ARTE
Scritto da giovanna3rm il 12 Agosto 2014 | 14 commenti- commenta anche tu!
Siamo molto lieti di ospitare, nella nostra Rubrica ARTE, la cara amica Enrica Bosello di Como, che ci parlerà con entusiasmo del Pittore Americano Andrew Wyeth, della sua vita e delle sue opere. Non è molto noto in Italia, se non agli addetti ai lavori, ma è estremamente interessante conoscere, soprattutto, la sua (e di sua moglie) notevole dedizione e slancio umano verso la giovane vicina di casa, Christina Olsen, affetta da una disabilità motoria, che le impediva di camminare e che, rifiutando la sedia a rotelle, preferiva strisciare come un rettile. Questa giovane, molto colta, dotata di una vena poetica straordinaria, intratteneva con il pittore lunghe conversazioni dipingendogli un mondo tutto particolare ma assai affascinante. Infatti, egli la dipingerà strisciante su un campo, mentre si dirige verso la sua fattoria, e con l’ultimo quadro che ritrae delle tende svolazzanti, che esprimono tutto l’abbandono, della fattoria e del mondo.
Andrew Wyeth, pittore nato nel 1917 in Pennsylvania, è stato definito l'erede del realismo di Hopper, ritenuto uno dei più grandi pittori degli Stati Uniti del secondo novecento, Wyeth divise la sua vita tra i prati della Pennsylvania e quelli, con vista sull'Oceano Atlantico, del Maine. Nei lavori di Wyeth, gli oggetti diventando ritratti di amici, familiari, attraverso interni domestici, paesaggi, vasi e architetture, nature morte. Egli ma io ti dà agli stessi un significato, come se raccontassero le storie delle persone che sono dentro il quadro, trasmettendo emozioni, per noi che siamo fuori, che ammiriamo.
Le sue opere hanno come soggetti favoriti il paesaggio e la gente della sua terra natale.
Le scene rurali, la quieta solitudine del paesaggio, la concentrazione sui particolari, come il tessuto sottile di una tenda che ondeggia attraverso l'aria che entra dal vetro scostato insieme alla luce, le foglie intrappolate nel ghiaccio o la prospettiva scelta per raccontare una foresta di sempreverdi – il loro riflesso capovolto nel lago - le figure umane diventano strumenti di un messaggio, trasformano la realtà, trasmettendo delle emozioni che appartengono all'interpretazione, che varia in ognuno di noi. Ognuno di noi nelle
sue opere vede, nostalgia, o solitudine, pace , forza e anche sofferenza.
Nel 1963 ricevette la Medaglia presidenziale della libertà dal Presidente Kennedy, primo pittore a ricevere questo prestigioso riconoscimento e onorificenza.
Viveva a Chadds Ford Township, in Pennsylvania, e d'estate si trasferiva nel Maine.
Piazzale della Fattoria di Christina
Christina Olson, era la vicina di casa di Andrew e Betsy Wyeth, a Cushing nel Maine. Abitava con il fratello Alvaro in una modesta fattoria: soffriva di una disabilità motoria, ma per tutta la vita rifiutò l’uso della sedia a rotelle. Quando la paralisi delle gambe fu totale, Christina iniziò a trascinarsi per la casa, portandosi dietro il peso del corpo.
Christina Olson, nata nel 1893, fin da piccola aveva problemi di deambulazione, cadeva molto spesso, tanto che la madre le aveva cucito delle ginocchiere da indossare. Già all'età di 26 anni non riusciva a mantenersi eretta e faticava sempre più a camminare. L'unico viaggio che fece nella sua vita, fu quello che la condusse al City Hospital di Boston dove la diagnosi fu terribile: poliomielite.
Rimase colpito dalla storia di questa donna e della sua fattoria.
Christina Olson
Christina raccontava a Wyeth del suo viaggio, di come prese il treno, delle persone che aveva incontrato, delle speranze che aveva mentre si avviava all'ospedale, confidando che i medici, dopo averla visitata, potessero darle la possibilità di camminare e correre nella brughiera, piena di vento che dalla sua fattoria andava verso l'oceano.
Raccontava con tanta precisione fin nei minimi particolari, era piena di speranza ma consapevole che non avrebbe mai potuto essere come tutti gli altri.
Ma la diagnosi era tremenda, non sarebbe guarita era troppo grave la sua malattia, poliomielite spinale, nel tempo sarebbe solamente peggiorata.
Nel viaggio di ritorno però aveva preso una decisione, non sarebbe mai salita sulla sedia a rotelle, non voleva sentire il distacco dalla sua terra e avrebbe strisciato come gli insetti e con la fantasia si sarebbe spostata nel mondo, il suo mondo di erba alta quando tutto è illuminato dalla luce che viene spostata dal vento.
Il fratello di Christina
Per stare vicino a Cristina il fratello aveva lasciato il lavoro di pescatore, per dedicarsi all'agricoltura. La loro fattoria ormai trascurata, Alvaro dava l'impressione di essere una grande quercia dove ci si ripara in giornate di sole cocente. Ascoltava Christina che gli leggeva libri sul mare, ognuno di loro sognava per evadere dalla realtà. Cristina amava leggere, con la poesia si esercitava a parlare con il mondo. Rimaneva estasiata guardando il mare, diceva che riusciva a toccare l'orizzonte essendo sdraiata, guardava il mondo da un'altra altezza.
In momenti un po' più cupi ripeteva la parola "malinconia, raccontava che in quella solitudine, la bellezza di trovarsi all'aperto sul prato quando la luce si posa sull'erba e il vento trasporta il profumo di mare, di erba, di menta. Mentre raccontava tutto questo, come se parlasse a se stessa e non al pittore, con lo sguardo che andava lontano, perdendosi nell'infinito, il suo sguardo era tutto rivolto al mare lei che seduta davanti alla sua porta , sognava di essere un gabbiano, oppure immaginando di camminare nel suo modo strano, trascinandosi a forza di braccia, su quella spiaggia illuminata dalla luna.
Christina che si trascina verso la sua fattoria
Il quadro più famoso di Wyeth, ritrae Christina che dopo aver raccolto degli ortaggi nell'orto, si trascina nell'erba, in una leggera salita fino a casa, lasciando la sua scia, sembrava felice mentre lo faceva, col sorriso sulla labbra rivolto a se stessa e a nessun altro. Persona di grande cultura, leggeva molto. Era appassionata del poeta Robert Frost, aveva con Wyeth un rapporto di amicizia che continuava anche quando erano distanti attraverso delle bellissime lettere, dove raccontava infiniti particolari, fino al cambio delle stagioni, un esempio su tutti: quando d'inverno apriva le finestre al piano terreno e il vento faceva sbattere le tende trasparenti, come una bandiera, portando dentro casa la neve che era nell'aria.
Il pittore continuava ad immaginare la vecchia e malandata fattoria, e Christina, che alla fine aveva dovuto accettare l'uso di una sedia, perché le sue braccia non le consentivano più di trascinarsi per terra: ecco la ragione per la quale, in uno degli ultimi ritratti, bastava la luce che proveniva da una finestra, il viso andava bene come era, la sua pelle, sembrava alabastro, le braccia ossute e i lunghi capelli che il vento muoveva in un leggero disordine.
Tende che svolazzano
Alvaro morì in autunno, un parente per non lasciarla sola la prese con sé. Prima di uscire dalla casa, Christina sembrava portare con sé tutte le immagini, compresi i suoi amati gerani. Christina morì il gennaio successivo. La cerimonia venne fatta nella veranda della sua casa. Aveva nevicato, tutto era di un candore irreale e da una finestra aperta dal vento volava una tenda, questo è l'ultimo dipinto dedicato a Cristina Olson.
Defalla/Kreisler - Danse Espagnole - Alogna - Bartelloni


Poi dice che l’arte non t’appassiona.L’avventura di cui si occupa Enrica ha dei risvolti culturali, umani, di vita, meravigliosi. Da leggere tutta d’un fiato. Grazie, cara Enrica. E grazie, Giovanna.
Non solo Arte ma una storia di infinita sensibilità umana. Grazie Enrica, nel racconto di sente anche il battito del tuo grande cuore.
Articolo che fa riflettere su cosa è la vita per tante persone e, una figura che c’è in questo post, raffigura lo sforzo di questa ragazza con il gesto della mano per raggiungere la sua casa, rende emozionante tutta questa storia.
Nembo è vero, quello che dici, questo dimostra la sensibilità del’artista, e anche la tua.
Enrica e Giovanna hanno di nuovo portato alla luce un pittore da noi semisconosciuto, ma molto valido.
Grazie a tutte due.
Grazie Enrica per averci presentato questo artista sconosciuto ,con tutta la tua sensibilita’ ne e’ venuto un delicato ,sensibilissimo lavoro,quel svolazzar di tende…….grazie GIOVANNA x il video
Conoscevo questo pittore che mi piace moltissimo, preferisco però Hopper che ha un realismo più sognante ,più sfumato. Wyeth ha una pittura iperealista, fotografica, che rieccheggia atmosfere di qeull’America depressa raccontata da Steinbeck o cantata da poeti come Robert Frost .
Questo artista sconosciuto,presentato dalla nostra Enrica con tutta la sua grande sensibilita’ha il potere di affascinare.Io che di arte nn so nulla,sono rimasta incantata davanti a tanto realismo e alla grande umanita’,la sofferenza sa fare veramente cerchio.Grazie Enrica e Grazie a tutto lo staf del bosco x la sua sempre attenta collaborazione,,,,,,,,,,,,
ho visto per la prima volta, ad una mostra al palazzo della Gran Guardia a Verona e poi ancora a Vicenza, il quadro di Cristina seduta davanti alla porta, mi ha intrigato quel senso di malinconia con lo sguardo che sembra spaziare in un orizzonte non ben definito, ho così approfondito la storia di Cristina, non sono preparata, ho scritto perchè mi ha colpito, mi è piaciuto,e mi ha trasmesso un’emozione. Anche a me piace Hopper non so spiegare il perchè mi piace e basta
Andar per mostre, guardare un quadro, trasmette emozioni anche a chi non è preparato,ognuno di noi, può vederci qualcosa,in questo caso c’è una malattia devastante e la tenacia a non volersi staccare dalla terra, guardando il mondo da un’altra angolazione, non permettendo al male di uccidere i sogni, per questo con Giovanna, ed Elisabetta, si è pensato che potesse andar bene per il bosco grazie a tutti
Ho sempre sostenuto che non sono particolarmente attratta dalla pittura moderna, salvo alcune eccezioni. Di quella americana, poi, conosco molto poco, alcuni dipinti di Hopper, che mi hanno procurato qualche emozione.
Di Wyeth non avevo mai sentito parlare, e devo ringraziare Enrica di avercelo fatto conoscere in questo suo post.
Secondo me, si tratta di un artista con speciali capacità di rapporti umani e di enorme sensibilità. Accordare fiducia, infondere coraggio, ascoltare e sostenere moralmente, anche nelle sue sfrenate fantasie, una giovane donna, pesantemente provata dalla sorte, permettendole di procedere nel suo impervio percorso, è stata una bellissima dimostrazione di solidarietà umana, di valore incalcolabile. Ho provato una grande emozione, fino alle lacrime, per i due suoi dipinti: quello di Christina seduta sullo scalino della fattoria, con l’aria trasognata e malinconica, e quello stupendo di Christina che si trascina come un rettile attraverso il campo erboso per raggiungere la Fattoria. Per me, sono due autentici capolavori. Ecco, dunque, l’importanza di conoscere nuovi artisti, come Andrew Wyeth, che sappiano parlare al cuore: ecco come si può capire un dipinto, quando riesce ad emozionare profondamente.
Enrica, un bell’articolo ben strutturato, per quanto concerne l’artista,non lo conoscevo, sono andata a leggermi qualcosa in merito,ho imparato qualcosa di nuovo.Mi ha colpito la forza di volontà di Cristina, il suo strisciare per non arrendersi. Lezione di vita che ci dovrebbe far pensare.
ciao enrica ho leto con molta atenzione il tuo raconto anche xche facio parte categoria disabili ,anchio i primi due anni non acetavo la carrozina coma la nostra cristina ho passato momenti molto duri di tristezza e malinconia solitudine che ti portano nei pensieri piu altroci ma poi grazie a mia moglie la mia famiglia che mi e stata vicino la mia forza di volonta oggi sono qui a scrivere comentare la storia di questa splendida ragazza cristina che non a mai molato come spero aquila sarà sempre positivo e felice puressendo in carrozina grazie enrica grazie le comozioni le ho ma voglio vivere vivere felice
Enrica, molto bello il tuo racconto,l’arte quel quadro meraviglioso che ha trasmesso molta emozione, Cristina la ragazza di questo racconto disabile, che rifiutava la carozzina per avere il contatto con la terra, camminava con le mani nel prato verde strisciandosi come un rettile fino alla fattoria, questa era la vita che avrebbe voluto,ecco l’importanza di conoscere nuovi artisti,vedere quel quadro è stato davvero una cosa bellissima , Cristina la ragazza disabile, giustamente come si fa parlare al cuore, cosi si puo’ capire un dipinto quando ci trasmette emozione. Brava Giovanna e vero.ciao
Non avevo visto gli altri messaggi, mi fa piacere che sia stato gradito;è stato di monito per alcune riflessioni personali e morali, per alcuni di noi è servito per approfondire la conoscenza un’ artista non molto conosciuto,
grazie a tutti