LA DOMENICA DEL BOSCO

 

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B.D. Z00

 

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Questa di Marinella è la storia vera che scivolò nel fiume a primavera ma il vento che la vide così bella dal fiume la portò sopra una stella

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E c'era il sole e avevi gli occhi belli lui ti baciò le labbra ed i capelli c'era la luna e avevi gli occhi stanchi lui pose le sue mani suoi tuoi fianch

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Dicono poi che mentre ritornavi nel fiume chissà come scivolavi e lui che non ti volle creder morta bussò cent'anni ancora alla tua porta

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E come tutte le più belle cose vivesti solo un giorno, come le rose.

                        Fabrizio_De__12252

  Barra div. rami ondulati e fiorell,. rossi anim.  

fabrizio-de-andré 2Fabrizio De André in concerto

Da vero artista delle note e poeta della vita Faber, ovvero Fabrizio de André, trae spunto da una vicenda realmente accaduta, uno dei tanti episodi di violenza sulle donne, per portare la storia in versi accompagnandola con la sua chitarra come un vero cantastorie.

 

via del campo 1 Via del Campo -  (cui è ispirata una canzone di Faber)

La prima pubblicazione della Canzone di Marinella risale al 1964 e, forse, allora, rimase in pò in sordina ma negli anni successivi si capì la grande profondità dell’opera del cantautore ed ebbe un concreto e duraturo successo.

  Genova-Caruggio_a_Sottoripa

Genova -   Caruggio a Sottoripa - (Faber amava molto i Caruggi)

Fu l’interpretazione di Mina nel 1967 che eleva la notorietà della canzone a livello nazionale e segna anche la svolta di De André in fatto di popolarità.

Seguirono altri grandi interpreti come Gianni Morandi, Renato Zero, Dori Ghezzi e altri e fu tradotta anche in francese con il titolo “La romance de Marienelle”. Ultimo interprete lo stesso Cristiano De André, figlio dell’artista che la incide nel 2009 in un album in omaggio al padre.

 

- Caruggi -vico-delle-monachette I Palazzi in cima alle scale sembrano quasi toccarsiCarruggi - Vico delle Monachette -   (I Palazzi sembrano  quasi toccarsi)

Fabrizio De André nasce a Genova il 18 febbraio 1940 in una famiglia della borghesia industriale genovese. Cresce nella Genova del dopoguerra ove frequenta le scuole elementari, medie e liceali. All’Università prova ad iscriversi ai corsi di Lettere e Medicina prima di accedere definitivamente alla Facoltà di Giurisprudenza, sospinto e ispirato dal padre e dal fratello Mauro, già affermati avvocati.

 

Caruggi - vico-della-lunaCaruggi - Vico della Luna

Parallelamente si avvicina alla musica e inizia lo studio di violino prima e di chitarra poi, attività che lo porterà a conoscere e stringere consolidate amicizie con personaggi che diventeranno famosi: Luigi Tenco, Bruno Lauzi, Paolo Villaggio, personaggi dello spettacolo e lo stesso Silvio Berlusconi dell’età giovanile.

De André-De GregoriFrancesco De Gregori  -  Fabrizio De André

Successivamente ci sarà la collaborazione con diversi artisti della musica leggera tra cui Francesco De Gregori, Ivano Fossati ed altri ancora.

La sua formazione nel periodo adolescenziale e successiva è influenzata in modo determinante dalla frequentazione degli ambienti malfamati di Genova, via Prè in primis, strada e rione dove prosperano le diverse umanità delle minoranze etniche, prostituzione, diseredati, disertori, trafficanti, importatori abusivi, ricercati e altre figure poco raccomandabili. Da questi Fabrizio trae spunto per le sue opere mettendo in risalto molte incongruenze della società di allora ma che, a distanza di tempo, si dimostrano valide anche in quella di oggi.

Genova - Via PréGenova - Via Pré

 

Una multidecennale carriera nella musica leggera impegnata in tematiche sociali e ricca di successi. Ricordiamo: La guerra di Piero, Bocca di Rosa e tante altre sempre incluse nella hit parade italiana.

 

Fabrizio de André e Dori GhezziDori Ghezzi e Fabrizio  Dedré

I successi nel campo musicale portano De André ad una scelta di vita e abbandona gli studi universitari, quando mancano ormai pochi esami alla conclusione, per dedicarsi completamente alla sua lirica poetica che continua a dargli grandi soddisfazioni personali.

 

Famiglia de André nella loro casa-fattoria in  SardegnaFamiglia De André nella loro Casa-Fattoria in Sardegna

Anche per Fabrizio De André la Sardegna appare come una terra promessa. A metà degli anni ’70 acquista una tenuta agricola, l’Agnata, nei pressi di Tempio Pausania e vi si trasferisce, con la sua compagna Dori Grezzi, per dedicarsi all’agricoltura e all’allevamento senza trascurare, naturalmente, la sua attività di musicista cantastorie.

Questa decisione gli riserva, però, un’amara sorpresa. Nella notte tra il 27 e 28 agosto 1979 viene rapito, insieme alla sua compagna, dall’anonima sequestri.

Album di  Fabrizio de André uscito dopo il suo rapimento - senza titoloAlbum uscito nel 1981, senza titolo

 

Il sequestro, durato quattro mesi, lo immerge nella dura realtà della situazione sociale della gente sarda. Anche da questo episodio negativo Fabrizio riesce a trarre risvolti positivi, pubblicando, due anni dopo, un Album nel quale traspare chiaramente l’analogia del popolo sardo con gli indiani d’America, entrambi chiusi in riserve culturali e vittime di dominazioni sociali. L’Album nasce senza titolo ma riporta in copertina l’immagine molto significativa di un indiano pellerossa.

 

l-agnata di De AndréL'Agnata - Fattoria-abitazione di De André e famiglia in Sardegna

Al processo, De André, perdonò gli improvvisati e maldestri esecutori materiali del sequestro ma non i loro mandanti.

 

Nella storia di oggi, seppure cercando di sintetizzare al massimo, ho voluto ricordare un altro personaggio che ha amato il popolo sardo al pari della sua gente e che tutti noi abbiamo ammirato e stimato per il suo grande senso di umanità.

Ancora oggi lo ricordiamo con affetto ascoltando le sue canzoni.

Ci sarebbe ancora tanto da dire ma rivolgo un invito ai lettori per aggiungere ciò che ho tralasciato.

Grazie e Buona Domenica per tutti.

 

Giuseppe_12280 A

    Barra div. rami ondulati e fiorell,. rossi anim.   Mina canta De André  - La Canzone di Marinella   MULATTIERA DI MARE  -  (Traduzione di Creuza de ma) Ombre di facce facce di marinai da dove venite dov'è che andate da un posto dove la luna si mostra nuda e la notte ci ha puntato il coltello alla gola e a montare l'asino c'è rimasto Dio il Diavolo è in cielo e ci si è fatto il nido usciamo dal mare per asciugare le ossa dall'Andrea alla fontana dei colombi nella casa di pietra. E nella casa di pietra chi ci sarà nella casa dell'Andrea che non è marinaio gente di Lugano facce da tagliaborse quelli che della spigola preferiscono l'ala ragazze di famiglia, odore di buono che puoi guardarle senza preservativo. E a queste pance vuote cosa gli darà cosa da bere, cosa da mangiare frittura di pesciolini, bianco di Portofino cervelle di agnello nello stesso vino lasagne da tagliare ai quattro sughi pasticcio in agrodolce di lepre di tegole. E nella barca del vino ci navigheremo sugli scogli emigranti della risata con i chiodi negli occhi finché il mattino crescerà da poterlo raccogliere fratello dei garofani e delle ragazze padrone della corda marcia d'acqua e di sale che ci lega e ci porta in una mulattiera di mare.  

Creuza de Ma   -  Fabrizio De André


COMMENTI

  1. il 22 giugno, 2014 lorenzo.rm dice:

    Ancora un pezzo bellissimo dedicato ad una Persona, molto più che un cantante, Fabrizio De André, che ci ha appassionato, e ad una terra, la Sardegna, che amiamo. Un binomio che è incastonato nella nostra vita indelebilmente. Ottima domenica, dunque, per cui ringraziamo i nostri amici Pino e Giovanna. Proprio un’ottima domenica.

  2. il 22 giugno, 2014 giuseppe3.ca dice:

    Bene Lorenzo, ringrazio per l’approvazione sincera e sentita. Come binomio possiamo aggiungere anche quello tra Pino e Giovanna e aspettiamo il giudizio dei lettori sulla pagina della nostra solita domenica, sempre orientata a rallegrare gli animi dei frequentatori del Bosco. Al binomio che hai evidenziato tu abbiamo aggiunto la vecchia Genova e penso che sia venuto un bel trinomio.
    Si, mi sembra proprio una bella domenica, grazie Lorenzo.

  3. il 22 giugno, 2014 lorenzo.rm dice:

    Sì, Pino. Ben venga anche Genova. Ti abbraccio.

  4. il 22 giugno, 2014 gabriella BZ dice:

    Molto bella la storia di Fabrizio De Andrè, cantante degli anni sessanta, ma le sue canzoni ci deliziano ancora. Ricordo il sequestro con la sua compagna, penso alla sua forza nel rimanere in sardegna dopo tale episodio. Lui ne trae anzi spunto per scrivere altre canzoni. Quello è amore per la sardegna , come certamente avrà amato la sua Genova.Molto bello il tema e bellissime foto con le canzoni

  5. il 22 giugno, 2014 giuseppe3.ca dice:

    Tutto vero quanto dici Gabry, grazie. Abbiamo voluto dare un omaggio a Fabrizio De André, alle sue canzoni, alla sua Genova e un poco anche alla Sardegna, terra promessa che ha sempre ispirato, Artisti, Poeti, Scrittori, Storici, Studiosi e tantissimi altri. Buona Domenica.

  6. il 22 giugno, 2014 aquilafelice44 dice:

    bravo pino e giovanna bello in raconto di fabrizio de ANDRè GRANDE cantautore genovese che ama la sardegna come un sardo ma puktropo la sardegna ho meglio dirqualche sardo lo a tradito con un secuestro che li a sconvolto la sua vita ma lui con tenacia e forza a continuato ad amare la sardegna e anchi i sardi che le anno portato via 4 mesi di prigionia vivendo nele grote come animali ma x fortuna questo lui lo a dimenticato continuando a scrivere e cantare x noi grazie de ANDRè

  7. il 22 giugno, 2014 giuseppe3.ca dice:

    Si Vanni, la vita a volte ci riserva amare sorprese, è così per tutti e lo sappiamo ma dobbiamo essere capaci di superarle. Fabrizio De Andrè ci ha dato un buon esempio e lo ringraziamo, continuando ad ascoltare con piacere le sue opere. Grazie, un bell’intervento.

  8. il 22 giugno, 2014 edis.maria dice:

    Oggi ci fate sognare con un artista del quale non occorrono nè elogi,nè stima : basta il nome per suscitare ricordi, sentimennti, a volte lacrimucce,e tanta simpatia! La tragedia del suo sequestro in Sardegna aveva indignato tutti,ma non aveva spento il suo estro e la sua maestria. Interessante avere intervallato bellissime foto di Genova, di cui dobbiamo ringraziare Giovanna

  9. il 22 giugno, 2014 giuseppe3.ca dice:

    Grazie Edis, Anche io amo Genova per averci soggiornato in vari periodi per lavoro e conosco tutti i luoghi rappresentati nelle foto. Giovanna è stata bravissima e la scelta è il risultato di una stretta collaborazione che, come sappiamo, non guasta mai.
    É stato bello ricordare Fabrizio De André con le sue canzoni e le sue musiche che destano ancora tante emozioni in ciascuno di noi. Ancora grazie.

  10. il 22 giugno, 2014 alba morsilli dice:

    poteva mancare il mio commento da buona genovese!
    Ho avuto la grande fortuna di essere nata a Genova in u periodo dove i grandi cantautori erano ancora sconosciuti al grande pubblico come Deandrè, Paoli, Tenco, Lanzi ecc…
    al sabato sera si riunivano in una ballera che io frenquentavo, tra un valzer e un tango loro prendevano il microfono.
    Ma se una voce miracolosa come Mina non avesse interpretato la “Canzone di Marinella “io avrei proseguito a studiare queste sono sue parole.
    La sua Genova i suoi caruggipiccoli vicoli che quasi sembra che le case si toccano vivono nelle sue canzoni.
    Via del Campo prende il nome da un grande prato fuori dalle mure della città medievale.
    Nel cuore di via del Campoal 29rossoc’è un negozio dedicato a lui con la sua chitarra donata dalla famiglia in un’asta di beneficenza tutti noi genovesi partecipammo e la sua chitarra resto a genova.
    Via del campo è un pellegrinaggio laico di migliaia di fans.la musica è la chiave per entrare in questo negozio storico della città. Le sue ossa riposano qui a Genova città da lui amata e non dimentico il suo funerale dove in migliaia ci siamo ritrovati gente comune e no dove si cantava le sue canzoni.
    Cara Giovanna ti ringrazio sei una cercatrice instancabile.,
    Vico Luna il più piccolo dellacittà vecchia largo un metro e otto cm non si vede il sole ma alla sra alzando gli occhi quando c’è vedi la luna ed per questo il suo nome.
    Vico Monachette è un caruggio quasi nascosto Tra una strada moto rinomata Via Baldi dove vi è la casa dei Re bellissimo museo, La toponomastica del vicolo risale ad un antico ora non più esistente monastero.
    Grazie di cuore sentir parlare della mia gente mi orgoglisce ancora di più

  11. il 22 giugno, 2014 giuseppe3.ca dice:

    Alba, cara amica, nel redigere questa pagina pensavo proprio al tuo intervento, ci contavo e me lo aspettavo… ti confesso che è stata quasi una provocazione. Genova è anche nel mio cuore e non potevo dimenticarla. Giovanna è stata bravissima a trovare le immagini più caratteristiche della vecchia Genova, più volte visitate e incamerate in memoria. Molto interessante il tuo ampliamento di notizie, anche questo era messo in conto da parte tua, grazie.

  12. il 22 giugno, 2014 giovanna3rm dice:

    Cara Alba sono molto contenta di sapere che i Genovesi oggi sono stati omaggiati in diversi modi. In primo luogo, ricordando con tanta stima e interesse un loro amatissimo cittadino-poeta-cantautore. In seguito, una visita non guidata, ma sentita di cuore, da via del Campo in poi. Infine un video e un’interpretazione di Fabrizio De André, magistrale, Creuza de ma, con un’apoteosi di luoghi splendidi della mia città natale! Sono molto fiera, nel mio piccolo, di aver potuto partecipare attivamente a questo evento. Alba, le tue preziose informazioni, poi, mi hanno fatto capire che, in fondo, non avevo fatto un cattivo servizio a Genova. Un abbraccio cara amica e grazie delle tue belle parole.

  13. il 22 giugno, 2014 Gugli dice:

    Si veramente un cantautore con la A maiuscola Andrè un grande compositore di canzoni che arrivato al cuore. Quando vado a Genova dove nell’infanzia sono stato ospite di una parente, i carrugi, via del campo. li conosco bene mi portava mio cugino…adesso anche li è cambiato tutto però qualcosa è rimasto della vecchia Genova. A sfornato dei cantautori del calibro di Tenco, Paoli, Lauzi, con le sue canzoni ci hanno allietato i balli. Ricordo un posto molto particolare un borgo marinaro Boccadasse andavo a fare i bagni, oltre che ha Sturla, ma Boccadasse mi è rimasta nel cuore. Paoli a scritto una bella canzone “La Gatta”, abitava con la moglie in un piccolo appartamento. Genova oltre che per la sua cultura e la sua storia, a anche questo di particolarietà di avere avuto concittadini come Andrè, Lauzi,Tenco,Paoli.Grazie Giuseppe di aver ricordato questo grande cantautore, si lo meritava veramente. Ti saluto con simpatia. G.

  14. il 22 giugno, 2014 giuseppe3.ca dice:

    Grazie a te Guglielmo, è per me un vero piacere scoprire che una pagina del Bosco, scritta per stare insieme e per sentirci uniti, riesce anche a ridestare tanti ricordi e far rivivere emozioni giovanili delle quali abbiamo sempre bisogno, tutti indistintamente. Grazie anche per la simpatia, è ricambiata con stima e un caro saluto. Ciao.

  15. il 22 giugno, 2014 elisabetta8.mi dice:

    Complimenti,1 bellissima pagina distensiva con delle belle foto di Genova che tanti come me nn conoscono,siamo sempre entusiasti di conoscere la nostra bella Italia,la canzone di marinella di Fabrizio De Andre’nn la ricordavo mi ha riportata indietro negli anni,mi ha fatto molto piacere leggere tutto in un fiato e ammirare la citta’ con i suoi vicoli molto particolari anche se sono messi male purtroppo,avrebbero bisogno di molto restauro ma questa è casa nostra,siamo realistici.Bravi complimenti a tutto la staff del bosco,veramente 1 bella pagina,,,,,,,,,,,,,

  16. il 22 giugno, 2014 nembo1 dice:

    Bellissima la storia di Fabrizio De Andrè presentata da Giuseppe, questo cantante ha sempre avuto un approfondimento musicale basato sulla ricerca di libertà che è sempre stata la sua bandiera per la usa arte poetica. Ringraziamo Giovanna per le bellissime foto che ci ha presentato nel post, descrivendoci le foto dei Caruggi.

  17. il 22 giugno, 2014 giuseppe3.ca dice:

    Genova è veramente una bella città, vale la pena di visitarla, non puoi perderla Ely. Grazie per i tuoi complimenti, valgono quanto una laurea con 110 e lode. Giusta la tua osservazione sul degrado delle strutture di questa nostra bella Italia, questo vale per tutti i beni culturali italiani che senza i dovuti restauri e manutenzione, rischiano di andare in rovina. Grazie per il tuo sagace intervento.

  18. il 22 giugno, 2014 giuseppe3.ca dice:

    Miriamo sempre a presentare servizi di qualità in questo nostro amato Bosco e a quanto pare riusciamo, in qualche modo, a realizzarli. Grazie Nembo, la tua approvazione ce ne dà una ulteriore conferma. Giovanna è stata bravissima e ha voluto dimostrarci quanto ama la ‘sua’ Genova.

  19. il 23 giugno, 2014 mario33,co dice:

    bella pagina di un Poeta, con De andrè La canzone italiana scopre finalmente temi sociali e politici. Inevitabile pertanto che De Andre'(suo malgrado) diventi uno dei riferimenti della contestazione giovanile, nonche’ l’incubo dei burocrati televisivi, che non sanno fin dove la censura puo’ colpire storie cosi’ sottili e metaforiche, eppero’ altrettanto esplicite nella loro denuncia sociale.
    Fabrizio De André è uno dei capisaldi della canzone d’autore italiana. Profondamente influenzato dalla scuola d’oltre Oceano di Bob Dylan e Leonard Cohen, ma ancor piu’ da quella francese degli “chansonnier” (Georges Brassens su tutti), e’ stato tra i primi a infrangere i dogmi della “canzonetta” italiana, con le sue ballate cupe, affollate di anime perse, emarginati e derelitti d’ogni angolo del mondo.
    E proprio la valorizzazione dei dialetti gli e’ valsa il Premio Govi. “In una nazione giovane come l’Italia i dialetti sono indispensabili (ripeteva spesso). Rappresentano un desiderio di identificazione nelle proprie radici che si fa tanto piu’ forte quanto piu’ si diffonde l’idea di una megastatalizzazione europea.
    I versi di De Andre,’sempre scarni, ruvidi, sarcastici, non cedono mai alla retorica del sentimentalismo: “Dai diamanti non nasce niente/ dal letame nascono i fiori” (“Via del campo”) e’ il suo credo.
    Siamo negli anni 70 in Italia, sono gli anni caldi della contestazione. De Andre’ si professa anarchico e sembra quasi cedere alla tentazione eversiva in Storia di un Impiegato, uno dei suoi album piu’ controversi. Il disco narra la vicenda di un travet che, sull’onda del Maggio francese, e’ contagiato dal fuoco rivoluzionario. E’ una cupa profezia sulla degenerazione della contestazione in terrorismo che, di li’ a poco, infettera’ la storia italiana.
    Con Dori Ghezzi che vive l’esperienza drammatica dei quattro mesi di sequestro. Un’esperienza che segna parte dell’album senza titolo che sara’ poi ribattezzato L’Indiano. Neanche di fronte ai suoi rapitori De Andre’ perde il “vizio” di rovesciare la morale comune su colpevoli e giudici. I malviventi sardi, cosi’, diventano “marinai di foresta” o indiani Sioux, criminali e oppressi al contempo. “Sono stato rapito da una banda di Cherokee (raccontava) che, prima ancora di volere i soldi, voleva dimostrare il coraggio di rapire una persona”.
    “Ho un’estrazione borghese e mi sono adagiato un po’ su questo materasso di piume. Avrei potuto dare molto di piu’ se fossi nato alla Foce, da un pescivendolo”, diceva spesso De Andre’ scherzando sulla sua proverbiale pigrizia.
    Fabrizio De Andre’ e’ morto l’11 gennaio 1999, all’Istituto dei Tumori di Milano. Lascia alla cultura italiana versi e suoni da ricordare, alle cronache musicali, una folla innumerevole di imitatori.
    I suoi estimatori gli dedicheranno i versi che Fabrizio aveva scritto per l’amico Luigi Tenco la notte in cui s’era ammazzato: “Ascolta la sua voce/ che ormai canta nel vento/ Dio di misericordia, vedrai, sarai contento”. E’ la “Preghiera in gennaio” di tutti quelli che hanno amato Fabrizio De Andre’. (RECENSIONE CON L’AIUTO DELLA RETE)

  20. il 23 giugno, 2014 giuseppe3.ca dice:

    Mario, io ho lanciato il sasso in uno stagno di acqua cheta ma con il tuo intervento sono esplose tutte le bollicine con il contenuto di quanto ancora mancava. Era un’occasione da non perdere ed era proprio ciò che ci siamo proposti di ottenere per completare il quadro: Sei stato bravissimo, grazie.

  21. il 23 giugno, 2014 paolacon.rm dice:

    Bello questo omaggio al “POETA”!
    Al grande De André, che ha cantato i sentimenti, e la povera gente e che ha parlato, senza falsi pudori, della realtà della vita, anche dei vizi, delle imperfezioni, dei peccati umani.
    Le sue canzoni un tempo hanno scandalizzato i “benpensanti”, ma quanta umanità c’è dentro e quanta verità.
    Una della ultime. “Princesa” è così struggente e triste, e purtroppo tratta un tema evidente.
    Un plauso a questo articolo

  22. il 23 giugno, 2014 giuseppe3,ca dice:

    Paola, il tuo plauso arriva a coronamento di tante approvazioni di rilievo e vale un tesoro. Mi riempie di gioia perché significa che la “fatica” (detto appunto tra virgolette) non è stata vana ma, anzi, ha realizzato un prodotto di qualità come è sempre nelle mie umili intenzioni. Giovanna ha completato l’opera alla sua maniera ed ecco il risultato. Cerchiamo di proseguire sulla linea dei buoni esempi. Grazie per il tuo intervento, sempre gradito e prezioso.

  23. il 23 giugno, 2014 sandra vi dice:

    Come ringraziarvi per questa magnifica pagina distensiva ,Avete ricordato i suoi poeti che ci sono cari .Io adoro Genova e la conosco abbastanza bene,quanto mi piaceva girare per i carugi,Un grazie a Giovanna che li ha postati ,Ricordo anche con nostalgia le belle commedie di Govi,un lavoro che ci ha fatto un po’ sognare ,grazie a Giuseppe e Giovanna

  24. il 23 giugno, 2014 Riccardo Avanzi dice:

    Al mio paese c’è un angolo fiorito dedicato al grande F. De Andre, sulla pietra al centro di questo angolo fiorito si può leggere una frase che per me racchiude il pensiero del Poeta.
    DAI DIAMANTI NON NASCE NIENTE, DAL LETAME NASCONO I FIORI.
    Saluti Riccardo.

  25. il 23 giugno, 2014 giuseppe3.ca dice:

    Genova ha una sua storia ed è stato bello ricordarla insieme a Fabrizio De André, uno dei suoi tanti figli che hanno caratterizzato un’epoca. Faber, poeta, artista, cantastorie che ha appassionato gli anni della nostra giovinezza e ancora ci emoziona riascoltando le sue canzoni piene di sentimento e verità. Grazie Sandra, sempre precisa e puntuale all’appuntamento domenicale del Bosco. Ciao.

  26. il 23 giugno, 2014 Riccardo Avanzi dice:

    Vorrei aggiungere anche se non è in tema, un altro grande cantante scomparso, che della canzone in lingua Sarda aveva fatto la sua bandiera.
    Una preghiera per Fabrizio, e per Andrea Parodi.
    Sarebbe bello leggere anche di lui sulle pagine del bosco.

  27. il 23 giugno, 2014 lieve dice:

    Aaaah Zena Zena mia, quanto ti amo!!! Amo ogni luogo , ogni momento della mia città, quando piove e tira il vento di mare è l’apoteosi… senti l’odore dei vicoli che arriva vino al righi, le auto intasano la città, i ” belin che traffegu” ( accipicchia che traffico) si sprecano, Sopratutto l’amo nelle ore dei crepuscoli, poco prima dell’alba ma sopratutto prima del tamonto,quando le luci si fanno ombra e l’ombra si fa luce… cambia totalmente, e diventa misteriosa,ombrosa tenebrosa, come le sue donne, silenziose, mugugnano fra i denti con le labbra socchiuse e sorridono raramante… ma sono forti e irresistibili, tenaci come nessun’uomo sa essere… Ok ok (mo me sto a squajia)… Genova mi piace e non la cambierei per nessun’altra citta,e non solo perchè è la MIA citta!!!!Bell’articolo e grazie per aver ricordato Faber! Un grande, ombroso e tenebroso quasi come le donne genovesi ciao ciao!

  28. il 23 giugno, 2014 giovanna3rm dice:

    Lieve, mi hai commosso profondamente! Hai descritto il tuo amore per Genova in modo superlativo……essendo anche la mia città natale mi sono venute proprio le lacrime!
    Grazie di cuore per il tuo bellissimo commento.
    Spero di aver indovinato i caruggi e tutte le altre immagini! Chi non ha amato e ama Fabrizio De André. Ricordo che il suo primo disco che ascoltai fu “Carlo Martello”, mi piacque talmente che cercai tutti i suoi dischi, che divorai! Un abbraccio, cara amica.

  29. il 23 giugno, 2014 giuseppe3.ca dice:

    Il nome Lieve non ci trae in inganno, sappiamo che da buona genovese hai il carattere forte. Animo indomito che non cede facilmente, infatti ci son voluti argomenti forti per farti rientrare nel Bosco ma ce l’abbiamo fatta. Una bella pagina per ricordare Genova e uno dei suoi figli: Faber, con le sue indimenticabili canzoni. Ben trovata Lieve, grazie.

  30. il 24 giugno, 2014 anna b. dice:

    Semplicemente Faber, il più grande cantautore di sempre, che sa emozionare con poche strofe e sfumature della voce, che riesce a farti fare viaggi impensabili con la sua musica e la sua poesia.

  31. il 24 giugno, 2014 giuseppe3.ca dice:

    Anna, la tua approvazione è una ulteriore conferma che, ancora una volta, abbiamo realizzato una pagina piacevole e positiva per i lettori che ci seguono con costanza e sincera stima. Possiamo esserne orgogliosi. Grazie, ciao.

  32. il 25 giugno, 2014 giuseppe3,ca dice:

    Un doveroso ringraziamento generale a tutti i frequentatori del Bosco, anche a coloro che entrano, leggono ma non lasciano un segno del loro passaggio, grazie.

  33. il 27 giugno, 2014 giuseppe3.ca dice:

    Si Riccardo, una bella significativa frase coniata dal grande F.De Andrè e che racchiude una incommensurabile verità.

    Relativamente ad Andrea Parodi, grazie per il suggerimento, ne terremo conto e non è escluso che si possa riprendere un filone già tradizionalmente incluso tra le Rubriche del Bosco ma la cui pubblicazione era stata interrotta per la prematura scomparsa di un carissimo amico, stimato collaboratore, che curava la pagina dedicata alla musica. Grazie in ogni caso, ciao.


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