L’Angolo del dialogo – Fatti e opinioni
Scritto da giovanna3rm il 9 Gennaio 2014 | 17 commenti- commenta anche tu!
Leggo su Il Giornale del 26 settembre 2013, a pag. 38, una lettera con questo titolo che, se non è provocatoria, esprime uno stato di disagio vero. Peccato che il lettore non ricordi il Vangelo, ed in particolare la parabola del figliuol prodigo. Ma parliamone se vi aggrada.
“Sono cattolico osservante e come tale mi sforzo di vivere sobriamente. Credo nei valori della famiglia: mi sposai in giovane età (entrambi eravamo vergini) con una donna meravigliosa che mi ha dato 40 anni di felicità finché, dieci anni fa, il Signore l’ha voluta con se, angelo fra gli angeli.
Non ho mai assunto droghe e, pur rispettando gli omosessuali, sono sessualmente normale. Contribuisco con le tasse che pago al mantenimento dei rifugiati, inclusi quelli che distruggono i centri d’accoglienza e gli altri ospitati nelle galere.


Tradizionalisti e innovatori si sono sempre guardati in cagnesco, non soltanto in materia di fede. Che la ragione sia un po’ di tutti?
Vangelo di Luca che riporta la parabola del figliuol prodigo che ha sperperato tutto il denaro…come qualcuno ha scritto…si potrebbe anche chianare “Figlio perso e ritrovato” o vedi parabole in riferimento “Moneta smarrita -pecora smarrita. Lorenzo un argomento che merita riflessione teologica e spirituale, sarebbe difficile sintetizzare il senso di di queste due cose, faccio un esempio banale: sei un conservatore o un liberale? Ma veniamo al tema specifico, oggi domina un lessismo provocato dalle false dottrine penetrate nelle varie pastorali delle chiese grazie alle quali si ritiene che tutte le religioni portino alla salvezza, come dire si rende superfluo l’innovazione. Tradizionalisti sono sempre legati alle varie forme liturgiche con devozione e insegnamenti insegnati dal cattolicesimo, Gesù fu il primo innovatore, oggi credo che sia il nostro Papa Francesco il nuovo innovatore che cerca di cambiare una chiesa autoreferenziale in una chiesa che si deve espandere con nuove riforme es. tagli alla casta vaticana, ha tolto il titolo onorifico di “Monsignore” sostituendolo credo con “Capellano di sua Santità” Secondo il mio punto di vista mi fa pensare che la punizione divina stia scomparendo stando al recente discorso del Papa fatto a Lampedusa,( al contrario di quanto asserisce il lettore del Giornale)che ha parlato dell’Islam, ha spiegato la cornice dell’ambigua e torbida -pastorale- cronistoria svilupadosi sulla base dei vari concili (vaticano II), anche se è scivolato in modo innocente ed è passato sopra al fatto che non si trattava di “immigrati” a Lampedusa ma bensì di “Clandestini” visto che non sono stati invitati da nessuno (eccetto persone fuggiti dai paesi in cui c’è guerra e dittatura)e, che al loro paese se rubano non vengono denunciati a -piede libero- in attesa poi di un processo che si farà??? Ma le tagliano la mano. Speriamo tutti in una benevolenza divina.
mi chiedo perchè se si fa il bene o si agisce secondo coscienza, abbiamo bisogno di incoraggiamento o di sostegno o di riconoscimento delle nostre azioni, ma se si opera male tutto passa sotto silenzio e se si viene scoperti si trovano tutte le scuse possibili e immaginabili per giustificarci. Mio padre diceva sempre “fa bene e scorda, fa male e pensa” credo di mettere in pratica questa massima, e se gli altri non sono d’accordo con me io mi rivolgo alla mia coscienza e continuo il mio cammino.
Il mio pensiero non è religioso,
Secondo me,siamo su questa terra per aggiungere
il nostro granellino al grande disegno generale ,che è il nostro compito, rispettando tutti e non procurando del male a nessuno. Non vedo perché dovrebbe esserci peccato, né tanto meno punizione,
Avere avuto un percorso di vita normale in piena felicità è già un bel premio e ciò dovrebbe essere sufficiente a riempirci il cuore di gioia, ringraziando il Signore per la Sua immensa bontà, non solo, ma dovrebbe risvegliare in noi anche un sentimento di pietà per tutti i diseredati che non hanno o non hanno avuto la stessa fortuna. Ora, pensare di avere diritto ad una telefonata di incoraggiamento da parte del Santo Padre, che ha ben altre cose a cui pensare, mi sembra eccessivo, quasi un peccato d’orgoglio. Possiamo essere orgogliosi ma del nostro senso di umiltà.
Io sono convinta che occorre agire secondo coscienza,quando ti senti a posto con quella e hai fatto tutto il possibile ed hai agito onestamente e’ quanto conta nella vita.Papa mi diceva sempre quando ti addormenti la sera ,il tuo sonno sia sempre sereno della persona onesta.GIOVANNA grazie il video e’ sempre piacevole mi pica
.
Renzo Nembo, io penso che, soprattutto le persone dall’animo non molto lineare, si ritrovino facilmente a fare polemica contro questa o quest’altra innovazione. Se vuoi un mio parere spassionato, penso che la lettera di cui stiamo parlando non sia veritiera. Tuttavia pone dei quesiti che si richianano a vecchi dettami: ci ricordiamo di quanto afferma Gesù, che è venuto per dividere e non per fare scomparire le differenze? Ci ricordiamo anche che una qualche Autorità morale deve poter dire: questo sì, questo no? La religione è un tutto composito e occorre dare a tutti risposte adeguate e comprensibili.
Sì, Wanda, quello che ti ha insegnato tuo padre è fondamentale e corrisponde alla voce della coscienza. Anche di questo c’è traccia nella religione cattolica riferito al peccato. Se non sei cosciente di peccare non pecchi realmente, poiché il peccato è trasgressione.
Giovanna, il tuo concetto di vita è pratico e ottimista.Per quanto dicevo prima tu non puoi, per definizione, commettere peccato.
Pino, se il lettore si aspettasse davvero una telefonata da Papa Francesco cadrebbe ovviamente in un peccato d’orgoglio. Potrebbe, però, sentirsi non adeguatamente supportato in quanto “fuori moda” e questo è un problema per tante persone che vivono un periodo di innovazioni.
Sandra, sono d’accordo. Quanta fortuna abbiamo avuto di avere avuto dei padri che sono andati dritti al nocciolo della morale. Così dobbiamo fare e non rinchiuderci in noi stessi o combattere querulamente battaglie sbagliate.
Sono un dubbioso e per me la concezione del peccato è diversa da quella del credente.I Dieci Comandamenti sono antichi , anche se alcuni di loro come “non ammazzare” non posssono invecchiare mai, ma ad esempio..”non commettere atti impuri”che peccato è ? Se mai non essere pedofilo, non stuprare , non violentare. Ma ad esempio ,tra marito e moglie …non conosco atti impuri!
A mio parere sono peccati mortali ….sfruttare gli altri…non pagare la giusta mercede….evadere le tasse…perchè fai danno a tutta la comunità.
Poi il peccato si differenzia dalla religione professata e dai costumi…ad esempio per l’Islam è peccato mortale mangiare la carne di maiale e non è paccato avere due mogli.
Sono d’accordo con chi ha detto che solo la nostra coscienza ci dice se abbiamo peccato o no ………e chi è senza coscienza…cioè non avverte il senso del peccato….è il vero grande peccatore.
Franco, grazie. Il tuo punto di vista allarga gli orizzonti e ci mette in condizione di approfondire aspetti essenziali della vita concreta. Già, i comandamenti. Se riflettiamo bene il comandamento essenziale, aggiunto da Gesù a quelli tradizionali, è quello dell’amore. “Questo è il mio comandamento, che vi amiate, come io ho amato voi, come io ho amato voi”. Che poi è l’altra faccia del prossimo: vi dicevo una volta che il mio parroco insiste sul concetto di prossimo come concetto mobile e ampliabile (mi disse una volta che dovevo cercarmelo il mio prossimo). Tuttavia, ammetto che, in periodi di rinnovamento, può verificarsi una sottile inquietudine nelle persone che seguono alla lettera delle regole e lì si fermano. No, così non va bene.
Lorenzo sono molto d’accordo con quello che avete detto lorenzo,Giuseppe, Nembo,avete spiegato tutte le cose molto chiare, perfettamente giuste io sono convinta che sia giusto anche per me, dunque non saprei cosa aggiungere, siete riusciti spiegare cose che molti di noi nn sapevano,grazie a voi ciao buon week end
Cara Gianna, grazie della tua attenzione e delle espressioni di concordanza che hai voluto rivolgerci. In tema di fede si cammina come sulla lama di un rasoio e si può sbagliare facilmente.Penso che, prima di tutto, occorre essere se stessi.
*io penso ,che vivendo con onesta ,correttezza,rispetto verso tutti,con amore ,umilta’,,la fede e’ gia’ dentro di noi,, nn servono altre cose,,la vita va’ vissuta con molta serenita’,,quando si tende semplicemente la mano all’altro,,si e’ sulla strada giussta,,,nnservono tanti preamboli,,
Già, Elisabetta. La fede è in noi quando viviamo serenamente, con amore, la nostra vita. Nella diatriba fra fede e opere la fede prevale. Senza alcuna discussione o precisazione. Ti abbraccio.