LA DOMENICA DEL BOSCO
Scritto da Giuseppe il 31 Agosto 2014 | 25 commenti- commenta anche tu!
Con il nome Shardana si individua il popolo del mare che nel secondo millennio a.C. imperversava nelle acque del Mediterraneo. Questo popolo comprendeva pirati, predatori, guerrieri, mercenari, e altro ancora. Un popolo emulo di Ulisse nel suo peregrinare tra flutti e tempeste, percorreva in lungo e in largo quella distesa di acque marine molto tempo prima che venisse denominato dai Romani, “Mare Nostrum”. Una sorta di Armata Brancaleone del mare. Approdavano in forze nelle coste fiorenti di civiltà ove potevano trovare ricchezze da depredare o potenti ai quali offrire i loro servigi mercenari in cambio di lauti compensi e i necessari rifornimenti per le loro navi.
Shardana e Nuragici. Popoli del mare
Le scarse notizie storiche non lo riportano ma è facile immaginare che le razzie erano accompagnate da violenze, uccisioni e stupri. Viaggiavano sicuramente in formazioni numerose con navi veloci ed equipaggiamenti da guerra bene armati. Furono probabilmente i primi ad abbandonare la navigazione costiera per avventurarsi in mare aperto alla scoperta di approdi sconosciuti.
Navicella Nuragica
Si comprende perché le città costiere e non solo quelle, erano protette da alte mura e avevano, nei punti strategici, torrette di avvistamento per segnalare gli arrivi dal mare di imbarcazioni sospette. Nel caso di avvistamenti scattava l’allarme immediato e i cittadini fuori le mura rientravano affrettatamente nella città fortezza e si chiudevano i portoni d’ingresso, in attesa di capire le intenzioni dei nuovi arrivati che, nella maggior parte dei casi, non erano certamente pacifiche.
Guardie Shardane al servizio del Faraone
Molte tracce di questo popolo sono finite in fondo al mare in conseguenza dell’affondamento delle loro imbarcazioni spesso coinvolte in scontri in mare aperto nell’assalto ad altre navi, soprattutto quelle dedite a trasporti mercantili che venivano sistematicamente depredate. Ma nei loro approdi terrestri hanno lasciato comunque un segno del loro passaggio. Con i ritrovamenti archeologici gli studiosi sono riusciti a ricostruire, almeno in parte e per quanto possibile, la storia di questo popolo del mare.
Altra navicella nuragica denominata "serpente".
Si trattava di un popolo multietnico con origini e provenienze diverse ma la maggior parte dei reperti ritrovati portano alla Sardegna (1) dove gli studiosi presumono che gli Shardana avessero la loro base operativa anche per la favorevole posizione strategica dell’isola al centro del Mediterraneo. Nei porti delle coste della Sardegna si riunivano gli equipaggi della flotta dei Shardana e da questa partivano per le loro spedizioni di conquista e razzie.
Le spade Sant Iroxi in rame arsenicato
Una delle conferme più importanti è stata ritrovata con la decodificazione degli ideogrammi geroglifici egizi nei quali si trova descritto l’episodio della spedizione Shardana arrivata alla foce del Nilo con l’intenzione di saccheggiare la fiorente città ma che, proprio in mare, fu sconfitta dalle forze navali del Faraone Ramses II (1278 a.C.).
Shardana rappresentata a Medianet Habu
I Shardana non si diedero per vinti alla prima sconfitta ma consapevoli della loro forza, organizzarono altre spedizioni sempre nel tentativo di saccheggiare le città della fiorente civiltà Egizia.
Altre iscrizioni raccontano che, negli anni successivi, il popolo del mare fu nuovamente sconfitto e i Shardana furono fatti prigionieri e assoggettati al Faraone.
Shardana 2 - Geroglifici
Successivamente, con la dovuta suddivisione in classi militari, furono arruolati nell’esercito del Faraone Ramses III, quale riconoscimento del valore combattivo dimostrato in battaglia.
La storia dei Shardana in Egitto continua e dalla decodificazione di alcuni papiri si apprende che questo popolo arrivato dal mare, nel periodo della dinastia dei Ramses, si è gradualmente amalgamato ed integrato con la popolazione egizia dell’epoca, perdendo lo status di mercenari.
Bronzetto sardo, nuragico *
Le varie ipotesi sulle origine dei Shardana portano comunque, anche se non esclusivamente, alla Sardegna ove sono state ritrovati numerosi reperti di armi, elmi e scudi simili a quelli raffigurati nelle effigi egizie degli Shardana. Non ultimi i modellini di navicelle votive in bronzo, risalenti all’età nuragica e del tutto simili a quelle riportate nella documentazione egizia.
Non so se l’argomento di oggi possa aver destato sufficiente interesse per la nostra consueta lettura festiva per cui mi fermo qui, augurando una felice e serena domenica per tutti.


Leggendaria Sardegna, che affondi le Tue origini nel mito della preistoria, ci inorgoglisci con i Tuoi richiami ad un passato leggendario, con i Tuoi abitanti senza tempo. Il duo G-G ha colpito ancora, dunque. Grazie di esistere!
Anche questa domenica Giuseppe ci racconta la storia di un popolo di mare gli Shardana marinai abilissimi che con le loro navi particolari navigavano fino all’oceano atlantico, una bella storia che ci appassiona in questa domenica. Un saluto.
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Nel Bosco c’è un ometto gentile e bel
Di porpora ha il farsetto ed il mantel
Chi sarà quel bell’ometto
Che nel Bosco sta soletto
Con il suo grazioso mantelletto
Sta ritto quell’ometto su di un sol piè
In testa ha un cappelletto color caffè
Chi sarà quel bell’ometto
Che nel Bosco sta soletto
Con il suo grazioso cappelletto?
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Lorenzo tu parli del duo G. & G.
Ma nel Bosco siamo in quattro
E si potrebbe parafrasare la filastrocca
Iniziandola così:
Nel Bosco c’è un Quartetto gentile e bel
Lavora di tastiera e di pennel
Chi sarà quel bel quartetto
Che lavora nel Boschetto
Per il proprio e altrui diletto?
Ditelo voi
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Grazie Giovanna, Nembo e Lorenzo
Con Giuseppe, che fantastico quartetto
Ciao a tutti
Non sapevo, non ho mai nemmeno sentito parlare di questo popolo,fanno parte del passato e del presente le violenze per appropriarsi di qualcosa, il passato ritorna forse in modo diverso, ma sembra che siano cambiati solo le armi mentre le violenze sono uguali, mentre leggevo, il racconto dove si parla di pirati e predatori mi è tornato alla memoria un libro che ho letto da ragazzina, ambientato in un’epoca più vicina rispetto a quella del tuo racconto, si intitolava “il pirata gentiluomo”. Oltre alle nuove nozioni, hai portato alla mia mente un aneddoto, mentre leggevo il libro,avrei dovuto controllare il minestrone sul fuoco, come mi aveva detto la mamma e io invece ho fatto carbonizzare tutto. ho divagato, lo so ma basta una parola a volte e si accende una lampadina dentro
Caspita, oggi nel Bosco troviamo oltre alle notizie storiche interessantissime , anche una simpatica flastrocca!!! Che possiamo volere di più? Solo ringraziare! ahaahhhah!!!
Un bel quartetto, che fa andare avanti in modo… virtuoso il boschetto. Un duetto domenicale… in sinergia con l’articoletto. un “ometto” e una “donnina” che ci presentano buoni… articoletti corredati sempre… da fotografie e da testi in sintonia. Che dire? che fare? andiamo nel bosco a guardare! Lasciamoci trasportare! Cosa ci popone il quartetto e… commentiamo con diletto.
Preso dal web:
A bordo di incredibili navi, che solo i Vichinghi (loro discendenti) riusciranno a imitare, essi scorrevano il Mediterraneo e si avventuravano nelle rotte oceaniche, arrivando a circumnavigare l’Africa per prelevare, dalle miniere di Simbabhwe, lo stagno necessario per la produzione del bronzo, di cui avevano il monopolio. Per impedire che altri li imitassero, posero le Colonne d’Eracle (o degli Eraclidi, così i Greci chiamavano i Shardana) a delimitare il Mondo. Omero descrive queste navi parlando dei Feaci: “esse non hanno bisogno di timone o timoniere, ma vanno col pensiero dell’uomo solcando il mare e l’abisso, avvolte in nebbia e vapore vanno sicure e indistruttibili conoscendo del mare ogni contrada”. Perché non avessero bisogno di timone e timoniere è stato scoperto su una nave cartaginese da un noto archeologo italiano, che ha trovato una stele con raffigurata una trireme con uno strano attrezzo montato sul cassero, identico all’altrettanto strano pennone con tanto di anello rotante e “mezzaluna.”
Anche questa settimana un racconto molto interessante, da leggere con vero gusto, specie a chi piace la storia. Un’altro racconto di storia specie se sconosciuta ai più non ci starebbe male. Bella la filastrocca !
Enrica spero che il tuo sia veramente un aneddoto e non sia per colpa mia che il pranzo si è bruciato per davvero. Vorrà dire che oggi andrai a pranzo fuori. Grazie, ciao.
E io ringrazio te, simpaticissima Edis, sempre arguta e deliziosamente spiritosa. Ciao.
Grazie Mario, era immancabile il tuo intervento e sinceramente lo aspettavo esattamente così: preciso e documentato. Hai aggiunto un interessante tassello, utilissimo per ampliare la pagina nel suo contesto storico.
Un saluto ed un invito a partecipare con un tuo elaborato personale: il Bosco ti aspetta. Buona Domenica.
Eh brava Gabriella, è vero che l’appetito vien mangiando ma abbiamo appena scritto questo racconto e tu già ne solleciti un altro. Ce ne saranno tanti altri con argomenti diversi e con la collaborazione dei lettori, compresa la tua. Grazie per la tua approvazione, sempre preziosa per il Bosco. Ciao.
Alcuni anni fa, nel corso di una crociera sul Nilo, nei Templi di Nabu Simbel era raffigurata una tavola, al centro della quale sedeva il Faraone e tutt’intorno i suoi sudditi, i Shardana-Nuragici! Però, niente male: i nostri amici sardi vantano, dunque, antiche ascendenze con la civiltà Egizia. Possiamo esserne fieri.
E’ stata, pertanto, una grande sorpresa, e anche soddisfazione, ritrovare, nel Web, la tavola che appare come prima immagine nel post domenicale, già vista tempo addietro, nei luoghi d’origine.
Molto bene, Pino, le nostre pagine storico-culturali continuano e siamo ben lieti di proporle ai nostri amici.
Grazie Giò, in fondo facciamo ciò che gli amici si aspettano da noi ma lo facciamo anche per nostro diletto anche se comporta qualche impegno o sacrificio supplementare. É sufficiente qualche parola di plauso e ci sentiamo ampiamente ripagati. Grazie a tutti e ancora Buona Domenica.
Giuseppe3, oggi il bosco racconta la leggendaria Sardegna, con i suoi abitanti senza tempo, molto bella questa storia parla del popolo di mare di gente abilissima gli Shardana-nuragici! ma bravi anche i nostri amici sardi,Grazie per la filastrocca bellissima e simpaticissima, grazie al quartetto del bosco che ogni domenica ci lascia d’incanto ,sempre racconti interessanti oggi si parla di storie e popoli di mare.tanti plausi grazie a tutti e Buona Domenica.
Si Gianna, puoi dirlo… racconti della leggendaria Sardegna che ha una storia millenaria in terra e in mare, con i suoi nuraghi e le sue navi avveniristiche per quei tempi, condotte da uomini indomiti e coraggiosi. La Sardegna, seppure chiusa nella sua insularità, aveva una civiltà fiorente e può essere orgogliosa della sua storia e del suo passato che è bello e importante non dimenticare. Grazie per il tuo intervento.
GIuseppe3, Giovanna3,Lorenzo, Nembo, siete il quartetto del bosco, ogni domwenica nuovi racconti e storie,tutti molto istruttivi siete la nostra compagnia domenicale,molto spesso imbarazzati nel fare i commenti,ma ci capirete ugualmente nessuno e nato maestro, ma la nostra buona volonta la riuscite comprendere, siete le nostre colonne del bosco, un plauso di cuore a tutti voi. buona serata a tutti!!
Ancora grazie a te Gianna per le tue belle parole che valgono anche come incoraggiamento per proseguire sulla strada intrapresa che mi pare si sia dimostrata finora quella giusta. É vero che lo facciamo per tutti gli amici, ma non penso sia il caso di scrivere il cartello:
“LAVORIAMO PER VOI” ….. Che ne dici?
Solo oggi ho potuto leggere ,questo pezzo di storia,è propio vero che nn si conosce ancora tutto della nostra terra tanto amata.la Sardegna è un isola molto bella che ci affascina ,credo in modo particolare x il suo stupendo mare,ma quante cose racchiude in se,quaante bellezze e quanta storia ,sconosciuta ai piu’.Il bosco con pazienza e tanto amore,riuscira’ a comporre x noi la bellisima cartolina.Grazie giuseppe e a tutto lo staff x la grade collaborazione.Siete una forza,,,,,,,,,,,,,
Per noi non sei mai in ritardo Ely, ti aspettavamo. É vero che la Sardegna di oggi è conosciuta per le sue bellezze naturali, la salubrità del suo clima e lo spirito di ospitalità della sua gente, peculiarità che la rendono una regione ideale dal punto di vista turistico ma ha anche una storia millenaria interessantissima che non possiamo trascurare né dimenticare. Con i nostri flash periodici nel Bosco, ogni tanto ne raccontiamo una pagina sperando di far cosa gradita agli amici. Grazie per la tua conferma. Un saluto sincero.
Eccomi Guseppe.ho riletto e gustato il bellissimo pezzo storico che tu hai postto ,figurati se mi lasciavo sfuggire una simile chicca e ignorare un altro lato cosi’ interessante della tua bella e stupenda isola .Giovanna mi ha fatto ricordare dove avevo visto i”SHRDANO NURAGO”nel tempiodi NABU SIBELI ma che navigatori e razza di gente….veramente notevole,UN ringraziamento a Giovanna per il suo video semmpre gradito
Grazie Sandra, sappiamo quanto ci tieni a leggere il Bosco e ne siamo felici. Noi tutti ci teniamo tanto al benessere degli amici che ci seguono abitualmente e mi fa piacere sapere che ora stai meglio. Un caro saluto.
Giuseppe grazie di avermi suggerito di leggere questo tuo articolo
Grazie a te Paola per aver ascoltato il mio suggerimento. So quanto ami la Sardegna e la sua storia per cui pensavo di farti cosa gradita perché nel popolo dei Shardana c’è davvero tanta Sardegna. Ciao.
Sono fiero di discendere da questo popolo grazie
Bellissime delucidazioni
Sono fiero di discendere da questo popolo grazie