Tutti gli elementi della natura si adeguano alle variazioni climatiche ed alle situazioni ambientali senza conservare ricordi né avere rimpianti. Anche noi ci adattiamo alle situazioni della vita ma conserviamo i ricordi del passato e, qualche volta, ritornano alla mente piacevoli episodi o rimpianti della vita vissuta.
Ne prendiamo atto e leggiamo insieme questo bel raccontino di Gabriella.bz, affezionata amica di Eldy e del Bosco in particolare.
Tributiamole l’onore che merita, grazie.
Sono otto anni che ho lasciato il mio vecchio rione, ci sono arrivata subito dopo il matrimonio e sono andata via, dopo tanti anni, quando ero quasi vecchia. Come si può immaginare ho lasciato il cuore, oltre a tanti mobili e tantissimi libri. Ho portato con me tutto ciò che era possibile mettere nel mio nuovo appartamentino. Ho scelto i libri che non avevo ancora letto, mio marito che era un cultore della lettura ed era svelto a leggere, me ne ha lasciati davvero tanti. Ho portato con me soprattutto quelli che sono per me dei tesori non come valore in sé stesso ma per quello che mi ricordano.
Peccato che i miei figli se ne siano riservati ben pochi. Posso dire che i libri li ho lasciati a persone che sapevano apprezzarne il valore e ciò quello che poteva significare avere centinaia di libri: un tesoro inestimabile. Tutt’ora, quando vado a trovare le amiche alle quali ho regalato miei vecchi libri, li osservo e penso a quanto ero orgogliosa di averli.
Ma tutto passa nella vita, ricordo quando sono ritornata a casa dopo la nascita dei bimbi, nel condominio eravamo tutti amici e, se mancava un panino ce lo si prestava a vicenda. Era una palazzina con tredici famiglie e tutte avevano bimbi. Nell’anno che è nata mia figlia ne sono nate altre due, e lo stesso per mio figlio, altri due maschi. A quei tempi, non c’era l’ora del silenzio nel pomeriggio, anche perché con tanti bimbi il silenzio era pressoché impossibile. Nei primi anni che abitavo in quella casa, tutto intorno c’era solo campagna, meli, più di tutto.
Dopo poco hanno cominciato a costruire, dapprima un condominio, dove al piano terra, in un grande salone un giorno hanno portato una grande e bella croce, si cominciava a bisbigliare che avrebbero fatto una chiesa. Io le chiese le avevo sempre viste, con la loro tipica forma ed il campanile vicino se non adiacente. Mi ero chiesta come avrebbero fatto a costruire la chiesa, e con me le donne del vicinato, ma è stato facile: una croce, un quadro dell’Ultima Cena, un altare fatto con del legno chiaro come la croce e poche sedie. Ecco la chiesetta che fu chiamata Cenacolo. Da quel giorno il Cenacolo è cambiato molto, ha dei quadri molto belli, delle panche ai lati e sedie nel mezzo della chiesetta in modo che nessuno debba più stare in piedi.
Panorama di Bolzano
Il sabato e la domenica viene celebrata la S. Messa, da un Pastore che sa tenere il suo gregge ben riunito e sa dire “pane al pane e vino al vino”. Nei giorni feriali un gruppo di donne vanno a recitare il rosario. Dimenticavo, a destra su una mensola c’è la statua della Madonna, è piccola e appena portata non c’era da posare né un pizzo né un ricamo, allora ho ricamato su un pezzo di bisso delle rose, quello è stato il primo dei ricami che ho fatto per la Madonnina, forse l’ho fatto in fretta perché non volevo vederla senza un ricamo, ma è stato il più bello. Dopo alcuni anni ecco un altro cantiere sempre a poche decine di metri, questa volta sono le Scuole Elementari. Con l’andare delle settimane diventa un enorme cantiere e, finita la scuola, una sorpresa, ecco due entrate ai lati opposti della stessa, una per gli italiani una per i tedeschi. Con l’inizio della scuola il grande cortile viene simbolicamente diviso, da una parte gli italiani e dall’altra i tedeschi. Da pochi anni è sorto anche un asilo, non mi sono mai informata se per italiani o tedeschi.
Baite di montagna in Alto Adige
Quante comodità che non abbiamo avuto, le scuole le hanno fabbricate quando i miei figli erano già grandi. Nel frattempo altre case sono state costruite, e bimbi ne sono nati tanti, anche se non più nella mia vecchia casa. Quante volte scendo dal quartiere dove vivo non solo per trovare le amiche, ma per respirare l’aria del vecchio rione dove tutti ti salutano gentilmente, ti offrono magari di andare a vedere come hanno tenuto bene il divano che avevo regalato perché io non avevo lo spazio per sistemarlo nella mia nuova casa. Gente alla mano, non osservano che lingua parli e sono sempre gioiosi. In primavera cominciano a mettere a dimora le piantine dei gerani nei vasi sui balconi e, poco dopo, sbocciano dei magnifici fiori in prevalenza di colore rosso.
Cesto di Porcini
Se passo nel periodo dei funghi sono sicura che me ne offrono in memoria delle vecchie scarpinate che facevamo insieme. Con questo non intendo che tutti mi offrano i funghi, ma solo quelle persone amiche con le quali, nei tempi passati, si andava insieme a raccoglierli. Questo è il mio vecchio quartiere ora forse un po’ impolverato per tutte le case che stanno costruendo, a mò di villaggio. Ormai vecchi tempi. La campagna di una volta non c’è più: ricordo quando si andava a fare la spesa tutte insieme e si lasciava correre i bambini su quei prati meravigliosi.
Se una di noi non poteva uscire, le altre facevano la spesa anche per lei.
Lentamente ritorno a casa con una leggera malinconia, forse non dovrei, la casa è bella anche se piccola, ma nessuno che sorrida e se vuoi parlare con qualcuno devi prendere il telefono. In questo quartiere le amicizie sono dure da fare anche se ci sono parchi, prati, giardini e i boschi con sentieri che ci indirizzano verso la montagna ma manca lo spirito di aggregazione e l’anima sociale del vecchio rione.
PASSA IL TEMPO....
Le lancette della vita ... scorrono nella perfetta sincronizzazione dei secondi....
e ad ogni movimento del tempo....nulla sara mai come prima....
E anche se non potrò vederti, parlarti, ascoltarti ....in questo presente....
Ti vedrò , ti parlerò, ti ascolterò nei secondi di tempo che ho fermato nel mio cuore.....
m.d