LA DOMENICA DEL BOSCO
Scritto da Giuseppe il 5 Ottobre 2014 | 29 commenti- commenta anche tu!
Dopo tanti anni ritrovo l’amico Tino con il quale ci eravamo persi di vista. Avevamo lavorato per tanti anni nella stessa Azienda ma in settori diversi e non avevamo avuto la possibilità di frequentarci tanto ma era pur sempre un amico e in tante occasioni ci siamo sempre trovati bene insieme. L’esserci incontrati di nuovo, ormai da pensionati, aveva fatto piacere ad entrambi. Avevamo ripreso quindi a frequentarci con le rispettive consorti e ogni volta era un incontro in allegria e un’occasione per rimembrare e raccontarci tanti episodi di vita vissuta.
Tavola imbandita
In ogni circostanza non mancava mai l’occasione di metterci a tavola: una semplice spaghettata al pomodoro fresco oppure aglio, olio e peperoncino, due stuzzichini, qualche oliva in salamoia confezionate alla casereccia maniera, qualche sfoglia di pane carasau condito con sale e olio extra vergine d’oliva, un pezzetto di bottarga di muggine immersa in olio sempre extra vergine, due fettine di salsiccia secca, quella buona confezionata in casa e stagionata in una arieggiata cantina, un pezzetto di pecorino sardo e, immancabile, un bicchiere di vino rosso, cannonau o barbera oppure bianco, d’obbligo il vermentino genuino di terra sarda.
Marina di Sardegna
Tino è il diminutivo del suo nome ma in genere lo chiamo con il cognome dicendogli che ha avuto un po’ di destino proprio nel cognome anche se lui, per innata modestia, ha sempre negato. Il suo cognome è Pintor, di innegabile origine spagnola, e Tino, infatti, è un appassionato pittore autodidatta. Dipinge di tutto con bravura: ritratti, paesaggi, nature morte. Pur non avendo frequentato nessuna specifica scuola di pittura, né avendo avuto alcun maestro, era divenuto bravo con le varie tecniche pittoriche: pastello, guazzo, acquarello, tempera e pittura ad olio sia su tela che altri supporti, carta, cartone o legno.
Natura morta con fiasco e teiera
Mi raccontò che aveva avuto un unico incontro, in occasione di una mostra collettiva in una importante Galleria d’Arte di Cagliari, capoluogo della Sardegna, quello con una affermata pittrice che nell’osservare i suoi dipinti aveva espresso qualche critica costruttiva, rivolta, più che altro, come suggerimento per poter migliorare l’impiego dei colori e la tecnica per far risaltare meglio i contrasti tra luci ed ombre.
Pagliaccio triste
Tino aveva ascoltato con attenzione e accettato i consigli della generosa esperta e li aveva sapientemente messi in pratica, migliorando le sue produzioni via, via che si dedicava al suo hobby nato fin dall’età giovanile. Tino non vende i suoi quadri perché in ogni opera mette qualcosa di sé, del suo animo d’artista e ogni dipinto, una volta finito, lo sente “suo” in modo particolare, per cui ne è gelosissimo.
Il vaso delle rose
Tale atteggiamento è pienamente condiviso da Rosa, sua stimatissima consorte, perché anche lei si affeziona all’opera del suo compagno di vita, man, mano che la vede nascere e formarsi sotto le sapienti pennellate di Tino. Una vita insieme, due figli, classica coppia maschio e femmina, e tre nipotini, gioia dei nonni, hanno festeggiato da pochi mesi 55 anni di matrimonio e, cosa sicuramente rara, tra loro è ancora vivo il sentimento della gelosia, soprattutto da parte di Rosa che non lascia solo il marito neppure per una breve uscita. Una coppia esemplare per amore duraturo e fedeltà reciproca. Una bella storia d’amore.
Costumi di Sardegna
Rarissimamente Tino ha regalato qualche suo quadro ma l’occasione deve considerarsi veramente un evento eccezionale. Con molto savoir-faire gli ho espresso il desiderio di averne uno anch’io e ne ho indicato un paio che avevano attirato la mia attenzione, proponendogli anche l’acquisto. Nel segno dell’amicizia, Tino si è scusato e ha rifiutato di cedermi uno dei quadri già confezionati ma ha promesso che ne avrebbe dipinto uno esclusivamente per me: lo aspetto ancora ma sono certo che mi arriverà, prima o poi, so che Tino è un vero amico e mantiene le promesse.
Madonna assorta in preghiera
In occasione di una visita nella sua bella dimora, conclusa come di consueto a tavola per una immancabile cena conviviale, ho avuto modo di fotografare i suoi dipinti ben sistemati alle pareti di casa quasi come fossero disposti in una Galleria d’Arte aperta per la visita dei convenuti.
La descrizione non sarebbe completa senza la visione delle immagini, ecco una piccola sintesi della Galleria di Tino. Buona Domenica per tutti, l’ingresso è gratuito.
P.S. – Rivolgo solo una domanda a tutti gli amici, esperti di pittura e non: ditemi se valeva la pena raccontare la mia storia con l’amico Tino per mostrarvi i suoi dipinti. É stato solo un pretesto per trascorrere insieme la nostra Buona Domenica nel Bosco. Grazie.
Indiana d'America

Parete 1







