Ritengo utile ripetere qui, ciò che ebbi già modo di precisare in un post precedente, per ricordare quale sia la mia visione rispetto alle pittrici nella storia. La “pittura al femminile” non ha mai suscitato grandi dibattiti, ahimé! Vi siete mai domandati perché il numero delle pittrici-donne, soprattutto nei secoli passati, fosse tanto limitato? La risposta non è difficile. Anzitutto la pittura era esclusivo appannaggio maschile. Per la famiglia, poi, non era certo producente investire in una figlia femmina, per gli studi, l’apprendistato ecc., poiché essa doveva, innanzitutto, occuparsi della casa e della famiglia, in seguito si sarebbe sposata, preferibilmente molto giovane, quindi sarebbe stato inutile e anche uno spreco di denaro...! Era poi inammissibile che una donna frequentasse da sola ambienti artistici e si intrattenesse alla pari con uomini, giacché il mondo della pittura ruotava esclusivamente intorno a loro. Sembra, infine, che fossero anche alquanto impedite nei movimenti, a causa delle gonne lunghe e ampie del tempo, soprattutto per trasportare la pesante cassetta con gli arnesi necessari per dipingere. E’ chiaro che chi avesse voluto perseguire le proprie inclinazioni artistiche avrebbe dovuto avere un temperamento assai particolare e del tutto determinato, per affrontare ogni sorta di difficoltà. Tutto ciò ne ha, inevitabilmente, limitato il numero. Questa è la ragione principale per la quale si conoscono le opere di poche artiste di grande talento e temperamento a tutto tondo. Ve ne elenchiamo alcune, tra le più conosciute e famose: Artemisia Gentileschi, Sofonisba Anguissola, Lavinia Fontana e Fede Galizia, – nate nel ‘500 - Elisabetta Sirani e Rosalba Carriera nel ‘600. In tempi più recenti, spiccano Tamara de Lempicka, Polacca nata nel 1898, Frida Khalò, messicana nel 1907, Felicita Frai, Cecoslovacca nel 1909 e, ancora più vicina a noi, Novella Parigini, nata negli anni ’20. Alcune di queste artiste le ho già presentate in tempi precedenti, ad eccezione di due o tre. Oggi parlerò di una di queste pittrici, dal talento eccezionale. Le stesse remore riguardavano, naturalmente, anche le donne che avessero una particolare inclinazione alla scultura, alla musica e ad ogni altra espressione artistica. Poche sono le eccezioni, che confermano la regola, com'è stato il caso fortunato dell'artista di cui parliamo in questo servizio. Alcuni dati provengono dal Web.
Sofonisba Albissola nacque a Cremona, intorno al 1532, da Amilcare Anguissola e Bianca Ponzoni. Il padre, di idee molto aperte per quei tempi, l’avviò agli studi di pittura con la sorella Elena. Sofonisba si applicò al disegno e alla pittura presso lo studio del giovane pittore manierista Bernardino Campi.
Sofonisba e le sorelle
Nel 1550 quando Campi si trasferì a Milano alla corte di Ferrante Gonzaga, Sofonisba e Elena Anguissola continuarono a dedicarsi alla pittura con il pittore Bernardino Gatti, dal quale assimilarono lo stile del Correggio, cui il maestro si ispirava, trascurando i soggetti religiosi e dedicandosi ai ritratti “dal naturale”.
Bambino morso da un ramarro
Il padre continuò ad incoraggiare il lavoro delle figlie, facendo conoscere le loro belle opere nei salotti dei notabili, specialmente quelle di Sofonisba. Pareva che attorno a lei si schierassero in ammirazione artisti e letterati di gran fama, quali il Vasari. Persino il grande Michelangelo si mosse incontro alla pittrice per conoscere i suoi alti meriti nella pittura.
La Regina Elisabetta di Valois
Nel 1559 Sofonisba fu invitata alla corte di Filippo II di Spagna, come dama di corte della nuova regina, la francese Elisabetta di Valois. Per il re dipinse numerosi ritratti e per alcuni mesi insegnò
Diane d'Andouins e sua figlia
alla giovanissima regina a disegnare dal vero, sostituendo, con tale novità, le normali attività ritenute adatte alle donne. La pittrice, fino alla morte della regina nel 1568 per parto, prese parte intensamente alla vita di corte, suscitando sorpresa e interesse da parte di molti ambasciatori accreditati presso il re e, al tempo stesso, entrando in contatto con i maggiori ritrattisti spagnoli del tempo.
Alessandro Farnese
Dopo la morte della regina, Sofonisba restò a corte al seguito delle infante, Isabella Clara Eugenia e Caterina Micaela, continuando sempre a dipingere. Sofonisba Anguissola, storicamente, fu la prima donna a ottenere il riconoscimento internazionale come pittrice; anche se non fu la prima donna a dipingere, ma la prima ad affermarsi in una professione fino allora dominata dagli uomini, e diventò una nota e rispettata artista.
L'Infanta Catalina Micaela di Spagna
Ebbe una vita sentimentale sfortunata: si avviava ormai verso la quarantina, e si sposò, per procura nel 1573, con don Fabrizio Moncada, cadetto siciliano, appartenente a una nobile e titolata famiglia. Rimase presto vedova e si risposò, contro il volere della famiglia e della corte spagnola, con un giovane capitano di marina, il genovese Orazio Lomellini.
Anna d'Austria
Nel 1615 Sofonisba fece ritorno a Palermo, dove il marito aveva accumulato cariche e impegni, comprò casa nell’antichissimo quartiere arabo di Seralcadi e qui forse cessò di dipingere a causa del progressivo indebolimento
della vista anche se fu consultata quando, a Genova, iniziarono i dipinti per la chiesa di San Giorgio.
Ritratto di famiglia
Nel 1624, a poche settimane dallo scoppio di una tremenda epidemia di peste che sconvolse Palermo, Sofonisba ricevette la visita del giovane Anton Van Dyck, chiamato in città per dipingere il ritratto del viceré Emanuele Filiberto di Savoia. Sofonisba era ormai più che novantenne e cieca, tuttavia affascinò il pittore olandese con la propria lucidità e vivacità di conversazione, tanto da indurlo a scrivere di lei nel suo diario di viaggio.
Dama con cagnolino
Durante la sua lunga vita, la pittrice produsse molti quadri, che si trovano nei musei di tutto il mondo, almeno una cinquantina; amava dipingere cagnolini nei suoi ritratti, fare autoritratti e ritrarre i componenti della sua famiglia.
Grazie al suo straordinario talento, Sofonisba riuscì a vincere i pregiudizi del suo tempo nei confronti delle donne artiste, tanto da conseguire una chiara fama ed
Giuliano II Cesarini
essere grandemente celebrata in un’epoca in cui, per la prima volta, le opere e la biografia delle donne attive nell’arte vennero divulgate. Le sue opere – i mirabili ritratti - si rivelano ancora oggi particolarmente interessanti per la vivacità e l’attenzione dedicata allo sfondo e ai dettagli degli abiti indossati dai protagonisti dei suoi quadri. Sofonisba Anguissola morì a Palermo nel 1626 e fu sepolta in San Giorgio dei Genovesi.
PASSA IL TEMPO....
Le lancette della vita ... scorrono nella perfetta sincronizzazione dei secondi....
e ad ogni movimento del tempo....nulla sara mai come prima....
E anche se non potrò vederti, parlarti, ascoltarti ....in questo presente....
Ti vedrò , ti parlerò, ti ascolterò nei secondi di tempo che ho fermato nel mio cuore.....
m.d