PRESENTO UNO DEI SITI DEL BLOG DELLE DONNE (www.retedelledonne.org) IN MERITO A DONNE E POLITICA. SI CHIAMA:
Curcuma
Il sito pone una domanda provocatoria: oggi lapolitica è fatta al 70% da uomini e solo al 30% da donne, e se fosse il contrario? Se fosse questo il cambiamento necessario per far volare alto l’Italia e migliorare la condizione di tutti noi?
Questa è la domanda che si è posta un’imprenditrice marchigiana, profondamente preoccupata per le sorti del proprio paese: l’Italia va a rotoli, bisogna cercare una via d’uscita, percorrere nuove strade per ottenere risultati migliori.
La politica italiana, oggi come ieri, è fatta di uomini: in parlamento le donne siedono solo sul 30% degli scranni, contro una presenza maschile pari al 70%, e nelle amministrazioni locali la situazione non è diversa. Non è mai stata sperimentata prima una partecipazione politica con numeri che sono l’esatto contrario di quelli attuali: un ribaltamento di prospettive che potrebbe, forse, ribaltare anche la condizione, non bella, dell’Italia.
Questo sito nasce dunque per sapere se gli italiani avrebbero fiducia in un parlamento in cui le proporzioni fossero ribaltate. Nasce: integrato con i principali social network, chiede a tutti gli italiani di esprimere la propria opinione a riguardo.
All’indirizzo www.lascommessadelcontrario.com è possibile rispondere, con un solo click, alla domanda “Voteresti un partito politico così composto?” (70% donne - 30% uomini), oltre che lasciare un commento e partecipare al dibattito. Qui la pagina fb: https://www.facebook.com/lascommessadelcontrario
Da sempre attento ai problemi femminili, considero gli stessi alla stregua non di una separatezza o, peggio, di una imitazione dell’uomo da parte delle donne, ma dell’attribuzione alle donne di un loro specifico “spazio” basato sulla loro intelligenza e sensibilità. E’ l’uovo di Colombo? Proviamoci per davvero. E, intanto, parliamone fra di noi se vi va.
Giovanni Marradi - Just for you
COMMENTI
il 21 maggio, 2014 anna b. dice:
Lorenzo, direi che 70% di donne, non sarebbe comunque equilibrato, mi accontenterei di un 50%, forse le cose potrebbero funzionare meglio, hai posteri l’ardua sentenza.
Anna B.
il 21 maggio, 2014 sandra vi dice:
No anna sono d’accordo ,un 70% non sarebbe equilibrato.ma anche il 50% ,non lo vedrei opportuno ,mi basterebbe invece arrivare al 51%e potrei manovrare bene .Un grazie a Giovanna per il videoe Marradi
il 22 maggio, 2014 giovanna3rm dice:
L’articolo che Lorenzo ci propone è interessante e, senz’altro, intrigante. L’attuale presenza femminile nelle varie istituzioni politiche consiste nel 30%, rispetto al 70% maschile. Sarebbe sicuramente epocale una sterzata che invertisse i termini appena indicati. D’altra parte, una conduzione a maggioranza femminile sarebbe proprio da sperimentare. Dal mio punto di vista, sempre che le donne facciano uso in maniera totale della loro diversità, cercando soprattutto di non imitare gli uomini, potrebbero compiere delle grandi trasformazioni. Tutto ciò, considerando la particolare sensibilità, capacità e forza femminili di occuparsi contemporaneamente di diversi problemi generali, quali la gestione familiare, dei figli, dei genitori e del proprio lavoro, in casa e fuori. Non c’è dubbio che dovrebbero recuperare secoli di “dominazione” maschile, e questo non rappresenta un percorso completamente tranquillo. Anche perché non regalerebbero loro nulla, anzi, dovrebbero, come sempre, impegnarsi molte volte più degli uomini per le medesime opportunità.
Certo è che l’obiettivo femminile non dovrebbe mai perseguire lo sfruttamento dei paesi in difficoltà, l’accumulo sfrenato di beni e proprietà a discapito dei più indigenti, aborrire la violenza espressa in qualunque forma, il razzismo e fare di tutto per bloccare gli attriti e le guerre fra popoli.
Per gli aspetti sociali si dovrebbe far riferimento ai paesi Scandinavi che hanno studiato e messo in pratica le forme migliori per i cittadini.
Mi fermo qui, perché, il mio pensiero andrebbe molto lontano, per tutto ciò che riguarda i diritti civili, le scuole e l’insegnamento, il modo di interessare i cittadini alla lettura e alla musica fin dall’infanzia, il rispetto per gli animali, etc.etc.
Non vorrei tediarvi e finisco, ma sarò lieta di intervenire ancora se leggerò dei commenti che mi spingano a dialogare ulteriormente.
il 22 maggio, 2014 lorenzo.rm dice:
E’ piccola? E’ troppo grande la percentuale che il blog di donne propone per il rovesciamento della politica? La richiesta è logica, trattandosi di un rovesciamento, come dice la stessa parola. Quel che è certo è che guai ad affrontare il problema in termini soltanto numerici. Occorre un mutamento considerevole, rilevante, dei contenuti politici. E soltanto le donne possono assicurarlo. Se, però, non scimmiottano gli uomini o, peggio, rinnegano il poprio genere.
Intanto ringrazio Giovanna, Anna e Sandra. Avrò certamente modo di partecipare al dialogo.
il 22 maggio, 2014 giosue1.vi dice:
x me e un buco nell’acqua avere molte donne che ci comandano, guardiamo le donne di adesso che ci sono al governo x me nessuna e all’altezza della situazione sono li al governo non come capacità ma solo x portare voti ai partiti ,comunque se le donne sono la maggioranza dei votanti perche non si votano ?????????
il 22 maggio, 2014 marc52 dice:
Articolo interessante,70%? di donne? Perche non il 100%? non è utopia! Ma… analizziamo grazie al web una società matriarcale, ancora oggi nel mondo esistono popolazioni indigene in Asia, Africa, nelle Americhe e in Oceania, che favoriscono culture tradizionali che presentano modelli matriarcali. Questi modelli non sono solo una mera inversione del patriarcato dove le donne governano (come comunemente si crede), sono… invece società fondate sull’uguaglianza, e molte di esse sono completamente egualitarie. Sono società libere dalla dominazione, ma rese stabili da certe linee guida e da codici precisi . A livello economico le società matriarcali sono spesso società agricole, ma non esclusivamente. In base a un sistema che è identico a quello dei vincoli parentali e dei sistemi di matrimonio, i beni circolano come doni. Il vantaggio o lo svantaggio dei termini di acquisizione dei beni è mediato da linee guida sociali. Alle feste dei villaggi, i clan ricchi invitano tutti gli abitanti come loro ospiti. I membri del clan più ricco organizzano i banchetti. Le economie matriarcali possono essere definite effettivamente delle economie del dono . Questo sistema impedisce che i beni siano accumulati da un gruppo o da una persona specifica, creando così un sistema di mutuo aiuto. Evitando l’accumulazione, si mantengono in modo consapevole i principi dell’uguaglianza economica. A livello sociale, le società matriarcali sono basate sul clan. Le persone vivono insieme in grandi gruppi legati da vincoli che seguono il principio della matrilinearità, cioè la parentela in linea materna. Il nome del clan, gli onori sociali e i titoli politici sono ereditati dalle madri. Un matri-clan consiste di almeno tre generazioni di donne e di uomini ad esse imparentate. In questo modo si crea una società senza gerarchie che si concepisce come un clan esteso in cui ciascuno è “madre” o “sorella” o “fratello” di tutti. Pertanto, le società matriarcali potremmo definirle come società orizzontali, non gerarchiche, di discendenza matrilineare. La pratica politica segue il principio del consenso, che significa unanimità per ogni decisione. Al fine di attuare questo principio le società si sono ben organizzate sulla base dei vincoli del lignaggio matriarcale. La base di ogni decisione è presa da ciascuna casa del clan. Le questioni che riguardano la casa del clan sono decise dalle donne e dagli uomini mediante un processo di consenso. A livello spirituale e culturale, le società matriarcali non hanno religioni basate su un Dio maschile, trascendente e onnipotente, e tanto meno sullo Spirito Santo, contrapposto a un mondo che viene svalutato come “materia cattiva o morta”. Nelle società matriarcali la divinità è immanente in quanto il mondo intero è considerato divino, divino femminile. Ciò si esprime nella concezione diffusa dell’universo come Grande Dea, colei che ha generato ogni cosa, tra cui la terra, che come Grande Madre, produce tutto ciò che è vivente, e nella concezione secondo cui ciascuna/o è dotata di divinità. Appare sempre più evidente oggi l’importanza dei modelli matriarcali sia per le società attuali che per quelle future. I matriarcati non sono utopie astratte, costruite sulla base di concetti filosofici non attuabili, al contrario, essi sono esistiti per lunghi periodi storici giungendo sino ad oggi. I matriarcati incarnano un enorme complesso di creatività intellettuale e di esperienze pratiche, e appartengono necessariamente al retaggio delle conoscenze culturali dell’umanità. Questo cammino è definito “Politica Matriarcale”. Naturalmente non possiamo imitare le società matriarcali tradizionali, ma possiamo riceverne stimoli e visioni profonde considerando che a differenza di utopie teoriche, esse hanno vissuto per millenni. A livello culturale, la lezione delle società matriarcali consiste nell’abbandonare le religioni gerarchiche che pretendono di possedere la verità. E’ invece necessario guardare il mondo come qualcosa di sacro, amarlo e proteggerlo, poiché secondo la cultura matriarcale, tutto nel mondo è divino. Per questo la spiritualità matriarcale può nuovamente pervadere tutto e divenire parte della vita quotidiana.
Questo è il cammino verso una nuova società ugualitaria,
(Grazie alla rete, è scusate la mia filippica)
il 22 maggio, 2014 lorenzo.rm dice:
Amico Gioosué, fai bene ad avere molti dubbi sulle donne attualmente impegnate in politica. Questo tipo di donne, non solo non permette la crescita della politica ma la deprime. E si capisce bene perché. Gli schemi in cui esse operano sono sempre quelli maschilisti e di servizio.Non di rado, poi, hanno una funzione di tipo soltanto estetico e di gradevolezza ad un comando esclusivamente maschile. Ricordo una canzoncina di qualche anno fa: siamo donne, non solo gambe, ecc. E’ un fatto però che esse vengono impiegate (e già il termine dovrebbe far riflettere) con intenti decorativi. Il maschio, indiscutibilmente ed irreparabilmente comanda.
il 22 maggio, 2014 lorenzo.rm dice:
Grazie, Mario, della tua interessantissima scheda informativa, che mi auguro faccia riflettere le nostre amiche. Da tempo sono collegato con gruppi che si ispirano alla matriarché e ne constato correntemente la differenza profonda con i modelli maschilisti, basati sul risultato economico, sulla concorrenza, sul predominio, in definitiva. La donna presenta modelli e schemi mentali e di comportamento solidali e comunitari bellissimi. E’ madre per natura, e basta la parola.
il 22 maggio, 2014 lieve dice:
Mi intrigano sempre le tue considerazioni,Lorè; è bello pensare che qualcuno abbia voglia di mettersi in gioco cercando di capire come sia possibile che la donna,creatrice di vita,possa contare meno di nulla…
E’ che non siamo pronte,Lorè, non abbiamo energia a sufficienza, e d’altra parte l’energia maschile è talmente sviluppata, che per riuscire ad eguagliarci, dovremmo metterci in competizione, lavorare con le vostre armi, ragionare con il lato oscuro maschile,che rappresenta la violenza il soppruso,l’egoismo , l’orgoglio, l’odio l’arroganza la ricerca assoluta del potere, anche con la forza…
Se a queste negatività,aggiungi il lato oscuro femminile,(l’invidia, la scaltrezza,la perfidia,il caos , l’ossessione ecc.) vedi tu…..
Già ci sono troppe donne che per ottenere riconoscimento tentano di assomigliare a voi, e questo non fa altro che produrre competizione , chiusura , aumentando il vostro lato oscuro, cercando il dominio assoluto…
Forse ( e dico forse) se l’uomo non avesse paura della nostra energia, della nostra vera essenza,( che siamo costrette a reprimere) potremmo aiutarci vicendevolmente….. Saluti Lorè, un abbraccio a Giò!
il 22 maggio, 2014 franco muzzioli dice:
Quando smetteremo di considerare quote rosa o super rosa?
Quando comunceremo a giudicare gli individui…non per genere , non per tendenze sessuali , non per il colore della pelle , non per la provenienza sociale ……ma solo per il merito ?
Anche il 70% ed il 30% sono una ipocrisia……quando ,se reale , il genere femminile potrebbe coprire il 100% di un partito politico……fino a poco tempo fa era il 100% maschile.
Quindi capite che queste sono solo balordaggini…..VALE CHI VALE!
il 22 maggio, 2014 gianna dice:
Lorenzo, il tuo articolo oggi e molto interessante, un rovesciamento percentuali di uomini e donne, di voti le capacita’ di rovesciamento della politica,certe donne son forti e possono assicurare il paese,certe bhe fanno anche le belle statuine, ci sono bravissime donne nel mondo della politica con capacita,’non voglio offendere il sesso maschile, ma possiamo provare abbiamo sempre pensato che nella politica il ruolo fosse escusivo solo per i maschi, ma abbiamo visto il paese precipitare,ora direi chi nn rischia non rosica,lasciamo spazio piu’ alle donne e auguriamoci che cambi il paese in un modo migliore, oggi la donna puo’ coprire ruoli importantissimi, scusate le migliori, dunque ci rimane che votarle.
il 22 maggio, 2014 Giulio Salvatori dice:
Non mi metto a spolverare statistiche che lasciano il tempo che trovano.Quelle che aveva proposto Berlusconi…da dimenticare.Purtroppo prendono di stipendio, buona uscita , vitalizio ..(chiamatelo come volete ) sono sempre nostri soldi.Detto questo, massima fiducia nella Donna , son sicuro che farebbero molto meglio di questa ciurma di piccoli uomini.Esempio:- io in casa mi sono sempre trovato tre a uno- una costante minoranza , che ha funzionato bene.
il 22 maggio, 2014 lorenzo.rm dice:
Grazie, Lieve. Il tuo intervento mi ha fatto un immenso piacere. Prima di tutto perché, dopo un lungo silenzio, sei ricomparsa in Bosco. E poi perché hai offerto delle considerazioni che mettono, a mio parere, il dito sulla piaga. La donna non è buona a rivendicare, a fare una rivoluzione di genere, altro che negare il genere, come l’induce a fare l’uomo, il vero perfido della situazione.Caspita: Iddio li volle maschio e femmina e l’uomo ha sottomesso la sua compagna. Ma questo rappresenta il passato remotissimo. La donna, man mano, come dici, è stata soppiantata completamente, angariata, si è sottovalutato tutto quello che è capace di fare. L’uomo, d’altra parte, non vuole riconoscere che, così facendo , ha inaridito se stesso. Oggi, se vogliamo essere seri, non vuole neppure amore ma solo sesso, preferibilmente attuato con persone dello stesso suo sesso.
il 22 maggio, 2014 lorenzo.rm dice:
Franco, nel ringraziarti, devo ribadire che il “vale chi vale”, se applicato da una società in cui comanda l’uomo, il maschio, è poco più che un flebile belato. Guardiamo invece come sono posti e riconosciuti i meriti, nella concretezza delle situazioni, chi è l’arbitro e come si applicano i riconoscimenti. E continuiamo a parlare di generi, per favore: con la complicità o per l’incuria delle donne che ci stanno, si è allegramente superato il concetto della parità, delle pari opportunità, della famiglia (che è diventata allargata), ecc. ecc. ecc. Io penso che debba vergognarsi soprattutto l’uomo, che non ha più una compagna. Ci sono, naturalmente, le eccezioni, ma la degerazione sembra ormai inarrestabile.
il 22 maggio, 2014 lorenzo.rm dice:
Sì, Gianna, in questa situazione votiamo almeno le donne. Purtroppo molte di esse sono state inserite in politica con il comparaggio esclusivo dei maschi potenti, che sono certi rimarranno al loro servizio.
il 22 maggio, 2014 NEMBO dice:
Argomento di percentuali inerente al voto tra pochi giorni, perciò molto attuale e, intrigante. In Italia, il lungo camminodella donna verso la parità e la piena cittadinanza politica va dall’Unità d’Italia ai giorni nostri, ovvero della conquista del diritto del voto inanzitutto alle più recenti politiche di pari opportunità. Fatta questa premessa, si può dire che ancora oggi si considera l’uomo il leggittimo protagonista della gestione dell’ente pubblico, e dello Stato, risiedono ancora molti ostacoli che rendono meno visibile l’accesso delle donne nelle istituzioni ed è quindi necessario azioni più positive svolte dei vari partiti per favorire la candidatura e l’elezione della donna, più sostegno in campagna elettorale, rendendola così più visibile agli elettori, è difficile, ma è l’unica maniera per dare fiducia e, per parificare le percentuali, anche se personalmente non c’è percentuale che faccia buona politica ma, capacità, cooerenza, intuzione, ideali, e lavorare per il proprio popolo che è la fonte di ogni potere sovranoin ogni ordinamento. La politica è lo specchio della società
il 22 maggio, 2014 lorenzo.rm dice:
Grazie, Giulio. Anch’io mi sono trovato sempre bene, dentro e fuori casa, con le donne. Rapporto franco, leale, da veri amici. Con il rispetto che si deve ad eguali: maschi e femmine. Se poi qualcuno mi vuole domandare chi è il genere migliore dico indiscutibilmente DONNA.
il 22 maggio, 2014 lorenzo.rm dice:
E dunque, amico Nembo, evviva le donne. Sosteniamole con tutti i mezzi, anche se in molte di esse troviamo nell’uomo di turno l’occulto regista.
il 22 maggio, 2014 franco muzzioli dice:
E’ chiaro caro Lorenzo che dobbiamo superare la disuguaglianza di genere come prima cosa, ma anche quella di razza, di estrazione sociale . Quanti figli maschi o femmine di primari, diventano primari, quanti figlie o figli di notai diventano notai ecc.ecc.
il 22 maggio, 2014 giosue1.vi dice:
grazie lorenzo io vivo in un paese femminista con sindaco una donna , diciamo abbastanza giovane , la prima cosa che e entrata si e aumentata la paga e in 5 anni non a fatto nulla al paese x me va bene cosi ????
il 22 maggio, 2014 lorenzo.rm dice:
D’accordo, Franco. Sono con te per il superamento di tutte le discriminazioni, non solo di quelle di genere.
il 22 maggio, 2014 lorenzo.rm dice:
Caro Giosué, no, non va bene così. La tua sindaca ha applicato lo schema consueto del magna-magna.
il 22 maggio, 2014 Giuseppe3.ca dice:
Fintanto che si vorrà imporre la presenza femminile nelle sedi di comando e di potere con percenutali precostituite (minimo 30%//70% con proposte di ribaltamento al 70%//30%) non si arriverà mai ad una verà parità di genere e ad un vero riconoscimento dei meriti individuali. Affidiamoci alla selezione naturale, come in natura, e vinca il migliore. Sono d’accordo nel combattere i soprusi, quando ci sono, ma dimostrando sempre il proprio valore, maschile o femminile che sia ma gareggiando alla pari, indipendentemente dal genere. La storia ci ha dato esempi di Grandi Donne e, parallelamente Grandi Uomini che si sono messi in luce per le loro capacità, senza essere in competizione tra loro.
il 23 maggio, 2014 lorenzo.rm dice:
Nella vita pratica, Giuseppe, hai perfettamente ragione. Anche se non parlerei di competizione ma di collaborazione, ricordando, da cristiano, che Dio non ha creato i generi a caso.
il 24 maggio, 2014 marc52 dice:
IN ITALIA NEL 2005 SON STATI CENSITI 28.526.888 MASCHI, 30.224.823 DONNE,PER UN TOTALE DI POPOLAZIONE DI 58.751.711 100.0. Fanno la differenza 1.800.000 mila donne all’incirca, dai 16 anni (il numero delle 16 anni è esiguo), ai 65 anni è più. Se i numeri fanno la differenza? Se le donne votassero per delle rappresentanti femminili? si supererebbe il 60 % Ma vivendo in un società maschilista dove le rappresentanti femminili sono delle gregarie dei politici maschi, dove sono elette solo per le loro qualità femminile e non per il loro cervello da politici furbi e “conquistatori, di seggi” Ecco che siamo qui ancora a parlare in Italia di quote rosa. Dove in paesi come quelli scandinavi, le proporzioni sono molto più favorevoli alle donne. Non ci piove, l’Italia è un paese latino e come tutti i paesi latini, l’uomo, il maschio, la fa ancora da padrone.
il 24 maggio, 2014 giuseppe57 dice:
io non parlerei,mai di percentuale per ricoprire un deterrmiato incarico,pubblico privato o politico, ma soprattutto di capacità inerernti al lavoro da svolgere nellincarico chiamato a ricoprire,quindi possono essere piu uomini o piu donne.quesdta è la mia opinione.
il 24 maggio, 2014 marc52 dice:
Certamente Giuseppe 57, questo dovrebbe valere in tutte le cose anche nella scelta di un politico di un’ Operaio di un’ Ingegnere, di un Professore, etc. Ma… qui in Italia sai che è un po’ il paese dei raccomandati dei campioni (anche se disonesti) e dei gregari. Guarda in parlamento se non sono sempre i capoccioni a decidere? Gli altri deputati che non conosciamo neanche, votano secondo direttive dei più noti. Figurati con le donne! In Italia non prevale la meritocrazia come tu vorresti che fosse.
il 24 maggio, 2014 lorenzo.rm dice:
Mario, ti ringrazio per il tuo nuovo intervento. La situazione è esattamente come la descrivi. Basta essere semplicemente in buona fede per ritenere che le condizioni per un miglioramento reale e concreto del genere femminile, e lo sottolineo, consistano nell’incremento del peso e dell’importanza delle donne, in tutti i campi in cui esse sono impegnate: dalla scuola, alla famiglia, nel lavoro, nel volontariato, ecc. ecc. E soprattutto nella politica. Purtroppo si dà per scontato che il problema sia risolto e non è vero. Come non è vero che si possa prescindere dal genere: il genere femminile è importantissimo anche per la soluzione della crisi in cui versiamo, per tutte le buone ragioni che hai individuato nel tuo precedente intervento.
il 24 maggio, 2014 lorenzo.rm dice:
Caro Pino, mi dispiace di non essere d’accordo con te. Tu, consciamente o inconsciamente, ti riferisci ad una società senza genere, che sembra andare di moda in questo periodo. Ad una società in cui siamo chiamati a svolgere un ruolo, peraltro indeterminato: da chi? dal capo? con quali caratteristiche? con quali prospettive? soprattutto, con quali contenuti? Ci sono i generi e li ha fatti il buon Dio. Essi devono, prima di ogni incarico o mansione, avere la stessa dignità (quella che chiamiamo correntemente “parità” e, se siamo persone avvedute e serie, dobbiamo eliminare, prima di ogni altro problema, le differenze, le ingiustizie, le sopraffazioni, le violenze, che esistono nei confronti delle donne.
il 24 maggio, 2014 lorenzo.rm dice:
Scusami, Pino, di Cagliari. Il Giuseppe a cui ho risposto non eri tu ma Giuseppe 57 (mi sembravi diverso dal solito, scusami ancora).
il 24 maggio, 2014 lorenzo.rm dice:
E ribadisco il pieno accordo con Mario, anche nella risposta che dà a Giuseppe 57.
il 24 maggio, 2014 giuseppe57 dice:
lorrenzo siamo entambi a non essdere daccordo.speriamo di trovarlo in seguito unaccordo ciao.
PASSA IL TEMPO....
Le lancette della vita ... scorrono nella perfetta sincronizzazione dei secondi....
e ad ogni movimento del tempo....nulla sara mai come prima....
E anche se non potrò vederti, parlarti, ascoltarti ....in questo presente....
Ti vedrò , ti parlerò, ti ascolterò nei secondi di tempo che ho fermato nel mio cuore.....
m.d
Lorenzo, direi che 70% di donne, non sarebbe comunque equilibrato, mi accontenterei di un 50%, forse le cose potrebbero funzionare meglio, hai posteri l’ardua sentenza.
Anna B.
No anna sono d’accordo ,un 70% non sarebbe equilibrato.ma anche il 50% ,non lo vedrei opportuno ,mi basterebbe invece arrivare al 51%e potrei manovrare bene .Un grazie a Giovanna per il videoe Marradi
L’articolo che Lorenzo ci propone è interessante e, senz’altro, intrigante. L’attuale presenza femminile nelle varie istituzioni politiche consiste nel 30%, rispetto al 70% maschile. Sarebbe sicuramente epocale una sterzata che invertisse i termini appena indicati. D’altra parte, una conduzione a maggioranza femminile sarebbe proprio da sperimentare. Dal mio punto di vista, sempre che le donne facciano uso in maniera totale della loro diversità, cercando soprattutto di non imitare gli uomini, potrebbero compiere delle grandi trasformazioni. Tutto ciò, considerando la particolare sensibilità, capacità e forza femminili di occuparsi contemporaneamente di diversi problemi generali, quali la gestione familiare, dei figli, dei genitori e del proprio lavoro, in casa e fuori. Non c’è dubbio che dovrebbero recuperare secoli di “dominazione” maschile, e questo non rappresenta un percorso completamente tranquillo. Anche perché non regalerebbero loro nulla, anzi, dovrebbero, come sempre, impegnarsi molte volte più degli uomini per le medesime opportunità.
Certo è che l’obiettivo femminile non dovrebbe mai perseguire lo sfruttamento dei paesi in difficoltà, l’accumulo sfrenato di beni e proprietà a discapito dei più indigenti, aborrire la violenza espressa in qualunque forma, il razzismo e fare di tutto per bloccare gli attriti e le guerre fra popoli.
Per gli aspetti sociali si dovrebbe far riferimento ai paesi Scandinavi che hanno studiato e messo in pratica le forme migliori per i cittadini.
Mi fermo qui, perché, il mio pensiero andrebbe molto lontano, per tutto ciò che riguarda i diritti civili, le scuole e l’insegnamento, il modo di interessare i cittadini alla lettura e alla musica fin dall’infanzia, il rispetto per gli animali, etc.etc.
Non vorrei tediarvi e finisco, ma sarò lieta di intervenire ancora se leggerò dei commenti che mi spingano a dialogare ulteriormente.
E’ piccola? E’ troppo grande la percentuale che il blog di donne propone per il rovesciamento della politica? La richiesta è logica, trattandosi di un rovesciamento, come dice la stessa parola. Quel che è certo è che guai ad affrontare il problema in termini soltanto numerici. Occorre un mutamento considerevole, rilevante, dei contenuti politici. E soltanto le donne possono assicurarlo. Se, però, non scimmiottano gli uomini o, peggio, rinnegano il poprio genere.
Intanto ringrazio Giovanna, Anna e Sandra. Avrò certamente modo di partecipare al dialogo.
x me e un buco nell’acqua avere molte donne che ci comandano, guardiamo le donne di adesso che ci sono al governo x me nessuna e all’altezza della situazione sono li al governo non come capacità ma solo x portare voti ai partiti ,comunque se le donne sono la maggioranza dei votanti perche non si votano ?????????
Articolo interessante,70%? di donne? Perche non il 100%? non è utopia! Ma… analizziamo grazie al web una società matriarcale, ancora oggi nel mondo esistono popolazioni indigene in Asia, Africa, nelle Americhe e in Oceania, che favoriscono culture tradizionali che presentano modelli matriarcali. Questi modelli non sono solo una mera inversione del patriarcato dove le donne governano (come comunemente si crede), sono… invece società fondate sull’uguaglianza, e molte di esse sono completamente egualitarie. Sono società libere dalla dominazione, ma rese stabili da certe linee guida e da codici precisi . A livello economico le società matriarcali sono spesso società agricole, ma non esclusivamente. In base a un sistema che è identico a quello dei vincoli parentali e dei sistemi di matrimonio, i beni circolano come doni. Il vantaggio o lo svantaggio dei termini di acquisizione dei beni è mediato da linee guida sociali. Alle feste dei villaggi, i clan ricchi invitano tutti gli abitanti come loro ospiti. I membri del clan più ricco organizzano i banchetti. Le economie matriarcali possono essere definite effettivamente delle economie del dono . Questo sistema impedisce che i beni siano accumulati da un gruppo o da una persona specifica, creando così un sistema di mutuo aiuto. Evitando l’accumulazione, si mantengono in modo consapevole i principi dell’uguaglianza economica. A livello sociale, le società matriarcali sono basate sul clan. Le persone vivono insieme in grandi gruppi legati da vincoli che seguono il principio della matrilinearità, cioè la parentela in linea materna. Il nome del clan, gli onori sociali e i titoli politici sono ereditati dalle madri. Un matri-clan consiste di almeno tre generazioni di donne e di uomini ad esse imparentate. In questo modo si crea una società senza gerarchie che si concepisce come un clan esteso in cui ciascuno è “madre” o “sorella” o “fratello” di tutti. Pertanto, le società matriarcali potremmo definirle come società orizzontali, non gerarchiche, di discendenza matrilineare. La pratica politica segue il principio del consenso, che significa unanimità per ogni decisione. Al fine di attuare questo principio le società si sono ben organizzate sulla base dei vincoli del lignaggio matriarcale. La base di ogni decisione è presa da ciascuna casa del clan. Le questioni che riguardano la casa del clan sono decise dalle donne e dagli uomini mediante un processo di consenso. A livello spirituale e culturale, le società matriarcali non hanno religioni basate su un Dio maschile, trascendente e onnipotente, e tanto meno sullo Spirito Santo, contrapposto a un mondo che viene svalutato come “materia cattiva o morta”. Nelle società matriarcali la divinità è immanente in quanto il mondo intero è considerato divino, divino femminile. Ciò si esprime nella concezione diffusa dell’universo come Grande Dea, colei che ha generato ogni cosa, tra cui la terra, che come Grande Madre, produce tutto ciò che è vivente, e nella concezione secondo cui ciascuna/o è dotata di divinità. Appare sempre più evidente oggi l’importanza dei modelli matriarcali sia per le società attuali che per quelle future. I matriarcati non sono utopie astratte, costruite sulla base di concetti filosofici non attuabili, al contrario, essi sono esistiti per lunghi periodi storici giungendo sino ad oggi. I matriarcati incarnano un enorme complesso di creatività intellettuale e di esperienze pratiche, e appartengono necessariamente al retaggio delle conoscenze culturali dell’umanità. Questo cammino è definito “Politica Matriarcale”. Naturalmente non possiamo imitare le società matriarcali tradizionali, ma possiamo riceverne stimoli e visioni profonde considerando che a differenza di utopie teoriche, esse hanno vissuto per millenni. A livello culturale, la lezione delle società matriarcali consiste nell’abbandonare le religioni gerarchiche che pretendono di possedere la verità. E’ invece necessario guardare il mondo come qualcosa di sacro, amarlo e proteggerlo, poiché secondo la cultura matriarcale, tutto nel mondo è divino. Per questo la spiritualità matriarcale può nuovamente pervadere tutto e divenire parte della vita quotidiana.
Questo è il cammino verso una nuova società ugualitaria,
(Grazie alla rete, è scusate la mia filippica)
Amico Gioosué, fai bene ad avere molti dubbi sulle donne attualmente impegnate in politica. Questo tipo di donne, non solo non permette la crescita della politica ma la deprime. E si capisce bene perché. Gli schemi in cui esse operano sono sempre quelli maschilisti e di servizio.Non di rado, poi, hanno una funzione di tipo soltanto estetico e di gradevolezza ad un comando esclusivamente maschile. Ricordo una canzoncina di qualche anno fa: siamo donne, non solo gambe, ecc. E’ un fatto però che esse vengono impiegate (e già il termine dovrebbe far riflettere) con intenti decorativi. Il maschio, indiscutibilmente ed irreparabilmente comanda.
Grazie, Mario, della tua interessantissima scheda informativa, che mi auguro faccia riflettere le nostre amiche. Da tempo sono collegato con gruppi che si ispirano alla matriarché e ne constato correntemente la differenza profonda con i modelli maschilisti, basati sul risultato economico, sulla concorrenza, sul predominio, in definitiva. La donna presenta modelli e schemi mentali e di comportamento solidali e comunitari bellissimi. E’ madre per natura, e basta la parola.
Mi intrigano sempre le tue considerazioni,Lorè; è bello pensare che qualcuno abbia voglia di mettersi in gioco cercando di capire come sia possibile che la donna,creatrice di vita,possa contare meno di nulla…
E’ che non siamo pronte,Lorè, non abbiamo energia a sufficienza, e d’altra parte l’energia maschile è talmente sviluppata, che per riuscire ad eguagliarci, dovremmo metterci in competizione, lavorare con le vostre armi, ragionare con il lato oscuro maschile,che rappresenta la violenza il soppruso,l’egoismo , l’orgoglio, l’odio l’arroganza la ricerca assoluta del potere, anche con la forza…
Se a queste negatività,aggiungi il lato oscuro femminile,(l’invidia, la scaltrezza,la perfidia,il caos , l’ossessione ecc.) vedi tu…..
Già ci sono troppe donne che per ottenere riconoscimento tentano di assomigliare a voi, e questo non fa altro che produrre competizione , chiusura , aumentando il vostro lato oscuro, cercando il dominio assoluto…
Forse ( e dico forse) se l’uomo non avesse paura della nostra energia, della nostra vera essenza,( che siamo costrette a reprimere) potremmo aiutarci vicendevolmente….. Saluti Lorè, un abbraccio a Giò!
Quando smetteremo di considerare quote rosa o super rosa?
Quando comunceremo a giudicare gli individui…non per genere , non per tendenze sessuali , non per il colore della pelle , non per la provenienza sociale ……ma solo per il merito ?
Anche il 70% ed il 30% sono una ipocrisia……quando ,se reale , il genere femminile potrebbe coprire il 100% di un partito politico……fino a poco tempo fa era il 100% maschile.
Quindi capite che queste sono solo balordaggini…..VALE CHI VALE!
Lorenzo, il tuo articolo oggi e molto interessante, un rovesciamento percentuali di uomini e donne, di voti le capacita’ di rovesciamento della politica,certe donne son forti e possono assicurare il paese,certe bhe fanno anche le belle statuine, ci sono bravissime donne nel mondo della politica con capacita,’non voglio offendere il sesso maschile, ma possiamo provare abbiamo sempre pensato che nella politica il ruolo fosse escusivo solo per i maschi, ma abbiamo visto il paese precipitare,ora direi chi nn rischia non rosica,lasciamo spazio piu’ alle donne e auguriamoci che cambi il paese in un modo migliore, oggi la donna puo’ coprire ruoli importantissimi, scusate le migliori, dunque ci rimane che votarle.
Non mi metto a spolverare statistiche che lasciano il tempo che trovano.Quelle che aveva proposto Berlusconi…da dimenticare.Purtroppo prendono di stipendio, buona uscita , vitalizio ..(chiamatelo come volete ) sono sempre nostri soldi.Detto questo, massima fiducia nella Donna , son sicuro che farebbero molto meglio di questa ciurma di piccoli uomini.Esempio:- io in casa mi sono sempre trovato tre a uno- una costante minoranza , che ha funzionato bene.
Grazie, Lieve. Il tuo intervento mi ha fatto un immenso piacere. Prima di tutto perché, dopo un lungo silenzio, sei ricomparsa in Bosco. E poi perché hai offerto delle considerazioni che mettono, a mio parere, il dito sulla piaga. La donna non è buona a rivendicare, a fare una rivoluzione di genere, altro che negare il genere, come l’induce a fare l’uomo, il vero perfido della situazione.Caspita: Iddio li volle maschio e femmina e l’uomo ha sottomesso la sua compagna. Ma questo rappresenta il passato remotissimo. La donna, man mano, come dici, è stata soppiantata completamente, angariata, si è sottovalutato tutto quello che è capace di fare. L’uomo, d’altra parte, non vuole riconoscere che, così facendo , ha inaridito se stesso. Oggi, se vogliamo essere seri, non vuole neppure amore ma solo sesso, preferibilmente attuato con persone dello stesso suo sesso.
Franco, nel ringraziarti, devo ribadire che il “vale chi vale”, se applicato da una società in cui comanda l’uomo, il maschio, è poco più che un flebile belato. Guardiamo invece come sono posti e riconosciuti i meriti, nella concretezza delle situazioni, chi è l’arbitro e come si applicano i riconoscimenti. E continuiamo a parlare di generi, per favore: con la complicità o per l’incuria delle donne che ci stanno, si è allegramente superato il concetto della parità, delle pari opportunità, della famiglia (che è diventata allargata), ecc. ecc. ecc. Io penso che debba vergognarsi soprattutto l’uomo, che non ha più una compagna. Ci sono, naturalmente, le eccezioni, ma la degerazione sembra ormai inarrestabile.
Sì, Gianna, in questa situazione votiamo almeno le donne. Purtroppo molte di esse sono state inserite in politica con il comparaggio esclusivo dei maschi potenti, che sono certi rimarranno al loro servizio.
Argomento di percentuali inerente al voto tra pochi giorni, perciò molto attuale e, intrigante. In Italia, il lungo camminodella donna verso la parità e la piena cittadinanza politica va dall’Unità d’Italia ai giorni nostri, ovvero della conquista del diritto del voto inanzitutto alle più recenti politiche di pari opportunità. Fatta questa premessa, si può dire che ancora oggi si considera l’uomo il leggittimo protagonista della gestione dell’ente pubblico, e dello Stato, risiedono ancora molti ostacoli che rendono meno visibile l’accesso delle donne nelle istituzioni ed è quindi necessario azioni più positive svolte dei vari partiti per favorire la candidatura e l’elezione della donna, più sostegno in campagna elettorale, rendendola così più visibile agli elettori, è difficile, ma è l’unica maniera per dare fiducia e, per parificare le percentuali, anche se personalmente non c’è percentuale che faccia buona politica ma, capacità, cooerenza, intuzione, ideali, e lavorare per il proprio popolo che è la fonte di ogni potere sovranoin ogni ordinamento. La politica è lo specchio della società
Grazie, Giulio. Anch’io mi sono trovato sempre bene, dentro e fuori casa, con le donne. Rapporto franco, leale, da veri amici. Con il rispetto che si deve ad eguali: maschi e femmine. Se poi qualcuno mi vuole domandare chi è il genere migliore dico indiscutibilmente DONNA.
E dunque, amico Nembo, evviva le donne. Sosteniamole con tutti i mezzi, anche se in molte di esse troviamo nell’uomo di turno l’occulto regista.
E’ chiaro caro Lorenzo che dobbiamo superare la disuguaglianza di genere come prima cosa, ma anche quella di razza, di estrazione sociale . Quanti figli maschi o femmine di primari, diventano primari, quanti figlie o figli di notai diventano notai ecc.ecc.
grazie lorenzo io vivo in un paese femminista con sindaco una donna , diciamo abbastanza giovane , la prima cosa che e entrata si e aumentata la paga e in 5 anni non a fatto nulla al paese x me va bene cosi ????
D’accordo, Franco. Sono con te per il superamento di tutte le discriminazioni, non solo di quelle di genere.
Caro Giosué, no, non va bene così. La tua sindaca ha applicato lo schema consueto del magna-magna.
Fintanto che si vorrà imporre la presenza femminile nelle sedi di comando e di potere con percenutali precostituite (minimo 30%//70% con proposte di ribaltamento al 70%//30%) non si arriverà mai ad una verà parità di genere e ad un vero riconoscimento dei meriti individuali. Affidiamoci alla selezione naturale, come in natura, e vinca il migliore. Sono d’accordo nel combattere i soprusi, quando ci sono, ma dimostrando sempre il proprio valore, maschile o femminile che sia ma gareggiando alla pari, indipendentemente dal genere. La storia ci ha dato esempi di Grandi Donne e, parallelamente Grandi Uomini che si sono messi in luce per le loro capacità, senza essere in competizione tra loro.
Nella vita pratica, Giuseppe, hai perfettamente ragione. Anche se non parlerei di competizione ma di collaborazione, ricordando, da cristiano, che Dio non ha creato i generi a caso.
IN ITALIA NEL 2005 SON STATI CENSITI 28.526.888 MASCHI, 30.224.823 DONNE,PER UN TOTALE DI POPOLAZIONE DI 58.751.711 100.0. Fanno la differenza 1.800.000 mila donne all’incirca, dai 16 anni (il numero delle 16 anni è esiguo), ai 65 anni è più. Se i numeri fanno la differenza? Se le donne votassero per delle rappresentanti femminili? si supererebbe il 60 % Ma vivendo in un società maschilista dove le rappresentanti femminili sono delle gregarie dei politici maschi, dove sono elette solo per le loro qualità femminile e non per il loro cervello da politici furbi e “conquistatori, di seggi” Ecco che siamo qui ancora a parlare in Italia di quote rosa. Dove in paesi come quelli scandinavi, le proporzioni sono molto più favorevoli alle donne. Non ci piove, l’Italia è un paese latino e come tutti i paesi latini, l’uomo, il maschio, la fa ancora da padrone.
io non parlerei,mai di percentuale per ricoprire un deterrmiato incarico,pubblico privato o politico, ma soprattutto di capacità inerernti al lavoro da svolgere nellincarico chiamato a ricoprire,quindi possono essere piu uomini o piu donne.quesdta è la mia opinione.
Certamente Giuseppe 57, questo dovrebbe valere in tutte le cose anche nella scelta di un politico di un’ Operaio di un’ Ingegnere, di un Professore, etc. Ma… qui in Italia sai che è un po’ il paese dei raccomandati dei campioni (anche se disonesti) e dei gregari. Guarda in parlamento se non sono sempre i capoccioni a decidere? Gli altri deputati che non conosciamo neanche, votano secondo direttive dei più noti. Figurati con le donne! In Italia non prevale la meritocrazia come tu vorresti che fosse.
Mario, ti ringrazio per il tuo nuovo intervento. La situazione è esattamente come la descrivi. Basta essere semplicemente in buona fede per ritenere che le condizioni per un miglioramento reale e concreto del genere femminile, e lo sottolineo, consistano nell’incremento del peso e dell’importanza delle donne, in tutti i campi in cui esse sono impegnate: dalla scuola, alla famiglia, nel lavoro, nel volontariato, ecc. ecc. E soprattutto nella politica. Purtroppo si dà per scontato che il problema sia risolto e non è vero. Come non è vero che si possa prescindere dal genere: il genere femminile è importantissimo anche per la soluzione della crisi in cui versiamo, per tutte le buone ragioni che hai individuato nel tuo precedente intervento.
Caro Pino, mi dispiace di non essere d’accordo con te. Tu, consciamente o inconsciamente, ti riferisci ad una società senza genere, che sembra andare di moda in questo periodo. Ad una società in cui siamo chiamati a svolgere un ruolo, peraltro indeterminato: da chi? dal capo? con quali caratteristiche? con quali prospettive? soprattutto, con quali contenuti? Ci sono i generi e li ha fatti il buon Dio. Essi devono, prima di ogni incarico o mansione, avere la stessa dignità (quella che chiamiamo correntemente “parità” e, se siamo persone avvedute e serie, dobbiamo eliminare, prima di ogni altro problema, le differenze, le ingiustizie, le sopraffazioni, le violenze, che esistono nei confronti delle donne.
Scusami, Pino, di Cagliari. Il Giuseppe a cui ho risposto non eri tu ma Giuseppe 57 (mi sembravi diverso dal solito, scusami ancora).
E ribadisco il pieno accordo con Mario, anche nella risposta che dà a Giuseppe 57.
lorrenzo siamo entambi a non essdere daccordo.speriamo di trovarlo in seguito unaccordo ciao.
Amici come sempre, Giuseppe57.