L’Angolo del Dialogo – Politica ed Economia

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E’ un articolo che ho letto sulla News letter del vecchio Legno storto di  lunedì 18 Giugno 2012. Scritto dal nostro amico Gianni Pardo. A me sembra che favorisca un ragionamento utile fra noi. Lo riporto.

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“ Si dice sempre che la democrazia ha mille difetti ma rimane il migliore regime. Nel senso che – come diceva Winston Churchill – gli altri sono ancora peggiori. Ma, chiedeva un amico, perché si afferma questo? Soprattutto, perché si considera l’affermazione una tale ovvietà che ci si crede dispensati dal dimostrarla? La domanda è giustificata. Le “verità” correnti vanno verificate, diversamente crederemmo ancora che la Terra sia piatta e che ci siano le streghe. Ma nel caso della democrazia si può rispondere sinteticamente che essa è veramente il migliore regime perché è quello che consente al popolo di cambiare chi lo governa. I russi, soddisfatti o no che fossero di Stalin, se lo son dovuti tenere per trent’anni. E non avevano nemmeno la libertà di lamentarsene.

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Tutto ciò premesso, non bisogna però spingere la stima della democrazia fino a pensare che essa faccia sempre il bene della nazione. A parte il fatto che questo concetto è un dato opinabile, anche ad ammettere che fare una cosa sia sicuramente un male, se il popolo vota a favore di essa si rimane nell’ambito della democrazia. Questo tipo di regime include il diritto di farsi del male. Gli esempi sono infiniti. Il più eclatante, perché sotto gli occhi di tutti, è lo sciocco entusiasmo con cui in Europa e in America si è salutata la “primavera araba” sulla base di questo semplice sillogismo: gli arabi si ribellano contro regimi autoritari perché amano essere liberi; tutti coloro che amano essere liberi sono a favore della democrazia; dunque gli arabi che si ribellano passeranno da regimi autocratici a regimi democratici.

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Sciocchezze. In Iran, ribellandosi contro un autocrate illuminato, optarono per una teocrazia bigotta e oppressiva. In Egitto, per quello che si vede, si tende a passare, democraticamente, da un’autocrazia laica, che ha sempre protetto le minoranze, a una teocrazia musulmana intollerante. In Tunisia e in Libia fino ad ora il ritorno all’autocrazia non si è visto, ma è passato troppo poco tempo. Aspettiamo. Può darsi che anche quei due popoli che si sono ribellati contro un autocrate finiranno per passare ad un altro autocrate. Nella stessa Siria, non c’è francamente da prendere posizione, soprattutto non con la risolutezza dei media occidentali. Gli Assad sono sempre stati dei dittatori a capo di un’oligarchia e la Siria è lungi dall’essere un modello di democrazia.

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Ma chi ci assicura che il popolo che si ribella a Bashir al Assad voglia realmente un governo più democratico del suo? Lo scontro è fondamentalmente tra sunniti e alawiti, non tra democratici e antidemocratici. Neanche l’Europa sfugge a questo genere di dilemmi. La Grecia vota oggi per rimanere o no nell’euro, con i sacrifici che comportano tanto la permanenza quanto l’uscita: ma chi dice che il popolo voterà per il proprio bene, ammesso che qualcuno sappia qual è? Anche in Italia del resto abbiamo una consistente percentuale dell’elettorato che è per le soluzioni drastiche e sommarie, credendo che il malato si curi meglio a colpi d’ascia che a colpi di bisturi. Il giorno in cui la fazione sensibile alla demagogia dello scontento prevalesse, e il popolo dovesse poi pagarla cara, non ci sarebbe da compiangerlo troppo. Uno dei tanti vantaggi della democrazia è che, quando il popolo si mette nei guai, poi non può darne la colpa che a sé stesso.

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È vero, c’è sempre qualcuno per il quale la colpa rimane del governo, o del Parlamento, secondo il principio che “papà avrebbe dovuto decidere bene anche se i bambini lo consigliavano male”. Ma questo è un sostanziale rifiuto dell’età adulta e della democrazia. Una tendenza ad affidarsi all’uomo forte come a un padre saggio. È vero che talvolta, come ci insegna la storia, una grande figura di statista è riuscita a salvare il proprio Paese facendolo deviare dalla strada che aveva intrapreso e convincendolo che la salvezza stava da un’altra parte. Atatürk è un eccellente esempio di questo caso. Ma non si può pretendere che il destino invii un Atatürk ad ogni popolo in difficoltà. Sono i cittadini che hanno il dovere di interessarsi di politica e di economia: e se questo dovere non lo sentono, poi non si lamentino delle scelte sbagliate che avranno fatto.

Decoraz. - Stella gif - 0 Per esempio, se gli italiani tanto di destra quanto di sinistra sono arrabbiatamente conservatori, e vogliono che nulla mai cambi, poi non devono lamentarsi del fatto che non si attuino le riforme. Il cardinale Bellarmino ci rappresenta certamente meglio di Galileo Galilei.”.

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Questo è l’articolo. Un po’ datato per quanto riguarda Tunisia, Libia, Grecia, e anche Italia, se vogliamo. Ma i temi rimangono fondamentalmente quelli enucleati. Dunque, democrazia sì o no. Io direi, per stimolare il dialogo, che la democrazia è cosa buona e giusta ma che i suoi contenuti devono essere passati ad un vaglio costante da parte dei cittadini. A meno che vogliamo disinteressarcene, ciò che consigliano in pochi ma attuano, mi sembra , in tanti. I dati sull’assenteismo alle elezioni stanno a dimostrarlo. Così come la crisi dei partiti. Mah, dialoghiamo fra noi. Vi va?

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Beautiful dreamer - Orchestra Mantovani


COMMENTI

  1. il 07 maggio, 2014 lorenzo.rm dice:

    VOLETE UN MIO INCIPIT? GUAI SE NON C’è CONCORDANZA FRA DEMOCRAZIA E BENE DEL POPOLO. POTREBBE RIPRODURSI LA FAVOLA DEL BUON DITTATORE.

  2. il 07 maggio, 2014 Giulio Salvatori dice:

    Lorenzo, sai benissimo che la nostra Costituzione è la più bella del mondo.Guarda il primo articolo. L’Italia è una Republica Democratica fondata sul lavoro .Ogni cittadino è uguale di fronte alla Legge…Ma ti rendi conto come hanno strappato il Tricolore questi governanti ? Tutti !Eppure, dobbiamo riappropriarci dei sani principi che formano la Democrazia. Dobbiamo munirci della scopa che pulisce in profondità questo Stivale meraviglioso.E qui mi pongo una domanda:- ce la faremo ? Una volta, quando nelle famiglie si faceva l’aceto, si prendeva un pezzettino di “madre” dal fondo del vecchio fiasco e si metteva in quello nuovo riempito di vino, e con il tempo si formava l’aceto. Dirai che sono pazzo ? No Amico Lorenzo, finchè avremo nell’ombra manovre che non vogliono sparire dalla poltrona della politica, si formeranno tini di aceto che arresteranno la Democrazia .

  3. il 07 maggio, 2014 Giuseppe3.ca dice:

    La massa si è dimostrata sempre pecorona e la storia insegna che i popoli hanno sempre avuto bisogno di un uomo guida, pronti a seguirlo nel bene o nel male, ignari del loro stesso destino. Nei regimi di dittatura non è possibile cambiare se con una rivoluzione, a volte anche sanguinosa, mentre in democrazia si fa una scelta con il voto, con la convinzione che sia la scelta giusta, salvo poi a pentirsi il giorno dopo, scoprendo l’inganno o la presa in giro dell’uomo politico in grande auge. A fronte di questo scenario subentra la delusione e si perde la fiducia nella democrazia con il risultato logico e dimostrato dell’assenteismo al voto. A quel punto i tempi sono maturi per gli urlatori di turno che si improvvisano salvatori della Patria e che hanno buona presa nella massa. Fanno il loro gioco, non risolvono niente ma maturano diritti e favolose prebende che la massa non può neppure immaginare. Passato il momento, tutto ritorna come prima per un altro giro di valzer…. e la vita continua.
    Scusate, ma un pò di allegorica ironia, non guasta.

  4. il 07 maggio, 2014 lorenzo.rm dice:

    Giulio, questa attuale mi sembra la parodia della democrazia, con in più la crescente personalizzazione della politica. Prima c’erano i partiti e,forse, una sovrabbondanza di organi e di pronunciamenti. Ora basta il leader a proporre e tutti che seguono. Ma se sbagliasse? Tutti giù per terra.

  5. il 07 maggio, 2014 lorenzo.rm dice:

    Pino, come potrei non accettare la tua sana ironia? Prendiamoci tranquillamente in giro. Ma non dobbiamo toccare i principi di fondo, sennò andiamo tutti a ramengo e dissipiamo il patrimonio di idealità e di strutture che i nostri Padri hanno costruito per noi. Poi tutti parlano di giovani da aiutare. Ma se stiamo disperdendo le cose buone che avevamo fatto.

  6. il 07 maggio, 2014 franco muzzioli dice:

    Cantava Gaber sulla libertà che è la spina dorsale della dempcrazia….” La libertà non è star sopra un albero, non è neanche il volo di un moscone , la libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione” …Ecco ….la partecipazione…col voto , con l’interesse per la politica, col non farsi analgamare con proteste “intestinali” incantati da demagoghi populisti.
    Nell’articolo si legge …” quando il popolo si mette nei guai , poi non può dare che la colpa a se stesso”…
    Giustissimo…ma da che cosa è formato il popolo?
    Da individui ! Quando questi smettono di pensare con la propria testa , quando gridano in coro uno slogan che prende più la pancia che il cervello , quando seguono l’uomo forte che pensa per loro …quello è il popolo con la p minuscola…e quello non è espressione di democrazia.

  7. il 07 maggio, 2014 NEMBO dice:

    Si Lorenzo da quando Gianni Pardo ha scritto l’articolo tante cose sono cambiate, però rimane e rimarrà sempre una cosa che il Popolo è sovrano sempre,la democrazia inizia dal basso,ed è quella nella quale governano e decidono gli eletti dal popolo con carica temporanea e responsabile e, non come ora, la democrazia è la fonte di ogni potere sovrano, in ogni ordinamento. Mi ha colpito la frase di Giulio parlando del tricolore e, tu sai Lorenzo cosa significa per me il tricolore…il tricolore non è solo un simbolo, nella bandiera si trova l’identità di un popolo, la sua eguaglianza, frattellanza, giustizia, vessillo di libertà concquistata da un popolo che ha difeso i propri valori. leggo arrabbiatamente conservatori e vogliono che mai cambi nulla…non è vero, abbiamo una grande arma che si chiama ” voto elettorale” anche questa è democrazia, La crisi del’Italia come più volte ho scritto, è una crisi di sistema U.E. compresa, che si supera solo con un cambiamento profondo e coraggioso, il primo passo di questo cambiamento è quello di tornare ad essere una comunità nazionale, consapevole delle proprie radici e padrona del proprio destino e non farceelo imporre, recupero della sovranità dell’Italia in Europa e superamento degli effetti recessivi dell’euro. Nel mondo globalizzato le culture latine sono subalterne, quella Italiana se si va avanti così sara in via di estinzione, la debolezza di questi non politici senza menzionare i colori,-tutti-, ci hanno portato alla debolezza dell’Italia, infatti, non hanno dato nessuna libertà in più alle persone e alle famiglie, ma solo massacri con le varie tasse, aprendo le porte alle prepotenza e all’arbitrio dei poteri forti che tu sai lorenzo senza che le scriva, di altri interessi nazionali, di oscuri progetti di egenomia e di dominio verso la classe debole. La crisi dello Stato nazionale non ha dato più spazio alle autonomie locali-provinciali-regionali- o alla società civile ma ha aperto la porta alla crescita dell’illegalità e della criminalità organizzata es.(vedi domenica allo stadio fotocopia di Stato-Mafia) ma stiamo scherzando? Tutto questo è causa della malattia italiana del’individualismo, ha permesso agli ineressi particolari, più o meno leggittimi, dei nostri politici a divorare il bene comune. Concludo e mi scuso per essermi divulgato…ma andrei avanti ancora…il nostro compito, la nostra missione, è tentare di far rinascere l’Italia, per fare questo bisogna riginerarla con una nuova cultura di identità per essere credibili nella competittività e solidarietà di partecipazione, perchè vedo e sento che non ci sono più i valori umani quelli veri e, non quelli che fanno bla-bla. Una citazione: Gli uomini che ci hanno governato e che ci governano ora, non meritano i nostri sacrifici; ma la Patria oggi è in pericolo, li merita tutti, gli uomini passano, la patria resta! Papa Giovanni XXIII( parole scritte tempo fa ma sempre attuali).

  8. il 07 maggio, 2014 lorenzo.rm dice:

    Sì, Franco, il sale della democrazia, la sua linfa vitale, è la partecipazione del popolo.E quando il popolo manifesta un sempre più crescente distacco da chi lo rappresenta, vuol dire che essa non funziona. Oggi, in Italia, si fa presto a dire che non funziona. Sorge allora la seconda domanda: perché? Non è il caso di farla funzionare invece di far finta di niente? E qui cade l’asino: mettiamoci in testa che sono in molti a non fare gli interessi del popolo ma i propri interessi: che scialacquano, rubano, fanno guadagni stratosferici alle spalle di chi sta sempre peggio. A questo punto il cerchio si chiude con i sacrifici da richiedere. A chi? Sempre al popolo, perdinci. Mi rendo conto che oggi chi parla come me può essere tacciato di qualunquismo. Perché l’ultima botta data alla democrazia è che quando si entra fra i contestatori si è annoverati fra i pazzi o i qualunquisti.

  9. il 07 maggio, 2014 lorenzo.rm dice:

    Sì, Nembo, da quando Gianni Pardo ha scritto l’articolo le cose sono notevolmente peggiorate. Tutte ciò che hai scritto è vero e lo condivido. E prima di tutto la riconosciuta necessità di essere rappresentativi della comunità nazionale in tutte le strutture, interne ed internazionali. E di essere rappresentativi nelle istituzioni. Oggi c’è chi fa indagini su chi comanda in Italia e si risponde mestamente che non sembra comandare nessuno. Ma in realtà non è così. Comandano i più forti, che non rispondono a nessuno e fanno i loro interessi. Eppure ne sono successe di novità negli ultimi tempi. ma sempre a dispetto o contro la democrazia. Basti dire che abbiamo un Presidente della Repubblica che sta a capo della nazione per mancanza di alternative, e un Presidente del Consiglio non votato da nessuno e tenuto a quel posto da accordi cosiddetti politici che hanno sempre più il sapore dell’inciucio.

  10. il 07 maggio, 2014 franco muzzioli dice:

    Lorenzo è giusto contestare , anzi proprio il dissenso è il sale della democrazia , guai ai popoli che parlano un linguaggio unico, normalmente imposto dall’alto.
    E’ proprio questo che mi fa paura , gli sfascisti condotti per mano , i contestatori a senso unico ,i rivoluzionari con un unica parola d’ordine ….e se hai un ciccinino d’idea diversa……via …fora dai baal !

  11. il 07 maggio, 2014 alba morsilli dice:

    Parole di Sandro Pertini
    Alla più perfetta delle dittature preferisco sempre la più imperfetta delle demograzie. la demograzia a menti superficiali possono apparire disordinate. La dittature invece appaiano sempre ordinate ma è l’ordine delle gallere, il silenzio dei cimiteri.

  12. il 08 maggio, 2014 lorenzo.rm dice:

    Sono d’accordissimo con te, Franco. Non può esserci disputa fra di noi sui principi. Quindi: Viva la democrazia! Ma stiamo attenti ai profittatori che si ammantano di democrazia per fare i fatti loro. E ciò vale, sia al livello individuale che di organizzazioni.

  13. il 08 maggio, 2014 lorenzo.rm dice:

    Ti abbraccio, Alba. Come non concordare con Sandro Pertini?

  14. il 08 maggio, 2014 lorenzo.rm dice:

    E, a proposito del grande Sandro, mi piace ricordare il binomio che Lui riteneva indispensabile: libertà e giustizia sociale.Sono i cardini della democrazia.

  15. il 08 maggio, 2014 marc52 dice:

    La democrazia (dal greco δῆμος (demo): popolo e κράτος (cràtos): potere) etimologicamente significa “governo del popolo”, ovvero sistema di governo in cui la sovranità è esercitata, direttamente o indirettamente, dall’insieme dei cittadini. Possiamo dire che ogni Nazione occidentale, oggi vive in apparente democrazia, magari con una costituzione diversa. La nostra democrazia parlamentare, può essere anche strutturata bene ma… quello che la rovina (vedi legge elettorale) è la politica, con leggi che non seguono tanto la nostra costituzione. Si potrebbe indubbiamente migliorare o perlomeno aggiornare. Sora un ventennio che se ne parla ma… di fatto i nostri politici bisogna dire che non ci si sono impegnati molto. Dediti ad interessi personali, o di lobby. Non sono per le democrazie di tipo presidenziali per noi latini diventerebbero delle dittature(ne abbiamo avuto triste esperienza). Mi potrebbe andare bene una democrazia presidenziale, sul modello americano (loro sono però anglosassoni altra mentalità), poi… con due mandati di 4 anni, dopo a casa, senza più nessuno incarico legislativo. Un continuo riciclaggio con un senato che vigila. Il massimo per me (ho scritto un articoletto), sono le democrazie nordiche! Svezia, Danimarca. Norvegia etc. Sono dette le democrazie del benessere dove non solo il popolo è sovrano ma tali democrazia hanno creato uguaglianza economica il capitale è ben distribuito non esisto i ricchissimi o i poverissimi ma una “media borghesia economica.” come scritto sul articoletto il ricco pagando troppe tasse non ha interesse ad accumulare ricchezza una società occidentale è tanto più democratica quanto più tende a salvaguardare e a incrementare il Benessere Interno Lordo (BIL) dei cittadini. I servizi ai cittadini , l’efficienza burocratica, il bene pubblico è ottimale. Però… Sono paesi distanti molto da noi, con cultura, storia, tradizioni ,mentalità, diversa. Accontentiamo della nostra sgangherata(per colpa dei politici) democrazia, sperando che passino i tempi duri e il benessere economico sia meglio distribuito con un bonifica purificatrice della nostra casta.

  16. il 08 maggio, 2014 gianna dice:

    LOrenzo, sono molto d’accordo con Alba Morsilli, ma anche con molti, altri ricordava “Sandro Pertini” era davvero un grande uomo ,sarebbe stato un esempio oggi ma purtroppo lo possiamo solo ricordare.

  17. il 08 maggio, 2014 renatto38.mi dice:

    Una sola domanda a tutti :
    Vi sembra democrazia avere cambiato ben due volte i nostri governanti SENZA avere interpellato il popolo?
    Per me è DITTATURA

  18. il 08 maggio, 2014 franco muzzioli dice:

    Ho avuto il previlegio di incontrare al Quirinale Sandro Pertini e di stringergli la mano…..quando lo ricordo sento una forte ripulsa verso certi politici di oggi e ricordo con rimpianto questi grandi uomini che ci hanno regalato libertà e democrazia

  19. il 08 maggio, 2014 lorenzo.rm dice:

    Grazie, Mario. I tuoi post sono sempre informatissimi e aiutano ad approfondire gli argomenti.Certo, le democrazie hanno connotati diversi nel mondo e su qualcuna si può avere qualche legittimo dubbio. Sulla nostra, molti dicono che c’è stato un progressivo peggioramento e questo è alla luce del sole. Tuttavia, concordo sul fatto di difenderla e non accettare l’idea del dittatore “buono”, come molti in realtà desidererebbero.

  20. il 08 maggio, 2014 lorenzo.rm dice:

    Quanto a Pertini, opportunamente elogiato da Franco Muzzioli e Gianna, devo dire che la sua semplicità schiva, il suo parlare chiaro, la sua schiettezza sono rimasti inimitati nel tempo. Ce ne fossero come Lui.

  21. il 08 maggio, 2014 giovanna3.rm dice:

    Chi ha reso la nostra democrazia tanto debole e precaria e perché sta attraversando una crisi tanto profonda? E a chi dobbiamo attribuire il disamore degli italiani verso la politica?
    La nostra classe dirigente ha, senza dubbio, le colpe maggiori per aver gestito per lunghi anni il nostro Paese in modo indecoroso, ma anche noi cittadini abbiamo fatto la nostra parte. Abbiamo gettato alle ortiche la volontà di partecipazione alla nostra vita politica, affidandola interamente ai responsabili politici. Non abbiamo compiuto il nostro dovere, di vegliare, partecipare, intervenire su tutto ciò che, man mano, si andava deteriorando o su diritti che venivano annullati.
    Abiamo ora una legge elettorale – e non so se sia già stata completamente definita – che grida vendetta! In passato, almeno, si sceglievano i candidati al parlamento, con i quali, in seguito, si poteva discutere, qualora non avessero rispettato il loto programma elettorale, in ogni caso era possibile intervenire e sollecitarli. Abbiamo il maggior numero di Parlamentari di tutti i Paesi europei, tra deputati e senatori. I loro compensi sono scandalosi, rispetto a quelli dei loro colleghi, e non solo europei! La nostra burocrazia è la più farraginosa, lenta e assurda del pianeta, ma nulla o quasi è stato fatto per modificarla e snellirla. Per non parlare della vita giudiziaria e dei suoi interminabili iter. Mi sembra inutile continuare ad elencare i fattori negativi che regnano nel nostro Paese. Tutte queste mancate riforme hanno, senza alcun dubbio, scosso profondamentre il nostro sistema democratico.
    Perché possa di nuovo funzionare in modo adeguato è necessario metter mano al più presto a quelle riforme non più rinviabili, pena l’ulteriore dissoluzione della nostra democrazia.

    Quanto manca Sandro Pertini, anche a me, che bella persona!

  22. il 08 maggio, 2014 marc52 dice:

    Tutto vero giovanna,bel commento!!!!!!

  23. il 09 maggio, 2014 lorenzo.rm dice:

    Bello, Giovanna, il tuo intervento. Bello e appassionato. Purtroppo siamo sempre alla diagnosi e mai alla cura. Osservo che le riforme che ci propongono sono inadeguate ad una ripresa della democrazia, anzi sono poco democratiche e continuo a ritenere che, se ci fossero stati altri tipi di oppositori al sistema, anche se poco democratici, saremmo caduti nelle loro mani. O ci siamo già?

  24. il 09 maggio, 2014 lorenzo.rm dice:

    Il parere di Renatto mi induce ad essere, nella sostanza, d’accordo con lui. Abbiamo sfasciato la democeazia prima di ricostruirla?

  25. il 09 maggio, 2014 elisabetta8.mi dice:

    La nostra costituzione è fondata,sul lavoro ,dignita’ e liberta’,,cose fondamentale x un paese,,,Ma ho paura che i sgnori politici facciano molta fatica a concepire o leggono male questa nostra costituzione,,,e questo è un male x tutti,,l’articolo è molto interessante e meriterebbe un commento molto piu’ profando,,ma nn sono all’atezza di poterlo fare,,ho visto con molto piacere altri che lo anno fatto molto bene ,,,,ringrazio tutti x questo,,,,

  26. il 10 maggio, 2014 lorenzo.rm dice:

    Grazie a te, Eli. E’ davvero netta e diffusa la sensazione nel Paese che ci sia una netta differenza fra cuò che è scritto nella nostra Costituzione e ciò che si fa correntemente. Di questo passo addio democrazia, nei cuori e nelle menti dei cittadini.


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