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ARTE – Pieter Bruegel

         

 

Pittore, disegnatore e incisore fiammingo, fu il più grande artista del suo tempo nel nord Europa.

Le notizie riguardanti Pieter Bruegel sono estremamente scarse: non è certa la sua data di nascita, forse il 1526, e neppure la sua formazione.  In ogni caso, nacque ben 80 anni prima di Rembrandt. Secondo un suo biografo,  Karl van Mander, fu allievo di Pieter Coecke van Aelst, colto artista che visitò a lungo  l’Italia e laTurchia, pittore e disegnatore di arazzi, architetto e traduttore di Vitruvio e del Serlio, la cui cultura umanistica contribuì sicuramente ad allargare  gli orizzonti culturali di Bruegel. Il nostro artista ne sposò la figlia Mayken Coecke, che gli darà due figli e anch’essi diventeranno pittori. Per questa ragione, il padre sarà noto come Pieter Bruegel il Vecchio, uno dei figli  sarà Pieter Bruegel  il Giovane e il secondo Jan Bruegel dei Velluti o dei Fiori.

 

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Porto di Napoli

 

La prima data certa della vita di Bruegel è il 1551, quando  si trasferì ad Anversa, dove finì il suo apprendistato. L’anno seguente intraprese il suo viaggio in Francia e poi in Italia, come testimoniano alcuni disegni dedicati a numerose località della penisola:  La veduta di Reggio Calabria e la Veduta del golfo di Napoli. I suoi interessi, tuttavia, sembravano esclusivamente volti  alla natura.

 

Paesaggio fluviale

 

La  pittura di paesaggi costituì il tema principale delle sue prime opere di sicura attribuzione, come Paesaggio fluviale e  La parabola del seminatore, prima tavola firmata e datata (1557).

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  Il Seminatore

 

Il passaggio delle Alpi ebbe un ruolo determinante nell’esperienza di Bruegel e segnò una svolta fondamentale nella pittura di paesaggio nordeuropea. La serie dei Grandi paesaggi consacrò un canone strutturale poi lungamente accettato: la messa in evidenza del primo piano a sinistra e l’inserimento di figurine umane, e il panorama ripreso dall’alto. Nello stesso anno Bruegel concepì la serie calcografica dei Sette peccati capitali. Al 1560 risale il quadro I giochi dei fanciulli.

Paesaggio invernale

 

L’impostazione moralistica e il senso del grottesco del suo predecessore, Hyeronimus Bosch – molto amato - ebbero su Bruegel una forte influenza (quando  era in vita veniva anche definito “un secondo Bosch”)

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I Cacciatori nella neve

L’artista, con la sua composizione  I pesci grossi mangiano i piccoli, rappresentò un ritorno al mondo enigmatico e metaforico di Bosch. Seguiranno i temi morali, I sette peccati capitali, il disegno dell’Alchimista  via via fino alla Caduta degli Angeli ribelli, che segnarono l’itinerario delle interpretazioni originali date da Bruegel al mondo di Bosch.

Paesaggio invernale

Bruegel non fece uso né di speciali effetti luminosi né di violenti contrasti di colore. Il Trionfo della morte fu,  con La parabola dei ciechi (Gal. Naz. Di Capodimonte a Napoli), l’opera più suggestiva e più tragica di Bruegel, ma tra l’uno e l’altro di questi due dipinti, composti a più di cinque anni di distanza, il pittore passò da una elaborazione fantastica e allucinata dell’immaginario a una gravità spoglia di ogni artificio.

La sua opera  più nota  fu La Torre di Babele, soggetto che Bruegel aveva già trattato in un’opera giovanile, andata perduta,  testimoniò la sua maestrìa di architetto, capacità che doveva essere nota giacché Karel van Mander riportò che, poco prima della morte, gli erano stati affidati, dalle autorità di Bruxelles, i lavori  “per lo scavo del canale fra Bruxelles e Anversa”.

 

La Torre di Babele

 

Il dipinto impone di prepotenza la scelta del cerchio come elemento principe della composizione, schema  che sarà portato al massimo rigore nella  Salita al Calvario del 1564; e conservò, nonostante la grande dimensione, una forte tendenza al miniaturismo.

L’ultimo periodo della vita del pittore, trascorso a Bruxelles, fu caratterizzato da una generosa ricerca di soluzioni diverse, di cui ogni tappa è una perfetta realizzazione creativa.

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Il Censimento di Betlemme

Ci sarà così l’esperienza profondamente innovatrice dei Mesi, Il massacro degli Innocenti e Il censimento di Betlemme.

La mietitura annunciò i quadri di soggetto contadino degli ultimi anni, come  Il paese della Cuccagna, Il pranzo di nozze e il Ballo dei contadini, temi che affondano le radici nella tradizione popolare.

 

          Pranzo di Nozze

 

Il misantropo e La parabola dei ciechi, entrambe del 1568, illustrano ossessioni assai simili tra loro e costituirono con I mendicanti una svolta verso un accentuato pessimismo: svolta che permetterebbe di interpretare in senso analogo il magnifico quadro La gazza sulla forca, immagine di vibrante malinconia.

La Gazza sulla forca

Bruegel credeva nelle virtù del mondo contadino, così legato alla terra, ma due ombre turbavano questo modello di vita: la croce e la forca; la gazza è il simbolo della precarietà della vita, di cui vuole rapire la scintilla.  La tempesta,  una marina di intensa suggestione drammatica, testimoniò ancora una volta l’infaticabile rinnovarsi e le infinite risorse tecniche del pittore.

   

La Tempesta

Il successo di cui Bruegel godette, in parte dovuto ai suoi due grandi mecenati

Nicolas Jonghelinck e il cardinale Granvelle, spiega fra l’altro l’alta quotazione raggiunta, lui vivente, dai suoi quadri; ma esso non lo indusse mai a fare concessioni alla moda, con l’eccezione, forse, di una parte della sua opera di incisore. Vi fu comunque un genere in cui Bruegel  non trovò imitatori: il paesaggio. Nel paesaggio egli  fu veramente, come scrisse il suo amico Ortelius, “non il pittore fra i pittori, ma la natura fra i pittori”.

La parabola dei ciechi

L’ultimo quadro di Bruegel: La parabola dei ciechi, porta un implicito sottotitolo: “così va il mondo”.

Quest’opera è stata ispirata a  Bruegel, da una parabola riportata nel Vangelo di Luca, alla fine del discorso della montagna che Gesù rivolge al popolo che lo seguiva durante le sue predicazioni. É descritta come una “parabola” però nella realtà si tratta di una “metafora” sulla vita, sull’esistenza umana. Luca dice: “”Un cieco può forse fare da guida ad un altro cieco? Non andranno a cadere ambedue in una fossa?  Bruegel affrontò questo tema allargandone la descrizione. Il suo messaggio acquistò in estensione rispetto alla metafora di Gesù. Egli spiegò che quando un cieco guida una comunità e questi cade in un fosso tutta la comunità lo segue e precipita nel fosso.

Bruegel dipinse quest’opera nel 1568 pensando di descrivere una condizione umana presente in quei terribili anni nel suo territorio fiammingo, ma divenne un grido di disperazione per tutta l’umanità nei secoli a seguire. Sarà un messaggio universale che non ha spazio e non conosce  tempo. In ogni epoca, in ogni territorio, i ciechi che hanno guidato e portato l’umanità  nel baratro della disperazione eliminando le più elementari regole della libertà e dell’esistenza, sopprimendole attraverso il sangue,  le  guerre più assurde,  le sofferenze più atroci e la morte, sono stati un numero impressionante.  Tutto ciò fu minuziosamente rappresentato da Pieter Bruegel in questo capolavoro.

  Giovanna_43179           Johan Sebastian Bach   - Aria sulla IV^ corda  
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