Pensieri e non solo…!!
Scritto da giovanna3rm il 25 Giugno 2014 | 36 commenti- commenta anche tu!

Non passa settimana o mese che non si apprenda che agenti, appartenenti alle forze dell’ordine o militari, si suicidino. Una sequenza di morte più alta della criminalità, morte che non si spiega o che, forse per svariate ragioni, non si vuole spiegare. Quando un rappresentante delle forze dell’ordine o un militare muore in servizio se ne parla su tutti gli organi di informazione e l’indignazione è condivisa da tutti. Invece, quando avvengono delle stragi silenziose -suicidi- a volte non se ne parla o se ne parla poco.
Omicidi delle forze dell'ordine
Tutti indossano una divisa e temono, pertanto, di finire – com’è accaduto ad altri colleghi - in un drammatico vortice senza spiegazione, almeno per chi rimane. In questi ultimi anni nel mondo militare c’è la percezione di un male oscuro, lo si intuisce, quasi lo si assapora amaramente ma, dopo qualche riga in cronaca nera, tutto tace e riprende la solita routine, in attesa del prossimo… impotenti. Per principio, queste persone, tutori dell’ordine e del benessere delle società, non dovrebbero mai essere preda del mal di vivere. La condizione militare ha i suoi grandissimi e irrinunciabili valori: guardare in faccia determinati problemi è sempre difficile, figuriamoci nell’attuale periodo, se qualche politico o qualcuno ai vertici militari dovesse porsi il problema di comprendere la ragione di tale malessere! Uomini e donne che sacrificano tutto per l’istituzione e per il Paese, proprio per onorare questi principi e ideali di lavoro comune. E’, quindi, essenziale che chi di dovere, rifletta profondamente su questo problema, insieme a tutte le forze dell’ordine, poiché nessuno può ritenersi immune da queste gravi incognite, come purtroppo le statistiche dimostrano.
Stretta di mano
I dati noti al ministero non sono da sottovalutare, senza aggiungere i tentativi di suicidio. Sarebbe, tuttavia, utile comprendere come mai e da che cosa siano provocati questi incresciosi eventi. Si potrebbe partire da alcuni presupposti: cause dovute allo stress, a seguito delle precarie condizioni lavorative, mancanza di supporto psicologico, che non dovrebbe mancare, senso di frustrazione, umiliazione dovuta, ad es., al fatto che tutti gli sforzi compiuti per il bene della collettività vengano, poi, quasi sempre elusi dalla magistratura o dalle forze politiche, o per altre ragioni ancora. Talvolta, possono esserci azioni indiscutibili, prese per ragioni prioritarie e per prevalenti motivi di servizio, riguardanti sicurezza, e tali provvedimenti talora finiscono per legittimare trasferimenti punitivi disciplinari vessatori e dinieghi ingiusti di progressione di carriera, o perché l’agente o l’ufficiale è diventato “uomo scomodo”.
Distintivi delle forze dell'ordine
In primo luogo, occorre ricordare che sono tutti esseri umani, - uomini e donne - tutti hanno cuore e sensibilità e, e quando si interviene si compie un ruolo attivo verso la società o la Patria e, in alcuni casi, occorre far tacere il cuore e attaccare un’altra “spina” per applicare le leggi adeguate al caso del momento. Non sempre queste procedure sono facili e, spesso, si mette a repentaglio lo stato psicologico del militare addetto. La propria forza può vacillare, se non si trova un modo di operare giusto e non traumatico, ecco allora intervenire il timore di sanzioni disciplinari o, ancor peggio, il ritiro della “Pistola e del tesserino” e, infine, il posto di lavoro. In seguito, si avranno colloqui con persone che dovrebbero aiutarti, ma questo non accade. Si è sottoposti a quiz attitudinali. Qualora risultassero negativi o ne derivasse un quadro incerto sulla propria autonomia decisionale…ovvero la perdita di idealismo, al malcapitato/a verrà accreditata una cultura scientifica chiamata –Stressogeno - che colpisce le persone che esercitano una professione d’aiuto: “Helping Profession.” Qualora queste non rispondano in maniera adeguata, a causa dei carichi eccessivi da stress, tale mansione viene tolta, di conseguenza si finirà dietro una scrivania o ad altro incarico. Tutto ciò, ovviamente, incide notevolmente sulla vita quotidiana e psicologica, e viene assorbito in modo negativo, portando l’individuo a compiere gesti estremi come il terribile fenomeno del suicidio. Mi auguro sinceramente che nuovi metodi vengano introdotti in tutte le strutture militari e nelle varie sedi operative delle forze dell’ordine, come la prevenzione, per rendere realmente efficace e non solo di facciata una strategia operativa che tenti di ridurre le condizioni di disagio, di trascuratezza d’insensibilità, e la difficoltà di vivere per chi opera giornalmente per la sicurezza pubblica. Secondo voi, amici Eldyani, come mai episodi così gravi avvengono nelle varie forze dell’ordine? Vogliamo parlarne?
Maurizio Pollini - Notturno di Chopin, Op. 9 - n.2

