L’Angolo del dialogo – Fatti e opinioni

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........." Sono in ritardo in arciritardissimo "  bofonchiò il Bianconiglio guardando l'orologio........ Mi piace cominciare questa chiacchierata sulla puntualità , con la celebre frase del coniglio di Alice nel paese delle meraviglie , ma la voglia di scriverne mi è venuta sfogliando il libro di Battista e Ongaro "Elogio della puntualità". Gli autori si sono ispirati sull'endemica "mancanza di puntualità "degli italiani , soprattutto a certe latitudini. Sembra che i ritardi in generale ci costino dai 22 ai 44 miliardi di euro,  come dire fra l'1,4 e il 2,6 del PIL!!!!! Un lavoratore italiano perde in media 10 minuti al giorno per ritardi di altri (treni, autobus, uffici ecc.).

 

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Sembra che in realtà il problema non sia solo italiano,  da tempo gli addetti ai lavori si interrogano sul perché alcuni popoli:  latini,  indiani,  arabi,  tengono alla puntualità in modo minore,  ad esempio, dei popoli  dell'Europa del nord. L'etnologo Teller conclude...che è tutta colpa del clima ....mi pareva ovvio...... dico io. Gli abitanti dei paesi caldi amano la siesta,  hanno ritmi circadiani assolutamente diversi dai nostri ed hanno un concetto "policronico " del tempo, che considerano flessibile, dilatabile,  in modo da poter fare più cose nello stesso tempo e con maggiore calma.

 

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Credo sia anche un fatto di educazione ! Quando aspetti un altro e non arriva, ti scocci,  guardi l'orologio, sbuffi ......ti sta portando via del tempo. Basterebbe applicare la  massima Evangelica ..."non fare agli altri....... Ci sono quelli che non sanno organizzarsi, che perdono tempo , poi ci sono le "prime donne",  che  devono arrivare sempre in ritardo perché fa "noblesse oblige".  Infatti i Re giungevano sempre per ultimi,  quando la corte era tutta schierata nell'attesa. Il libro esamina la cosa dal lato  comportamentale.." da un punto di vista medico l'ansia eccessiva di arrivare sempre in orario,  non sembra essere salutare. 

 

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E' infatti tipica quella che i cardiologi chiamano "personalità di tipo A", più soggetta della media a infarti e ictus. Appunto, si possono verificare veri e propri impulsi ossessivo-compulsivi, trasformando la vita in una ferrea routine. Ma anche una costante mancanza di puntualità,  può essere un sintomo, ad esempio,  di una personalità narcisista concentrata solo su se stessa". Ora abbiamo tutti i mezzi per non perdere la memoria dei nostri impegni ......una cosa  opportuna da ribadire è che il rispetto dell'altro deve essere la base dei civili rapporti sociali ....quindi anche la puntualità!

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Richard  Clayderman  - (Triste coeur)

 

 


COMMENTI

  1. il 25 settembre, 2014 lorenzo.rm dice:

    Grande Franco. Benvenuto nel Bosco e nell’Angolo del Dialogo. Auguro buona lettura a tutti: l’argomento è di quelli importanti.

  2. il 25 settembre, 2014 Nembo dice:

    Nella vita ci sono delle regole ovvero delle linee di comportamento, la puntualità per me è un punto fermo da rispettare sempre.Può capitare il giorno in cui si è in ritardo ma se è una cosa cronica diventa poi un difetto e, per me è mancanza di serietà affidabilità e precisione, mi infasdidisce molto se la persona che aspetto arriva in ritardo.

  3. il 25 settembre, 2014 franco muzzioli dice:

    Io odio arrivare in ritardo….forse rasento la personalità di “tipoA”, spesso arrivo in anticipo di qualche minuto, attendo in macchina e …..col mio arrivo possono mettere in punto l’orologio.
    Mi danno MOLTO fastidio quelli che arrivano in ritardo(ingiustificato!!!!!!!!!!).

  4. il 25 settembre, 2014 giuseppe3,ca dice:

    Racconto un episodio proprio di ieri: Dovevo recarmi in un Centro medico specialistico per una ecografia prenotata già da tempo tramite il Centro prenotazioni regionale che mi aveva confermato la visita in tale Centro per le ore 15.00 di ieri, appunto. Il giorno precedente mi avevano chiamato dalla segreteria del Centro chiedendomi la conferma e precisando che la mia visita era fissata per le ore 15.15. Il fatto dimostrava una certa serietà e ciò mi faceva ben sperare. Mi reco all’appuntamento con un certo anticipo perché non mi piace fare aspettare nessuno e, a maggior ragione, per una visita medica. Arrivo sul posto e trovo che era ancora chiuso mentre un cartello esterno diceva che l’apertura dello studio era prevista per le ore 15,30. Mi domando subito perché fissarmi un appuntamento per le 15,15 se l’apertura dello studio è prevista per le 15.30? Sistema cautelativo per prevenire sugli eventuali ritardatari? Non è finita, infatti all’approssimarsi dell’ora di apertura arrivano due addette ai lavori ma, sorpresa delle sorprese, nessuna delle due aveva la chiave per aprire lo studio medico. Una dice che l’aveva dimenticata a casa ma pensava che l’avesse l’altra. Conclusione, è dovuta tornare indietro per munirsi della necessaria chiave. Lo studio è stato aperto alle 15.50 quando già alcuni pazienti attendevano il loro turno. Morale: tutto è iniziato in ritardo e si svolgeva frettolosamente per cercare di recuperare il tempo perduto. Chiaramente mi sorge un’altra domanda: la visita è stata eseguita con tutte le attenzioni necessarie? Forse no e il dubbio è lecito!
    E se i mali della nostra società fossero dovuti proprio a queste approssimazioni sul rispetto della puntualità?

  5. il 25 settembre, 2014 franco muzzioli dice:

    Giuseppe hai fatto “bingo”! Dalle amministrazioni, agli ospedali, ai treni agli autobus ecc. ecc. è tutto così …..approssimazioni e ritardi………forse rientriamo nell’area geografica dei peones!!!!!!
    Vallo a raccontare ai pendolari !!!!!!!!!!

  6. il 25 settembre, 2014 giovanna3.rm dice:

    Confesso che, da ragazza, la puntualità non era proprio in cima ai miei pensieri: se si trattava, poi, di un appuntamento con un ragazzo, i dieci minuti d’attesa erano di norma. Prima di uscire c’era sempre qualcosa che mancava, la pettinatura che non andava, un foulard sbagliato, insomma una sciocchezza qualsiasi che produceva l’inevitabile ritardo.
    Qualche anno dopo molte cose cambiarono nella mia vita e nei miei comportamenti. Ritenni che il rispetto verso se stessi passava anche attraverso la correttezza e il rispetto verso gli altri, la precisione e la puntualità rientravano sicuramente in uno di questi atteggiamenti.
    Da allora, e parlo più o meno dai vent’anni in su, la puntualità divenne per me un fatto di principio. Spesso sono in anticipo di qualche minuto, ma ho sempre con me qualcosa da leggere, e l’attesa passa piuttosto velocemente, anche se non è certo gradita.

  7. il 25 settembre, 2014 Riccardo dice:

    Io come molti di noi sto sperimentando in questi giorni l’approssimazione e i ritardi nei collegamenti al sud, non che al nord sia meglio, ma visto che in questi giorni torno ad usare i mezzi pubblici , inizio ha capire il caos. Momenti di punta spariscono gli autobus, compaiono decine di taxi, i prezzi raddoppiano, e si e’ costretti a m
    contrattare il prezzo, per poi vedere che una volta partiti il tassametro e’ spento. Ci lamentiamo dei ritardi ma questo comportamento rasenta la truffa, se poi ti rivolgi alle autorita’ ricevi una scrollata di spalle, e una apertura di braccia modello sant’ Antonio. Il nostro bel paese funziona
    cosi.

  8. il 25 settembre, 2014 lorenzo.rm dice:

    Posso dire una cosa? Il mio motto, aggravatosi con gli anni, è “mai in ritardo, ma con congruo anticipo”. Devo dire che mi sono sempre trovato bene? Sì.

  9. il 25 settembre, 2014 sandra vi dice:

    Io sono una persona in linea di massima puntuale .Odio far aspettare ,mi sembra una mancanza di rispetto verso chi mi aspetta.Purtroppo sono capitata in un Paese dove gli orologi servono solo come decorazione di parete ,e la puntualita’ un vero mito…

  10. il 25 settembre, 2014 elisabetta8.mi dice:

    La puntualita’è il biglietto da visita della persona.Preferisco arrivare sempre in anticipo.I ritardatari cronici ,faccio fatica a capirli,ritengo che sia una mancanza di rispetto verso gli altri,basta organizzarsi x tempo e viene tutto semplificato,i mezzi publici posso giustificarli(vedi a volte il traffico )si rimane imbottigliati x un nn nulla,ma le persone che arrivano in ritardo sul posto di lavoro o a un appuntamento,mi infastidiscono se nn vi è un motivo piu’ che valido.Ritengo che sia questione di educazione,,,,,,,

  11. il 26 settembre, 2014 lieve dice:

    Ha trovato la soluzione una persona di mia conoscenza…Se senti lui,non è mai in ritardo… Quando da gli appuntamenti, non è mai preciso,il drittone…. Se io dico alle cinque,lui risponde :” Si si va bene ci vediamo tra le cinque e le cinque e trenta”. Io arrivo alle cinque meno dieci (per sicurezza) , e lui alle cinque e quaranta…con soli dieci minuti di ritardo: “sono meno di quelli canonici” dice lui,quando protesto perchè sono cinquanta minuti che aspetto…
    E’ di quelle persone che se ha l’ansia di uscire di fretta, dimentica a casa il portafogli, la chiave, gli occhiali da sole e quant’altro. Quante volte ho dovuto pagare la cena perchè era uscito di fretta!!!
    Non trovo comunque che sia maleducato,è intelligente e attento, mi diverte il suo essere un po’ fuori dagli schemi, perchè alla fine è il suo unico difetto, ed io gli voglio un gran bene anche per questo!

  12. il 26 settembre, 2014 mario33,co dice:

    Sono un puntuale cronico! Fin da ragazzo! Salvo contrattempi, o incombenze che sopraggiungono all’ultimo momento. Mi organizzo in precedenza, per arrivare in orario. Se devo andare in un posto nuovo, lo faccio anche per curiosità di guardarmi introno. Non mi arrabbio più di tanto se sono costretto ad aspettare, mi armi di buona pazienza, sia per aspettare una persona, o in attesa di una visita,o in un ente pubblico, etc. Inserisco un piccolo articoletto preso dal web del ritardatario cronico in psicologia.

    Un cronico ritardo A volte lo si spiega con la distrazione, a volte con una casualità ripetuta ma, in effetti in ritardo è il più delle volte un messaggio importante, poco amichevole, o un’espressione di un qualche disagio che viene negato anche a se stessi. Il ritardo è, in questo senso una sorta di stratagemma che viene usato per affermare la propria personalità da una persona che si percepisce fragile e insicura e che vuole sottolineare il proprio potere a se stesso e agli altri. Mentre consapevolmente si prova a essere puntuali il nostro inconscio, che ha bisogno di questo e di altri stratagemmi simili per sentire un livello accettabile di sicurezza e potere sulle cose, continua giocarci un “brutto scherzo” facendoci perseverare nel nostro comportamento. Quando si è dei cronici ritardatari e non si riesce a modificare questo comportamento se si vuole essere puntuali è indispensabile comprendere l’origine della mancanza di puntualità, un lavoro che si può fare con l’aiuto dello psicoterapeuta.Ecco ora alcuni dei significati impliciti che il ritardo può avere:
    SEDUZIONE Come sotto un riflettore virtuale il ritardatario brilla per la sua assenza, così si mette in mostra, richiama l’attenzione su di sé, e impone a chi lo aspetta di pensarlo e di desiderarlo.
    SOFFERENZA Far aspettare qualcuno significa anche ingenerare nell’altro ansia, suscitare paura e timore che alla base del ritardo ci sia un grave motivo. Dalla paura per la perdita si può arrivare anche ad una vera e propria angoscia.
    SCARSO INTERESSE Arrivare in ritardo invia sicuramente anche il messaggio “di te e/o di quello che andiamo a fare non mi importa un granché!”, è un modo per dire che faremmo volentieri a meno di questo impegno.
    RISARCIMENTO arrivare in ritardo può anche essere un modo per ottenere un risarcimento per un torto subito o per una situazione che si vive male. Il ritardo permette di recuperare uno spazio a proprio vantaggio. Si possono spiegare in questi termini molti dei ritardi tra partner che si prendono rivincite l’uno sull’altro comunicando con il comportamento il proprio bisogno di rivalsa.
    PAURA Se affrontare una situazione significa inevitabilmente esporsi alla stessa, il ritardo permette di defilarsi, di rinviare e di prendere tempo, dimenticando per un po’ le proprie responsabilità.
    ARROGANZA La scarsa stima degli altri e il disinteresse verso il prossimo possono essere all’origine delle situazioni più complesse di ritardo cronico: gli altri non hanno importanza e possono aspettare a oltranza.
    APPRENDIMENTO oltre a comprendere il ruolo della volontà inconscia è utile comprendere il ritardo come una forma di apprendimento. Il ritardo è un’abitudine acquisita nel corso degli anni ed accettata dai nostri genitori ed educatori. In questo caso il ritardo si muove su un piano di consapevolezza e lo si può aggredire con specifiche tecniche comportamentali.

  13. il 26 settembre, 2014 franco muzzioli dice:

    Cara Giovanna, mia moglie è ancora così (73 anni) …al sabato sera quando dobbiamo andare a cena con gli amici c’è sempre ….una camicetta che non si abbina bene ai pantaloni….e tutto questo all’ultimo minuto…..ma è uno dei pochi svantaggi di stare accanto a voi meravigliose donne.

  14. il 26 settembre, 2014 franco muzzioli dice:

    Mi sa Caro Riccardo che dobbiamo prendere la solita frase di Bartali ….” L’è tutto sbagliato tutto da rifare”!!!!

  15. il 26 settembre, 2014 franco muzzioli dice:

    Mio “fratello” Lorenzo,(francescanamente parlando)….la pensa come me!!!

  16. il 26 settembre, 2014 franco muzzioli dice:

    Lieve ….sai le valutazioni sono sempre dettate dal cuore(o dalla simpatia) eheheheheheheh!

  17. il 26 settembre, 2014 franco muzzioli dice:

    Mario……..una cosa è certa non so come uno che abborisce la sintesi e tende ad essere enciclopedico, possa essere puntuale!
    Evidentemente sei un organizzatore nato.

  18. il 26 settembre, 2014 franco muzzioli dice:

    Elisabetta …..”dulcis in fundo”…..hai ragione…è proprio una questione di educazione.

  19. il 26 settembre, 2014 franco muzzioli dice:

    Esempio…..ieri sono andato alla visita di controllo dall’otorino perchè l’anno scorso sono stato operato di turbinati e polipi nasali. L’appuntamento l’avevo alle 17.40 presso l’ambulatorio ospedaliero (a pagamento) dal medico che mi ha operato.
    Sono entrato alle 18,30….!!! Quante volte buttiamo via ore della nostra vita seduti in sale d’attesa per la mancanza di puntualità di altri ????

  20. il 26 settembre, 2014 gianna dice:

    Franco, l’argomento di oggi rimane la puntualita’devo dire che io sono troppo puntuale, ma è una mia precisione , in qualsiasi posto io arrivo sempre presto,forse perche’ lavoro in posti dove serve la precisione se lavori presso un sportello pubblico non puoi arrivare in ritardo la gente osserva e brontolano giustamente, magari poi devono andare al lavoro anche loro,è giusto sapere conoscere la precisione, ma anche quando vado fare dei controlli visite sempre in anticipo perche’ chi ha tempo non aspetti tempo, penso di essere precisa negli orari ovunque io vado e mi incavolo se mi fanno aspettare altri per vari motivi, sono abitudinari non esiste in nessun modo la puntualita’ ciao

  21. il 26 settembre, 2014 franco muzzioli dice:

    Mi sono divertito a spigolare alcune battute sulla puntualità:

    Il guaio di essere puntuali è che gli altri pensano che tu non abbia niente di importante da fare.

    Sono sempre puntuale. Se ritardo vuol dire che sono morto.

    Essere puntuali significa sprecare del tempo in attesa degli altri.

    Per mia moglie la puntualità è una religione, solo che lei è atea.

    Avevo un appuntamento con una bella ragazza alle 8 , ora sono le 9 , aspetto fino alle 10 e se alle 11 non è arrivata alle 12 me ne vado !

    Il guaio nell’arrivare puntuali agli appuntamenti è che non c’è mai nessuno ad aprezzarlo.

  22. il 26 settembre, 2014 sandra vi dice:

    Giovanna ,grazie (in ritardo) per la bellissima suonata di Clayderman

  23. il 27 settembre, 2014 lieve dice:

    Hahahahaha buona l’ultima che hai scritto! Ma ( anche le altre non son male)….

  24. il 27 settembre, 2014 lieve dice:

    Ho notato che fra gli eldyani ed eldyane non c’è un/una ritardatario/a. Ooh! ma ce ne fosse uno….Sarà mica perchè invecchiando si diventa più precisi? oppure che Eldy è frequentato da zelanti e diligentti precisini?
    Nessuno ritarda? Nessuno ha problemi di traffico? A nessuno si sgonfia una gomma?Nessuno perde l’autobus? Nessuno quando suona la sveglia si gira dall’altra parte?
    Mi sa che ci fa male invecchiare…. La precisione , la puntualità , è una nevrosi, e se non lo è può provocarla… ( parola di Lieve!)

  25. il 27 settembre, 2014 franco muzzioli dice:

    Cara Lieve ! L’anziano ha meno impegni , o almeno meno pressanti, quindi è portato ad essere più preciso perchè…..alle 8 ha una pastiglietta….a mezzogiorno ne ha un’altra e così via.
    Siamo dei pendoli , sentimo i Tic Tac che scandiscono i secondi ed automaticamente abitudinalmente diventiamo più precisi.

  26. il 27 settembre, 2014 elisabetta8.mi dice:

    Lieve,x me la puntualita’ è sempre stata e lo è ancora adesso ,fondamentale,come ripeto è una questione di educazione,,,o c’è o nn c’è,,,,nn trovo altra giustificazione,,,,,

  27. il 27 settembre, 2014 lieve dice:

    Cara Elisabetta, non essere tanto intollerante con chi ritarda, in fondo non è che una strategia comportamentale per mitigare l’ansia.
    Pure io aspetto spesso , e non sono affatto carina con chi ritarda; quando arrivano sono un pezzo di ghiaccio, e non riesco a proferire parola; ma lo sono anche peggio mentre aspetto, penso ad ogni sorta di accidenti, “perchè nun ije po fregà de meno”di quello che provo nell’attesa, mi sento invidiosa perchè non vive la puntualità come qualcosa di morale, perchè non è in ansia , perchè non è preoccupato , perche…. perchè…
    Poi mi dico: pure Kafka non riusciva ad essere puntuale…. Ma costui non lo è , quindi ne ne vado!!!!
    A questo punto incomincio ad odiare la mia puntualità , il mio essere tanto acida con chi non lo è, e penso: in fine se ritardare è una strategia x mitigare l’ansia, probabilmente chi ritarda è più ansioso di me… quindi aspetto… aspetto… finchè ce la faccio…

  28. il 30 settembre, 2014 Enrica Bosello dice:

    Sono sempre arrivata puntuale finchè sono stata in casa con i miei genitori, poi io, non sono mai arrivata mezz’ora prima, magari qualche minuto prima, ma molto molto più probabile che arrivassi solo qualche minuto dopo. Eppure ho timbrato il cartellino per ben 33 anni, non ho mai però guardato l’ora in cui uscivo.Ho visto tanta gente arrivare mezz’ora prima, aspettare seduta su scatole varie iniziare precisa ed uscire anche dopo un minuto esatto, io non sono così, su due minuyti di ritardo regalavo 15 o venti minuti in uscita.
    Le cose da fare son sempre talmente tante che si tende a sistemare fino all’ultimo minuto, non provo tanti abiti e tante pettinature, non mi trucco, il tempo se ne va mentre sistemo una cosa o l’altra in casa..e parto sempre con il tempo tirato….
    Con Riccardo è sempre una discussione, ma lui non mette a posto nulla, pronto lui… pronti tutti e il resto lo sistemano gli altri


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