LA DOMENICA DEL BOSCO
Scritto da Giuseppe il 22 Giugno 2014 | 33 commenti- commenta anche tu!
Questa di Marinella è la storia vera che scivolò nel fiume a primavera ma il vento che la vide così bella dal fiume la portò sopra una stella
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E c'era il sole e avevi gli occhi belli lui ti baciò le labbra ed i capelli c'era la luna e avevi gli occhi stanchi lui pose le sue mani suoi tuoi fianch
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Dicono poi che mentre ritornavi nel fiume chissà come scivolavi e lui che non ti volle creder morta bussò cent'anni ancora alla tua porta
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E come tutte le più belle cose vivesti solo un giorno, come le rose.
Da vero artista delle note e poeta della vita Faber, ovvero Fabrizio de André, trae spunto da una vicenda realmente accaduta, uno dei tanti episodi di violenza sulle donne, per portare la storia in versi accompagnandola con la sua chitarra come un vero cantastorie.
Via del Campo - (cui è ispirata una canzone di Faber)
La prima pubblicazione della Canzone di Marinella risale al 1964 e, forse, allora, rimase in pò in sordina ma negli anni successivi si capì la grande profondità dell’opera del cantautore ed ebbe un concreto e duraturo successo.
Genova - Caruggio a Sottoripa - (Faber amava molto i Caruggi)
Fu l’interpretazione di Mina nel 1967 che eleva la notorietà della canzone a livello nazionale e segna anche la svolta di De André in fatto di popolarità.
Seguirono altri grandi interpreti come Gianni Morandi, Renato Zero, Dori Ghezzi e altri e fu tradotta anche in francese con il titolo “La romance de Marienelle”. Ultimo interprete lo stesso Cristiano De André, figlio dell’artista che la incide nel 2009 in un album in omaggio al padre.
Carruggi - Vico delle Monachette - (I Palazzi sembrano quasi toccarsi)
Fabrizio De André nasce a Genova il 18 febbraio 1940 in una famiglia della borghesia industriale genovese. Cresce nella Genova del dopoguerra ove frequenta le scuole elementari, medie e liceali. All’Università prova ad iscriversi ai corsi di Lettere e Medicina prima di accedere definitivamente alla Facoltà di Giurisprudenza, sospinto e ispirato dal padre e dal fratello Mauro, già affermati avvocati.
Parallelamente si avvicina alla musica e inizia lo studio di violino prima e di chitarra poi, attività che lo porterà a conoscere e stringere consolidate amicizie con personaggi che diventeranno famosi: Luigi Tenco, Bruno Lauzi, Paolo Villaggio, personaggi dello spettacolo e lo stesso Silvio Berlusconi dell’età giovanile.
Francesco De Gregori - Fabrizio De André
Successivamente ci sarà la collaborazione con diversi artisti della musica leggera tra cui Francesco De Gregori, Ivano Fossati ed altri ancora.
La sua formazione nel periodo adolescenziale e successiva è influenzata in modo determinante dalla frequentazione degli ambienti malfamati di Genova, via Prè in primis, strada e rione dove prosperano le diverse umanità delle minoranze etniche, prostituzione, diseredati, disertori, trafficanti, importatori abusivi, ricercati e altre figure poco raccomandabili. Da questi Fabrizio trae spunto per le sue opere mettendo in risalto molte incongruenze della società di allora ma che, a distanza di tempo, si dimostrano valide anche in quella di oggi.
Genova - Via Pré
Una multidecennale carriera nella musica leggera impegnata in tematiche sociali e ricca di successi. Ricordiamo: La guerra di Piero, Bocca di Rosa e tante altre sempre incluse nella hit parade italiana.
I successi nel campo musicale portano De André ad una scelta di vita e abbandona gli studi universitari, quando mancano ormai pochi esami alla conclusione, per dedicarsi completamente alla sua lirica poetica che continua a dargli grandi soddisfazioni personali.
Famiglia De André nella loro Casa-Fattoria in Sardegna
Anche per Fabrizio De André la Sardegna appare come una terra promessa. A metà degli anni ’70 acquista una tenuta agricola, l’Agnata, nei pressi di Tempio Pausania e vi si trasferisce, con la sua compagna Dori Grezzi, per dedicarsi all’agricoltura e all’allevamento senza trascurare, naturalmente, la sua attività di musicista cantastorie.
Questa decisione gli riserva, però, un’amara sorpresa. Nella notte tra il 27 e 28 agosto 1979 viene rapito, insieme alla sua compagna, dall’anonima sequestri.
Album uscito nel 1981, senza titolo
Il sequestro, durato quattro mesi, lo immerge nella dura realtà della situazione sociale della gente sarda. Anche da questo episodio negativo Fabrizio riesce a trarre risvolti positivi, pubblicando, due anni dopo, un Album nel quale traspare chiaramente l’analogia del popolo sardo con gli indiani d’America, entrambi chiusi in riserve culturali e vittime di dominazioni sociali. L’Album nasce senza titolo ma riporta in copertina l’immagine molto significativa di un indiano pellerossa.
L'Agnata - Fattoria-abitazione di De André e famiglia in Sardegna
Al processo, De André, perdonò gli improvvisati e maldestri esecutori materiali del sequestro ma non i loro mandanti.
Nella storia di oggi, seppure cercando di sintetizzare al massimo, ho voluto ricordare un altro personaggio che ha amato il popolo sardo al pari della sua gente e che tutti noi abbiamo ammirato e stimato per il suo grande senso di umanità.
Ancora oggi lo ricordiamo con affetto ascoltando le sue canzoni.
Ci sarebbe ancora tanto da dire ma rivolgo un invito ai lettori per aggiungere ciò che ho tralasciato.
Grazie e Buona Domenica per tutti.
Mina canta De André - La Canzone di Marinella
MULATTIERA DI MARE - (Traduzione di Creuza de ma)
Ombre di facce facce di marinai
da dove venite dov'è che andate
da un posto dove la luna si mostra nuda
e la notte ci ha puntato il coltello alla gola
e a montare l'asino c'è rimasto Dio
il Diavolo è in cielo e ci si è fatto il nido
usciamo dal mare per asciugare le ossa dall'Andrea
alla fontana dei colombi nella casa di pietra.
E nella casa di pietra chi ci sarà
nella casa dell'Andrea che non è marinaio
gente di Lugano facce da tagliaborse
quelli che della spigola preferiscono l'ala
ragazze di famiglia, odore di buono
che puoi guardarle senza preservativo.
E a queste pance vuote cosa gli darà
cosa da bere, cosa da mangiare
frittura di pesciolini, bianco di Portofino
cervelle di agnello nello stesso vino
lasagne da tagliare ai quattro sughi
pasticcio in agrodolce di lepre di tegole.
E nella barca del vino ci navigheremo sugli scogli
emigranti della risata con i chiodi negli occhi
finché il mattino crescerà da poterlo raccogliere
fratello dei garofani e delle ragazze
padrone della corda marcia d'acqua e di sale
che ci lega e ci porta in una mulattiera di mare.
Creuza de Ma - Fabrizio De André






