Un articolo adatto alla calura estiva. Lo posto sperando che sia gradito.
C’era un allevamento di purosangue in Toscana. Nascevano ed erano addestrati cavalli e cavalli. Ed il padrone n’era giustamente fiero. In quel periodo aveva un cavallo bellissimo, dalla lunga criniera, nervoso e scalpitante. Sapeva passare dal passo, al trotto, al galoppo senza problemi e correva come il vento. Il figlio del sindaco lo voleva provare ad ogni costo ed il padrone resisteva. Ma mica tanto, poi. Gli disse: “ E va bene, montalo, ma ricordati queste due parole. Sai, son sempre cavalli e si possono imbizzarrire. Allora, per farlo fermare immediatamente digli “Cacca” (veramente era un sinonimo meno elegante), e per farlo correre come un lampo digli “Culo”.
Il ragazzo monta e si diverte. Ma, improvvisamente il cavallo si mette a correre per ogni dove a velocità supersonica e ad un certo punto salta la staccionata e galoppa, galoppa come il vento, si allontana pericolosamente ed il ragazzo non ricorda più la parola per farlo fermare. Il cavallo continua a correre, correre, mentre finalmente il ragazzo ricorda la parola sul ciglio di un precipizio. Urla: “Cacca”, e il cavallo si inchioda immediatamente al suolo. A questo punto il ragazzo, con la fronte imperlata di sudore, aggiunge: “Che culo”. Ed il cavallo immediatamente fa un balzo e precipita nel burrone con il suo passeggero.
PASSA IL TEMPO....
Le lancette della vita ... scorrono nella perfetta sincronizzazione dei secondi....
e ad ogni movimento del tempo....nulla sara mai come prima....
E anche se non potrò vederti, parlarti, ascoltarti ....in questo presente....
Ti vedrò , ti parlerò, ti ascolterò nei secondi di tempo che ho fermato nel mio cuore.....
m.d