Sono stato a Lourdes per una promessa fatta in un momento critico e difficile della mia vita, a causa del mio lavoro. Non è semplice per me scrivere questo articolo e sintetizzarlo soltanto a parole, poiché si tratta di un’esperienza unica, che ho vissuto intensamente .
Accadde una domenica di settembre, di vent’anni fa. Verso sera ci trovammo nella piazza del paese, insieme al resto del gruppo Unitalsi, una trentinadi persone, in partenza per Milano (Stazione di Porta Romana), dove ci aspettava un treno, appositamente attrezzato per il trasporto dei malati e dei pellegrini. Arrivammo a Milano e subito, con altri barellieri e dame, iniziammo a sistemare le cose, mettere i malati sulle barelle e i bagagli sul treno. Nel frattempo arrivarono anche gli altri gruppi dell’Unitalsi della Lombardia. Sui volti delle dame e dei barellieri trasparivano sentimenti diversi: per alcuni si trattava di un’esperienza già consolidata e erano felici di poterla ripetere, per altri, come il sottoscritto, che era alla sua prima prova, erano tutte novità, da scoprire e da vivere.
Gruppo di Volontari
Finalmente partimmo e, fin dall’inizio, ogni accompagnatore ebbe la propria mansione nell’assistenza ai malati, fino all’arrivo a destinazione. Viaggiamo tutta la notte e dopo tredici lunghe ore arrivammo a Lourdes. Mentre aiutavamo i malati nel trasbordo su automezzi, appositamente attrezzati per il loro trasferimento all’ospedale assegnato, pensai: sicuramente questa gente è venuta per cercare qualcosa, ma cosa?
La Cattedrale
La risposta non fu tanto semplice. Una cosa, tuttavia, era certa: si avvertiva un impulso interiore che accomunava tutti, che invitava a partecipare a questo pellegrinaggio, una spinta che derivava dalla fede e dalla speranza che nascevano e crescevanodentro di noi. Poco dopo le dame erano già all’opera presso l’ospedale Acceuil –Notre Dame, situato all’interno del recinto sacro dove si trovavano la grotta e le piscine. Mi fu assegnato il compito di assistere i fedeli al bagno, poi a condurli alla Basilica superiore, a quella Sotterranea e a numerose altre cappelle. Tutto mi sembrava immenso e particolarmente toccante.
La grotta
Chi non ha mai partecipato e vissuto una simile esperienza, avrà difficoltà a capire ciò che si provava in un simile luogo di pace e di preghiera, anche perché era tutto diverso dalla solita vita quotidiana e dall’abituale stile con cui si partecipava ai vari riti religiosi. Durante la mia esperienza di una settimana, oltre ad accudire gli ammalati nelle loro esigenze quotidiane , li accompagnavo alle funzioni e vivevo con loro i vari momenti della giornata.
Piscine di Lourdes
Fu sicuramente un’esperienza di fede che ha lasciato una traccia consistente nell’animo di ognuno di noi. Ed è ancora più forte per chi non si aspetta più di essere aiutato e incomincia ad aiutare gli altri; allora scoprirà che ci sono persone che hanno bisogno di aiuto, che credono in noi , tanto quanto noi crediamo in noi stessi. Ogni giornata era caratterizzata da una particolare funzione religiosa (Via Crucis, Rosario, Processione eucaristica, Flambeaux , ecc..) ed anche se l’atmosfera e lo scenario erano sempre variati, lo spirito con cui venivano vissuti era unico e coinvolgente, quasi a trasformarsi in un solo elemento, con la preghiera e la meditazione.
La Madonna nellla Grotta
Ora comprendo quanto sia deterninante ricordare, meditare sul cammino percorso, riflettere sull’esperienza personale e comunitaria vissuta al santuario e, infine, è importante avvertire quotidianamente la presenza del prossimo nella nostra vita.
PASSA IL TEMPO....
Le lancette della vita ... scorrono nella perfetta sincronizzazione dei secondi....
e ad ogni movimento del tempo....nulla sara mai come prima....
E anche se non potrò vederti, parlarti, ascoltarti ....in questo presente....
Ti vedrò , ti parlerò, ti ascolterò nei secondi di tempo che ho fermato nel mio cuore.....
m.d