L’angolo del dialogo – Pianeta Donna

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E’ il titolo che è stato dato ad una intervista di Francesca Sironi a Suor Elisa Kidané, riportato nella News letter di zeroviolenza.it e pubblicata nel settimanale L’Espresso del 25. settembre 2014. La riporto perché mi sembra interessante verificare lo stato d’animo di alcune religiose riguardo al problema del femminismo nella Chiesa cattolica e alla posizione della gerarchia in proposito. Nessuno pensi che le suore accettino di essere messe in subordine permanentemente a preti e a maschi in genere. Noi non lo pensavamo di certo. Ma la conferma ci è venuta agevolmente attraverso l’intervista.

Dunque, questo è l’articolo.

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“Continuano a dire che Maria è importante, mettendola su un piedistallo. Poi, però, non pongono la donna su un piano di uguaglianza con l’uomo”. Suor Theresa  Kane  è un’ex presidente della “Leadership  Conference  of Women  Religious”, l’associazione  di suore americane  che rappresenta l’80 per cento  delle 52 mila  religiose degli Stati Uniti e che dal 2012  è sotto commissariamento  da parte della Congregazione  per la Dottrina della Fede per via delle posizioni eterodosse  assunte su temi come l’aborto, la famiglia, l’omosessualità. Nei  Sacri Palazzi  le bollano come “femministe”. Sono le sole?

 

Cristo all'ultima cena di LeonardoCristo di Leonardo - Ultima cena

 

A sentire Suor Elisa Kidané, direttrice di Combonifem, il mensile delle missionarie comboniane, no.: “Gesù era un femminista. Se la Chiesa volesse seguire il suo messaggio dovrebbe dare molto più spazio alle donne”. Suor Elisa è nata a Segheneiti, in Eritrea. Ed è appena tornata a Verona da una missione nel suo paese natale, di cui racconta  i “piccoli ma profondi passi” mossi dal femminismo civile, nonostante la difesa di modelli  patriarcali da parte delle chiese locali.

 

Suor Elisa ad una ConferenzaSuor Elisa Kidané parla ai ragazzi

 

- Papa Francesco  ha ribadito che la porta del scerdozio femminile è chiusa. Per lei andrebbe    invece riaperta? - Io penso che col tempo anche questo avverrà, nessuna legge biblica lo impedisce, ma insistere su questo punto  rischia di diventare uno scudo per chi non vuole affrontare le problematiche concrete. - In che senso? - Ci sono molti spazi  che potrebbero essere dati alle donne senza toccare il nodo dell’ordinazione.-

- Ad esempio? - I centri missionari diocesani  sono diretti solo da preti. Nei seminari mancano donne insegnanti. Il responsabile delle suore nelle diocesi è sempre un prete. Gli esercizi spirituali sono tutti al maschile. Prima dell’elezione di Francesco  scrissi una lettera al futuro Papa  in cui proponevo: “Perché non ti fai  aiutare da una donna  a scrivere un’enciclica? - Molti sostengono  che questi temi non siano  una priorità per la Chiesa, che deve tornare ad occuparsi degli ultimi.

 

Suor Elisa Kidané  con altra personaSuor Elisa con una donna Eritrea

 

- Bene:  gli ultimi siamo ancora noi donne. Qui non si tratta di priorità, quanto di adesione  al messaggio evangelico. Oltre che di pensare al futuro: come ha scritto Matteo Armando ne “La fuga delle quarantenni”se la Chiesa non si affretta  a tenerci in considerazione,  rischia di ritrovarsi vuota alla domenica. Sono le madri a trasmettere la fede  alle nuove generazioni. - Quali risposte  dovrebbero arrivare secondo lei dal Sinodo della Famiglia di ottobre? - Noi Comboniane ci battiamo perché vengano affrontati due temi: il primo è la violenza sulle donne, che avviene soprattutto  tra le mura di casa. Facciamo la conta delle vittime ogni giorno: è ora che la Chiesa  prenda finalmente una posizione chiara di condanna. Poi c’è il tema della prostituzione: si punta sempre e solo il dito contro le “meretrici”. Quando ci chiederemo chi sono i loro clienti uomini? I loro sfruttatori?”

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Questo è l’articolo, che ho letto, confesso, tutto d’un fiato. Dire che sono d’accordo è poco. Mi piace soprattutto l’intento di gradualità che le suore, con portavoce Suor Elisa, vogliono applicare alle riforme al femminile nella Chiesa. Badiamo ai contenuti, sembra dire, pian piano arriveremo a tutto. La mia adesione non comporta, com’è ovvio, alcun invito a seguirmi. Parliamone fra noi a fini di dialogo. Grazie.

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Giovanni Marradi  - Color of Music

  https://www.youtube.com/watch?v=wryBwWp6bhE&index=125&list=FLNSrLyPMe3ffjMLZJhkN44g


COMMENTI

  1. il 08 ottobre, 2014 lorenzo.rm dice:

    Sì, sono d’accordo. Con il femminismo di Gesà. Con il femminismo di Suor Elisa e, in genere, nella Chiesa. Con il gradualismo delle conquiste da apportare. Si dice che mai guerra fu vinta applicando automaticamente i principi. Che sia la volta buona per le donne nelle organizzazioni ecclesiastiche? Un grazie a Giovanna, alle prese con le bizze del suo computer. E grazie dell’attenzione alle amiche ed amici di Eldy e del Bosco.

  2. il 08 ottobre, 2014 lorenzo.rm dice:

    Ah, il secondo punto interrogativo su Cristo, se era o no femminista, non ci vuole: Cristo, dice Suor Elisa, era inequivocabilmente femminista.

  3. il 08 ottobre, 2014 giuseppe3,ca dice:

    Mi sembra che sia già sbagliata l’impostazione della domanda iniziale: “Cristo, era femminista?“. Cristo, Figlio dell’Uomo non era e non poteva essere “femminista” (nel senso inteso da molte femministe arrabbiate), in quanto ha predicato, insegnato e dimostrato di essersi battuto fino alla morte in croce per l’uguaglianza tra tutti gli esseri viventi senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di credo, di pensiero e di condizione sociale come era nel disegno del Dio Creatore, Suo Padre.
    Non è che certe reazioni violente di uomini immaturi siano conseguenza della prevaricazione del pensiero femminista che vuole capovolgere l’ordine dei fattori? Ritengo che sia più proficuo batterci per uguale dignità di tutti gli esseri umani, ognuno nel proprio ruolo, e dobbiamo farlo insieme, uomini e donne, non creando fazioni o movimenti divisionistici, da qualsiasi parte provengano e per di più cercando di coinvolgere il Cristo mettendolo sulla croce una seconda volta. Pace e bene.

  4. il 08 ottobre, 2014 franco muzzioli dice:

    Sono d’accordo con l’articolo anche se personalmente credo che Gesù di Nazaret sia stato solo un uomo meraviglioso , quindi non la leggo nel modo trascendente di Giuseppe.
    Gesù ha operato in un periodo in cui la donna era sottomessa all’uomo ed era delegata al ruolo di procreatrice e di mater familias, ecco perchè Gesù ha avuto solo apostoli maschi. Ma il rapporto con l’altro sesso, cominciando da Maddalena appare assolutamente paritario . In molti brani evangelici ,Egli incontra donne con una chiara parità d’intenti,quindi se vogliamo leggerla così, sì, Gesù è stato femminista e ben venga una Chiesa che non distingua più per nessun motivo ..il genere.

  5. il 08 ottobre, 2014 riccardo2.co dice:

    Cristo era per la non violenza, era per una vita anche di sacrifici e povertà, ma vissuta in pace con noi stessi, e con il nostro prossimo, Cristo non poteva essere femminista, per lui sia la donna, che l’uomo erano sullo stesso piano, sono stati i suoi discepoli, che si sono susseguiti nei secoli, ha fare in modo che la donna, dovesse sempre essere la serva, amante, di noi pseudo sesso forte.
    Ma ricordiamoci che se Dio ha deciso che un figlio per nascere, ha bisogno solo dei geni del padre, ma cresce nel corpo della madre, è perche ha ritenuto quel corpo più forte, il più adatto alla continuazione della specie.
    E non venitemi ha raccontare la storiella dell’uomo cacciatore, e della donna in casa ad allevare i figli, noi uomini per qualche millennio, abbiamo abusato della donna, in ogni occasione possibile, poi c’è stato un piccolo periodo dove solo con le parole l’abbiamo messa al nostro “pari” ora attenzione più passa il tempo e più stiamo tornando gli animali che eravamo, nei secoli passati.

  6. il 08 ottobre, 2014 lorenzo.rm dice:

    Pino, per me il problema è da verificare su un piano pratico: c’è davvero uguaglianza e pari dignità fra i due sessi, in tutti gli ambienti, compreso quello religioso? Sì? No? Ed, eventualmente, perché no? E che cosa fare? Ecco perché Cristo è stato inequivocabilmente femminista e dovremmo seguire il Suo esempio. Oggi, per non affrontare il problema, si esce addirittura dai sessi e ci si contenta di un rapporto di eguaglianza fra asessuati. E si pongono le basi per uno sviluppo esponenziale dell’omosessualità. Ma il sesso femminile c’è e vuole vera eguaglianza e parità del suo sesso con quello maschile. Ecco la soluzione: graduale, sì, ma la soluzione.

  7. il 08 ottobre, 2014 lorenzo.rm dice:

    Grazie, Franco, sono completamente d’accordo con te.

  8. il 08 ottobre, 2014 lorenzo.rm dice:

    E sono d’accordo anche con Riccardo. Le cose erano state fatte per bene. I due sessi. Il figlio di Dio che nasce nel grembo di una donna. Una parità assoluta. Poi ci si è messo il genere umano ( e soprattutto il maschio) a pasticciare. Dovremmo tornare alle origini, ma per davvero.

  9. il 08 ottobre, 2014 Nembo dice:

    Un argomento che ognuno di noi lo può analizzare in maniera reale o oggettiva, parto subito nel dire che Gesù non ha mai parlato di preminenza dell’uomo, Gesù era un femminista, e il post ci porta a una domanda tutto quello che la suora ha detto è rivoluzione culturale o sociale? C’è ancora molto da fare per avere una valenza equilibrata dei sessi, specialmente per le donne anche se la loro forza è più determinata che quella di noi uomini, le femministe propongono da sempre di riequilibrare i rapporti e questo sarà una loro grande rivincita. Un’altra riflessione è pensare come fossero le condizioni della donna in quel periodo in palestina ai tempi di Gesù. Speriamo che anche nella chiesa vengono applicate le parità di sesso.

  10. il 08 ottobre, 2014 lorenzo.rm dice:

    Grazie, Nembo, per il tuo intervento così equilibrato e attinente al tema. Ricordo che il punto di vista in merito al “femminismo” di Gesù è espresso da una suora, che misura in termini concreti la differenza, avuto riguardo alla situazione delle suore stesse, fra quello che dovrebbe essere e quello che effettivamente è. La differenza, anche nel contesto del “sacro”, esiste e deve essere colmata, prima di ogni altra cosa. Altrimenti si fanno solo chiacchiere e affermazioni di principio senza riscontri concreti. Vogliamo trarre finalmente conclusioni in termini di azioni da svolgere in relazione alle situazioni esistenti?

  11. il 09 ottobre, 2014 giovanna3.rm dice:

    Anch’io sono dell’opinione che Cristo è stato un uomo eccezionale, senza parlare di trascendenza. Ha lasciato, inequivocabilmente, una grande impronta del suo passaggio terreno, lottando per i deboli, per la giustizia e per l’eguaglianza degli esseri umani ma, vedi caso, aveva capito che occorreva supportare di più le donne che, a quel tempo, e per tanto altro ancora, erano considerate meno di una “cosa”, e cercò di considerarle, invece, degli esseri umani, come tutti gli altri, superando le discriminazioni! Non vedo proprio cosa c’entrino, in questo contesto, le “femministe arrabbiate”!
    Che Suor Elisa Kidané e le Suore Comboniane – prevalentemente Missionarie – siano “femministe arrabbiate”, è piuttosto difficile da prendere in considerazione.
    Parlando di condizione sociale, vorrei ricordare che mettere al mondo un figlio, in teoria, è considerato un atto squisitamente sociale, ma pochissimi sono i benefici che ne ottengono le madri, come asili nido, asili nelle aziende, sostegni economici per chi ha più figli se non in forme risibili.
    Ci si viene a dire, in seguito, che è bene riflettere “se le reazioni violente degli uomini” – che stuprano, uccidono, massacrano le loro compagne, sorelle, praticamente ogni giorno, “ non siano la conseguenza della prevaricazione del pensiero femminista, che vuole capovolgere l’ordine dei fattori”?
    Queste affermazioni sono indegne e le rigetto totalmente. Sono altresì una pesante offesa per tutte le donne che muoiono e soggiacciono giornalmente alla furiosa e disumana violenza del maschio, il quale – in grande misura – è tuttora incapace di mettersi in discussione e trovare una forma di dialogo con la propria donna – se non a bastonate e insulti.
    Quindi, secondo la convinzione prevalente, le donne avrebbero raggiunto parità sociali e rispetto, sarebbero remunerate come gli uomini a parità di lavoro e responsabilità? A qualcuno è noto che, soprattutto nelle aziende private, si fa di tutto per rendere difficile la vita lavorativa alle proprie dipendenti che abbiano figli piccoli, mettendo in atto mobbing e altre perle del genere, fino ad escogitare una motivazione che preveda il loro licenziamento?
    Parlo di diversi anni fa, ma si tratta, pur sempre, di una realtà che riguardava moltissime ragazze. Accadeva prevalentemente nelle Compagnie aeree, ma non solo. Alla firma del contratto di lavoro si doveva sottoscrivere una postilla che recitava: “chi avesse avuto un figlio, sarebbe stata licenziata”! Non sono favole, vi prego di credere.
    Tanto, ma tanto lavoro c’è ancora da fare per raggiungere l’effettiva parità dei due sessi (ormai sono anche aumentati!), prima di considerare che “stiamo mettendo in croce Gesù per la seconda volta”. Lui, almeno, ci aveva provato a rispettare le donne.
    Riporto, di seguito, per chi sarà interessato a leggerlo, preso dal Web, un articolo da Focus.

    Gesù e le donne
    di Franco Capone
    (con la collaborazione di Giacinto Mezzarobba)
    da FOCUS (maggio 2004)

    “Le reclutò come discepole. Sostenne la loro dignità.
    E, quando risorse, si rivelò prima a loro.
    Ecco perché tra i primi cristiani c’erano anche le sacerdotesse.
    Ma poi scoppiò la “caccia alle streghe”…
    Gesù di Nazaret era sposato? Molto probabilmente no. Praticava il celibato? Quasi sicuramente sì, vista la sua vicinanza alla setta ebraica degli esseni. Ma che amasse le donne è un fatto accertato dagli storici: non solo le amava come persone, ma riconosceva loro anche dignità e rispetto. Secondo la teologa americana Elisabeth Schussler, che ha approfondito forse più di tutti i rapporti fra Gesù e il sesso femminile, le donne di oggi devono sapere che il primo femminista fu, oltre 2 mila anni fa, proprio lui, il Messia.
    «Gesù si pose in forte rottura con le usanze palestinesi dell’epoca: la legge ebraica, nell’interpretazione dei farisei, dava ben poco spazio alle donne» osserva Remo Cacitti, docente di storia del cristianesimo antico all’Università di Milano. «Si pensi alle norme sulla purezza, che impedivano qualsiasi contatto durante il ciclo mestruale. Le donne non mangiavano con gli uomini. Non partecipavano alle discussioni in pubblico, non potevano uscire, se non per lavorare nei campi o per prendere l’acqua; dovevano portare il velo. Non potevano testimoniare ai processi e potevano essere ripudiate anche per futili motivi».
    Una “comune” di seguaci. Lo storico ebreo Flavio Giuseppe (I secolo d.C.) ricorda che per la legge “la donna è inferiore all’uomo in ogni cosa”. «Nel tempio» aggiunge Cacitti «non avevano accesso alla sala del sacrificio (riservata agli uomini): potevano stare solo in un’area marginale. Gesù ha combattuto in un modo impensabile, per quei tempi, tutti i tabù sulle donne». Il motivo era forse legato più alla sua battaglia sociale che a quella teologica. Quando diceva “gli ultimi saranno i primi” nel nuovo Regno (un tempo di giustizia che lui immaginava prossimo e in parte attuabile subito con comportamenti concreti), si riferiva agli emarginati: malati e perciò ritenuti impuri e peccatori; persone con problemi psichici, che allora erano considerate indemoniate; poveri e pubblicani (ovvero esattori delle tasse, di livello sociale anche alto, però malvisti dalla gente). In questa vasta categoria di “ultimi”, il sesso femminile era largamente rappresentato: prostitute, donne ripudiate, vedove, tutte particolarmente svantaggiate in una società patriarcale. Non solo i ricchi (“Difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli” dice Gesù in Matteo 19,23), ma lo stesso fondamento della società ebraica, la famiglia patriarcale, fu da lui duramente attaccato. Come? Con la vita comunitaria che proponeva ai suoi seguaci di ambo i sessi: dovevano uscire dall’ambito familiare per diffondere la nuova fede, cosa che per le donne poteva costituire una vera liberazione da padri o mariti autoritari.
    Discepole e ministre. L’affermazione di Gesù riportata nel Vangelo di Marco (3,34) “Ecco mia madre e i miei fratelli” riferendosi ai suoi seguaci, spiega quanto fosse forte l’alternativa della comunità. Gesù proponeva, invece del digiuno, un pasto comunitario (che poi diventerà la santa messa), e tra i discepoli le donne dividevano la mensa con gli uomini. Erano, insomma, diventate soggetti del rito religioso, non più vissuto per concessione dell’uomo o attraverso di lui. «Fra i discepoli» conferma Cacitti «vi erano anche molte donne (Maria di Magdala, cioè la Maddalena, Giovanna, moglie di Cusa, Susanna e tante altre, citate per esempio nel Vangelo di Luca 8,2-3). Fatto davvero importante, quasi tutti i Vangeli canonici concordano nel dire che, una volta risorto, Gesù apparve per primo alle discepole». In due ricostruzioni apparve a Maria di Magdala (Marco 16,9 e Giovanni 20,14-18) e in un’altra (Matteo 28,9) anche a Maria di Cleofa.
    Vangeli in rosa. «Sono le donne che avvertono i discepoli maschi del grande evento: sono loro insomma le prime inviate di Gesù per l’annuncio della sua resurrezione» argomenta Cacitti. L’analisi dei Vangeli consente di scoprire, attraverso le concordanze fra i diversi autori, i punti di rottura con la tradizione patriarcale dovuta all’emancipazione femminile sostenuta da Gesù. Un esempio? L’episodio della donna che da 12 anni soffriva di emorragia uterina, e per questo motivo era considerata impura ed era emarginata (Matteo 9,20-22; Marco 5,25-34): sfidando il tabù dell’impurità, Gesù si fa toccare da lei il mantello, sente che le forze gli vengono meno, ma decide di guarirla. La chiama “figliola di Israele” e le dice di essere felice. Altro atteggiamento rivoluzionario per l’epoca era quello di rivolgersi anche ai non ebrei nella predicazione come nell’aiuto.
    Una lezione per Gesù. Nell’episodio della madre cananea (Matteo 15,22-28), una volta tanto è Gesù a essere spinto a fare una cosa giusta: per merito di una donna. Il problema era se guarire o no la figlia di una pagana. Alla richiesta della donna di guarire sua figlia indemoniata, Gesù disse: “Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele (…) Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini”. Ma Gesù recede da questa posizione di chiusura quando la donna gli ricorda che anche i cagnolini si cibano delle briciole quando cadono dalla tavola.
    Primo: non ripudiarla. Sono molto spesso donne non giudee a credere in Gesù, come nell’episodio della samaritana al pozzo. C’è poi il famoso capitolo in difesa dell’adultera (“Chi è senza peccato…”) oppure quello del fariseo e la peccatrice (Luca 7,36-49), che viene perdonata. O ancora, le risposte di Gesù ai farisei sul divorzio. «In un tempo in cui il dibattito era se ripudiare la moglie per adulterio o perché aveva sbagliato a mettere il sale nella minestra» dice ironicamente Cacitti «lui aveva una posizione sul matrimonio più equa per la donna». In Matteo 19,4-9, Gesù dice: “Non avete letto che il Creatore lì creò da principio maschio e femmina e disse che per questo l’uomo (…) si unirà a una moglie e questi saranno una carne sola? (…) Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma all’inizio non era così. In verità vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un’altra commette adulterio”. Gesù tendeva a parificare l’uomo e la donna, a sfumare i confini del maschile e del femminile. Secondo Schussler interpretava Dio in un modo nuovo: avrebbe sposato il concetto di Dio-Sophia (spirito-sapienza). Gesù, figlio di Dio, è anche Sophia e questa è sia maschile sia femminile. «Gesù era interessato al superamento dei sessi» afferma Cacitti «atteggiamento che si riflette quando spiega ai farisei che se uno in vita ha sposato 7 mogli, le ritroverà nel regno dei cieli per condividere con tutte un amore più profondo di quello della carne».
    Donna-profeta. Significativo anche l’episodio che ha ispirato il libro di Schussler In memoria di lei (Claudiana editrice). E’ riportato in tutte le versioni evangeliche ed è ambientato durante la cena di Betania, non molto prima della cattura e della morte di Gesù. Una donna unge con olio prezioso i piedi (oppure la testa, secondo le versioni) di Gesù, in un rito che, per Schussler, era destinato solo a un Messia: dunque, un rito che attribuisce un ruolo profetico alla donna. I curatori maschi dei Vangeli, intervenuti in tempi in cui la donna venne di nuovo emarginata, hanno forse modificato in senso restrittivo il brano (per esempio, manca il nome della donna), ma resta significativo quello che dice Gesù in risposta alle critiche “maschiliste” dei discepoli: “Dovunque sarà predicato l’evangelo, anche quello che costei ha fatto sarà raccontato in memoria di lei” (Matteo 26,13).”

  12. il 09 ottobre, 2014 Lorenzo.rm dice:

    Giovanna, che bel commento davvero hai fatto. Esso integra e nobilita il pezzo d’apertura proposto.Se tutto ciò che riguarda Gesù è vero, come è vero, non c’è che da definire sacrosanta la lotta delle donne suore che rivendicano maggiori diritti nella Chiesa. E, insisto, lo fanno in termini concreti: qui ed ora, per fare avanzare davvero le donne religiose nella struttura ecclesiale.

  13. il 09 ottobre, 2014 gianna dice:

    l’attegiamento di Gesu’ verso le donne, Gesu’ per la premiazione della parita’ della donna con gli uomini,una persona che diffende le donne e il loro trattamento sopratutto come essere umane,….una cultura in cui la donna e totalmente subbordinata all’uomo….rapporti tra Gesu’ e le donne, il primo femminista ante Litterario e stato lui, La misericordia di Dio, e piu’ grande dei pregiudizi ” avvicinandosi alla Sanmaritana. Gesu’ supera le seconde, la Teologa Americana Elisa Beh Scussler, ha approfondito forse molto di piu’ di tutti i rapporti tra Gesu’ e il sesso femminile, le donne, cio’ vuol dire che la donna era una presenza.Le donne non tradiranno Gesu’ non parleranno mai male delle donne , non le scacciava quando predicava, le difendeva anche all’occorenza, come nel caso….incontro tra Gesu’ e le donne i testi che riguardano qui incontri tra Gesu’ e le donne i suoi segnali il contesto attuale…

  14. il 10 ottobre, 2014 lorenzo.rm dice:

    Grazie, Gianna. Hai ragione: le donne non tradiranno mai Gesù e, se non ci fossero, le fondamenta della Chiesa crollerebbero. Ecco perché occorre farle crescere nei compiti e nelle responsabilità.

  15. il 10 ottobre, 2014 elisabetta8.mi dice:

    GESU’,PERSONA MERAVIGLIOSA,NN ERA CERTAMENTE DI PARTE,ERA ED è AMORE X TUTTI.IL PROBLEMA DI QUESTA SUORA ,FACCIO FATICA A CAPIRLO,IO DI SUORE ,ANCHE DI CHLAUSURA NE CONOSCO,NN SI PONGONO CERTAMENTE QUESTO PROBLEMA,NE ANNO TANTI IMPORTANTI DA RISOLVERE NEL CUOTIDIANO.ANCHE NOI FORSE NE ABBIAMO MOLTI,NN ANDIAMO A CERCARE DEI CAVILLI X IL FEMMINISMO.LA DONNA è ARRIVATA ANCHE AI MASSIMI VERTICI DOVE 1 VOLTA ERA IMPENSABILE.DONNE PILOTA DI AEREI DI LINEA,DONNE IN TUTTE LE FORZE DEELL’ORDINE,IN POLITICA E IN DIVERSE OCCUPAZIONE.LA DONNA FORSE DOVREBBE AVERE PIU’ RISETTO DI SE STESSA ,COSA CHE NN SI VEDE MOLTO.PERDONAMI LORENZO,SE SONO ANDATA FUORI DEL TUO ARTICOLO,SEMPRE CON TANTA STIMA X TE,CIAO,,,,,,,,,,,,,

  16. il 10 ottobre, 2014 lorenzo.rm dice:

    CARA ELISABETTA, INTANTO TI RINGRAZIO MOLTISSIMO PER AVERE ESPRESSO IL TUO PUNTO DI VISTA, CHE CORRISPONDE ALL’INFINITA PAZIENZA DELLE DONNE. PERCHE’ IO CONDIVIDO QUELLO CHE DICE LA SUORA? PERCHE’ LE DONNE DEVONO CONSEGUIRE ULTERIORI SUCCESSI IN TERMINI DI LIBERTA’, DIGNITA’, PARITA’. QUELLO CHE LA SUORA VUOLE LO DICE ESPRESSAMENTE: CI SONO TANTI INCARICHI DI RESPONSABILITA’ CHE ANCORA VENGONO AFFIDATI ESCLUSIVAMENTE AGLI UOMINI E NON E’ GIUSTO. LO DICE CON ESTREMA TRANQUILLITA’ E DOVREBBE ESSERE APPREZZATA PER QUESTO. VEDRAI CHE PAPA FRANCESCO, NELLA SUA ATTIVITA’ DI RINNOVAMENTO DELLA CHIESA, SE NE RICORDERA’. TI ABBRACCIO.

  17. il 11 ottobre, 2014 giuseppe3,ca dice:

    Ritengo necessaria una precisazione:
    Rileggendo con un pizzico di attenzione il mio primo commento si può rilevare che il mio pensiero è a favore della donna molto più di quanto può apparire a prima vista.
    Ho fatto riferimento ad “uomini immaturi” e detto questo è chiaro che i colpevoli di misfatti e soprusi nei confronti della donna, non li considero esseri civili ma al pari di bestie disumane per cui non posso condividere il loro comportamento::: questo ho inteso dire e confermo.
    Comunque è nella convinzione generale che esistono due figure di “femministe”: quelle che si prodigano per il riconoscimento della parità dei diritti della donna e altre, quelle che ho definito “arrabbiate” e che in effetti vorrebbero stravolgere la situazione solo esclusivamente a loro favore quasi come una rivendicazione di vendetta sul passato.
    Il mio riferimento non era assolutamente diretto alle Suore Comboniane per le quali ho il massimo ed ossequioso rispetto. Concordo con quanto lunghissimamente esposto da Giovanna e personalmente vedrei bene che una donna possa adempiere a celebrare una funzione religiosa come la S.Messa ed altro. In questo senso, piena fiducia in Papa Francesco che l’opinione corrente ritiene molto lungimirante in proposito.

    Ringrazio Lorenzo per la bella pagina che, devo ammettere, è stata molto animata. Un saluto.

  18. il 11 ottobre, 2014 giovanna3.rm dice:

    Mi sembra necessaria un’ulteriore precisazione. Gli uomini “immaturi”, intanto, si diano una mossa e crescano in fretta, come abitualmente accade alla donna, alle prese con la realtà quotidiana, talvolta, già da bambina e non nascondano le proprie debolezze dietro la gonna della “mamma”. Anche quest’ultima, peraltro, ha le sue responsabilità se genera maschi che rimarranno immaturi oltre l’età consentita.
    Per quanto riguarda le “femministe arrabbiate”, ogni gruppo, movimento o partito politico
    ha sempre avuto delle frange estreme, non è una novità, che servono, talvolta, a sollecitare le posizioni statiche o indecise, comunque nel campo femminista queste “estremiste” furono gruppetti molto contenuti.
    Per chi, invece, sostiene che le Suore abbiano altro cui pensare, rispetto alle proprie rivendicazioni sociali, vorrei dire che il pensiero di voler contare di più, soprattutto nell’ambito della Chiesa Cattolica, è più che legittimo ed ora è astato anche espresso da una porta-voce molto ascoltata, Suor Elisa Kidané, appartenente alla Comunità delle Suore Comboniane. Queste ultime sono prevalentemente Missionarie in Africa, soggette ad ogni sorta di eventi, che condividono con le popolazioni locali. Da tutto ciò, ne deriva un’apertura mentale eccezionale: con loro si può trattare qualsiasi argomento con grande profitto. Lo so per esperienza diretta: ho una cugina suora Comboniana, Missionaria nella Repubblica Centrafricana.

  19. il 11 ottobre, 2014 mario33,co dice:

    Mi sento in pieno accordo con Giovanna! sono pienamente in accordo, nell’affermare che il femminismo nelle sue varie forme anche estreme, abbia contribuito a un emancipazione sociale non indifferente vedi aborto, divorzio, trovo giusto che le femministe più agguerrite, punta di un iceberg (poi ridimensionatosi) abbia dato una spinta maggiore alla consapevolezza di essere donna, come individuo, come persona, cercando, gridando a forza, il desiderio di gestire la loro sessualità, al pari di un uomo. Contro quell’ignoranza maschilista che la relegava ad un semplice oggetto sessuale. un eguaglianza non solo sul piano sociale, ma… sopratutto sul piano personale. Trovo che la chiesa, il clero, da millenni ha relegato la donna in secondo piano rispetto agli uomini. Le donne di una volta erano costrette a farsi suore contro la loro volontà, per preservare i beni materiali delle casate. Diventavano suore badesse in conventi di clausura. ammiro tantissimo le suore comboniane e tutte le suore che si prodigano nei paesi del terzo mondo per aiutare persone veramente indigenti .Sono a contatto con la vera realtà della vita. Trovo interessante che certe iniziative partano da persone Suor Elisa Kidané, o monsignor Emanuel Milingo. Il vescovo africano originario dello Zambia ha infatti ordinato a New York quattro vescovi, tutti sposati e appartenenti al movimento “Married Priests Now”, fondato a luglio negli Stati Uniti dallo stesso arcivescovo. che conoscono bene la realtà della vita che sono persone pratiche che seguono un innovativo e logico, percorso della società, in contrasto con le vecchie miopi tradizioni ecclesiastiche di Roma. Come ha fatto Giovanna, allego(preso dal web), un passo di un articolo che fa capire quanto Gesù fosse femminista, quanto Gesù amava , e rispettava le donne.
    GESU’ E LE DONNE: Nella sua predicazione itinerante, Gesù è accompagnato dai dodici apostoli e da alcune donne di cui i Vangeli ci dicono anche i loro nomi. Si tratta di due gruppi di donne, un primo gruppo formato dalle parenti di Gesù e comprende una “Maria, sorella della Madonna” e madre di Giacomo il minore e di Giuseppe; Maria, moglie di Cleofa, e Salome moglie di Zebedeo e madre di Giovanni e di Giacomo il Maggiore”(Marco Adinolfi, Gesù e le donne, in Storia di Gesù, vol. 4, ed. Rizzoli, p. 1156). Il secondo gruppo comprende, invece, le donne toccate dalla Grazia di Gesù e quelle miracolate da lui. Sono: Maria Maddalena, Giovanna moglie di Cusa che è amministratore di Erode e Susanna. Abbiamo ragione di credere che Maria, la Madre di Gesù, fosse presente, in questo gruppo itinerante, nei momenti decisivi della vita del Figlio. Ed è per questo che, in assenza della Mamma, è Maria di Magdala, la Maddalena, che occupa il primo posto nel gruppo delle discepole di Gesù. A lei, secondo i racconti evangelici, Gesù risorto appare per la prima volta. Ed è per questo che i Greci chiamano Maria Maddalena “isapostolos”, che significa “uguale agli apostoli”, mentre nel mondo latino è chiamata “apostola apostolorum”, apostola degli apostoli (Cfr. Marco Adinolfi, Gesù e le donne
    Il fatto che delle donne della Galilea seguono Gesù, lo servono durante la sua predicazione, e non lo abbandonano finanche in punto di morte, costituisce una rivoluzione per le regole comportamentali del mondo contemporaneo a quello di Gesù. Infatti “nel Giudaismo antico la vita pubblica non era fatta per la donna, dal momento che, sul piano giuridico, essa veniva spesso assimilata agli schiavi non ebrei e ai fanciulli minorenni” (Marco Adinolfi, Gesù e le donne, in Storia di Gesù, vol. 4, ed. Rizzoli, p. 1157). La situazione è analoga, praticamente, a quella del mondo classico greco quando la donna è “confinata nel gineceo” (Marco Adinolfi, Gesù e le donne, in Storia di Gesù, vol. 4, ed. Rizzoli, p. 1156). Insomma, specialmente nel popolo di Israele, la donna non poteva uscire di casa senza velo, a capo scoperto, filare in mezzo alla strada, parlare con qualsiasi persona e nemmeno uscire per incontrare altre donne. Solo in alcune feste religiose, come quella dei Tabernacoli o del Kippur, poteva uscire. Faceva eccezione l’uscita per attingere acqua alla fontana pubblica o per andare nei campi per dei lavori agricoli.
    A questo aggiungiamo che era vietato “agli ebrei guardare una donna, farsi servire a mensa da una donna, restar soli con una donna in una locanda, appartarsi con due donne, camminare in pubblico dietro a una donna, conversare per la strada con una donna. Neppure con la propria moglie era lecito parlare troppo” (Cfr. Marco Adinolfi, Gesù e le donne, in Storia di Gesù, vol. 4, ed. Rizzoli, p. 1156)
    Gesù, invece, si pone in posizione diametralmente opposta alla mentalità corrente degli ebrei. Egli permette che un manipolo di donne lo segua, lo serva e provvede anche al sostentamento suo e degli apostoli (Lc 8,1-3). Esse “instaurano con lui un profondo rapporto spirituale, una sintonia di sentimenti che le renderà anche più docili e fedeli degli stessi apostoli…..Si intrattiene con le donne così come con gli uomini: senza remore, senza pregiudizi, né condizionamenti di sorta, né comportamenti misogini…Il contatto con le donne è quindi improntato al sommo rispetto, alla delicatezza, al riconoscimento della pari dignità dell’uomo”(Donato Calabrese, il rosario delle beatitudini, Paoline editoriale libri, p. 15). L’evangelista Luca riporta un episodio nel quale Gesù si trova al centro della calda accoglienza di Marta e Maria a Betania. Marta si dà da fare perché non gli manchi nulla. Maria si siede ai suoi piedi per ascoltarlo. Ad un certo punto Marta si fa avanti, e rivolta a Gesù, dice: <>. Ma Gesù le rispose: <> (Lc 10,40-42). Gesù non elogia Marta che pure mostra premura ed attenzione al Maestro, pensando a preparargli da mangiare. L’avverte che non è bene avere il cuore occupato dalle preoccupazioni quotidiane, come riordinare la casa e cucinare. Egli loda Maria che sta ai suoi piedi ad ascoltare la sua parola.
    In un’altra scena evangelica, riportata da Giovanni, Gesù torna a casa di Marta e Maria, dopo la resurrezione di Lazzaro. Ancora una volta Maria, compie un gesto di somma delicatezza e rispetto verso di Lui: versa sui suoi capelli un vaso di profumo di nardo. A Giuda che non accetta questo spreco, giustificandolo con una falsa moralità, Gesù risponde affermando che tutti ricorderanno questo gesto amorevole di Maria, indicando in lei, sorella di Lazzaro, “l’ideale del credente che aderisce risolutamente al suo insegnamento” e spazzando via un’altra umiliante imposizione antifemminista della sua epoca”.

  20. il 11 ottobre, 2014 lorenzo.rm dice:

    Grazie, Mario del tuo prezioso contributo su Gesù e le donne. Si è sopito lo spirito rivendicativo delle donne nel chiedere libertà, parità di diritti, dignità? Effettivamente sembra di sì e sarebbe un bel guaio. Secondo il mio parere abbiamo sempre più bisogno delle donne per far avanzare significativamente la società.


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