , sia stanca e forse delusa della vita non ultimo il modo di fare della figlia. Il giorno che nasce il nipotino tutto si appiana, una nonna , non rimane indifferente al visetto del nipotino. Con questo non dico che vadano poi sempre d’ accordo, e chi ci riesce?
    ma il nipotino le aprirà il cuore.

  24. il 05 novembre, 2013 lucia1.tr dice:

    Di storie come queste ne conosco tante, nella società odierna le giovani donne si sono emancipate, hanno studiato, hanno rivendicato l’indipendenza, ma all’amore non hanno rinunziato. Ragazze che trascorrono brevi periodi all’estero per studi e inaspettatamente annunziano alla famiglia che sono in attesa, com’è successo ad alcuni miei amici, che fare? La famiglia sgomenta e disorientata ha fatto mente locale ed invece di mandare tutto all’aria ha accolto la ragazza con amore, ha fatto trascorrere la gravidanza con serenità, l’ha aiutata economicamente. Ora è nata una bellissima bimba che è la gioia di tutti, la mamma sta per laurearsi, i nonni sono presenti e di grande aiuto, al matrimonio riparatore per ora non ci pensa nessuno, più avanti se ne parlerà, un bellissimo esempio di famiglia unita che non lascia soli i figli in difficoltà.

  25. il 05 novembre, 2013 Brivio Anna dice:

    Nel racconto ho letto troppe parole dure, sopratutto verso se stessa,questa è una donna arida,io non credo che possa cambiare idea.Comunque se fossi la figlia dopo questo veleno,non vorrei neppure lasciargli il nipotino/a a costo di mangiare pane e sale.Avrebbe dovuto pensare ad un compromesso,se proprio non voleva essere disponibile tutti i giorni, magari dire alla figlia di cercare aiuto anche all’altra nonna.Ma non vuole è questo il problema.
    Mi è rimasto nel cuore un velo di tristezza, come si diventa piccoli…………………….

  26. il 06 novembre, 2013 Lorenzo.rm dice:

    Grazie Gabriella, del tuo auspicio di speranza. In fondo è l’augurio di tutti noi.

  27. il 06 novembre, 2013 Lorenzo.rm dice:

    Sì, Lucia, un più sereno dialogo fra le parti sarà utile e presumibilmente porterà ad una soluzione concordata con la collaborazione di tutti. Forse, alla fine, sarà stata utile anche la presa di posizione della futura nonna.

  28. il 06 novembre, 2013 Lorenzo.rm dice:

    Anna, grazie. Siamo noi nonni o aspiranti tali che dobbiamo essere duri con Cecilia, non certo la figliola, che potrebbe aver sottovalutato i problemi, suoi e di sua madre. Ma speriamo, speriamo.

  29. il 06 novembre, 2013 franco muzzioli dice:

    Sono nonno di nipoti laureati e laureandi e vi posso dire che il “nonnato” non finisce mai!
    Vorrei far presente che la vita si è allungata e come si è detto, un anziano può trovarsi a combattere i suoi acciacchi ,ad accudire un genitore decrepito e a dover esser nonno, a volte, a tempo pieno.
    Bisognerebbe che i figli capissero queste problematiche , invece, stanchi per il lavoro (abbiamo a suo tempo lavorato tutti !) tendono a scaricare i figli ai nonni , senza pensare se in quel momento sono nelle possibilità fisiche e congiunturali di accudire i nipoti.
    Forse un pò meno di egoismo e qualche sacrificio in più non farebbe male.

  30. il 06 novembre, 2013 giovanna3.rm dice:

    Dal contesto si evince che Cecilia abbia sempre lavorato, dedicando tutte le sue forze alla famiglia e ai figli, annullando se stessa e, ancora adesso lo sta facendo, affermando di avere un lavoro precario. Va da sé che, avendo dedicato anni di fatica, in maniera totale,alla famiglia, abbia il desiderio imperioso di riprendere in mano la sua vita per dedicarsi a ciò che non ha mai potuto fare liberamente: passeggiare, leggere i suoi libri, che sono lì ad aspettarla da anni, ascoltare la musica preferita, andare ad cinema, ecc.ecc.
    Tutto ciò lo vede svanire, improvvisamente, se sua figlia aspettasse un bambino, giacché si dà per scontato che la nonna dovrebbe occuparsene.
    Viene assalita dallo sconforto, perché vede dissiparsi, ancora una volta, i suoi progetti, e reagisce in modo deciso e anche forte.
    Ritengo che i figli dovrebbero avere più consapevolezza nei confronti dei genitori, che hanno già dedicato una grandissima parte della loro vita ai figli e avrebbero ogni buon diritto di pensare anche a loro stessi.

  31. il 06 novembre, 2013 Lorenzo.rm dice:

    Hai ragione anche tu, Franco. I nostri ragazzi sembrano più stanchi di quando siamo stati ragazzi noi. E vogliono essere considerati di più e aiutati di più. Ma è essenziale il rapporto. Guai, da una parte, a lasciarli soli. Ma guai, dall’alra, a rimanere soli noi.

  32. il 06 novembre, 2013 Lorenzo.rm dice:

    Brava, Giovanna, come avvocato difensore di Cecilia sei efficace e convincente. Mi sorgeva un dubbio, però. Sembra che il discorso sia riservato a mamma e figlia, ed essenzialmente deve essere così. Ma il maschio dov’è? Se la ragazza fosse incinta non dovrebbe esserne consapevole e dare una mano anche lui?

  33. il 06 novembre, 2013 giovanna3.rm dice:

    Sì, Lorenzo, assolutamente sì, ma non ci sono dubbi che prevarrebbero i suoi impegni di lavoro, che non gli consentirebbero di badare al figlio.
    E’ vero che le strutture sociali sono precarie, asili nido, scuole materne ecc., tuttavia, conosco alcune mamme che ce la fanno, pur avendo un lavoro, a portare avanti la famiglia, con immensi sacrifici, ma ce la fanno. Sacrifici del maschio, a questo proposito, non mi sono noti.

  34. il 07 novembre, 2013 Lorenzo.rm dice:

    Eh sì, Giovanna. Il maschio è sempre psicologicamente single.

  35. il 07 novembre, 2013 giuseppe57 dice:

    i problemi di questa donna non sono certamente finiti,visto che ha dei genitori anziani,e come tutti igenitori quandodiventano anziani diventano un problema per i figli,ma diventano un problema sopratutto per la donna che alla fine sarà sempre lei ad aver il maggior peso,insomma quando la donna lavora e deve far fronte ai problemi della famiglia diventa la vittimadi questa famiglia,solo lo stato con le strutture che dovrebbe disporre potrebbe dargli una mano.

  36. il 07 novembre, 2013 Lorenzo.rm dice:

    E hai ragione pure tu,Giuseppe. Come sempre accade, il dialogo riesce a tener conto di tutti i problemi e non di quelli di una sola parte. Ed i problemi si risolvono anche con le strutture a supporto delle famiglie, come giustamente dici.

  37. il 07 novembre, 2013 giosue1.bonollo dice:

    ma questa cecilia avrà bisogno di qualcuno che li dia una mano quando sarà anche lei anziana, certo dovrebbe sintisi fortunata avere figli e nipoti x sentirsi ancora voglia di vivere felice , mi sembra questa abbi dei grilli x la testa??

  38. il 09 novembre, 2013 Lorenzo.rm dice:

    Ha grilli, interessi e una vita di sacrifici, Giosué, e non è da condannare. Comunque, io penso sempre che il dialogo sia la migliore medicina. Non credi? Grazie di essere venuto.

  39. il 09 novembre, 2013 giuseppe57 dice:

    i commentatori son finiti? forse è il caso di intavolare unaltro argomento per dare lo spunto a dialogare ..

  40. il 09 novembre, 2013 Lorenzo.rm dice:

    Penso che siano finiti, Giuseppe. Domani avremo lo scritto della domenica. Ciao.


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