LA DOMENICA DEL BOSCO

 

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Questa è la storia di Piero, una storia comune che possono aver vissuto tantissimi ragazzi adolescenti nel periodo immediatamente successivo alla disastrosa Seconda Guerra Mondiale.

Le ore antelucane di una fredda notte dell’inverno 1945/46, Piero era nella sua stanzetta, accoccolato nel suo letto. Si era svegliato dopo il primo sonno e non riusciva a riaddormentarsi, il freddo lo teneva sveglio. Tutt’intorno silenzio assoluto ma il cupo rumore di un aereo in volo, probabilmente un bimotore a elica decollato dal vicino aeroporto, attirò la sua attenzione. Erano i segni di un’Italia che cominciava a muoversi per curare le ferite di una tragica guerra ma il bambino Piero non aveva cognizione di questo stato di cose e mentre il rumore dell’aereo si faceva più forte sorvolando la sua casa, la mente di Piero si concentrò sulle persone che potevano essere su quell’aereo.

 

SONY DSCAereo passeggeri anni 1946-'50

 

In particolare. con la sua fantasia provò ad immaginare di essere lui stesso su quel velivolo, magari a fianco del pilota, così avrebbe potuto scoprire dove era diretto questo mezzo di trasporto, volando alto nel cielo, così presto al mattino. Con questo pensiero continuava seguire il rombo di quei motori che piano, piano, si allontanava diventando sempre più debole e, rannicchiandosi ancora di più nel suo lettuccio, riuscì a riprendere sonno.

 

DC 3DC 3 -  Altro aereo passeggeri dell'epoca

 

Piero aveva una mente sveglia e una spiccata voglia di conoscenza ma nella sua casa non c’erano libri, non esisteva una libreria né una scrivania, nessun mezzo d’informazione, niente radio, niente telefono e neppure giornali.

 

La Stampa del 1948La prima pagina della Stampa del 12 Aprile 1948,

giorno delle prime votazioni politiche del dopoguerra.

I libri dei suoi primi anni di scuola elementare li aveva letteralmente divorati con gli occhi, letti e riletti che ormai ne conosceva il contenuto a memoria. Aveva sete e fretta di conoscere ma non aveva a disposizione il materiale necessario né i mezzi per procurarselo.

 

Unità - Attentato  a Togliatti - 14-7-1948L'Unità - Attentato a Togliatti - 14 Luglio 1948

 

Dopo il congedo del padre che era stato richiamato sotto le armi per i noti eventi bellici e il rientro della famiglia in città, dopo lo sfollamento in un paesino dell’interno, non esposto alle incursioni aeree nemiche, trovarono la casa fortunatamente rimasta indenne dai bombardamenti ma depredata di tutti i suoi contenuti: l’abito ‘buono’ del padre, indossato solo nel giorno del matrimonio e in quello del battesimo del primogenito Piero, coperte, lenzuola, pentole, tegami e stoviglie, tutto trafugato. Beni che saranno serviti ai soliti sciacalli rimasti in città per farne oggetto di scambio per sfamarsi.

Questa è stata la guerra. Bisognava rimboccarsi le maniche e ricominciare da capo.

  libri animati  

La casa di Piero era dunque una misera e modesta casa. Il padre riprese il suo lavoro in una panetteria. Il pane era razionato: ogni cittadino era titolare di una tessera annonaria che dava titolo a 200 grammi di pane al giorno mediante lo stacco di appositi bollini numerati. Considerata la professione del padre, che, ironicamente possiamo dire, aveva le mani in pasta, cioè, nella pasta prodotta dalla farina e non altro, in casa qualche panino in più non mancava, mancava però tutto il resto e come ben sappiamo, non si vive di solo pane.

Libro anim E

La mente di Piero continuava a spaziare con la fantasia, oltre che fame di pane aveva anche sete di conoscenza e sentiva il bisogno di comunicare con il mondo. Il suo più ardente desiderio era quello di riuscire ad avere una radio che gli consentisse di ricevere le trasmissioni e che gli avrebbero permesso di sentirsi in contatto con paesi e civiltà lontane, ma in famiglia non si aveva la possibilità di dotarsi di un apparecchio radio. Questo era il cruccio di Piero e ne aveva grande sofferenza ma non lo dava a vedere perché non voleva far rattristare i genitori per questo.

 

Apparecchio radio del 1950Apparecchio radiofonico del 1948

 

Piero continuava gli studi scolastici ed era arrivato a frequentare la scuola media perché il padre, seppure con grande sacrificio, voleva che il figlio studiasse e si prendesse un diploma affinché non fosse costretto, come lui, a svolgere il faticoso ruolo di operaio con lavori precari e basse retribuzioni. 

libro che si sfoglia da sé  

Allora i figli di Avvocati, Dottori, Ingegneri e Insegnati seguivano la professione del padre e il figlio di un operaio era destinato a fare l’operaio.

 

L'Italia aveva votato per la Repubblica, quindi per la democrazia e la parità dei diritti ma le riforme dovevano essere ancora realizzate ed avevano da percorrere, purtroppo, un percorso ancora lungo. Avevamo una nuova Costituzione ma certe correnti di pensiero persistevano ed erano dure da rimuovere.

 

costituzione

 

Lavorando da manovale nel periodo delle vacanze scolastiche e rivendendo i libri dell’anno precedente a metà prezzo come usati, per poter comprare quelli necessari al nuovo anno, a volte anche questi di seconda mano, Piero riuscì a conseguire il diploma. Trovò presto un lavoro e con i suoi introiti riuscì ad aiutare la famiglia che, intanto, era divenuta numerosa.

 

Apparecchio radio del 1950Apparecchio radiofonico del 1950

 

Qualcosa teneva anche per sé e con i suoi primi risparmi comprò un apparecchio radio ad onde medie con grande gioia delle sue sorelle che ne usufruivano durante il giorno mentre Piero era al lavoro. Ma la notte era proprietà personale, lo aveva sistemato sul comodino accanto al suo letto e ascoltava le trasmissioni della notte, prima di addormentarsi e al mattino appena sveglio, ripensando ancora a quella notte che lo aveva tenuto sveglio il rombo dei motori di un aereo che sorvolava la sua casa.

 

Bene, io ho raccontato la mia, voi dite la vostra, grazie.

Buona lettura e Buona Domenica per tutti.

 

Giuseppe_01045    Barra div. lucine a V   Giovanni  Marradi   -  Colors  of  Music https://www.youtube.com/watch?v=wryBwWp6bhE&list=FLNSrLyPMe3ffjMLZJhkN44g&index=114  


COMMENTI

  1. il 29 giugno, 2014 lorenzo.rm dice:

    Bella e appassionante la storia di Piero. Grazie al nostro amico Pino, che ce l’ha fatta conoscere ed apprezzare. Buona domenica a lui e a tutti noi.

  2. il 29 giugno, 2014 lorenzo.rm dice:

    Che dire, poi, dei Colori della musica? Grazie, Giovanna.

  3. il 29 giugno, 2014 Gugli dice:

    Si caro giuseppe la sete di conoscenza che aveva Piero era in tutti quei giovani.Giorni molto neri miseria fame….e altro. Anche io avevo voglia di notizie oltre che leggere ma la musica mi è sempre piaciuta,anche leggere ma la musica le notizie….Vicino casa un babbo di un mio amico di scuola le aveva costruito una galena fatta con una piccola cassetta di legno con dei fili e con un puntatore si appoggiava su un pezzo di minerale e con una coffia probabilmente usata, si ascoltava di tutto la recezione non era delle migliori ma ci soddisvava e ci allietava, quante ora passavamo a passarci la cuffia…Mi scuso se non sono preciso da spiegare come si fa una galena. I libri si usava il riciclaggio dei libri usati che tuttora si fa dalla elementari su su fino alle università. Come piero sentivo la notte un romore di un aereo questo aereo passa va tutte le mattine alle 6 sopra la mia casa abito in un quartiere popolare di Oltrarno. Sentendo questo rumore mi portava la mia fantasia a essere vicino al pilota e li lascio a voi con la vostra vantasia cosa provavo. Sono passati tanti anni da ascoltare la galaena e di sentire il rumore del postale passare sopra la mia casa….ma i ricordi non si scancellano dalla mente rimangono , come il piacere della bella musica, quella mia preferita è la lirica ma anche lascio il posto alla leggera.Ritornando al rumore del postale…Qundo mi invita un mi conoscente a un ultraleggero un aereo piccolino di sua proprietà. A Peccioli che è una località vicino Pisa non tanto distante da Firenze,c’è una aviostazione dope diposita in un capannone l’aereo. Ecco Giuseppe quando vado li con questo amico e facciamo un volo su la costa, sono l’uomo più felice del mondo….Sono stato lunogo, non credo….crto nemmono, spero solo che vi allieti questo mio piccolo racconto. Saluto con simpatia G:

  4. il 29 giugno, 2014 giuseppe3ca dice:

    Grazie a Giovanna per le immagini e il bellissimo video musicale, sempre impeccabile nelle sue scelte.

  5. il 29 giugno, 2014 giuseppe3ca dice:

    Certo Lorenzo, una storia appassionante quella di Piero che rappresenta uno stato sociale d’epoca, comunissimo per la maggioranza dei giovani del periodo post-bellico. Abbiamo superaro tante difficoltà ed è bello ricordare ancora.
    Grazie Lorenzo, Buona Domenica per te e per tutti.

  6. il 29 giugno, 2014 giuseppe3ca dice:

    Bellissima la tua storia Gugli, quante cose ritornano alla mente non appena si va a frugare nell’archivio dei nostri neuroni: il passato riemerge ed è di nuovo presente.
    Anche io ho tanti ricordi di esperienze vissute con la radio a galena, un oggetto semplice ma di grande orgoglio personale riuscire a possederlo.
    Interessanti e sicuramente emozionanti le tue esperienze di volo con l’aereo piper. Grazie, un saluto.

  7. il 29 giugno, 2014 gabriella BZ dice:

    Sento in Piero una voglia di sviluppare il suo sapere, ma mancando quasi il companatico, posso immaginare come non poteva chiedere denaro in famiglia. Ammiro la sua voglia di cultura e la volontà nel risparmiare poche lire alla volta per avere una radio tutta sua.Questa storia la dovrebbero leggere i ragazzi d’oggi.

  8. il 29 giugno, 2014 giuseppe3,ca dice:

    Si Gabry, dovrebbero leggerla i ragazzi di oggi ma non so fino a che punto riuscirebbero a capirla, intanto la leggiamo noi e ne parliamo tra noi, è sempre bello ricordare “come eravamo” nel nostro passato. Grazie.

  9. il 29 giugno, 2014 nembo1 dice:

    Nel dopoguerra ci furono anni seguiti da profonda crisi economica, povertà e sacrifici, testimonianza di quel periodo che ci furono anche cambiamenti e momenti di confusione, ma sempre legati a valori come questa bella storia di Piero. Buona Domenica

  10. il 29 giugno, 2014 giuseppe3,ca dice:

    Verissimo Nembo, stavano crescendo i giovani che avrebbero costruito una nuova bella Italia, traendo esperienza proprio dai sacrifici vissuti sulla propria pelle. Purtroppo la storia ci insegna che in qualsiasi buona società ci sono anche i “guastatori” dei quale è molto difficile liberarsene, ma noi resistiamo, non cediamo e continuiamo a combatterli. Grazie, Buona Domenica per tutti.

  11. il 29 giugno, 2014 alba morsilli dice:

    Nel racconto si parla delle prime radio (radio marelli telefunk ecc)dove alla sera come ora alla tv ci si riuniva per sentire le commedie a puntate, si lavorava di fantasia, non vedendo venivano sottoglineati i rumori, come lo scrosciare dell’acqua, e l’aprire di una porta.
    la vita di Piero è la vita di ogni ragazzo della nostra età.
    Sono passati 69anni dalla fine della guerra rimangono solo i ricordi e gli scritti.
    Mentre noi siamo la testimonianza che la tecnologia a fatto passi da giganti scriviamo tramite il pc.
    Ma non per questo privi di sensibilità difronte a un racconto di vita vissuta

  12. il 29 giugno, 2014 aquilafelice44 dice:

    giuseppe ricordo bene gli anni 50 sono nato in periodo di guerra anche se non ricordo niente ma x fortuna ricordo molto bene quando ho cominciato la scuola la prima elementare che poi laventura e durata solo fino ala terza che x motivi di cui sapete ho dovuto interrompere la scuola x la mamma inferma e x lavorare da fabro in casa mia non mancava niente ma mancava tutto x via della mamma mio padre era colocatore del paese la radio in casa cera ricordo che molte famiglie venivano a casa sentire il progama di mike buongiorno campanile sera poi in casa norta ce crolato il mondo addosso la casa distruta non e rimasto piu niente solo la voglia di piangere poi il crollo di mio padre non a retto ala disperazione se perso col bichiere di vino io ho cominciato lavorare da fabro diploma di 5 lo preso ale serali non sono un ragazzo fortunato come piero ma sono felice lo stesso anche se non ho fato le scuole superiori felice di essere sempre con voi grazie giuseppe grazie bosco

  13. il 29 giugno, 2014 giovanna3rm dice:

    Com’è bello scoprire nei giovani la volontà di apprendere, la curiosità di scoprire nuove cose, la gioia di leggere, di avere piccole cose importanti, come libri e una radiolina, ciò che avvertiva Piero. I tempi, certo, erano duri: anche una radiolina costava molto ed era un autentico tesoro per la famiglia.
    Molti di noi hanno attraversato quegli anni, impegnandosi in modo totale, nello studio o in qualsiasi altra attività, per poter affacciarsi al mondo del lavoro, facendo la cosiddetta “gavetta”. Questo accadeva ai giovani di quei tempi, difficili, ma importanti poiché, in seguito, si sono raggiunte maggiori sicurezze e facilitazioni per le nuove generazioni.
    Grazie Pino per averci riportato….un po’ indietro!

  14. il 29 giugno, 2014 giuseppe3ca dice:

    Ricordo anch’io quelle commedie alla radio, Alba, erano ben congegnate con una bella regia, una voce fuosi scena che interveniva per farci immaginare il quadro e, soprattutto, dei bravissimi “rumoristi” c he contribuivano a rendere viva la situazione. Bellissime!
    Condivido il tuo pensiero sulle emozioni e la sensibilità che il racconto riesce a destare in noi “ragazzi della terza età”.
    Grazie.

  15. il 29 giugno, 2014 giuseppe3ca dice:

    Grazie Aquila, avevi raccontato la tua storia proprio qua nel nostro Bosco incantato e ci eravamo commossi con te. Per il Bosco sei un luminare che irradia saggezza e bontà per tutti. Non si potrebbe fare a meno della tua figura piena di luce e ti ringraziamo tutti insieme. Bravo Aquila!

  16. il 29 giugno, 2014 giuseppe3ca dice:

    Si Giovanna, è bello riportarci indietro con la mente e rivedere le cose vissute ma rivalutandole con il “senno del poi” e con la maturità dell’età adulta che aiuta a comprendere meglio i valori del passato. Sono cose alle quali tengo moltissimo e non è escluso che possa tornare ancora sull’argomento. Grazie.

  17. il 29 giugno, 2014 giuseppe3ca dice:

    COLGO L’OCCASIONE PER RIVOLGERE UN CALDO INVITO AGLI AFFEZIONATI LETTORI AFFINCHÉ PROPONGANO I LORO RICORDI GIOVANILI E NON, PER COSTRUIRE UNA PAGINA DEL BOSCO CHE SARÀ UTILE PER SENTIRCI SEMPRE GIOVANI E PIENI DI VIGORE. GRAZIE A TUTTI.

  18. il 29 giugno, 2014 sandra vi dice:

    Bello il racconto di PIERO ammirevole il suo desiderio di ricerca ,di apprendimento,il suo grande desiderio di cultura .Erano anni difficili per tutti ,anche per chi aveva alle spalle una vita agiata .La guerra aveva lasciato mtseria e macerie .anche papa aveva visto anni di duro lavoro ,trasformato in un cumulo di macerie.Ma la volonta’ di rifarsi di riportare riportarci fuori era forte e allora “rimbocchiamoci le maniche ,diceva ,il nome nn l’hanno distrutto ,si ricomincia ,nn contano i sacrifici .E ce l;ha fatta,il mio adorato papa ,era il primo entrare in ditta ,lultimo uscire ……quale esempio ai giovani di adesso, Un grazie a Giovanna per il pezzo di Marradi

  19. il 29 giugno, 2014 giuseppe57 dice:

    ho letto sia la storia di piero, sia i commentzi espressi dagli affezionati del bosco,e posso dire che piero non è stato del tutto sfortunato in quanto avendo un padre che faceva il fornaio avevano per lomeno da sfamarsi ,perche solo oggi possiamo dire che non si vive di solo pane e non in quel periodo, per il sottoscritto è stata molto piu dura in quato la radio è arrivata molti anni dopo.oggi pur essendo una grande crisi economica è molto difficile far capire la situazioni del dopoguerra ,cè solo la speranza che arrivino tempi migliori con una piu equa distribuzione delle risorse.

  20. il 29 giugno, 2014 giuseppe3ca dice:

    Bellissime le tue parole Sandra, piene di tanta verità. Onore al tuo papà, una persona concreta che pur ripartendo da zero, dopo tanto sfacelo, ha saputo rimboccarsi le maniche dando il buon esempio a tutti e riportando in alto l’onore e la dignità della famiglia. Mi ha sinceramente colpito la frase:
    ………. “IL NOME NON L’HANNO DISTRUTTO” ……….
    che vale quanto una pietra miliare, un punto di partenza dal quale tutti abbiamo dovuto iniziare di nuovo: ci era rimasto solo il nome e la dignità di esseri umani dotati della ragione. Grazie Sandra, sempre positiva nei tuoi interventi.

  21. il 29 giugno, 2014 giuseppe3ca dice:

    Beppe, se dopo quasi settant’anni siamo arrivati ad affidarci alla speranza affinché arrivino tempi migliori per una più equa distribuzione delle risorse, mi sorge il dubbio che qualcosa ancora non funziona. Le conquiste in democrazia sono state tante grazie alla ferma determinazione dei tanti “Piero” che si sono impegnati fino allo spasimo per realizzare sé stessi si, ma dando anche il proprio contributo per realizzare un’Italia migliore. Altri hanno pensato solo ad accapparrare ricchezze personali con i risultati che oggi sono sotto gli occhi di tutti. E se fossero proprio queste le ragioni della crisi? Ragioniamo, ci sono tanti motivi di riflessione.
    Grazie per il tuo intervento, sempre concreto e preciso.

  22. il 29 giugno, 2014 gianna dice:

    Molto bello il racconto di Piero, certo in periodi di guerra nn tanto, per un piccolo bambino che con il rumore di un apparecchio veniva svegliato dal sonno, ma la sua curiosita’ lo fece alzare dal suo caldo lettino, per guardare cosa era quel rumore strano un aereo passare, poi infreddolito si rimise al caldo,ma la sua mente scorreva e pensava cosa avrebbe fatto da grande, certo che un tempo nn erano viziati come i bambini di oggi, mancavano le possibilita’ poi appena finita la guerra,era gia’ fortunato avere il pane con il lavoro del fornaio del padre ma mancava il di piu’il companatico, periodi durissimi ma Piero cercava di avere da grande un lavoro per potere guadagnare bene ,e farsi una vita migliore di quella di un tempo. ma solo studiando poteva e cosi fece bravo Piero eri piccolino ma sei diventato grande e ti sei impegnato al massimo, ora sei l’esempio di tanti giovani, grazie Giuseppe e Giovanna sempre con la vostra bravura bravo Piero!!

  23. il 29 giugno, 2014 giuseppe3ca dice:

    Brava Gianna, più che una foto, hai fatto una radiografia di quella che è stata la vita di un bambino nel periodo post-bellico, Piero, appunto, e come lui tanti altri. Hai detto bene, c’era il pane ma mancava il companatico, ora ti svelo cos’era il companatico per tante famiglie in quel periodo: si percorrevano chilomentri a piedi per raggiungere la campagna per raccogliere erbe commestibili, cicoria, asparagi selvatici e quando c’erano, anche le lumache. Ora il quadro è quasi completo.
    Grazie per i tuoi complimenti anche per Giovanna.

  24. il 29 giugno, 2014 giuseppe57 dice:

    giuseppe tu sai benissimo che le cose non funzionano per effetto dellegoismo da parte di qelle persone che sono proposte a tutelare quellequa distribuzione delle risorse di cui ti ho parlato, ma quelle persone sono italiani, forse abbiamo bisogno di qualche bacchettata, e quando cela danno non la vogliamo accettare, ecerchiamo di scaricare le colpe addosso a qualcunaltro.

  25. il 29 giugno, 2014 elisabetta8.mi dice:

    In questo spaccato di vita ,credo che siamo in tanti a rispecchiarci,si nn avevamo quasi nulla ma avevamo tanta volonta’ e tanta sete di sapere. nel vedere la stampa qui’ ,sono tornata in dietro nel tempo si x mi fermavo davanti al giornalaio e leggevo i titoli (i giornali erano appesi fuori con le mollette)nn capivo nulla di politica e 1 volta ho chiesto alla maestra spiegazione x 1 articolo e lei mi disse:Nn sono cose x te ma solo x i grandi,ci rimasi molto male.Gli ortolani usavano avvolgere la verdura in vecchi giornali e io pregavo la mamma di nn buttarli quei fogli li volevo io,nn avevo la possibilita’ di comperarmi 1 libro,ma leggevo tutto quanto mi capitasse a tiro.ero assetata di sapere e quando piu’ grande con delle amiche abbiamo potuto unire le nosre piccole risorse abbiamo iniziato a comprare dei libri e li facevamo passare tra di noi.Quegli anni sono stati molto duri ma ci è servito x farci apprezzare i veri valori della vita,,,,grazie Giuseppe e tutto lo staff del bosco,,,,,Sono spaccati di vita vera,,,,,,,,,,,,,,,,

  26. il 29 giugno, 2014 gianna dice:

    Grazie Giuseppe, mi dispiaceva nn commentare quel bambino, Piero ma tu sai bene servono anche giornate positive nn negative,ma dentro il mio cuore di mamma, pensavo la curiosita’ di questo bimbo, quel rumore Frastornante sopra la sua casa,era piccolo infreddolito , ma era gia’ grande cresciuto troppo in fretta,quel bimbo nella miseria della guerra, Piero pensava gia’ il suo futoro, dunque quel piccolo bimbo gia’ grande, tvb Pietro. ringrazie sempre lo staff di eldy tutti indistintamente, ciao Giuseppe3 e Giovanna siete bravissimi forse sono parole che ripeto sempre grazie di ♥ ciao…

  27. il 29 giugno, 2014 giuseppe3ca dice:

    Vero Beppe, i mali li conosciamo e sono nel sistema all’italiana del ‘temporeggiamento’ e dello ‘scarica barile’ utilizzato per decenni senza mai arrivare alla soluzione vera dei problemi. Le bacchettate ce le hanno date dall’Europa e ora non ci sono più alibi, la strada è obbligata e non si può tornare indietro ma qualcosa si sta finalmente muovendo e non dobbiamo perdere la speranza. L’Italia ha la volontà e le risorse per superare la fase critica e tornare a risplendere come merita.

  28. il 29 giugno, 2014 giuseppe3ca dice:

    Elisabetta, tu dici “Spaccati di vita vera” ed è proprio così, non mi sbagliavo quando ho scritto che la storia di Piero è una storia comune a tanti adolescenti del periodo immediatamente successivo al secondo conflitto mondiale e tu ne dai una concreta conferma. Piero è un personaggio di pura invenzione ma si identifica in ciascuno di noi perché la vita di Piero l’abbiamo vissuta un po’ tutti. La risposta che ti ha dato la maestra era solo elusiva ma forse lei stessa e tutta la classe insegnante di allora non era preparata a poter dare risposte adeguate agli adolescenti. Abbiamo dovuto imparare da soli e sulla nostra pelle nel corso della vita iniziando a leggere, già da bambini, scorci di pagine di giornali riciclati dopo essere stati usati per avvolgere le patate.
    Ora siamo qui a parlarne ancora e questo è importante. Grazie Ely, un saluto.

  29. il 29 giugno, 2014 giuseppe3ca dice:

    Ancora un grazie per te Gianna, che ci segui con costanza e attenzione. É stata sufficiente questa pagina del Bosco per voler bene al personaggio del racconto, il bambino Piero, che in fondo rappresenta tutti noi nella nostra adolescenza vissuta in un periodo irto di difficoltà. Ciao.

  30. il 30 giugno, 2014 Avanzi Riccardo dice:

    Sono nato nell’immediato dopo guerra, come molti di noi, nelle case soldi pochi, fame tanta, sia di cibo,che di sapere, Mio padre operaio agricoltore, per fortuna sulla tavola non faceva mai mancare il cibo, prodotto dal pollaio, o dall’orto, mia madre, che aveva potuto studiare in gioventù, sapeva l’importanza della lettura, e visto che io ero affamato di entrambe le cose, quando al fine settimana, venivano i villeggianti dalla città per comperare polli ruspanti, o verdure fresche, lei chiedeva alle signore se potevano portarmi qualche vecchio libro, già letto da i loro figli.
    Cosi io mi ritrovai con la stanza piena, di tutta la letteratura per ragazzi, e anche di molti romanzi per i più grandi, le opere più importanti, come quelle di B.Pasternak,
    V.Hugo, e molti altri, ricordo che certe mattine mi svegliavo a pancia in giù sul letto, con il libro ancora aperto poggiato sullo scendiletto, tanto era il mio entusiasmo nel leggere tutti quei capolavori.
    Grazie per avermi fatto ricordare momenti belli della mia gioventù.
    Saluti Riccardo.

  31. il 30 giugno, 2014 giuseppe3ca dice:

    Sei nato nel periodo post-bellico Riccardo, in un’Italia attiva che si stava riprendendo e sei stato un ragazzo fortunato perché non hai visto gli orrori della guerra, sulla tua tavola non mancava il cibo e nella tua cosa arrivavano i libri, utile nutrimento della mente, tutte cose che sono mancate a quelli nati nel decennio precedente e hanno conosciuto anche i patimenti della fame.
    Grazie per la tua testimonianza.


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