LA DOMENICA DEL BOSCO

 

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Le cronache, sia radiotelevisive che su carta stampata, ci riportano spesso episodi classificati come malasanità, ma cosa si nasconde dietro questa parola?

È vero che in molti casi c’è motivo di addebitare le sofferenze e purtroppo, a volte, anche la morte di un malcapitato individuo, adulto o bambino che sia, per tardivo intervento dei sanitari, per mancato o tempestivo riconoscimento del male anche da parte di Soloni della medicina pure strapagati, alla carenze di strutture mediche adeguate e via discorrendo. Oggi non vogliamo aprire un dibattito o entrare nel merito del funzionamento della sanità in Italia o all’estero, vogliamo solo proporvi il racconto che ci ha inviato Gabriella e che, in un modo o nell’altro può riguardare il settore della medicina. Vi prego di accettare il mio invito a leggerlo per trarre le debite conclusioni ed esprimere le vostre considerazioni personali. Grazie.

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Fiori animati violetto  

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Chiamerò con il nome di Maria la signora a cui è successa questa storia. Aveva frequentato le scuole medie che a quei tempi era già bello avere un pezzetto di diploma in mano. Le scuole medie erano nei capoluoghi di valle delle nostre montagne. Era duro persino arrivarci per chi abitava lontano. Dovevano alzarsi presto  e arrivare in corriera o treno. Forse lo stesso succedeva in città, ma io racconto quello che succedeva da noi. C’erano poi i fortunati che abitavano nel capoluogo e allora bastava fare una bella salita per arrivare davanti ad un grande edificio grigio dove sentivi tutti i dialetti della valle. Questo per spiegare quanto doveva camminare Maria per arrivare a scuola e avere il suo piccolo titolo di studio che gli avrebbe consentito di poter fare, poi, un lavoro dignitoso al quale aspirava tanto e che aveva desiderato fin da piccola. Con grande determinazione era riuscita nel suo intento. 

  Fiori animati violetto

Il lavoro le piaceva ma la stancava, era una pendolare, avanti e indietro con il treno tutti i giorni. Forse la stanchezza di diversi anni di questo lavoro o forse solo, che il male doveva arrivare, un giorno si senti, di colpo, cadere per terra. Per settimane rimase in ospedale, il colpo alla testa era stato brutto. Rimase in coma per un paio di giorni, ma, anche dopo l’uscita dal coma, Maria, non capiva, non ricordava e non riconosceva neppure i parenti più stretti: una totale mancanza di memoria.

  ambulanza  

I dottori, dapprima non capirono quello che stava accadendo, ma poi sospettarono  un male, non grave, ma subdolo. Venne portata in tanti ospedali dove tutti si trovarono d’accordo sul  tipo di male ma nessuno trovava il farmaco e la cura giusta. Fu visitata in Italia e all’estero, da dottori onesti e altri forse un po' meno, senza trovare la soluzione risolutiva.

  gruppo di medici in ospedale  

Seguiva le cure che, di volta in volta, le venivano prescritte e ingoiava tante pastiglie ma nessuna che producesse l’effetto desiderato. Alle volte veniva ricoverata anche per un mese, per trovare il giusto farmaco o il giusto dosaggio, ma era proprio in quei frangenti che veniva intossicata dal tipo o l’eccesso di farmaci. Prove su prove e in ospedale: era diventata una sorta di cavia umana!!

 

Pillole varie

 

Di bello era successo una sola cosa, aveva imparato a leggere libri e non solo riviste. Si accorgeva che poteva leggere solo per un’ora, perché poi il male ricominciava. Leggeva con attenzione, per un’ora, per poi riposare, anche se a volte l’ansia di finire il libro era tanta ma doveva ferrmarsi. Il male era sempre dietro l’angolo. Quando era sola in casa, i parenti le telefonavano spesso, per la sicurezza di Maria e la loro. Intanto la libreria di casa cominciava ad essere colma di libri e non solo di  foto o bei sopramobili. Gli anni passavano ma il male persisteva, era iniziato nel lontano 1971.

 

paziente in letto di ospedale

 

Pastiglie continuava a prenderne sempre tante, ma i  miglioramenti erano pochi se non appena microscopici. Bastava un leggero stress e arrivava l’autoambulanza per portarla via, alle volte per un day hospital  e altre volte per un paio di settimane. Il male non dava tregua, sembrava volesse farsi gioco di lei. Un giorno era ricoverata, come spesso accadeva, quando un giovane dottore le si avvicina, le fa cenno di tacere, in mano aveva un biglietto, glielo mette nella tasca della vestaglia e si allontana. Maria guarda che c’è scritto di tanto segreto, vede in nome e l’indirizzo di un dottore Veneto. Era uno dei tanti ospedali nei quali era entrata e uscita altre volte, ma erano passati tanti anni, chissà, rinasce un barlume di speranza.

 

ppaziente e medico special,

 

Termina la degenza nell’ospedale dove era ricoverata, viene dimessa e con un “Ciao” se ne và, ormai la conoscono, ed il saluto  confidenziale è ammesso. I suoi medici curanti non sanno che lei ha un biglietto in mano che per lei rappresenta l’ultima speranza. Arrivata a casa chiama subito Verona, è fortunata, dopo pochi giorni, può essere visitata. Sapendo ormai la prassi prepara tutti i certificati secondo il suo modo di vedere e per quello che ricorda, i più importanti. Arriva il giorno di partire, entra nell’ospedale conosciuto, attende il suo turno chiedendosi, capiranno questa volta? La chiamano, entra da un dottore giovane, sembra quello che le ha dato l’indirizzo ma non è lui, dentro di sé, solo una speranza. Come ha capito il suo giovane collega, capirà anche questo che non era curata bene?

 

Farmacia

 

Intanto Maria consegna tutti i fogli al dottore. Dentro di sé, si dice coraggio, ne hai passate tante e la speranza è l’ultima a morire. Il dottore sta leggendo a momenti con attenzione, ma in altre guarda la firma e fa scivolare il foglio. Finito di leggere, le chiede di poterla visitare. Finita la visita, un solo commento. Signora tutti hanno provato a curarla, vedo che è passata da semplici aperitivi a barbiturici, che più di una volta l’hanno intossicata. Cominciamo una nuova cura? La signora Maria non attendeva altro, riprovare una nuova cura con la speranza che essendo un dottore giovane avesse studiato un modo nuovo, per aprirle l’orizzonte.

Fiori animati violetto

 

Due anni dopo era guarita, anche se pillole ne deve prendere ancora, ma la sirena dell’autolettiga con quel suono che per lei era diventato lugubre, finalmente, non arriva più. Per trent’anni esatti era stata sottoposta a cure non giuste, non solo da dottori, ma anche da signori professori e primari, spesso in privato e di conseguenza profumatamente remunerati.

Chi vuol capire capisca (denaro). Bravo dottore e non importa se non sei un professore. Ricorda sempre che sei il migliore!!

Questa è la storia della signora Maria, una signora che si è vista sfuggire la giovinezza, ma non la voglia di vivere.

 

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§ - La grafica, le immagini e il video musicale sono di Giovanna

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Giovanni Marradi  -  Softly

https://www.youtube.com/watch?v=JswbBnkiS00

 


COMMENTI

  1. il 08 dicembre, 2013 Nembo dice:

    Giuseppe tu hai toccato un argomento attuale che è la malsanità, credo che la stessa sia imputabile anche ai nuovi sistemi che riguardano i tagli e, alla scarsa attenzione verso i malati con una sempre più cattiva organizzazione. Ma veniamo alla nuova storia presentata dalla nostra amica Gabriella-bz, che è sempre affascinante leggerla, a volte la storia letta ci tocca da vicino perchè la stessa è capitata anche a nostri amici o conoscenti. Il caso della sig.ra Maria anche se sono passati anni, credo che sia ancora attuale, quanti casi che succedono come questo ogni giorno, per correggere gli errori bisogna conoscerli e, quel giovane medico forse meglio informato sulla medicina con un maggiore impegno professionale è riuscito a capire e valutare l’esatta natura della malattia dando nuova linfa di vivere a Maria che era ormai entrata nel labirinto delle terapie sbagliate. C’è sempre una continuità nel vivere che non si spezza per chi non perde mai la speranza di avere nuovamente un sorriso.

  2. il 08 dicembre, 2013 Lorenzo.rm dice:

    Ho letto con la consueta attenzione e passione il fatto narrato da Gabriella. Povera signora Maria! A volte arriva l’Angelo giusto. Solo a volte, però. Tanti cari auguri, a tutti noi, per quello che ci può capitare. Un affettuoso saluto a Pino, Giovanna e Gabriella.

  3. il 08 dicembre, 2013 aquilafelice dice:

    brava gabry il tuo raconto dela signora MARIA mi a comosso mi ricorda un po il mio passato lei con tanta forza e volonta ce riuscita come ci sono riuscito io la signora MARIA ora spero stia bene la sua soferenza la ripagata con un bel regallo oggi spero lei sia felice come lo sono io molte volte guardiamo gli altri tra di noi diciamo vorrei essere come lui ho lei noooo pensiamo a noi come se la nostra vitta fosse un romanzo damore AUGURI MARIA brava gabry un bel raconto di una poetessa che ama scrivere

  4. il 08 dicembre, 2013 Giuseppe3.ca dice:

    Vero Nembo, abbiamo toccato un argomento sul quale ci sarebbe tanto da dire e la storia della Sig.ra Maria raccontataci dall’amica Gabriella è molto significativa.
    Dimostra due aspetti dell’ambiente medico di oggi:
    1-Quello dei frequenti casi di malasanità che vengono messi subi in grande evidenza dalle cronache televisive e sulla carta stampata e che quindi, purtroppo, esistono;
    2)-L’esistenza, invece, di una parte buona del settore medico ma a questo gli dà meno risalto mediatico che invece meriterebbe al pari delle cronache negative.
    Personalmente devo dire che, per mia fortuna, quando ho avuto bisogno, sono capitato sempre con medici competenti e soprattutto di grande comprensione umana. Penso che la buona medicina sia di gran lunga superiore ai casi di malasanità e dobbiamo ringraziare che esiste anche se non gli dà il risalto che meriterebbe.

  5. il 08 dicembre, 2013 gabriella dice:

    Hai ragione Lorenzo , a dire che alle volte arriva l’Angelo buono. La signore Maria , L’ha cercato più di una volta , ma era sparito .Chissa , era veramente un Angelo ?

  6. il 08 dicembre, 2013 gabriella dice:

    Aquila , è vero entrambi avete sofferto , ora lei dal male è guarita, ma vive di pastiglie e per te che dire ? la tua forza stà nel tuo spirito corraggio , lei è vssuta 30 anni, del suo male . Non devi mai lascire che il male abbia il sopravento Ciao

  7. il 08 dicembre, 2013 alba morsilli dice:

    non bisogna andare tanto lontano per capire che la proffesione del medico è cambiata.
    Tu vai nello studio del tuo medico di famiglia, non ti visita, ti prende la pressione se gliela chiedi, sa solo scrivere ricette che molto spesso siamo noi pazienti a darle il nominativo del farmaco,poi si toglie ogni responsabilità ti fa fare un sacco di esami sia del sangue che di radiologici.
    Molto spesso sono io che chiudo la porta dello studio e le dico “Mi dedichi cinque minuti” si perchè lui è il classico dottore della mutua.
    Eppure sono pagati molto bene quasi 5 mila euro al mese si che hanno 1500pazienti ma non credo che tutti si presantano conteporaneamente.
    questo è un argomento che ci vorebbe un capitolo a parte perchè purtroppo la salute è importante.
    Gabriella nel suo raccontoce ne ha dato la prova

  8. il 08 dicembre, 2013 aquilafelice dice:

    grazie gabry io so di non guarire ma la speranza non la perdo sono fortunato ho una moglie che mi sta vicino mi aiuta superare momenti dificili anche di depressione mi capisce spesso mi dice vanny ce chi sta peggio di te la guardo mi sorride mi chiedo si e vero sono un uomo fortunato

  9. il 08 dicembre, 2013 gabriella dice:

    Aquila , che ti avevo detto questa mattina per i fiori ?Regalali a Susy, è il tuo mondo vero , non donarli a chi forse non gli merita. Anche se poi lei non ti sembra felice , dentro di se ,lo è tanto ,come tutte le donne. Una moglie è sempre felice che il suo uomo, le offri oltre il cuore anche i fiori . Ciao

  10. il 08 dicembre, 2013 giosue1.bonollo dice:

    molte volte ti cura meglio un buon infermiere che un proffesore

  11. il 08 dicembre, 2013 gabriella dice:

    ALBA , hai ragione a dire che i dottori , non tutti, sono cambiati . Ma la storia vera di Maria è cominciata nel 1971,sono passati tanti anni , ma pure allora ti assicuro c’erano i veri dottori , ma non riuscivano a guarire , e i dottori che ti davano pillole solo per pulirsi l’anima .Chiedendo cifre allora esorbitanti. Ciao e salutami la Liguria

  12. il 08 dicembre, 2013 gabriella dice:

    GIO ,la prossima volta avviso la signora Maria che venga da te perchè le trovi un bravo infermiere !!!!!

  13. il 08 dicembre, 2013 giuseppe57 dice:

    le cronache sono piene di malasanità,a questo punto dipende da noi valutare , e consultare piu specialisti possibile,e quando le diagnosi coincidono allora possiamo dargli credito

  14. il 08 dicembre, 2013 gabriella dice:

    NEMBO,quanto è vero che la signora Maria era entrata come dici bene tu, nel labirinto della terapia sbagliata. La sua unica forza, la volontà di guarire, la speranza che un giorno avrebbero trovato anche per lei il medicinale giusto. Lo hanno trovato , ma ha sofferto trentanni. CIAOe GRAZIE

  15. il 08 dicembre, 2013 gabriella dice:

    GIUSEPPEe CA grazie per aver fiducia in me e accettare i miei racconti alle volte mielosi e alle volte molto meno.Mi è piaciuto il tuo modo di presentare il racconto della mia amica. Poco fa , mi ha telefonato ringraziando tutti .Nuovamente grazie

  16. il 08 dicembre, 2013 gabriella dice:

    Giovanna che dirti ? Hai trovato quello che la signora Maria si è vista per troppi anni anche se fa male dirlo.Hai trovato anche quello che la mia amica aveva sempre , i fiori. Il suo comodino aveva sempre i fiori …e un libro da leggere con attenzione. Ti ringrazio per la musica,sempre bella GRAZIE e CIAO

  17. il 08 dicembre, 2013 gabriella dice:

    Giuseppe 57, hai letto il racconto? Le diagnosi erano sempre giuste, non riuscivano a trovare la cura adeguata. E per quello che riguarda gli specialisti, non si è mai fermata dove viviamo (i proff. ci sono anche qui)ma ha girato nei posti dove le venivano segnalato dei veri luminari sia in Italia che all’ estero . E chi ha trovato la cura ? Un semplice dottore e guarda caso ,le mancava il proff. davanti. Ciao

  18. il 08 dicembre, 2013 leila dice:

    comme capisco la signora Maria!forza coraggio e qualche pillola andiamo avanti brava Gabriella

  19. il 08 dicembre, 2013 elisabetta8mi dice:

    Gabry ,la storia della signora Maria,descritta da te molto chiaramente,somiglia molto alla mia,ecco x ho aspettato prima di mettere giu’ il mio commento.Molte volte fortunatamente,,dei dottori si assumono la responsabilita’,di guardarci come persone no come numeri o semplicemente un nome nel pc.ero giovanissima con un bimbo piccino e stavano letteralmente distruggendo la mia vita e la mia famiglia,,,Grazie ad un giovane dottore di base che non finiro’ mai di ringraziare ,mi ha tirata fuori alla grande,,,come vedi è vero che la sanita’affossa sempre di piu’nella disumanita’,,,ma qualche ANGELO c’è**************

  20. il 08 dicembre, 2013 franco muzzioli dice:

    Un tempo c’era una “missione ” chiamata -medico di famiglia-, oggi c’è un “mestiere” chiamato dottore in medicina !!!!
    Trovo comunque strano che avessero azzeccata la disgnosi e non la terapia……Maria è stata sfortunata………e fortunata!

  21. il 08 dicembre, 2013 gabriella dice:

    ELY, leggendo la tua storia mi si è stretto il cuore , forse immagini che la maria è un amica ,e il pensiero che siano successe anche a te storie del genere è brutto.Per fortuna alle volte arrivano gli Angeli e ti aiutano, ma alle volte dovrebbero aiutare anche i dottori , non attendere di essere, presto alla fine . TI ABBRACCIO CON TUTTO IL CUORE

  22. il 08 dicembre, 2013 elisabetta8mi dice:

    Hai ragione Nembo,,,,il meedico è una missione,,,ma quanti ricodano di avere comfermato questo al momento della laurea?Quando indossano un camice,quando si trovano faccia a faccia con la sofferenza,quando vedono la disperazione sui volti dei famigliari,,,,dovrebbero RICORDARLO,,,che inprimus ,,,,sono dei medici,,,,

  23. il 08 dicembre, 2013 gabriella dice:

    Francomuzzioli,come hai detto , è stata sfortunata , non c’è dubbio e la sua vita un tormento , fino a che non è arrivato un dottore, che l’ha CURATA non per i soldi ,ma per missione. Grazie

  24. il 08 dicembre, 2013 gabriella dice:

    Leila inutile dire che non conosci Maria , siamo amiche .Ma quante ne ha passate ? ti abbraccio ciao

  25. il 08 dicembre, 2013 Giuseppe3.ca dice:

    Tu ringrazi me Gabriella.bz ma tutti noi ringraziamo te. Ci hai dato motivo per una bella discussione tra noi. Il Bosco è aperto a tutti e serve proprio per questo, per ritrovarci insieme e scambiare i nostri pareri. Grazie.

  26. il 09 dicembre, 2013 giovanna3.rm dice:

    Gabriella, proprio un articolo interessante. Problemi del genere di quello che hai esposto, ahimé, temo ce ne siano diversi. Come quando sbagliano un’operazione, non individuando bene la diagnosi.
    Comunque, ti assicuro che buoni medici e ben preparati ce ne sono ancora. Per mia fortuna, quando ne ho avuto bisogno, li ho sempre trovati, sia chirurghi che specialisti vari.
    Ciao e un abbraccio.

  27. il 09 dicembre, 2013 gabriella dice:

    GIOVANNA sono felice che tu abbia trovato sempre dei dottori preparati , forse qualche dottore lo aveva tro vato anche Maria, ma se funzionava la cura per il suo male , c’erano poi le controindicazioni che la faceva stare male . La cura esatta come detto l’ha trovata tanti anni dopo .Ciao ed un abbraccio


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