Per la prima volta a Roma, è stata allestita, alle Scuderie del Quirinale, una mostra dedicata alla più famosa pittrice messicana del ‘900, Frida Kahlo, che durerà fino al 31 Agosto 2014. Invito caldamente tutti coloro che ne avessero l’opportunità a visitare l’importante e ricca esposizione. Questa è la e ragione per la quale ho voluto ripercorrere la vita artistica di questa straordinaria pittrice, la cui esistenza è stata segnata da svariati eventi drammatici. Fu, tuttavia, la sua grande forza morale, il coraggio e la volontà eccezionali, che la portarono a dipingere fino agli ultimi giorni della sua vita. Vi mostrerò, quindi, alcune delle sue opere maggiori, che potrete ammirare direttamente alla già citata mostra.
Le due Frida
Alla fine del 1990, negli Stati Uniti scoppiò e si impose improvvisamente la “bomba Frida” . New York fu tappezzata in ogni suo angolo di manifesti, che raffiguravano le sue opere variopinte e carnali. Le mostre di Frida Kahlo si susseguirono. Un suo autoritratto venne venduto da Sotheby’s per oltre un milione e mezzo di dollari. I giornali di tutto il mondo parlarono di lei: “la grande Frida”, “la nuova regina di New York”, l’ “artista degli anni ’90″. Le sue opere destarono grande interesse, alcune delle quali erano sconvolgenti.
Autoritratto con corona di spine
Ma chi era veramente Frida Kahlo e perché si parlò tanto di lei? Di se stessa diceva: “Pensavano che fossi una surrealista, ma non lo ero. Non ho mai dipinto sogni. Ho dipinto la mia realtà”. La realtà di una donna dalla bellezza magnetica e strana, piccola e fiera come un personaggio uscito dalla penna di Garcia Màrquez.
Il Sole e la vita
Ma esplose in questa frase la sua istintiva ambiguità, la sua doppiezza e le contraddizioni che l’hanno segnata; perché se è vero che la sua vita le ha riservato sofferenze atroci è altrettanto vero che su questo tormento Frida ha costruito il suo personaggio, aiutata sicuramente dalla sua fortissima personalità e da un anticonformismo e una ribellione alle regole, quasi genetici. Frida era doppia: era lei e la sua immagine; non a caso quando si ritraeva dipingeva se stessa in posa in uno specchio.
My nurse and I
Frida Kahlo nacque nel 1907 in un sobborgo di Città del Messico, Coyoacàn, alla vigilia della rivoluzione. Suo padre, Wilhelm Kahlo, a cui fu molto legata affettivamente, era un simpatico ungherese, ebreo, amante della letteratura e della musica. Sua madre, Matilde Calderon y Gonzales, figlia di una messicana e di un indios, era nata a Oaxaca, antichissima città azteca. Ancora bambina contrasse la poliomelite e si vide costretta ad una lunga convalescenza. La gamba destra, da quel momento, rimase più corta dell’altra e soggetta a frequenti dolori.
Il Cervo ferito
Nel 1920 entrò a far parte della gioventù comunista, e nel 1922 frequentò la Scuola Nazionale Preparatoria a Città del Messico. La sua vita di studentessa prese una piega inaspettata nel 1925, a diciotto anni, quando si vide coinvolta in uno spaventoso incidente. L'autobus su cui viaggiava venne investito da un tram e il corpo adolescente di Frida Kahlo fu colpito gravemente: il corrimano le trapassò l'addome, ledendo la colonna vertebrale, la pelvi e l'utero. La sua vita fu un calvario di sofferenze fisiche e morali.
La convalescenza la costrinse a letto per lungo tempo, e fu proprio in questo periodo che affiorò la sua smania di dipingere. Nel settebre 1926 creò il suo primo autoritratto a olio.
Autoritratto - Sofferenze e passione
Nel 1928 la sua cerchia di amici si ampliò. La pittrice messicana conobbe, infatti, la fotografa Tina Modotti e il rivoluzionario Julio Antonio Mella. Avvennero anche diversi incontri con il pittore muralista Diego Rivera, con il quale si sposò il 21 agosto 1929. Rivera era un uomo alto, grasso, imponente, che andava in giro con dei vecchi pantaloni, una camicia stinta, un cappello comprato chissà quando, aveva un temperamento geniale, allegro, irruento, famoso per essere un grande conquistatore di donne bellissime e un comunista appassionato. Frida al terzo mese di gravidanza subì il suo primo aborto.Tutto ad un tratto da artista per pochi cultori diventò un mito internazionale, quasi un feticcio. Il mondo del glamour impazziva per lei; era considerata una delle venti donne più amate dalle ragazze americane.
Natura morta con colomba
Frida nel 1930 andò a vivere negli Stati Uniti, a seguito di un invito fatto a Diego Rivera di dipingere murales in California. Qui i suoi orizzonti estetici si allargarono e si arricchirono notevolmente. I coniugi Rivera ritornarono in Messico nel 1931, ma solo per un breve periodo, e a novembre di quello stesso anno ripartirono alla volta di New York. Il Messico le mancava, e per questo cominciò ad attaccare i valori e lo stile di vita degli statunitensi. Questo suo rifiuto la indusse a dipingere "Autoritratto tra Messico e Stati Uniti".
Autoritratto al confine con il Messico e Stati Uniti
Con questo dipinto Frida evidenziò il suo atteggiamento ambivalente nei confronti del «paese dei gringo». Vestita di un elegante abito color rosa e con la bandierina messicana in mano, si collocò in piedi su un piedistallo, come una statua, davanti a un mondo scisso in due parti: quella messicana, ricca di storia, segnata dalle forze della natura e dal ciclo di vita naturale e quella nordamericana, morta, dominata dalla tecnica. Diego Rivera ebbe una relazione adulterina con la sorella più piccola di Frida, e quest'ultima, ferita dal tradimento, decise di lasciare il marito. Un mese più tardi tornò a vivere con Rivera e insieme accolsero Lev Trotzkij come rifugiato politico. Pur non aderendo mai al trotzkijsmo la coscienza politica di Frida si accentuò.
Tra le tendine
A seguito della sua vicenda amorosa con Trotzkij, Frida gli regalò l'autoritratto "Tra le tendine". Cominciò da qui, per Frida Kahlo, il periodo più prolifico della sua creatività artistica, destinato a prolungarsi fino alla metà degli anni '40. Nel 1938 incominciò a vendere quadri, e ricevette la proposta per la sua prima personale alla galleria Julien Levy di New York. Nel 1939 fece rotta in Francia dall'amica Jacline Lamba, dove poi contrasse un'infezione renale che la obbligò a ricoverarsi.
Io e i miei pappagalli
Espose nell'ambito della mostra "Mexique" di Andrè Breton, e venne introdotta nell'avanguardia artistica del surrealismo. “La sua arte è un nastro attorno ad una bomba”, sosteneva Bréton con ammirazione. Picasso diceva a Rivera: ”Né Derein, né tu, né io sappiamo dipingere una testa come Frida Kahlo”. Il medesimo interesse esprimevano per lei Kandinskij, Duchamp, Mirò.
Radici
Frida dipinse ossessivamente autoritratti e nature morte sensuali, visionarie e antropomorfiche, o inquietanti rivisitazioni delle sue sofferenze e delle sue cicatrici. A chi le chiese perché ritraesse soprattutto se stessa rispose: " Dipingo me stessa perché trascorro molto tempo da sola e perché sono il soggetto che conosco meglio ". Un’autobiografia per immagini all’insegna di “un narcisismo trionfante come un carnevale”
Autoritratto e letto
Decise di separarsi definitivamente dal marito, ma poco più di un anno dopo si sposò, in seconde nozze, con Diego Rivera. Dopo diverse esposizioni, ricevette la nomina a Professore di pittura dal Ministero dell'educazione pubblica, per insegnare alla Scuola Nazionale di Pittura, a Città del Messico. A causa dell' impossibilità di attendere al suo lavoro di docente per problemi di salute, alcuni studenti si riunivano nella sua casa a Coyoacan, e li considerò come "los Fridos".
Il coltivatore
Nel giugno del 1943 si sottopose a un intervanto chirurgico a New York e, al suo ritorno, ricevette il Premio Nazionale di pittura concesso dal Governo Messicano. Pur tormentata dall malattia e dal dolore alla gamba destra Frida continuò a dipingere. Nell’aprile del 1953 ebbe luogo l'unica personale tenuta da Frida Kahlo in Messico, alla Galleria d'Arte Contemporanea di Lola Alvarez Bravo. La pittrice assistette all'inagurazione sdraiata su una barella.
Natura morta. Viva la vida
Dopo l'amputazione della gamba destra e un periodo di forte depressione, riprendendo i pennelli dipinse le sue ultime opere, tra cui "Natura morta – Viva la vita”. Morì il 13 luglio 1954. La vita e le opere della pittrice messicana Frida Kahlo continuano ad esercitare un grandissimo fascino artistico e un forte impatto emotivo. Molto probabilmente questa donna coraggiosa sarà ricordata nei tempi a venire come la più grande pittrice del Novecento.
PASSA IL TEMPO....
Le lancette della vita ... scorrono nella perfetta sincronizzazione dei secondi....
e ad ogni movimento del tempo....nulla sara mai come prima....
E anche se non potrò vederti, parlarti, ascoltarti ....in questo presente....
Ti vedrò , ti parlerò, ti ascolterò nei secondi di tempo che ho fermato nel mio cuore.....
m.d