L’angolo del dialogo – Pianeta Donna
Scritto da giovanna3rm il 8 Ottobre 2014 | 20 commenti- commenta anche tu!


E’ il titolo che è stato dato ad una intervista di Francesca Sironi a Suor Elisa Kidané, riportato nella News letter di zeroviolenza.it e pubblicata nel settimanale L’Espresso del 25. settembre 2014. La riporto perché mi sembra interessante verificare lo stato d’animo di alcune religiose riguardo al problema del femminismo nella Chiesa cattolica e alla posizione della gerarchia in proposito. Nessuno pensi che le suore accettino di essere messe in subordine permanentemente a preti e a maschi in genere. Noi non lo pensavamo di certo. Ma la conferma ci è venuta agevolmente attraverso l’intervista.
Dunque, questo è l’articolo.
“Continuano a dire che Maria è importante, mettendola su un piedistallo. Poi, però, non pongono la donna su un piano di uguaglianza con l’uomo”. Suor Theresa Kane è un’ex presidente della “Leadership Conference of Women Religious”, l’associazione di suore americane che rappresenta l’80 per cento delle 52 mila religiose degli Stati Uniti e che dal 2012 è sotto commissariamento da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede per via delle posizioni eterodosse assunte su temi come l’aborto, la famiglia, l’omosessualità. Nei Sacri Palazzi le bollano come “femministe”. Sono le sole?
Cristo di Leonardo - Ultima cena
A sentire Suor Elisa Kidané, direttrice di Combonifem, il mensile delle missionarie comboniane, no.: “Gesù era un femminista. Se la Chiesa volesse seguire il suo messaggio dovrebbe dare molto più spazio alle donne”. Suor Elisa è nata a Segheneiti, in Eritrea. Ed è appena tornata a Verona da una missione nel suo paese natale, di cui racconta i “piccoli ma profondi passi” mossi dal femminismo civile, nonostante la difesa di modelli patriarcali da parte delle chiese locali.
Suor Elisa Kidané parla ai ragazzi
- Papa Francesco ha ribadito che la porta del scerdozio femminile è chiusa. Per lei andrebbe invece riaperta? - Io penso che col tempo anche questo avverrà, nessuna legge biblica lo impedisce, ma insistere su questo punto rischia di diventare uno scudo per chi non vuole affrontare le problematiche concrete. - In che senso? - Ci sono molti spazi che potrebbero essere dati alle donne senza toccare il nodo dell’ordinazione.-
- Ad esempio? - I centri missionari diocesani sono diretti solo da preti. Nei seminari mancano donne insegnanti. Il responsabile delle suore nelle diocesi è sempre un prete. Gli esercizi spirituali sono tutti al maschile. Prima dell’elezione di Francesco scrissi una lettera al futuro Papa in cui proponevo: “Perché non ti fai aiutare da una donna a scrivere un’enciclica? - Molti sostengono che questi temi non siano una priorità per la Chiesa, che deve tornare ad occuparsi degli ultimi.
Suor Elisa con una donna Eritrea
- Bene: gli ultimi siamo ancora noi donne. Qui non si tratta di priorità, quanto di adesione al messaggio evangelico. Oltre che di pensare al futuro: come ha scritto Matteo Armando ne “La fuga delle quarantenni”se la Chiesa non si affretta a tenerci in considerazione, rischia di ritrovarsi vuota alla domenica. Sono le madri a trasmettere la fede alle nuove generazioni. - Quali risposte dovrebbero arrivare secondo lei dal Sinodo della Famiglia di ottobre? - Noi Comboniane ci battiamo perché vengano affrontati due temi: il primo è la violenza sulle donne, che avviene soprattutto tra le mura di casa. Facciamo la conta delle vittime ogni giorno: è ora che la Chiesa prenda finalmente una posizione chiara di condanna. Poi c’è il tema della prostituzione: si punta sempre e solo il dito contro le “meretrici”. Quando ci chiederemo chi sono i loro clienti uomini? I loro sfruttatori?”

