LA DOMENICA DEL BOSCO
Scritto da Giuseppe il 7 Giugno 2014 | 30 commenti- commenta anche tu!
Stemma del Cagliari
Altre volte nel raccontarvi della mia regione ho parlato del “mal di Sardegna”, quella sorta di nostalgia che si impadronisce dei visitatori di questa magica terra, una regione al centro del Mediterraneo ma che in tanti, studiosi e non, hanno definito “Sardegna, quasi un continente”, sia per le sue caratteristiche peculiarità che la rendono differente da ogni altro territorio del globo, sia per l’indole bonaria dei suoi abitanti che hanno per l’ospite un particolare rispetto reverenziale che indulge a coinvolgerlo e a renderselo amico.
(Mal di Sardegna) - Baia di Chia
È un male del quale nessuno è immune e contagia tutti indistintamente fin dalla prima visita in Terra Sarda. Chi ha visitato almeno una volta la Sardegna ha già provato i sintomi di quel male, il trauma del distacco e la voglia di tornare. Dopo questa premessa, l’occasione è buona per raccontarvi la storia di una persona che tutti conosciamo.
Questo il simpatico e appropriato appellativo che gli affibbiò il giornalista Gianni Brera in una delle sue tante coloratissime cronache sportive di una partita di calcio e questo nome gli rimase per sempre. Si, avete capito, stiamo parlando di Gigi Riva.
Stadio Sant'Elia - Cagliari (le partite dello scudetto erano state giocate nello Stadio Amsicora)
Appena 17enne, giocava nella squadra del Legnano in serie C ma già sognava i grandi club: Inter, Milan, Juventus, Bologna che, invece, nei provini di rito, non lo avevano accettato per l’inserimento nei ranghi giovanili perché giudicato “troppo leggero” per poterne formare un campione da grande squadra.
Riva al suo arrivo a Cagliari
Fu l’allora Presidente del Cagliari a vedere in lui il futuro campione e lo ingaggiò per portarlo in Sardegna per inserirlo come riserva nel ruolo di ala sinistra dove giocava un già affermato campione, Tonino Congiu, idolo locale. Luigi Riva di Leggiuno si guadagnò presto la fiducia e il posto di titolare in prima squadra. Valutazione 37 milioni ai quali il Presidente del legnano non poteva rinunciare.
Rovesciata di Riva in Vicenza-Cagliari
Il ragazzino Riva, timido e taciturno, non voleva trasferirsi a Cagliari e accettò il trasferimento con molte riserve. Nella sua mente pensava di trattenersi poco in una squadra di provincia, aspirando sempre ai grandi club del nord, anche perché non voleva restare lontano da casa. Orfano di entrambi i genitori viveva con tre sorelle.
Gol di testa di Gigi Riva
Superati i primi dubbi e timori, gli è bastato poco per capire che la Sardegna sarà per lui la terra adottiva e che il Cagliari sarà la “sua squadra”.
Infatti “Giggirriva”, così lo acclamavano i tifosi nell’incitarlo in campo, si innamora della Sardegna e della sua gente e, una volta affermatosi come calciatore, riceve molto presto la convocazioni pure per la Nazionale Italiana. Arriverà a rifiutare prestigiose offerte d’ingaggio da parte dei grandi club del nord, pur di restare nella “sua” Cagliari che ormai ha imparato ad amare e si sente amato lui stesso.
Altro Gol spettacolare di Gigi Riva
La Juventus arrivò ad offrire, allora, la favolosa cifra di un miliardo per l’acquisto dell’ormai affermato giocatore ma Gigi Riva disse: “NO”.
Questa scelta gli precluderà premi e trofei ben più importanti ma lui sa di essere una bandiera per la squadra del Cagliari, sente in campo e fuori l’affetto incondizionato dei tifosi e sa che questi non avrebbero gradito un eventuale suo tradimento alla fede nella squadra del cuore.
Il sinistro micidiale di Gigi Riva
Sarà stato l’effetto del “mal di Sardegna” anche per lui? Il sospetto è giustificato e il curriculum di Riva ne è la dimostrazione. Lui stesso affermerà, in seguito, che si sente più sardo dei sardi.
Riva gioca con il Cagliari 13 campionati consecutivi: nel 1963-64 i suoi gol portano il Cagliari dalla serie B alla massima categoria. In serie A realizzerà 156 reti in 289 partite. Indossando la maglia azzurra realizza 35 reti in 42 partite, una bella media e un record ancora imbattuto.
Gol di Gigi Riva ai Mondiali del '70 in Messico
Le più belle imprese di Gigi Riva sono forse legate alla maglia azzurra dove il suo potentissimo tiro mancino ha fatto sognare i tifosi italiani; i successi più importanti ottenuti in azzurro sono il titolo Europeo del 1968 e il secondo posto ai mondiali in Messico del 1970. Si ricorda ancora la memorabile partita vinta 4 a 3 con la Germania per la qualificazione alla finale, persa poi con il Brasile.
Il periodo d'oro per Gigi Riva è quello che va dal 1967 al 1970: oltre a tre titoli di capocannoniere della serie A e ai citati successi azzurri risalgono a questi anni: un secondo posto in campionato (1969), lo scudetto del Cagliari (1970) e un secondo posto nella classifica del Pallone d'Oro 1969, alle spalle del compagno di nazionale Gianni Rivera e ancora un terzo posto nel 1970 alle spalle di Gerd Müller e Bobby Moore. grandissimi campioni europei.
Cagliari - Campione d'Italia 1969-'70
Questo stesso triennio è, però, per Riva anche quello più travagliato: si procura una frattura del perone sinistro (in nazionale nel 1967) e una frattura del perone destro (nel 1970 in nazionale, successivamente ai mondiali).
Gigi Riva ai Mondiali del 1974 in Germania-Ovest
Ritiratosi dall’attività agonistica nel 1976, ricopre nel Cagliari anche il ruolo di Presidente e agli inizi degli anni ’90 viene inserito nello Staff della Nazionale inizialmente come Dirigente accompagnatore, poi come Team Manager, ruolo che, pure con l’alternarsi dei vari Commissari Tecnici, ha ricoperto fino al maggio del 2013.
La sua serietà e professionalità è stata d’esempio per tutti i giovani. Dalla Scuola Calcio istituita a Cagliari per conto e nel nome di Gigi Riva sono emersi tanti giovani campioni che hanno raggiunto l’onore di giocare anche nella serie A calcistica.



