LA DOMENICA DEL BOSCO
Scritto da Giuseppe il 9 Marzo 2014 | 25 commenti- commenta anche tu!
Fino a quel momento avevo viaggiato sempre in scooter, una Lambretta 125 cc, sia per andare al lavoro che per le gite domenicali con gli amici. Avendo poi raggiunto il traguardo di un lavoro sicuro, a tempo indeterminato, pensai che era arrivato il momento di dotarmi di un’auto acquistandola magari di seconda mano e passai parola all’amico Paolo. Paolo era addentro al settore auto, aveva frequentato il corso di piloti collaudatori a Torino Mirafiori e lavorava in una concessionaria d’auto addetto alla valutazione delle auto usate versate in permuta e alla consegna delle auto nuove. Dissi a Paolo di avvisarmi quando sarebbe capitata un buona occasione di una utilitaria di seconda mano. Paolo mi disse che era capitata una vera occasione solo qualche giorno prima, ad averlo saputo, l’avrebbe bloccata, invece era stata già venduta. Non importa, dissi, non c’è fretta, alla prossima, avvisami.
Lambretta 123 cc
Intanto stavo seguendo le lezioni per conseguire la patente: la teoria in una Scuola Guida e le lezioni pratiche, nel tempo libero, con la “600” dell’amico Paolo che fungeva da istruttore.
Passarono solo pochi giorni e Paolo mi informò che c’era una “500” quasi nuova ad un prezzo veramente d’occasione ma dovevo affrettarmi altrimenti sarebbe stata venduta. E fu così che acquistai la mia prima auto e fu proprio Paolo che mi accompagnò per portarla a casa in quanto io avevo solo il “foglio rosa” valido per l’addestramento alla guida. Parcheggiai l’auto sotto casa e riaccompagnai con lo scooter Paolo a riprendere la sua auto.
Ancora qualche giorno e diedi l’esame di teoria e guida per ottenere la patente: promosso. Avevo superato l’esame ma non avevo ancora la patente che sarebbe arrivata direttamente al mio indirizzo dagli uffici appositi di lì a qualche giorno. Intanto l’auto restava parcheggiata e io continuavo a viaggiare con lo scooter per andare al lavoro.
Era stata una notte di tempesta, lampi, tuoni e scrosci di pioggia battente avevano allagato le strade, un vero tempo da cani. Ore 3,30, la suoneria della sveglia suona impietosa, ero già sveglio per via del temporale in atto ma dovevo alzarmi, prepararmi e uscire per andare al lavoro. Il mio turno di servizio iniziava alle 4,30 alla stazione ferroviaria in qualità di Dirigente Movimento addetto alla circolazione dei treni. Abitavo in periferia ed ero distante una decina di km. dalla stazione. Il primo treno, carico di pendolari che quotidianamente dovevano raggiungere il posto di lavoro partiva alle 5,00 e per quell’ora doveva essere tutto pronto e questo dipendeva dalla mia presenza sul posto, in pratica dovevo abilitare la stazione dopo la chiusura notturna.
Faccio la barba, una lavata veloce, indosso la divisa nera di capostazione con i monogrammi “FS” sul bavero e sono pronto. Il cappello rosso lo avevo nel mio stipo negli uffici della stazione. Imbacuccato esco da casa per andare a prendere la lambretta ed avviarmi ma fui letteralmente travolto da forti folate di vento e dalla pioggia insistente. Sarei arrivato al lavoro fradicio ed il percorso con lo scooter non sarebbe stato facile con le strade in quelle condizioni. Avevo già le mani sullo scooter ma il pensiero corse subito all’auto, era lì parcheggiata, aspettava solo che infilassi la chiave nella portiera e sarei stato al riparo dalle intemperie.…. Che fare? Attimi di indecisione, non volevo infrangere le regole, avevo conseguito la patente, è vero, ma non l’avevo materialmente in tasca. Tanti pensieri balenarono nella mia testa in quel momento.
Foglio rosa
Fu una scelta difficile e soprattutto sofferta ma alla fine scelsi di usare l’auto. Mi infilai nell’abitacolo e avviai il motore. A quell’ora non c’era traffico e difficilmente avrei potuto incontrare dei posti di blocco di polizia stradale o vigili urbani. Pensai che potevo giustificarmi dicendo che avevo dimenticato la patente e che l’avrei portata al comando per la verifica (avevo tutti gli altri documenti in regola e speravo che nel giro di pochi giorni sarebbe arrivata l’agognata patente di guida).
Tutto si svolse regolarmente, guidai con cautela e arrivai alla stazione soddisfatto di essere rimasto all’asciutto, parcheggiai l’auto nell’area di servizio per i dipendenti aziendali e raggiunsi la postazione di lavoro.
Apertura degli uffici di stazione, diedi ordine al deviatore in turno di operare sul quadro di comando degli interruttori per attivare l’illuminazione degli impianti di stazione e procedere al controllo della regolarità degli scambi quindi diedi il benestare al responsabile del Deposito per l’uscita e il garaggio sul binario di partenza delle due automotrici che componevano il convoglio del primo treno in programma. Macchinisti e Capotreno erano già sul convoglio. Iniziarono ad arrivare i primi viaggiatori e mentre salivano sul treno qualcuno mi salutava “Buon giorno Capo, bella giornata oggi eh?” “Non c’è male” risposi, pensando a cosa avevo provato nel mio animo solo mezz’ora prima nell’intento di operare con grande senso del dovere e di responsabilità per la regolarità del servizio pubblico.
Ora era tutto a posto e questo era sufficiente a tranquillizzarmi. Altri treni arrivarono e altri ne partirono come previsto dal programma di circolazione. Al termine del mio turno mi feci accompagnare a casa da un collega che faceva il mio stesso percorso e lasciai la “500” parcheggiata sul posto di lavoro. Nei giorni successivi ripresi ad utilizzare lo scooter fino a quando arrivò l’agognato documento che mi abilitava alla guida dell’auto.



